COGITO ERGO DUBITO

LO SQUALLIDO CASO DELLA EVOLO


Abbiamo già parlato di svariati cialtroni ed impostori, quali Padre Pio  o  Madre Teresa di Calcutta, ma non possiamo certo tralasciare lo strascico lasciato da Fortunata (Natuzza) Evolo, che altrettando assunse, purtroppo, un forte rilievo nelle comunità dedite al culto del soprannaturale.Natuzza nacque a Paravati in Calabria nel 1924. Non potendo frequentare regolarmente la scuola restò con un livello di istruzione molto limitato, quasi analfabeta. Inutile sottolineare che la fede spinge all'ignoranza e l'ignoranza è un buon substrato per la fede. In definitiva esse si arricchiscono a vicenda, autosostenendosi.  Fu così che, a soli 14 anni, Natuzza finì al centro di presunti fenomeni paranormali, quali, tanto per cambiare, la visione di persone che erano già defunte. Nel 1941 andò a vivere presso la nonna materna e pensò di farsi suora, ma venne sconsigliata, proprio perché protagonista, diciamo così, di tutti quegli episodi ritenuti inquietanti dalle persone suggestionabili e incapaci di giudizio logico. Le fu poi affibbiato dalla sua famiglia un marito per procura da cui ebbe 5 figli. Si riferisce, sempre dalle solite e puntualmente immancabili fonti inattendibili (che, non si sa perchè, c'è sempre qualcuno pronto a prestarvi attenzione neanche valesse la pena di farlo), che durante il corso della sua vita si siano manifestati una serie di presunti episodi paranormali: apparizioni e colloqui con Gesù Cristo, la Madonna, angeli, santi (guarda caso siamo in un paese cattolico: nulla di strano quindi che non abbia visto le arpie, i ciclopi, le sirene ed i minotauri), nonchè (e qui viene il "bello") la comparsa di stimmate ed effusioni ematiche accompagnate da stati di sofferenza durante il periodo pasquale e momenti di estasi. Svariate "testimonianze", sempre puntualmente immancabili, le attribuiscono anche il presunto e cosiddetto "dono dell'illuminazione diagnostica", ovvero la capacità di diagnosticare con esattezza una malattia e suggerirne la cura migliore (sic!). Per decine di anni ricevette così presso la sua abitazione migliaia di persone provenienti da tutto il mondo per incontrarla, principalmente nella speranza di avere notizie dall'aldilà dai propri defunti o indicazioni sulle proprie malattie. Ed ecco che la povera analfabeta adesso aveva un lavoro di "tutto rispetto" a tempo pieno... in questo periodo di crisi non mi viene difficile immaginare che in altrettanti luoghi consoni decine di persone si stanno organizzando in tal senso. Su sua "ispirazione" si costituì così nel 1987 un'associazione (poi diventata fondazione, presso cui Natuzza ha trascorso il resto della sua vita) con l'obiettivo di creare nel suo paese un complesso che inglobasse un santuario mariano, strutture per l'assistenza medica e centri per giovani, anziani, disabili, tra cui, già realizzati, il centro anziani "Pasquale Colloca" e quello per i servizi alla persona "San Francesco di Paola". Ispirati da Natuzza e dalla sua testimonianza di fede sorsero inoltre, dal 1994, dei "Cenacoli di preghiera". Inutile sottolineare l'enorme affare che fiutò la chiesa cattolica ed altri truffatori par loro... non è difficile infatti immaginare il denaro che si riversò a fiumi in queste associazioni dedite allo sfruttamento del culto del magico.Il 9 aprile 2007 addirittura la Rai trasmise da Paravati di Mileto lo spettacolo "Notte degli angeli", a lei dedicato, organizzato dal promoter musicale Ruggero Pegna e condotto da Lorena Bianchetti, ispirato al libro "Miracolo d'amore" (Rubbettino Editore), storia della guarigione dello stesso Pegna dalla leucemia. Il 7 giugno 2008, l'Unione Cattolica Stampa Italiana l'ha insignita del premio Affabulatore d'oro per la sua straordinaria dote di "comunicatrice di Verità". Nonostante tutti i suoi presunti poteri magici, Natuzza morì a causa di un blocco renale nel 2009 nel centro per anziani che lei stessa aveva fondato grazie alle cospicue offerte degli immancabili fedeli, senza però risorgere dai morti con cui era in buoni rapporti, nè vennero sciami di locuste, e nemmeno dal cielo piovve sangue ed altre manifestazioni divine. Almeno tutto questo ce lo siamo risparmiati.L'analisi del CICAPIl CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) si è occupato di Natuzza Evolo in un tentativo di analisi psicologica preliminare. Premetto che il CICAP non è come un centro ufologico che vive in attesa della prova che gli UFO esistono e che fomenta, semplicemente occupandosene, tutte le psicosi che ruotano attorno a tale piaga, bensì il suo scopo è sburgiardare ogni tentativo di diffusione delle credenze infondate che