TERRA NOSTRA
PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO, DEI DIRITTI E DELLA FAMIGLIA
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Post n°92 pubblicato il 17 Novembre 2010 da Terra_Nostra
Estratto dal testo di Giacinto Auriti IL VALORE INDOTTO DELLA MONETA "Poichè i valori monetari sono creati dalla collettività, la moneta all'atto dell'emissione va ACCREDITA e non ADDEBITATA. Trasformare il CREDITO in un DEBITO consolida il reato di TRUFFA" CLICCA QUI PER SCARICARE L'INTERO DOCUMENTO DEL " VALORE INDOTTO DELAL MONETA" in .PDF
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Post n°91 pubblicato il 14 Novembre 2010 da Terra_Nostra
Questo libro ha avuto la sua I edizione nel 1944. Vi possiamo soltanto invitar a SCARICARLO (l'editore ne ha concesso la facoltà) |
Post n°90 pubblicato il 29 Agosto 2010 da Terra_Nostra
Torniamo nuovamente sull'argomento magistratura ed in particolare sulle "omissioni" della stessa ad intervenire in materia giuridica contro il sistema usurocratico delle Banche Centrali. E' importante che si faccia campagna mediatica e che gli scritti che sono qui riportati vengano diffusi anche negli ambienti giuridici ed all'indirizzo dei maggiori mass-media. La magistratura non può più negare o celarsi dietro l'impossibilità di intervento nella politica monetaria. La maistratura ha tutti gli strumenti e le leggi per bloccare e ripristinare allo Stato la quarta sovranità: quella Monetaria. Le copie qui pubblicate sono la parte saliente del discorso di apertura dell'anno giudiziario 1997 da parte del dott. Bruno Tarquini, ex presidente della corte d'appello generale de L'Aquila, ed è la prova che la magistratura conosce il reato di usura da parte delle Banche Centrali. Gianluca Monaco
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Post n°89 pubblicato il 11 Giugno 2010 da Terra_Nostra
Ed eccoli qua, agghindati nei loro ermellini, con il "copricapo" e con i guanti bianchi per "servire" lo Stato. Sono gli stessi magistrati che protestano per il "sacrificio" economico che sono chiamati a fare, come tutti i cittadini italiani, per porre riparo all'ennesima crisi speculativa, quella iniziata nel 2008, molto più pesante di quella del 1929. Ma voi ve lo immaginate il famoso/famigerato giudice "ammazzasentenze" che protesta per il mancato aumento dello stipendio ? Una protesta inopportuna sopratutto da parte di chi DEVE far rispettare la legge, da chi non può far "politica" in quanto NON ELETTO, da chi appartiene ad una "casta privilegiata". Sarà pur vero che molti hanno studiato alacremente e fatto sacrifici per entrare in magistratura, di certo però tra questi "volenterosi" giudici ci sono coloro che hanno segato le gambe ai colleghi che stavano agendo per il BENE DEL CITTADINO e per LA LEGALITA'. Noi eravamo coscienti sin dalla costituzione diTerra Nostra di cosa stava avvenendo a livello finanziario e le ripercussioni sull'economia reale, nonperchè abbiamo la sfera di cristallo,ma la capacità di leggere ed interpretare i dati finanziari e monetari che sono gli stessi in possesso di “titolati economisti” che non hanno fatto altro che inculcarci ottimismo e speranza mentre si stava realizzando la più grande speculazione mondiale e mentre la piramide finanziaria iniziava a vacillare. Il metodo Ponzi ancora una volta ha presentato il suo conto.Chi dichiarava che “non sarebbero state toccate le tasche dei cittadini” sono gli stessi soggetti che conoscono l’origine e la causa di questa crisi. Sono gli stessi che in diverse fasi dichiaravano che “ la crisi non ci sarebbe stata” , “la crisi sarà lieve”, “la crisi c’è ma si risolve in breve”, “ la ripresa ci sarà ma sarà lunga”. Anche noi sappiamo dire “prima o poi pioverà” ma di certo questa crisi non è un cataclisma naturale ma un evento generato dall’uomo e basato sul gioco dei “numeri”. I dichiaranti di tali “rassicurazioni” sono gli stessi soggetti che in dibattiti televisivi (visionare le dichiarazioni di Tremonti al TG1 nel marzo 2009) affermavano che c’è stata la sostituzione della moneta “buona” (quella di Stato) con la moneta “cattiva” (delle banche private).
