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musicoterapia non verbale

Post n°4 pubblicato il 17 Marzo 2016 da DiversamenteArteMT
 

LA MUSICOTERAPIA BENENZONIANA O NON-VERBALE

I GRUPPI DI LAVORO E LA MUSICOTERAPIA NON-VERBLE

 

La Musicoterapia non-verbale viene creata dal Dott. Benenzon.

Musicista, medico e psichiatra, nel 1966 inaugura questo modello di Musicoterapia attraverso l’istituzione di un corso specifico presso la facoltà di Medicina dell’Università del Salvador di Buenos Aires diventando in seguito co-fondatore della World Federation of Musictherapy della quale attualmente è membro onorario

Il Modello Benenzon è stato riconosciuto come uno dei cinque più importanti al mondo durante il IX Congresso Mondiale di Musicoterapia tenutosi a Washington nel 1999.

La Musicoterapia non verbale è sostenuta da quasi cinquant’anni di clinica, documentata da un’ampia letteratura teorica sviluppata anche grazie alla continua crescita di cui la divulgazione didattica è parte integrante. Divulgazione che viene ancora effettuata a mezzo di corsi, conferenze e pubblicazioni tenuti del Dott. Benenzon stesso, dai centri di musicoterapia non verbale sparsi in tutto il mondo e dalle figure professionali (i Magister) che si sono formate nel Modello non-verbale.

 

La Musicoterapia non-verbale è una disciplina specialistica transdisciplinare che utilizza la musica ed il suono per costruire tra il musicoterapista ed il paziente una relazione terapeutica, con interventi mirati sulla sofferenza psicofisica e con l’obbiettivo di migliorare la qualità della vita.

In questo ambito si parla di relazione terapeutica in una situazione di dialogo definito non verbale, in cui il messaggio viene veicolato attraverso i suoni e la gestualità.

Nel contesto non verbale la musica ed il suono sono in grado di amplificare le potenzialità terapeutiche della relazione.

Il processo psicologico, che trae ispirazione e riferimento dalla teoria piscoanalitica freudiana, messo in atto nel non-verbale e che promuove una trasformazione volta a migliorare la qualità della vita, si suddivide in tre fasi sostanziali:

  1. Regressione

    Ripristinare una modalità di comportamento e di dialogo tipici dell’epoca

    pre verbale, di natura  puramente sensoriale ed emozionale

  2. La ‘progressione’ psicologica

    Ri-Vivere il “pre verbale” in una situazione di protezione e condivisone, promuove un processo di ‘espansione’/trasformazione della mente

  3. Armonizzazione

    Trasformazione psicologica che migliora la capacità dell'individuo nel difficile compito di mediare le esigenze del mondo interno con quelle del mondo esterno, nella direzione di promuovere le sue capacità innate, le sue peculiarità, le sue qualità individuali, la sua originalità.

     

    Requisiti fondamentali per favorire questo processo di ‘espansione’ della mente sono tutti riferiti alla ‘protezione’ di questa modalità relazionale.

    Protezione che si realizza mantenendo saldo il concetto che il paziente viene accolto in modo incondizionato, protetto nella sua volontà di mettere in gioco se stesso in un ambito che coniuga la crescita professionale ed individuale del Musicoterapista stesso che lo accoglie e del luogo in cui egli stesso andrà a relazionarsi nel non-verbale.

    Il tutto lo si realizza creando un luogo, appunto, in cui l’espressione sia eticamente tutelata attraverso:

  • L’atteggiamento di accoglienza del Musicoterapista (tradotto anche nelle fasi di preparazione della seduta e nella continuo monitoraggio del suo ‘essere’ nella relazione attraverso cicliche supervisioni)

  • La tutela della privacy del vincolo relazionale: insonorizzazione del setting.

  • Accoglienza architettonica: termica, acustica, estetica (utilizzo del legno e di materiali naturali, come ad esempio il sughero per poter camminare a piedi scalzi)

  • Utilizzo di strumenti musicali di semplice utilizzo e di mediatori che possano facilitare la comunicazione, come l’acqua, la terra o oggetti della quotidianità

  • Libertà assoluta di espressione del Paziente: il paziente non viene diretto, controllato, giudicato, stimolato quindi può esprimersi in modo libero e senza limiti all’interno della seduta.

  • Non vi sono limiti temporali per l’inizio e la fine della seduta: è il paziente che decide quando la seduta è terminata

    Peculiarità del Modello è quello di agire su quelle che possono essere considerate le parti ‘sane’ dell’individuo, come si diceva prima, le peculiarità, le parti in fondo vitali che l’espressione non-verbale valorizza ed evidenzia come comuni a tutti gli esseri umani, in tutte le ‘stagioni’ della vita ed in tutte le situazioni che l’individuo vive.

