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Presentata Mozione per lo SCEC a Pescara

Post n°72 pubblicato il 19 Ottobre 2009 da Terra_Nostra
 

Il consigliere comunale RENATO RANIERI ha presentato in data 12/10/2009 la mozione per l'adozione dello SCEC al Comune di Pescara.

MOZIONE SCEC
(clicca iltesto per leggere la mozione)

 
 
 

12 Domande alla Corte Costituzionale

Post n°71 pubblicato il 09 Ottobre 2009 da Terra_Nostra
 

Logo Repubblica Italiana

Dopo l'attenzione mediatica e politica sulla decisione della consulta di non approvare il Lodo Alfano per incostituzionalità dello stesso in quanto viola l'art. 3 della Costituzione Italiana, si è riaccesa la polemica sul tentativo di attacco alla stessa Costituzione. A nostro avviso non ci sembra che la Carta siglata dai padri fondatori sia stata immune da attacchi o che essa sia stata rispettata. Per questo motivo porgiamo le seguenti 12 domande alla Corte Costituzionale ed a voi lettori, politologi, giuristi e quant'altro.

1) L'Italia è ancora una Repubblica democratica fondata sul "lavoro" ?
2) La Repubblica riconosce e garantisce ancora i diritti inviolabili dell'uomo?
3) La Repubblica ha rimosso gli ostacoli di carattere economico e sociale
     che impediscono il pieno sviluppo della persona?
4) La repubblica riconosce ancora al cittadino il diritto al lavoro e ne promuove le
     condizioni che rendano effettivo questo diritto?
5) La Repubblica attua nei servizi  che dipendono dallo Stato il più ampio
     decentramento e la promozione dell'autonomia locale?
6) Tutela ancora le minoranze linguistiche?
7) I rapporti tra Stato e Chiesa sono ancora regolati dai Patti Lateranensi?
8) Tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti la legge?
9) Tutela ancora il Patrimonio paesaggistico, storico ed artistico della Nazione?
10) La condizione dello "straniero" è ancora regolata dalla legge secondo i
      trattati internazionali?
11) L'Italia ripudia ancora la guerra come mezzo di risoluzione di controversie 
      internazionali e come strumento di offesa per la libertà di altri popoli?
12) Il tricolore verde-bianco-rosso è ancora la "bandiera italiana" ?

Qualora dovessero venire meno risposte affermative a queste domande vorrà dire che i PRINCIPI FONDAMENTALI della Costituzione Italiana, ai quali fanno fede le domande poste, sono stati intaccati o lesi e pertanto la Carta Costituzionale è stata violata molto tempo prima della richiesta del Lodo Alfano.

Si salvi chi può.

G.Monaco
(pres. Ass. Terra Nostra)

 
 
 

Mani in Alto, questa è una rapina..GARANTITA !

Post n°70 pubblicato il 27 Agosto 2009 da Terra_Nostra

Ci è capitato di prendere in una tabaccheria un opuscolo pubblicato da AAMS del quale pubblichiamo delle interessanti pagine. Come molti sapranno, siamo abbastanza “attenti” alle azioni dei Monopoli di Stato e quindi abbiamo letto con attenzione ciò che avevano da comunicare a tutti gli italiani con il suddetto opuscolo.

Ancora una volta non si sono smentiti. AAMS, questa azienda autonoma di carattere “clientelare” dimostra nel suo scritto quale sia la volontà speculativa del nostro Stato e la decadenza morale dello stesso. Badate bene che non conta alcun colore partitico, loro li manipolano tutti.
Si può constatare, innanzitutto dallo slogan dell’opuscolo “Il Governo dei Giochi” e dal logo rappresentato con un timone o ruota il carattere prettamente elitario e lobbistico di tale ente. Timone o Ruota è il classico simbolo massonico di stile “rotariano” e sappiamo quanto la massoneria sia molto attenta ad identificare le proprie “opere” ed i propri “strumenti” con dei simbologismi. In questo caso il timone (o ruota) rappresenta la torta ed i suoi spicchi già spartiti.