Oggi assistiamo a tagli “giusti” per enti pubblici, strumentali e parassitari, e nel contempo all’ennesimo prelievo fiscale per coprire “debiti politici” piuttosto che per l’aumento ed il miglioramento dei servizi al cittadino. Assistiamo alla nuova vendita dei patrimoni pubblici (dopo quella dei primi anni novanta) ma nessuno si pone il quesito di come possa fare utili sull’acqua l’acquirente privato piuttosto che la pubblica amministrazione. Assistere alla lamentela dei sindacati, dei lavoratori pubblici e alle minacce di sciopero della magistratura ci fanno sorridere e comprendere che , forse, anche la magistratura fa politica in quanto “dovrebbe” recepire e far rispettare le leggi che l’organo politico emana, anziché protestare. La magistratura conosce la causa di questo inestinguibile debito pubblico che ha le sue radici nella mancanza di “sovranità monetaria” dello Stato. E’ la stessa magistratura, nella sentenza della Corte di Cassazione (rep.4140 del 22-06-2006 di cui alleghiamo copia pubblicata sul sito della Banca d’Italia http://www.bancaditalia.it/bancomonete/signoraggio/cass_SS_UU_16751_06.pdf ), a far chiarezza su questo aspetto dichiarando che tale pretesa di sovranità monetaria “esula dall’ambito della giurisdizione in quanto al giudice non compete sindacare il modo in cui lo Stato esplica le sue funzioni sovrane tra le quali quelle di adesione a trattati internazionali” (come quello di Maastricht, ndr). La minaccia di sciopero della magistratura in seguito alle “scelte politiche” del governo, nella piena esplicazione delle sue funzioni, rileva un controsenso rispetto alla succitata sentenza della Cassazione. Quando si è trattato di “giudicare per il bene del cittadino” nella causa per la riappropriazione della sovranità mancante, quella monetaria appunto, la magistratura se ne è lavata le mani sbandierando la sovrana funzione dello Stato ed oggi che ad essa stessa vengono toccati i portafogli “pretende” di manifestare dissenso con anarchiche minacce di protesta nei confronti dello Stato , di cui il governo è organo legittimamente eletto. Pertanto riteniamo che oggi non siano costruttivi gli scioperi di protesta ma la comprensione del concetto giuridico di moneta come “strumento convenzionale per misurare il valore dei beni prodotti da uno Stato”, compreso il valore dei cittadini dalla nascita in quanto il concetto di “valore” non esiste in assenza di collettività. Una volta compreso questo concetto di moneta come “fattispecie giuridica” e strumento di diritto, la stessa magistratura potrà protestare affinché venga resa nulla l’adesione al Trattato di Maastricht che affida pieni poteri alla Banca Centrale Europea (organo non politico in quanto non eletto) per l’emissione ed il controllo della moneta stessa negli artt. 105/a e 107 , insindacabilmente e senza interferenze da parte dei governi europei. Se la moneta è il “sangue” dell’economia degli Stati, la magistratura è la prima che non può permettere tale ennesimo “salasso” fiscale agendo giuridicamente, prima che in nome della salvezza dell’euro si distrugga il “diritto alla vita decorosa e dignitosa” dei cittadini europei. Chiediamo alla magistratura ed alle rappresentanze politiche di unirsi per risolvere una volta per tutte il “vuoto giuridico” sulla proprietà della moneta, come auspicava il compianto giurista, prof. Giacinto Auriti. Gianluca Monaco Ass.ne Terra Nostra
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Post n°88 pubblicato il 09 Maggio 2010 da Terra_Nostra
Signoraggio e teoria della moneta:«le teorie di Giacinto Auriti sono attuali»
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Post n°87 pubblicato il 14 Febbraio 2010 da Terra_Nostra
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Post n°86 pubblicato il 14 Febbraio 2010 da Terra_Nostra