la magia e suoi derivati esistono mediante serie confutazioni scientifiche, salvo prova contraria che tali fenomeni siano davvero reali (cosa che finora, guarda caso, non è mai accaduto). Non per nulla Piero Angela è uno dei suoi fondatori, accanto a tanti altri illustri scienziati che cercano di mantenere questo mondo in bilico sul ciglio dello sfacelo verso cui viene dirottato. In pratica è una guerra continua, perchè i mistificatori che tentano periodicamente e ripetutamente di riportare a galla fenomeni che da tempo si è abbondantemente dimostrato essere inesistenti (fantasmi, premonizioni, telecinesi, e chi più ne ha più ne metta), purtroppo sono sempre all'opera; come si suol dire: la madre de gli imbecilli è sempre incinta. In questo suo tentativo di analisi, il CICAP premette: "Non avendo effettuato in modo diretto una diagnosi sul soggetto, ci si può basare solo su quanto si riesce a capire dalle dichiarazioni fatte dalla stessa Natuzza in un'intervista televisiva". L'indagine del CICAP, comunque, focalizzandosi sulla visione di presunte entità sovrannaturali da parte di Natuzza, procede tramite un'analogia ed invita il lettore a riflettere "su cosa proverebbe di fronte a qualcuno che affermasse di vedere lo spirito di un proprio caro morto" e su cosa, invece, proverebbe "se lo spirito apparso fosse quello di Napoleone". Se da un lato l'emozione suggestiva nel rivedere un vecchio parente ci spingerebbe a dare autenticità al fatto, dall'altro, privando la visione di quella particolare emozione, si sarebbe spinti a considerarla un'allucinazione. "L'apparente realismo dell'allucinazione è conseguenza solo di effetti emotivi e suggestivi". Il dossier passa poi all'analisi della trance estatica, descrivendola come "uno stato di depersonalizzazione, ossia una condizione ben nota in psicopatologia in cui un individuo si sente proiettato in un posto diverso da quello in cui si trova".Il CICAP, conclude questa sezione dell'analisi riprendendo in qualche maniera quanto affermato in principio: "sarebbe indispensabile osservare i suoi segni ininterrottamente e per diversi giorni, allo scopo di comprendere il fenomeno e rilevare eventuali modificazioni fisiologiche delle stigmate. Tuttavia, questo paziente lavoro di osservazione non è mai stato effettuato con nessuno". Persino con Padre Pio le indagini furono interrotte, dando modo al presunto santone di manomettere gli esami ed inficiarne quindi la validità.Considerate tutte le premesse, sostiene ancora il CICAP: "...ancor più di un'accurata diagnosi dermatologica, sono la personalità, la storia e la cultura che ci lasciano seri dubbi sull'autenticità del fenomeno. Il caso Natuzza non è così incredibile come i media vogliono presentarlo, ma si tratta di un fatto culturalmente limitato e inquadrato in un contesto religioso ben preciso".In sintesi, quindi, in merito al fenomeno Natuzza, il CICAP conclude la propria indagine, affermando: “Non si vuol discutere della buona o cattiva fede della signora Evolo, sebbene in un discorso scientifico nulla dovrebbe essere trascurato, ma in assenza di un contatto diretto non è corretto esprimere giudizi su quest'aspetto. Pochi sono gli elementi significativi che vengono in nostro aiuto per tracciare un quadro, per quanto approssimato, del fenomeno Natuzza".E' interessante sapere che il 18 febbraio 1940, il vescovo di Mileto Paolo Albera inviò a padre Agostino Gemelli una fitta documentazione riguardante il caso dell'allora diciassettenne Natuzza Evolo. La risposta di Padre Gemelli non si fece attendere; la sua opinione fu che si trattasse certamente di una personalità affetta da "sindrome isterica", esortando i sacerdoti e i parrocchiani del luogo a disinteressarsi del caso al fine di "sminuire la portata e favorire anche così la guarigione della ragazza", Da lì a poco, Natuzza Evolo venne rinchiusa in manicomio per ordine dello stesso Padre Gemelli. Tuttavia, riflettendo meglio sulla fortuna capitatagli tra le mani, ben presto la Chiesa modificò  radicalmente il suo atteggiamento verso la Evolo: il vescovo Luigi Renzo, attuale titolare della diocesi di Mileto, ha aperto l'inchiesta diocesana, primo passo nell'iter di beatificazione. Venne così intervistata dalla trasmissione televisiva di Michele Santoro Samarcanda ma, a causa delle osservazioni che le furono riservate dai collaboratori del giornalista, da lei giudicate irriguardose, Natuzza Evolo si offese ed in seguito si negò ad altre interviste per le quali non le venisse preventivamente garantito maggior rispetto. Il resto è storia. Benvenuti in Italia, dove Madonne che lacrimano sangue ed empietà simili sono all'ordine del giorno.