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SI SALVI CHI PUO'

Post n°13 pubblicato il 22 Gennaio 2009 da Terra_Nostra

Nel post intitolato “IL TEMPO E’ DENARO” abbiamo illustrato come la politica sia collusa, coinvolta e forse PAGATA dalla Grande Distribuzione Organizzata per LEGIFERARE in materia di commercio ed urbanistica per FAVORIRE L’INSEDIAMENTO DI GRANDI CENTRI COMMERCIALI. Legiferando sull’aumento delle licenze commerciali e  sui Piani Urbanistici si possono AUTORIZZARE i suddetti insediamenti. Parlando con cognizione di causa, questi sospetti di collusione della politica si concretizzano leggendo le dichiarazioni di Sonia Augenti (responsabile delle relazioni esterne del gruppo CARREFOUR). Di seguito ne riportiamo i punti SALIENTI che CONFERMANO i nostri sospetti. Il testo intero lo potete trovare seguendo questo link http://impresa-stato.mi.camcom.it/im_42/augenti.htm.

 

“…mentre la crisi dei negozi del piccolo dettaglio è dovuta a molteplici fattori, primo fra tutti le scelte del consumatore, che è il vero artefice del successo o dell'insuccesso di un'attività commerciale... ( ????)

....Il nostro sistema distributivo, mi sembra necessario ricordarlo prima di affrontare le posizioni della Faid sul problema della riforma della legislazione commerciale, si caratterizza per un rilevante gap rispetto ai livelli di sviluppo della distribuzione europea, gap che il nostro settore deve poter annullare velocemente per essere in grado di competere nel Mercato Unico Europeo.
Il commercio nazionale si caratterizza negativamente per i seguenti aspetti:
- numero eccessivo di punti di vendita (47 punti di vendita per 10.000 abitanti, contro i 21 della Spagna, i 13 della Gran Bretagna, i 19 della Germania e della Francia)
- scarsa presenza della distribuzione moderna (140 mq per 1000 abitanti, contro i 175 della Spagna, i 205 della Germania e i 240 della Francia)
- scarsa concentrazione delle imprese distributive che hanno fatturati enormemente inferiori a quelli delle multinazionali europee (nel 1996 13.300 miliardi Coop, 5400 Rinascente alimentare, 5050 gruppo Gs, contro i 91.972 della Metro, i 60.525 di Edeka e i 56.798 di Tengelmann);
- sbilanciamento verso le piccole-medie superfici (il 35% delle superfici moderne appartiene alle superettes e solo il 10% agli ipermercati, mentre in Francia il 40% di superficie moderna è degli ipermercati e solo il 5% appartiene alle superettes).
(ma noi siamo in Italia, ndr)

Per affrontare la sfida del futuro la grande distribuzione nazionale deve quindi poter svilupparsi ulteriormente in termini di mq per 1000 abitanti, la rete di vendita esistente dovrebbe crescere dimensionalmente raggiungendo una superficie media più vicina agli standard europei. Parallelamente le imprese distributive nazionali dovrebbero incrementare i propri fatturati fino a raggiungere dimensioni più competitive.”

 

ED ORA ATTENZIONE !!

 