Pescara lì, 11/02/2010 COMUNICATO ALLA STAMPA LE DIMISSIONI DI MARCO FORCONI " Presento, alla data odierna, le dimissioni da vicepresidente dell’associazione ‘Terra Nostra’ e la contestuale uscita dal consiglio direttivo della stessa, in maniera irrevocabile. Durante l’ultima riunione, tenutasi presso la sede sociale, ho avuto modo di spiegare, in maniera credo cristallina, le motivazioni che mi hanno spinto a compiere tale gesto. Durante quella stessa riunione ho riscontrato da parte dei presenti molta incredulità e dissenso rispetto a questa, inaspettata e non prevedibile, decisione. Una scelta dolorosa, certo, ma maturata a seguito di ultimi eventi che hanno colpito direttamente la mia persona e, per causa indiretta, l’associazione stessa. Pur ritenendo assolutamente inique le polemiche strumentali che hanno messo sotto accusa la vita ed il percorso associativo di ‘Terra Nostra’ per via di una mia appartenenza ad un movimento non allineato e non conforme rispetto al sistema politico generale, non posso non prendere atto che, a lungo tempo, tale mia presenza, e contestuale attività politica, potrebbe comportare rischi ed oneri non indifferenti all’associazione esponendo, di fatto, anche gli stessi associati a pressioni inopportune ed insensate. Auguro a Gianluca Monaco, presidente ed amico fraterno di tante iniziative ed inchieste, di proseguire la strada per la verità e per quella giustizia sociale che è possibile solo ed esclusivamente attraverso una sana comprensione ed una repentina attuazione delle teorie del compianto professor Auriti per un ritorno ad una società organica, ineluttabili applicazioni in un mondo alla deriva etica ed economica. " Marco Forconi LA NOTA DELLA PRESIDENZA DI " TERRA NOSTRA" Prendo atto della decisione di Marco Forconi ed a nome dell’associazione tutta ed in particolare del direttivo esprimo piena comprensione. La scelta di Marco Forconi dimostra quanto egli sia affezionato all’associazione che ha visto crescere ma nel contempo denigrare da chi è ancora attaccato a vessilli o appartenenze partitiche. Marco Forconi non ha mai messo in mostra la sua appartenenza politica all’interno dell’associazione, come nessun altro associato ha mai fatto. La sua figura è stata carismatica ma "fastidiosa" per chi pensa che le attività di Terra Nostra possano ricondurre a dei benefici politici. L’associazione è stata denigrata sin dalla sua nascita (come è ben visibile in questo link http://abruzzo.indymedia.org/article/5799 ) per la presenza di Forconi stesso e ciò ha indotto un timore nei confronti di chi si avvicinava all’associazione ma non aveva il coraggio di iscriversi. Un timore fomentato da coloro che si recavano tra le attività associate "consigliando" di recedere da Terra Nostra. Gianluca Monaco |
Comune di Pescara,Ranieri-Monaco: “Progetto SCEC"
26.01 - “Pescara si candida a divenire il comune-capofila in Abruzzo del progetto Scec, ossia la diffusione di buoni sconto locali di solidarietà che, attraverso la creazione di un circolo virtuoso tra attività commerciali e utenti, agevoli la distribuzione e l’utilizzo di una ‘moneta di transizione’, non alternativa, ma piuttosto supplementare e integrativa rispetto all’euro. Nei prossimi giorni, dopo il voto favorevole bipartisan ottenuto dal Consiglio comunale, individueremo il soggetto giuridico che dovrà gestire il settore e che potrebbe essere identificato con l’isola-Arcipelago Scec; quindi, partendo da una base che già oggi conta 39 esercizi commerciali aderenti nel solo quartiere di Porta Nuova, tenteremo di ampliare il bacino di negozi disponibili, per poi sperimentare la distribuzione di 100 Scec a ogni utente che vorrà aderire per verificare la funzionalità del progetto“. Lo ha detto il Presidente della Commissione Finanze Renato Ranieri ieri nel corso dell’a conferenza stampa convocata con Gianluca Monaco, Presidente dell’Associazione Terra Nostra, per illustrare il progetto Scec approvato dallo stesso Consiglio. “Il nostro obiettivo - ha spiegato il Presidente Ranieri - è quello di tutelare il cittadino, che oggi ha sempre maggiori difficoltà a fare la spesa e ad arrivare a fine mese, e, al tempo stesso, le attività locali, spingendo gli utenti a consumare la propria ‘ricchezza’ nel territorio comunale di Pescara. Il progetto prevede innanzitutto una prima fase tesa alla distribuzione gratuita di un numero minimo di Scec, almeno 100, agli utenti che vorranno aderire alla sperimentazione. Nel frattempo costituiremo un circuito di esercizi commerciali che, oltre agli euro, accetteranno anche il pagamento di una parte della spesa, in una percentuale a loro scelta, attraverso l’uso degli Scec che, a quel punto, avranno la funzione di buoni sconto di solidarietà. Il consumatore sarà spinto in questo modo a usare i buoni sconto per convenienza e, invece di fare la propria spesa in un centro commerciale sperando di risparmiare qualche euro, si rivolgerà ai negozianti locali, vicino casa, per poter coprire parte degli acquisti con gli Scec ricevuti gratuitamente. Il commerciante a sua