 

Leggendo l’editoriale di Ruggero Palombo, pubblicato all’interno dell’opuscolo, notiamo l’orribile realtà della filosofia e della strategia di questo governo dei giochi.
La comunicazione è posta in maniera del tutto “positiva” sul gioco d’azzardo e come esso entrerà a far parte integrante della nostra cultura nelle prossime generazioni, come un “giusto” stile anglo-sassone.

Per chi non riuscisse ad ingrandire l’immagine, riportiamo di seguito i passaggi fondamentali di queste “diaboliche” dichiarazioni:

<< Oggi l’equazione “gioco uguale peccato” suona francamente come sorpassata. Piuttosto la scommessa è diventata curiosità, arricchimento, cultura. Un modo di vivere, tra i tanti, la globalizzazione del terzo millennio…..il pensiero corre ad un modello anglo-sassone e ad una scommessa che prende dentro anche altro, non solo lo sport. Ci arriveremo anche qui.>> .

Ma su cos’altro scommetteranno? Se Dio esiste o meno? Diteci se queste non sono dichiarazioni dettate da una mente posseduta diabolicamente. Mah !

Ed ancora: << Aspettando il gioco della scommessa universale, ce ne sono ancora da vincere sul territorio. Si chiamano etica e legalità e vanno a braccetto.>>

Come può il gioco d’azzardo essere considerato etico? Ma quale insegnamento religioso e morale hanno avuto questi signori? Parlano di combattere la clandestinità quando ormai le tecnologie ti consentono di controllarla e reprimerla. E’ considerato clandestino l’operatore di scommesse che non rientra tra i titolari di concessione e , si sa, la concessione è la mazzetta di Stato.

Come si può parlare di etica quando le società sportive vengono sponsorizzate da bookmakers? (vedi Milan) Non potranno mai rifiutare le “direttive” del proprio finanziatore.

Allargare capillarmente la rete di punti scommesse è stato un duplice affare pei i Monopoli.
1-     perché raggiungono la stragrande maggioranza della popolazione che prima era addirittura scoraggiata dal giocare per il semplice motivo di recarsi in un punto vendita distante.
2-     I punti di gioco pagano un canone mensile di concessione e quindi più punti vendita più introiti dai canoni.
A questo punto non resta altro da fare che liberalizzare anche la vendita di tabacchi ed i punti LOTTO che sono prerogativa e tutela della categoria economica dei tabaccai. Due pesi, due misure?

Noi riteniamo che uno Stato etico per salvaguardare la moralità ed i patrimoni familiari debba limitare la cultura del gioco d’azzardo anziché programmare leggi finanziare con gli introiti dello stesso.

A nostro avviso sarebbe opportuno ripristinare la cadenza unica e settimanale delle estrazioni del Lotto e degli eventi sportivi. I cittadini “viziosi” sarebbero indotti a giocare 4 volte al mese anziché 12 con grande vantaggio per i propri portafogli, il proprio potere d’acquisto e le proprie famiglie.

Un gioco non è più d’azzardo per il semplice fatto che c’è un bollino a garanzia?



Hanno una visione distorta dell’azzardo e del senso della vita.
E’ azzardo tutto ciò in cui lo Stato NON prende la “tangente”?

Allora il Ministero delle Finanze si faccia restituire, per conto di AAMS, i 98 miliardi di euro (98.000.000.000,00) che i concessionari di rete delle Slot-machines (legalizzate) non hanno versato all’erario. 

Buon vivere a tutti.

 
 
 