    Il non-verbale crea e favorisce essenzialmente lo sviluppo della comunicazione, e quindi la valorizzazione delle potenzialità relazionali dell’individuo: per questo si è potuto osservare come sia efficace non solo in ambiti in cui la sofferenza psicofisica sia centrale nell’esistenza in particolari momenti dell’esistenza ma anche in situazioni socio-educative in cui vi sia la necessità di potenziare le originalità degli individui in funzione del contesto psico-sociale in cui vivono.

    Da questo possiamo individuare due ambiti di intervento:

  1.  Ambito riabilitativo

    Nevrosi e psicosi

    Autismo

    Problemi di apprendimento in età scolare

    Ritardi mentali di natura neurologica

    Malattie degenerative come Alzheimer e Parkinson

    Dipendenze di varia natura come tossicodipendenze ed alcolismo

    Stati di coma

    Trattamenti del dolore cronico

     

  2. Ambito educativo/rieducativo

    Nelle dinamiche relazionali all'interno di gruppi di lavoro

    In contesti sociali ad alto rischio psicorelazionale

    Favorire la funzione di recupero dei detenuti per il loro reinserimento sociale

    Agevolare le delicate fasi della crescita individuale a partire dall'età pre-scolare fino ad arrivare all'adolescenza

    Supporto alle mamme nella fase di gestazione

    Stati di convalescenza

     

    Nello specifico campo di applicazione dei Gruppi di Lavoro, è stato evidenziato come la Musicoterapia Benenzoniana sia particolarmente efficace nel consolidare le relazioni tra colleghi, motivando ogni individuo a collaborare con gli altri pur mantenendo una certa autonomia e originalità di vedute.

    Questo nella direzione di come il Modello, insieme alle teorie psicologiche più recenti in ambito di gruppo nel contesto lavorativo, sottolinea: l’importanza del fatto che collaborazione ed originalità diventano elementi che danno vitalità al gruppo (di lavoro) inteso come pluralità di singoli.

    In questa cornice la relazione terapeutica non-verbale amplifica il valore dei fattori terapeutici delle terapie di gruppo quali: sviluppo di tecniche di socializzazione, apprendimento interpersonale, coesione di gruppo, fattori esistenziali, espressione delle emozioni. Tutto questo agendo attraverso gli ormai riconosciuti aspetti terapeutici del non-verbale stesso: rivivere una modalità percettiva multi sensoriale, la condivisione delle emozioni attraverso la sintonizzazione emotiva,

    l’espressione elicitata in un contesto di protezione, contenimento e di condivisione,

    la promozione della creatività che ‘appartiene’ al mondo dei suoni.

    Quest’ultimo aspetto, ovvero la creatività nell’ambito dell’improvvisazione corporo-sonoro-musicale, si rivela particolarmente utile in situazioni di terapia di gruppo poiché, come evidenziato anche da altri Musicoterapeuti illustri come K. Bruscia, durante l’improvvisazione e la comunicazione sonora si osserva un potenziamento della comunicazione interpersonale attraverso le abilità interpersonali e di gruppo.

    Lo stimolo sensoriale nell’improvvisazione in ambito non-verbale apporta gratificazione e piacere fisico, motiva l’interazione fisica con l’ambiente e fornisce l’opportunità per l’apprendimento psicomotorio, cognitivo ed affettivo e aiuta l’acquisizione della padronanza fisica. Senza perdere di vista il fatto che i sentimenti e i conflitti negativi possono essere trasferiti sugli strumenti o sul musicale ed il ‘paziente’ può in ogni momento affrontare problematiche attinenti alla libertà, autonomia, responsabilità, potenzialità del sé, controllo esterno, struttura e confini.

    Senza dimenticare il fatto che in situazioni di gruppi di lavoro, colui che improvvisa fa continuamente fronte al rischio di seguire i propri impulsi, di vivere nel momento, di assumersi responsabilità e di fare affidamento sulle proprie esperienze per raggiungere lo scopo desiderato nel gruppo di cui è parte. Esplora i limiti delle proprie capacità nel modo in cui essi sono contrapposti nelle sfide della sua immaginazione e con le richieste di una situazione dell’immediato.

     

    Con questa breve relazione si spera di avere dato indicazione di come la Musicoterapia non-verbale, in generale, si possa definire come terapia non invasiva, come esperienza alternativa di vivere se stessi attraverso le proprie emozioni, come modo valido di condividere il nostro ‘sentire’ con chiunque, come percorso che ci consenta di ‘trasportare’ al di fuori del setting capacità ed originalità trasformate e soprattutto potenziate per rapportarci con noi stessi e con gli altri con…più vita.

     

                                                 Dott.ssa Rosanna Mannino

     

     

     

     

     

     

 
 
 
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