volta, aderendo all’iniziativa, avrà la certezza di aumentare il proprio giro d’affari incrementando il numero dei propri clienti con la garanzia che quegli utenti non cercheranno prezzi stracciati fuori dal territorio locale. Inoltre lo stesso commerciante potrà a sua volta riutilizzare gli Scec per fare i propri acquisti in altri esercizi aderenti o anche nel resto d’Italia dove già esistono esperienze simili ben avviate, come in Toscana, Emilia Romagna, Lazio, Campania, Calabria e Sicilia. Pensiamo ad esempio ai ristoratori che, accettando buoni sconto di solidarietà dai propri clienti, potranno a loro volta utilizzare quei buoni per acquistare la merce alimentare da lavorare negli altri negozi partner dell’iniziativa”. Trentanove le attività che hanno già dato la propria adesione al progetto e che cominceranno ad accogliere i buoni Scec, “che verranno stampati con il taglio di 50 centesimi, 1, 2, 5, 10 e 50 euro - hanno proseguito il Presidente Ranieri e Monaco -. Inoltre nei prossimi mesi è previsto lo svolgimento del primo Forum sulle isole-arcipelago Scec al quale parteciperà anche Pescara”. ___________ |
PESCARA. Un ordigno, posizionato da ignoti, ha mandato in frantumi, nella nottata tra martedì e mercoledì, la vetrina della sede dell’associazione Terra Nostra in via Vespucci. |
articolo tratto da www.primadanoi.it SÌ ALLA MOZIONE SUGLI SCEC |
Post n°82 pubblicato il 26 Gennaio 2010 da Terra_Nostra
articolo tratto da www.primadanoi.it su nostra inchiesta LA GAS CONNECTION PESCARA. Tra i campi di attività individuati dalla associazione Terra Nostra nella sua ricerca vi è anche quello del gas. |
Post n°81 pubblicato il 26 Gennaio 2010 da Terra_Nostra
articolo tratto da www.primadanoi.it su nostra indagine PESCARA. Banche, gas, cooperazione internazionale, eventi culturali, Pax Christi e pure la Brigata Majella. L'associazione Terra Nostra ha disegnato la ''mappa del potere'' che si dipana dalla fondazione PescaraAbruzzo: si rincorrono posizioni strategiche e uomini di prestigio che si intrecciano e si allontanano. |
Post n°80 pubblicato il 21 Dicembre 2009 da Terra_Nostra
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Post n°79 pubblicato il 20 Dicembre 2009 da Terra_Nostra
Le pagine che leggerete cliccando sull'immagine sono tratte dal libro Se volete avere delle risposte al decadimento della nostra società e dei nostri valori |
Post n°78 pubblicato il 16 Dicembre 2009 da Terra_Nostra
Secondo il Dott. Carlo Alberto Agnoli ,magistrato del tribunale di Trento ed autore del libro in copertina, questa legge è alquanto iniqua ed evanescente e si contrappone ai principi fondamentali della Costituzione. Quello che colpisce l'operatore del diritto, nel leggere questa norma, è la sua spaventosa genericità ed imprecisione usata dal legislatore Mancino. Già solo il termine "violenza" è altamente equivoco tant'è che nel codice penale viene definita la parola con la previsione normativa con riferimento a ben individuate situazioni. Ad esempio nell'art. 610 C.P. negli artt. 392 e 393 C.P. la violenza viene ben identificata e qualificata. Pertanto caro Berlusconi, hai capito dove vuole arrivare Di Pietro? P.s. |
Post n°77 pubblicato il 13 Dicembre 2009 da Terra_Nostra
Carissimi Auritiani, Ass.ne Terra Nostra
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Post n°76 pubblicato il 27 Novembre 2009 da Terra_Nostra
Il consigliere comunale di Pescara, nonchè consigliere alla Regione Abruzzo, Maurizio Acerbo del Partito della Rifondazione Comunista, Oggetto: Modifica ed integrazione dello Statuto Comunale. Definizione dei servizi pubblici comunali privi di rilevanza economica Il Consiglio Comunale di Pescara PREMESSO CHE l’acqua rappresenta fonte di vita insostituibile per gli ecosistemi, dalla cui disponibilità dipende il futuro degli esseri viventi; l’acqua costituisce, pertanto, un bene comune dell’umanità, il bene comune universale, un bene comune pubblico , quindi indisponibile, che appartiene a tutti; il diritto all’acqua è un diritto inalienabile: l’acqua non può essere proprietà di nessuno, bensì bene condiviso equamente da tutti, l’accesso all’acqua deve essere garantito a tutti come un servizio pubblico; l’accesso all’acqua, già alla luce dell’attuale nuovo quadro legislativo, e sempre più in prospettiva, se non affrontato democraticamente, secondo principi di equità, giustizia e rispetto per l’ambiente, rappresenta una causa scatenante di tensione