TREMONTI TASSA L'ORO DI BANKITALIA..EVVIVAAAA

Post n°69 pubblicato il 31 Luglio 2009 da Terra_Nostra

Leggete l'articolo cliccando sul link

http://digilander.libero.it/Terra_Nostra/Tassare_Oro_Bankitalia.pdf

E' molto interessante l'articolo odierno di Libero che mette in chiara evidenza come Bankitalia sia una SPA privata (e non dello Stato Italiano) che per giunta ha sede in un paradiso fiscale. Si evidenzia pure che la moneta (la Lira) non fosse coperta da oro, come falsamente molti "tecnici" tendono a turlupinare il popolo con le loro false "lezioni" e quindi l'Euro è esso stesso privo di copertura aurea. Quindi tali monete poggiano sul nulla, ovverosia sulla fiducia che i popoli conferiscono all'accettazione dei biglietti di banca dal costo pressoché nullo, ma gravati da spaventosi interessi dal momento in cui  gli Stati li richiedano alla Banca di emissione. Il compianto Professor Giacinto Auriti, nelle sue mirabili conferenze, aveva largamente illustrato queste tematiche, tanto da auspicare la creazione di una moneta di proprietà popolare, emessa dallo Stato (quindi non presa a prestito dalla banca di emissione come effettivamente avveniva con le 500 lire cartacee e con tutti tagli metallici ). Questa grande truffa monetaria mondiale è tuttora argomento di studio in Italia ed all'estero, ma tutti i politici nel mondo ben si guardano dall' abolire la moneta della banca e di sostituirla con la moneta emessa dallo Stato. Alcuni non sono sufficientemente acculturati o in malafede; ma tutti temono di perdere la ghirba, come accade al Presidente J.F.Kennedy quando emise i Dollari di Stato Americano( United States Note), in contrapposizione ai Dollari delle privatissima Federal Reserve.
Quindi ben venga quel governo che impone ai nostri aguzzini di prosperare sul nostro sangue ed imboscano ricchezze (protette dall'usura internazionale della BCE), al pari dagli imprenditori infedeli.
Il Sig. Draghi (uomo di fiducia della Goldman Sachs) smetta di piangere e di dare lezioni a tutti, quando Bankitalia ha truffato e truffa il popolo italiano, come denunciato a suo tempo sempre dal romantico giurista Giacinto Auriti l'allora governatore Bankitalia Azelio Ciampi, grande genio che dilapidò riserve auree e titoli per portarci alla svalutazione dei beni di stato per il 30%, sicché il Sig. Amato e compari li hanno piazzati ai soliti compari di merende  a prezzi di saldo.
Nessuno si è ribellato a queste manovre che hanno depauperato il patrimonio italiano. Tanto il popolo non capisce, solo loro sono i geni che operano per il bene pubblico (che in definitiva è solo il loro privato).
Per migliori informazioni cercare in Web: Giacinto Auriti, Signoraggio, Simec, Bankitalia JFKennedy.
Antonio Demenego

 
 
 

DRAGHI (Goldman Sachs) e FINI preparano la "vaselina" ?

Post n°68 pubblicato il 08 Luglio 2009 da Terra_Nostra

   

tratto da http://www.effedieffe.com/content/view/7766/169/

Tutta la cosiddetta sinistra fa il tifo per Draghi. Più precisamente, tutta la sinistra fa il tifo per i giornali inglesi che raccomandano Draghi al posto di Berlusconi. Spettacolo italiano ricorrente, e  ridicolmente triste: la fazione chiama il nemico esterno perchè la liberi dall’avversario interno.

La sinistra (cosiddetta) sente che il Salame è indebolito, che s’è impigliato nelle sue scemenze; ma non ha alcuna speranza di succedergli in modo regolare, col voto. Così, spera che siano gli inglesi a fare il lavoro per lei, le massoneria, i poteri forti transnazionali.

E’ già accaduto, come sappiamo. Nel 1992, il 2 giugno, Mario Draghi, allora funzionario del Tesoro, salì sul Britannia, il panfilo della regina strapieno di banchieri della City, che si presentò al largo di Civitavecchia: era stato dato l’ordine delle privatizzazioni, e la finanza britannica voleva mettere le mani sui gioielli industriali dell’IRI. Per brevità, diamo la parola al gruppo Larouche, che rivelò quell’incontro segreto:

«Draghi  tenne un discorso in quella riunione, in cui disse esplicitamente che il principale ostacolo ad una ‘riforma’ del sistema finanziario in Italia era rappresentato dal sistema politico. Guarda caso, dopo la crociera sul Britannia partì l’attacco speculativo contro la lira e l’uragano di Mani Pulite che proprio quel sistema politico abbatté. Negli anni successivi, Draghi fu il regista di tutte le privatizzazioni, che hanno trasformato il panorama economico italiano in modo molto simile a quello pre-1936, con un fitto intreccio tra banche e imprese monopoliste in mano a vecchie e nuove famiglie oligarchiche» (1).

