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IL TEMPO E' DENARO ?

Post n°6 pubblicato il 15 Gennaio 2009 da Terra_Nostra
 

Il sistema della GRANDE DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA che sta distruggendo la piccola economia italiana NON E’ SOGGETTA A STUDI DI SETTORE né a PARAMETRI FISCALI in quanto ha un fatturato superiore ai 500.000 euro (cinquecentomila). Un bel controsenso, vero?

Il piccolo esercente e la piccola impresa sono vincolati a questi parametri di valutazione fiscale considerati delle gogne di distruzione patrimoniale.
L’insediamento di queste CATTEDRALI NEL DESERTO è stato deliberato e votato dai nostri rappresentanti politici e gli stessi politici hanno istituito i parametri di valutazione fiscale sulle piccole imprese.
Ma voi pensate che un politico possa aver ideato un sistema del genere? NO !!!
Infatti è stato suggerito e supportato dal sistema finanziario e bancario al quale lo STATO E’ FORTEMENTE COLLUSO. (come accennato nei post precedenti).

 

Prendiamo ad esempio la nostra piccola realtà locale.

Sarà un caso che in una cittadina come la nostra ci sia un’alta densità di sportelli bancari rispetto alle attività ormai RE-esistenti?

Sarà un caso che dove una volta c’erano rinomati negozi in zone centrali e di intenso traffico oggi ci siano COMITATI ELETTORALI?

I negozi di vicinato stanno chiudendo sotto la pressione della concorrenza sleale della GRANDE DISTRIBUZIONE.

 

E nel frattempo il consumatore cosa fa?

 Agevola INCONSAPEVOLMENTE questo sistema con la credenza di risparmiare rispetto ad un negozio di vicinato che su qualche prodotto ( ribadiamo QUALCHE) può avere prezzi leggermente più alti. Il motivo è semplice.. IL PICCOLO ESERCENTE E’ COSTRETTO A PAGARE, CON QUESTI PARAMETRI FISCALI, anche più del dovuto per essere congruo e coerente con gli stessi. E’ COSTRETTO AD “ADEGUARSI”.
PAGA I TRIBUTI, LE SPESE DI GESTIONE, GLI AFFITTI, CAMPA LA FAMIGLIA E MANDA I FIGLI A SCUOLA. Inoltre non riceve l’ENTRATURA, il dazio pagato dai produttori per essere presenti nei centri commerciali, ed è ovvio che con questo beneficio la GRANDE DISTRIBUZIONE PUO’ APPLICARE PREZZI PIU’ BASSI.

 

Ora analizziamo se il consumatore ha avuto la sua convenienza ad acquistare nei Centri Commerciali:

Innanzitutto partiamo dal presupposto che in questa società attuale IL TEMPO E’ DENARO.

Per recarsi in un Centro Commerciale bisognerà prendere l’automobile e quindi consumeremo benzina, usura della macchina, olio, freni ecc.

Andando ad acquistare beni di prima necessità le tante SUPER OFFERTE ci invogliano ad acquistare più del necessario.

Con il carrello pieno siamo in estenuante coda alla cassa e ci accorgiamo che non basta il contante..PAZIENZA, USIAMO LA CARTA DI CREDITO. All’uscita riprendiamo la macchina e ci imbottigliamo nel traffico di rientro, torniamo a casa stremati e con il FARDELLO DI SPESA DA SISTEMARE. Dopo qualche giorno ci accorgiamo che un po’ di roba è andata a male, il pane è secco, la frutta marcita..BUTTIAMO VIA..TANTO SONO COSTATI POCO.

 

ED E’ QUESTO L’ERRORE GRAVISSIMO.

Abbiamo comprato più del necessario spendendo più di quello previsto, abbiamo buttato via merce senza consumarla.Praticamente abbiamo buttato via soldi. NON SOLO, abbiamo anche impiegato tempo, consumato benzina, traffico, inquinamento.

A CONTI FATTI..NON CI CONVENIVA SCENDERE AL NEGOZIO SOTTO CASA?

Se il TEMPO E’ DENARO.. SPENDIAMOLO BENE.

 
 
 
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