“ La riforma della disciplina sull'accesso al commercio in sintesi dovrebbe essere impostata sulla base dei seguenti principi:
1) normativa chiara, valida per tutto il territorio nazionale, ispirata a princìpi di ammodernamento del commercio, di concorrenza, di tutela degli interessi generali dei consumatori e dell'economia e che confermi l'illegittimità e l'inopportunità di blocchi normativi o di fatto
; (il prezzo non fa la qualità, ndr)
2) competenza delle Regioni alla programmazione ed al rilascio delle autorizzazioni per esercizi con superficie di vendita superiore ai 2500 mq. A tal proposito è fondamentale che l'attività delle Regioni sia meglio orientata non tanto ad elaborare leggi locali, non sempre allineate con le norme nazionali, quanto a realizzare finalmente una programmazione commerciale equilibrata;
3) competenza dei Comuni al rilascio delle autorizzazioni al di sotto dei 2.500 mq;
4) sotto il profilo urbanistico competenza delle Regioni a diramare direttive perché nei piani urbanistici siano previsti adeguati spazi per lo sviluppo del commercio. L'intervento delle Regioni potrebbe essere orientato alla maggiore concretezza possibile, quindi direttive ai Comuni perché nei piani urbanistici sia previsto spazio per la distribuzione, in caso di inottemperanza trascorso un certo tempo possibilità di insediamento nelle aree produttive. A tal proposito desidero segnalare che ciò non andrebbe ad aumentare le possibilità di sviluppo stabilite dalla programmazione regionale, ma darebbe solo maggiori possibilità di scelte insediative con minori costi e relative ripercussioni sui prezzi, evitando speculazioni immobiliari;
5) punto essenziale della riforma è inoltre il tema della flessibilità (LA NUOVA SCHIAVIZZAZIONE DEI CONTRATTI A TERMINE, ndr)
La normativa, a nostro avviso, dovrebbe consentire:
- il libero accorpamento dei punti di vendita, già operanti in un Comune in modo da realizzare la sommatoria delle varie superfici;
- il libero trasferimento dei punti di vendita nell'ambito dello stesso Comune;(sta già avvenendo, ndr)
- l'aggregazione di quattro punti di vendita preesistenti con l'ampliamento della superficie di vendita fino a 600 mq, in modo da valorizzare i piccoli esercizi presenti sul mercato;
- l'ampliamento della superficie di vendita originaria secondo un coefficiente più elevato del 20%, eventualmente favorendo le superficie più ridotte. Ad esempio 40% per gli esercizi inferiori ai 2500 mq, 30% per gli esercizi compresi fra i 2500 e gli 8000 mq, 20% per quelli superiori agli 8000 mq. ( E’ STATO GIA’ APPROVATO IN ABRUZZO, ndr)
Queste norme consentirebbero di ammodernare i punti di vendita obsoleti, mal localizzati e sottodimensionati (favorendo l'evoluzione del mix di superfici verso modelli più europei) e anche di sostenere il valore commerciale delle autorizzazioni dei piccoli commercianti che intendano cessare l'attività; (HANNO PREVISTO TUTTO, ANCHE LA CHIUSURA,ndr)
6) occorrono infine precise norme transitorie per evitare che l'entrata in vigore delle nuove regole determini di fatto il blocco di ogni iniziativa e per salvaguardare gli investimenti già effettuati.( ed i nostri chi li tutela? , ndr) “

 

BENE, come avete potuto leggere tutto ciò sta già avvenendo ma non vogliamo essere presuntuosi dicendo “VE LO AVEVAMO DETTO” . siamo ancora in tempo per fermarli. SI SONO RESI CONTO ANCHE LORO CHE L’ETA’ MEDIA DEI CITTADINI SI E’ ALZATA E FRA MENO DI UN DECENNIO SARANNO POCHI I CONSUMATORI CHE SI POTRANNO RECARE AUTONOMAMENTE FUORI CITTA’ IN UN CENTRO COMMERCIALE..ALLORA TANTO VALE PORTARE IL CENTRO COMMERCIALE IN CITTA’ FACENDOSI AUTORIZZARE NUOVE LICENZE, MODIFICANDO LE REGOLE SULLE CUBATURE E LE SUPERFICI.

 

IL TUTTO A BENEFICIO DEI CONSUMATORI?

CHIEDIAMO ALLA NUOVA GIUNTA REGIONALE ABRUZZESE DI FERMARE QUESTA SPECULAZIONE E DI FARSI PRECURSORE DEL RIPRISTINO DELLE REGOLE .

SI SALVI CHI PUO’.. NOI …PUO’ !

 
 
 
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