L’attacco  speculativo contro la lira fu scatenato da Georges Soros; ma la sua scommessa sul ribasso della nostra moneta fu aiutato da Moody’s, l’agenzia di rating americana, che poco prima aveva declassato il debito pubblico italiano. Guarda caso. E quarda caso, al governo c’era allora Amato (non eletto da nessuno, un «tecnico» come sempre) e a Bankitalia, il venerato Ciampi.

Deliberatamente, Ciampi dilapidò l'equivalente di 20.000 miliardi di euro delle casse italiane per una «difesa» della lira che sapeva di non poter vincere. Georges Soros, che agiva sui derivati, insieme a Goldman Sachs e alle altre finanziarie di Wall Street, rischiò solo 3 milioni di dollari. I giornali inglesi sottolinearono la gravità della crisi economica italiana; alla fine dell’operazione, Soros, che aveva venduto lire senza averle, potè riacquistarle con uno sconto del 28%, prima che scadessero i contratti. Si calcola che ne abbia ricavato un profitto del 560% sulla somma investita.

Amato accelerò le privatizzazioni, secondo i giornali inglesi ormai «necessarie», dopo la svalutazione della lira, per ridurre il deficit pubblico.

«Ciò che Amato non ha mai detto - scrisse il Gruppo LaRouche - è che la svalutazione della lira nei confronti del dollaro ha dato agli avventurieri della Goldman Sachs e delle altre finanziarie di Wall Street un grande ‘vantaggio’. Calcolato in dollari, l’acquisto delle imprese da privatizzare è diventato, per gli acquirenti americani, circa il 30% meno costoso» (2).

Non stupisce che Giuliano David Amato sia stato risparmiato dalla tempesta giudiziaria che travolse Craxi, di cui era braccio destro.

La complicità delle procure di Mani Pulite nell’operazione-svendita è comprovata. Il 12 maggio del 1993, su ordine di Antonio Di Pietro, viene arrestato Franco Nobili, il galantuomo succeduto a Prodi alla testa dell’IRI. Di Pietro lo tiene in galera due mesi e mezzo senza levare alcuna accusa, e facendo un solo interrogatorio (Gabriele Cagliari, presidente dell’ENI, restò in carcere preventivo quatro mesi: vi pose fine, lui o qualcun altro, con un sacchetto di plastica che lo asfissiò a San Vittore).

Il perchè dell’arresto di Nobili si è capito molto dopo. Poichè era obbligato a «privatizzare», Nobili aveva dato a Merrill Lynch l’incarico di valutare il Credito Italiano (Credit), banca pubblica, per la vendita. Durante la sua detenzione, qualcuno tolse l’incarico a Merrill Lynch e lo affidò a Goldman Sachs. Secondo Merrill Lynch, Credit si poteva collocare a 8-9 mila miliardi di lire; per Goldman Sachs valeva solo 2.700 miliardi, e a tanto fu venduta. Persino L’Espresso di Debenedetti e Scalfari, che era in combutta, scrisse: «E’ dunque un regalo quello che l’IRI sta facendo al mercato? Dal punto di vista patrimoniale è così». D’altra parte, aggiungeva a mo’ di scusa, «l’IRI sta vendendo la banca a risparmiatori, che devono guardare ai redditi, nelle banche spesso modesti». Modesti, i profitti delle banche (3).

Tutto questo, omicidi e «suicidi» compresi (4), avvenne sotto gli occhi vigilanti di Ciampi, di Amato e di Draghi. Draghi poi passò a Goldman Sachs (Prodi c’era già) in attesa di più alto seggio. L’uomo che dovrebbe essere in galera per tradimento è oggi alla massima poltrona di Bankitalia. E da lì critica publicamente le misure del governo, di Tremonti in particolare: dovete fare di più, la crisi peggiora...

In un Paese normale, anche l’opposizione gli intimerebbe di tacere: non è eletto, non ha responsabilità, al massimo può fornire al governo indicazioni in via riservata. Ma ovviamente, Draghi sta preparando così la sua nomina a capo del governo «tecnico» post-berlusconiano. E i media sono tutti ai suoi piedi.