e conflitti all’interno della comunità internazionale e una vera emergenza democratica e un terreno obbligato per autentici percorsi di pace sia a livello territoriale sia a livello nazionale e internazionale; Ritenuto necessario, sancire nello Statuto comunale lo status del servizio idrico come servizio pubblico locale privo di rilevanza economica Visto il vigente Ordinamento degli Enti Locali; Visto lo Statuto comunale, DELIBERA di integrare lo Statuto comunale con l’introduzione del seguente articolo: Articolo n. 60bis Definizione dei servizi pubblici comunali privi di rilevanza economica Il Comune, visti gli articoli 1, 2, 3, 5, 43, 114, 118 della Costituzione, riconosce i servizi pubblici locali quali: servizio idrico, servizio sanitario, igiene pubblica, servizi sociali, istruzione pubblica, tutela dei beni cuturali e delle risorse ambientali e paesaggistiche e quant’altro riconoscerà il Consiglio comunale, di preminente interesse generale. Riconosce il diritto umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico. Conferma il principio che tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà; nonché il principio che in ambito pubblico devono essere mantenute la proprietà delle reti e la gestione del s.i.i.. Riconosce al servizio idrico integrato lo status di servizio pubblico locale privo di rilevanza economica e senza fini di lucro, la cui gestione va attuata secondo gli artt. 31 e 114 del d. lgs n. 267/2000, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire il diritto universale all’acqua e pari dignità umana a tutti i cittadini. RELAZIONEIl recente art. 15 del D.L. 135/09 – approvato definitivamente dalla Camera dei Deputati il 19 Novembre 2009 – introduce alcune modifiche all’art. 23 bis della Legge 133/08 e muove passi ancora più decisi verso la privatizzazione dei servizi idrici e degli altri servizi pubblici locali, prevedendo l’obbligo di affidare la gestione dei servizi pubblici a rilevanza economica a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica o, in alternativa a società a partecipazione mista pubblica e privata con capitale privato non inferiore al 40%. Tale provvedimento sottrarrà ai cittadini ed alla sovranità delle Regioni e dei Comuni l’acqua potabile di rubinetto, il bene più prezioso, per consegnarlo, a partire dal 2011, agli interessi delle grandi multinazionali e farne un nuovo business per i privati. Anche in presenza dell’art. 15 del D.L. 135/09, rimane possibile dar vita ad una gestione pubblica del servizio idrico integrato che si realizza pienamente attraverso l’affidamento ad un Ente di diritto pubblico, strumentale dell’Ente diretto Locale (Consorzio tra Comuni, Azienda speciale, Azienda speciale consortile). La strada per arrivare a tale risultato, in particolare per costruire un Azienda speciale consortile, è sostanzialmente la seguente: tale strada passa attraverso l’inserimento negli Statuti Comunali dei Comuni dell’ATO di una specifica formulazione che definisca il servizio idrico integrato quale servizio pubblico locale privo di rilevanza economica. Ciò è pienamente legittimo, in quanto l’Unione Europea demanda ai singoli Stati membri il fatto di definire quali siano i servizi a rilevanza economica e quali privi di rilevanza economica e la normativa del nostro Paese non si è mai pronunciata esplicitamente in questa direzione. L’unico riferimento esistente in proposito risale al comma 16 dell’art.35 della legge 448/2001 (legge Finanziaria 2002), con il quale il governo era impegnato, nell’arco di tempo di 6 mesi, ad emanare un regolamento per definire i servizi pubblici locali da considerarsi “a rilevanza industriale”. Regolamento che non è mai stato presentato. Con tale operazione, i Comuni dell’ATO hanno la potestà di decidere quale forma gestionale intendono adottare per la gestione del servizio idrico in quanto servizio privo di rilevanza economica, e, quindi, scegliere di affidarlo direttamente ad un’Azienda speciale consortile da essi costituita. Infatti, con la sentenza n. 272 del 27 luglio 2004 la Corte Costituzionale è intervenuta nell’ambito della normativa che disciplina i servizi pubblici locali. Con tale sentenza la Corte ha dichiarato l’incostituzionalità dell’art. 14, comma 1 e 2, del D.L. 269/2003 (”Disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo e per la correzione dell’andamento dei conti pubblici”) in quanto tali norme determinavano un’illegittima compressione