Post n°3 pubblicato il 31 Gennaio 2010 da malinconic0
Fermo sulla banchina della stazione aspettava il treno che finalmente l’avrebbe portata da lui. Era arrivato con un’ora di anticipo, non avrebbe per nulla al mondo perso quel momento così importante. E mentre aspettava ripercorreva la loro storia. Si erano conosciuti su internet diverso tempo prima. Qualche scambio di saluti veloci e nulla più. Finchè un giorno, forse perché avevano un po’ di tempo in più, forse perché pervasi entrambi da una leggera tristezza, cominciarono a dialogare. Fu come un fiume in piena che superando la diga travolge tutto. Si aprirono l’un l’altro come mai era successo. Storie diverse, ma al contempo molto simili, fatte di sogni infranti, di errori, di scelte sbagliate. Difficilmente nella vita si riescono a trovare momenti così intensi di condivisione. Le loro anime erano così vicine che quasi si toccavano. Da quel momento cominciarono a cercarsi con insistenza, ogni attimo era buono per parlare. L’intimità tra loro crebbe fino al punto di decidere i conoscersi. Vengo io da te disse lei. Prendo il treno delle 8,00 venerdì, così potremo gustarci un’intera giornata insieme. Ecco ora era lì, con un mazzolino di fiori di campo in mano ed un sorriso negli occhi quasi adolescenziale. Sentì il fischio in lontananza e vide la locomotiva avvicinarsi lentamente alla fermata. Il cuore batteva sempre più velocemente, quel momento tanto desiderato, finalmente era giunto. Il treno si fermò, i passeggeri cominciarono a scendere, ora finalmente avrebbe potuto darle realmente quel famoso abbraccio che tante volte aveva scritto. Guardava attentamente ogni donna che passava, di lei aveva soltanto uno foto un po’ sfocata. Una, due… dieci… di lei neppure l’ombra. Ormai erano scesi tutti, nessuno più avanzava verso di lui. Attimi di smarrimento, cosa poteva essere successo? Ad un tratto una voce maschile lo apostrofò: lei è per caso il signor…….. ? Si, rispose lui. Era il macchinista che protendendo il braccio, gli consegno una busta. Nervosamente l’aprì. Dentro trovò poche righe scritte in un foglio su cui certamente erano cadute delle lacrime. “Scusami se non sono venuta da te, ho preferito che il nostro sogno rimanesse tale, così da poterlo conservare puro nel mio cuore”. |
Post n°2 pubblicato il 15 Gennaio 2010 da malinconic0
Avete presente una zanzara? Ecco, così era lei. Mi ronzava intorno, appariva e spariva a suo piacimento. Cercavo di prenderla… Immobile tendevo i miei sensi nella speranza che un passo falso la portasse così vicina a me tanto da poterla catturare. Non fu così, per molto tempo continuò a ronzarmi impunemente intorno. Un giorno, senza nessun motivo apparente svanì. Rimasi perplesso, non riuscivo a comprendere, eppure era evidente che era attratta da me. Quando camminavo per la strada mi guardavo continuamente intorno: prima o poi l’avrei rivista apparire; non era possibile che di colpo avesse rinunciato a punzecchiarmi. Una domenica mattina molto presto presi la macchina deciso ad allontanarmi dalla città. Arrivai alle pendici di una montagna, parcheggiai e mi diressi nel bosco. Un’aria fresca mi avvolse. La calura che avevo lasciato si dissolse in un attimo. Con passo spedito, iniziai la salita. Un piccolo ruscello scorreva a fianco del sentiero. Il rumore dell’acqua mi faceva compagnia e mi rallegrava; iniziai a canticchiare. Il sentiero curvò repentino verso destra, davanti a me si stagliò una grande radura, innumerevoli piante di mirtillo la coloravano di rosso. Uno spettacolo incredibile. Ancora più incredibile fu però vedere lei! Mi avvicinai lentamente, lei si girò per niente sorpresa di vedermi, mi guardò fisso negli occhi, le labbra intrise dal colore del frutto. Mi avvicinai e senza pensarci su la baciai. Fu un bacio caldo, appassionato. Un bacio lungamente desiderato, e ora, finalmente, me lo gustavo tutto. Il sole faceva splendere i suoi lunghi capelli e i suoi occhi brillavano come diamanti. La guardai ancora una volta estasiato, mi sembrava impossibile, dopo tanto cercarla, era lì. Presi le sue mani tra le mie, forse per paura che scappasse o perché volevo essere certo che non fosse un sogno. Lei mi guardava quasi stupita, come se per lei fosse del tutto naturale quella situazione. Vedendo che stavo per iniziare a parlare posò l’indice della mano sulla mia bocca e lentamente mi fece sdraiare con lei e i suoi mirtilli rossi…. |
Post n°1 pubblicato il 14 Gennaio 2010 da Chiudi.la.porta
|
Inviato da: woman.111
il 20/08/2017 alle 00:28
Inviato da: Chiudi.la.porta
il 14/03/2010 alle 11:37
Inviato da: perlarosadifiume
il 31/01/2010 alle 10:03
Inviato da: roxanne_roxanne
il 26/01/2010 alle 16:33
Inviato da: malinconic0
il 19/01/2010 alle 00:08