Berlusconi, che sente la minaccia, reagisce come gli consiglia il suo disturbo istrionico: strafà. Si è precipitato a Corfù al vertice NATO-Russia, riunione non al suo livello istituzionale (non c’erano capi di governo, solo ministri) e si è prodotto in sceneggiate incredibili. Ai giornalisti, sull’aereo, «Una sera vi invito ad una delle mie feste (a villa Certosa) così vedete la qualità degli interventi artistici». Si è vantato di aver risolto lui la crisi russo-georgiana: «Il buon Sarkozy, mio avvocato di tanti anni fa, andò a Mosca a mediare sul conflitto, mentre io ero al telefono col mio amico Putin  per ricomporre le cose». Sempre più euforico e baldanzoso, a Corfù ha detto ai ministri riuniti di avere telefonato a Medvedev, «il quale mi ha pregato di rappresentare la volontà della Federazione Russa di riprendere la collaborazione con l’occidente e la NATO». Insomma, di fronte agli europei e americani, ha voluto fare la figura del fiduciario del Cremlino. Essendo presente tra l’altro il ministro degli Esteri russo Lavrov, probabilmente ammutolito di tanto scavalcamento.

Più si sente insidiato, più il Salame strafà, esagera, straparla, si mette da solo alla berlina. Conta di rafforzarsi con maggiori dosi della sua superficialità grossolana e della sua improntitudine improvvisatrice, a cui precisamente deve il suo discredito. Nello stesso tempo, lui e i suoi yes-men  parlano di complotto internazionale contro di lui, perchè lui sarebbe pericoloso, troppo amico di Putin, troppo bravo...

Ridicolo contrappasso. Dopo aver deriso e demonizzato come «complottisti» chi osava dubitare della versione ufficiale dell’11 settembre, «Il Giornale», «Libero», «Panorama», «Chi» (ed Emilio Fede), insomma tutti i servi sciocchi del Salame sono diventati complottisti, segnalano l’attacco di non identificati poteri forti di marca britannica, si aspettano una sorpresa dalla magistratura durante il G-8, sospettano di Tremonti come congiurato.

L’ignoranza di costoro non consente loro di capire che, a livello internazionale, il complotto è permanente. Appena i poteri forti anglo-finanziari ti sentono debole, ti attaccano e si mettono d’accordo con i loro complici interni per farti cadere; e Berlusconi non fa che offrire il fianco.

Gli inglesi, al contrario di noi, hanno la memoria lunga: si ricordano che siamo stati loro nemici.
Detestano ancora come nel 1939 anche i tedeschi e i «jap», e se possono li scalciano, e li ridicolizzano. Ma dei tedeschi hanno paura, di noi no. A Corfù, con le sue battute «spiritose», il Salame s’è fatto dei nemici importanti, che gliela faranno pagare. La politica internazionale e le sue insidie sono cose che non s’imparano al compleanno di Noemi da Casoria, nè da Emilio Fede.

C’è forse bisogno di complotto? Il complotto contro Berlusconi è Berlusconi stesso.

Così si avvicina la facile profezia di Cossiga: «Sembra che Mario Draghi, già socio della Goldman & Sachs, nota grande banca d’affari americana, oggi Governatore della Banca d’Italia sia il vero candidato alla presidenza del consiglio dei ministri di un ‘governo istituzionale’. E così avrà modo di svendere, come ha già fatto quando era direttore generale del Tesoro, quel che resta dell’industria pubblica a qualche cliente della sua antica banca d’affari».

Draghi, funzionario del Tesoro infedele (sul Britannia lavorò contro l’Italia), Berlusconi avrebbe dovuto attaccarlo prima. Avrebbe potuto magari scatenare i suoi giornali contro l’ascesa di personaggi che hanno una poltrona permanente a Goldman Sachs. Oggi è tardi.

Se Berlusconi fosse costretto a dimettersi, magari da gente con la testa sul collo nel suo partito, giustamente allarmata dall’aggravarsi della sua psicopatia, chi mai potrebbe prendere il suo posto e i suoi voti? La sinistra certo no, e lo sa. Napolitano ha detto che non farà un governo «tecnico», come quelli che fece Oscar Luigi Scalfaro. Allora si andrebbe ad elezioni? No, non c’è bisogno di far rischiare i cari ragazzi democratici, i Bersani, i Prodi, i D’Alema e i Franceschini.