dell’autonomia regionale e locale in materia di servizi pubblici locali. La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale, tra le norme abrogate, anche dell’art. 113 bis del D.Lgs. 276/2000 (TUEL), cioè di quell’articolo che disciplinava i servizi pubblici locali privi di rilevanza economica. Secondo la Sentenza citata, infatti, “il titolo di legittimazione per gli interventi del legislatore statale costituito dalla tutela della concorrenza non è applicabile a questo tipo di servizi, proprio perché in riferimento ad essi non esiste un mercato concorrenziale”. Il legislatore statale, quindi, in materia di servizi può legiferare soltanto in riferimento al tema della “tutela della concorrenza”, tutto il resto è demandato al livello locale. A questo punto per l’Ente Locale è possibile il ricorso all’articolo 114 (azienda speciale) del TUEL, che, combinato con l’art. 31 dello stesso TUEL, porta a dar vita ad un’Azienda speciale consortile. Vanno sottolineati, sia pure in modo sintetico, i motivi per i quali la scelta dell’affidamento ad un’Azienda speciale consortile sia quella realmente rispondente ad una gestione pubblica del servizio idrico, a differenza dell’affidamento ad una SpA “in house”. Le ragioni sono sostanzialmente tre: la prima, di carattere “pratico”, ma che non va sottovalutata, è relativa al fatto che la scelta della SpA “in house”, per la sua natura ambigua, di essere contemporaneamente società di diritto privato e organo dell’Amministrazione pubblica, è sottoposta a molte verifiche e contenziosi. Lo dimostra da ultimo, ad esempio, il provvedimento di indagine disposto dall’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori su tutte le 64 Spa a totale capitale pubblico che gestiscono il servizio idrico nel nostro Paese, così come l’ultima procedura di infrazione 2007/4269 attivata dalla Commissione europea nei confronti dell’ATO2 Marche Centro-Ancona. La seconda ragione è decisamente più di sostanza, nel senso che un Ente pubblico si muove nell’ambito del diritto pubblico, mentre una SpA, anche se a totale capitale pubblico, rientra in quello del diritto privato. Ora, questa differenza non è affatto secondaria o puramente di principio, anche se questo piano non va assolutamente sottovalutato. Infatti quando parliamo di acqua, di un bene comune essenziale per la vita e di un diritto umano da garantire a tutti, le questioni di valore e di principio non possono essere facilmente eluse. Stare nell’ambito del diritto pubblico o in quello privato non è assolutamente la stessa cosa in termini di conseguenze per chi usufruisce del servizio: essere azienda di diritto privato significa dover rispondere all’obiettivo di produrre utili, mentre un Ente pubblico assume come vincolo il pareggio di bilancio. Il che, per esempio, non è decisamente indifferente nella fissazione dell’andamento tariffario, a partire dal riconoscimento della remunerazione del capitale aziendale investito in una misura pari al 7%, e, più in generale, per l’insieme delle scelte gestionali che un’azienda deve assumere. La terza ragione è la consapevolezza che la spa spesso ha consentito forti degenerazioni clientelari e scarsa trasparenza per l’assenza di quelle regole che caratterizzano un ente diritto pubblico. Un servizio pubblico va gestito con un quadro di regole che garantiscano trasparenza ed efficienza e non alimentare la crescita dei costi impropri della politica. Per tutte queste ragioni è indispensabile che ogni Comune riconosca nel proprio Statuto il Diritto umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico e, soprattutto, che la gestione del servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, e quindi la cui gestione va attuata attraverso gli Artt. 31 e 114 del d.lgs n. 267/2000. _____________________________________________________________ ed ora vediamo se i "camerieri dei banchieri" lo approveranno. |
Post n°75 pubblicato il 22 Novembre 2009 da Terra_Nostra
di Maurizio Blondet 1) Ellen Brown, «The public option in banking: how we can beat Wall Street at its own game», Huffington Post, 6 agosto 2009. |
Post n°74 pubblicato il 22 Novembre 2009 da Terra_Nostra
Alleghiamo l'articolo de IL NUOVO MOLISE ed il video in cui chiediamo alla procura di Campobasso di aggiornarci sulle azioni che ha intrapreso dopo il nostro esposto contro Taormina. |
Post n°73 pubblicato il 21 Novembre 2009 da Terra_Nostra
Cari lettori, ..to be continued. |