Perchè c’è Fini. Il Kippà così istituzionale. Da quando è diventato ragazzo-spazzola del Council on Foreign Relations, non c’è dubbio che è disponibile al nuovo ribaltone. Napolitano non avrà da indire elezioni, darà l’incarico a Kippà. Non è forse del Pdl? Anzi personalità eminente del partito berlusconiano, venerato dalle sinistre?

Ecco: un governo con Fini a premier, che si affretterà a nominare Draghi super-ministro dell’Economia al posto di Tremonti. Sarebbe una nuova fase del saccheggio dei beni italiani (cosa avranno ancora da rubarci?), applaudito da Bersani, Franceschini, Prodi e loro servi.

Contro questa manovra ne vedrei solo un’altra, anche se so che il Salame non la farà: lui ha un «tecnico» da proporre come premier al suo posto. Chi?

Guido Bertolaso. E’, lui sì, un «uomo del fare», contrariamente al Salame, uno che si sbatte, che parla poco e pensa prima di parlare, che va sui disastri anzichè dalla D’Addario. L’Italia è un disastro perenne, deve farsi amministrare dalla Protezione Civile.

Bertolaso for president, invece di Draghi.



1) «Mr. Britannia alla Banca d’Italia», EIR, 5 gennaio 2006. Con Draghi, sul Britannia, c’erano ‘alcuni esponenti di maggior conto del mondo imprenditoriale e bancario italiano: rappresentanti dell’ENI, dell’AGIP, Riccardo Gallo dell’IRI, Giovanni Bazoli dell’Ambroveneto, Antonio Pedone della Crediop, alti funzionari della Banca Commerciale e delle Generali, ed altri della Società Autostrade’. Da parte inglese è accertata la presenza ‘di nomi illustri del mondo finanziario e bancario inglese: dai rappresentanti della BZW, la ditta di brockeraggio della Barclay’s, a quelli della Baring & Co. e della S.G. Warburg».
2) «La strategia anglo-americana dietro le privatizzazioni in Italia: il saccheggio di un’economia nazionale», Movimento Solidarietà (MoviSol), 14 gennaio 1993.
3) Citato da Massimo Pini, «I giorni dell’IRI», Mondadori, 2000, pagine 239-257. Massimo Pini è stato nel consiglio di amministrrazione dell’IRI per indicazione di Craxi.
4) Come contributo aggiuntivo, aggiungo qui lo strano caso di Edoardo  Agnelli, come riferito da un  corrispondente della nostra Milena Spigaglia: «Edoardo Agnelli (figlio del senatore Agnelli) era musulmano e fu assassinato? Nel 2003 è stato presentato in Iran un film documentario dal titolo ‘Edoardo’ sulla sua morte misteriosa avvenuta il 15 novembre 2000. In Italia un pesante velo di censura è stato steso dai mass media su questo avvenimento. Nessuno ha parlato dell’entrata nell’Islam di Edoardo e nessuno ha scritto che in Iran è stato prodotto un film documentario su di lui, nè tanto meno che gli iraniani considerano Edoardo un martire dell’Islam. In Iran è stato creato un sito internet dedicato a lui. Il sito contiene la copia di un suo manoscritto dedicato ad Allah e le foto della sua partecipazione alla Preghiera del Venerdì a Teheran con l’Ayatollah Khamenei, Guida della Rivoluzione islamica (...). Con  la sua morte la sua eredità va alla sorella che ha 4 figli dal suo primo marito ebreo. Tramite lei, la ricchezza e la direzione della FIAT vanno nelle mani di John Elkann e dei suoi fratelli ebrei. In Italia si è attuato, con successo, un grande golpe economico, la ricchezza di Agnelli e la direzione delle aziende sono passate nelle mani degli ebrei e nessuno si è accorto di nulla o forse tutti hanno taciuto.  Si sospetta che anche il cugino di Edoardo sia stato ucciso da loro per impedire che assumesse la direzione della FIAT e di tutte le altre attività ad essa collegate (...). Dopo il matrimonio con una sionista, per una strana coincidenza, una serie di disgrazie investono la famiglia Agnelli, e i beni della famiglia, passano gradualmente, per diritto ereditario nelle mani dei nuovi parenti ebrei! Edoardo aveva detto ai suoi amici iraniani che egli temeva per la sua vita che, prima o poi, i sionisti l’avrebbero ammazzato facendo passare la sua morte per un suicidio o un incidente. Il pericolo esiste per le figlie della sorella di Edoardo avute dal marito cristiano, se a loro dovesse capitare qualche disgrazia, la loro parte di eredità toccherebbe ai figli avuti del secondo marito ebreo, cosa estremamente interessante per i sionisti. Edoardo, quando era uno studente ventenne viveva a New York, leggendo il Corano divenne, dopo la Rivoluzione Islamica in Iran, musulmano e dopo 5 anni sciita. In quegli anni fu anche ricevuto dall’Imam Khomeyni. Certamente, i fatti esposti ci pongono un interrogativo. Perché nessuno ha il coraggio di rompere il muro di omertà steso attorno alla morte di Edoardo? Si può trovare un gruppo che chieda alla magistratura di indagare sul caso per accertare, senza ombra di dubbio, se si sia trattato di suicidio o di assassinio? Perché nessuna televisione italiana ha trasmesso il film documentario sulla vita di Edoardo Agnelli presentato dalla TV iraniana? Perché la stampa italiana non ha mai parlato dell’entrata nell’Islam di Edoardo Agnelli? All’indomani dell’assassinio di Edoardo, l’agenzia di stampa ANSA in Teheran fu informata della sua conversione, ma gli addetti risposero che non erano interessati a tale notizia». Commenta la Spigaglia: «Lascio a chi legge la libertà di farsi un’idea, se si tratti dell’ennesima tesi complottistica o se i dati riportati superino la mera suggestione; a me sembrava comunque interessante riportare queste considerazioni che possono essere approfondite visitando i seguenti siti: http://blog.edoardo.ws/ - www.ilpuroislam.net.
Recentemente è uscito anche un libro sulla misteriosa morte di Edoardo Agnelli: «Ottanta metri di mistero la tragica morte di Edoardo Agnelli», di Giuseppe Puppo.

 
 
 

Terremoto per i Grandi 8

Post n°67 pubblicato il 07 Luglio 2009 da Terra_Nostra

In occasione del G8 le previsioni dei terremoti diventano probabilistiche. Allora avevamo ragione? 

In occasione dei G8 le previsioni dei terremoti diventano probabilistiche e le evacuazioni sono previste per scosse superiori a magnitudo 4.
Davvero incomprensibile, perché per giustificare il “non intervento preventivo” a L’Aquila, dopo scosse molto importanti che duravano da mesi ci si è appellati alla non prevedibilità dei terremoti (intervista televisiva dei responsabili del controllo sismico nazionale e  condivisione da parte di tutti gli organi di stampa “istituzionali”).
Il futuro è unico e certo, ma il futuro prevedibile è multiplo e incerto e, quindi, necessita di una misura della possibilità degli eventi definita “probabilità”.
Ora che è a rischio la vita dei “Potenti” (con la “P” grande per condividere la posizione spregiativa di Bertrand de Juvenel per un Potere “pericoloso”), improvvisamente le previsioni dei terremoti diventano probabilistiche e basta una scossa di un’intensità che per gli aquilani è un’abitudine per allarmarli e progettare l’evacuazione.
Ai cittadini residenti in case pericolose dell’aquilano, dopo mesi di scosse di forte intensità non hanno lasciato neanche le tende della protezione civile, forse temevano che gli abruzzesi gliele rubassero?
Non si è lasciato scampo alla popolazione ma si attivano le massime precauzioni per i “Potenti” e la loro corte, il contrasto è forte, ma anche preoccupante, perché a nostro avviso è elevato il rischio che cittadini privi della soddisfazione dei bisogni primari (casa, eccetera), cadano nella trappola del “pactum subjectionis”.
Anzi, segnali come il divieto di assemblee e di informare tramite volantinaggio, sono preoccupanti perché indicano le prime rinunce a diritti individuali in cambio di diritti sociali (ad esempio la permanenza nelle tende che dovrebbe essere un diritto sociale di tutti i colpiti dal terremoto e non solo di quelli che cedono i loro diritti di riunirsi in assemblee o di informare e informarsi con volantini), così come avviene nel “pactum subjectionis”.
Vigiliamo nolto, i nostri amici aquilano hanno bisogno degli abruzzesi.
Almeno noi cerchiamo di non mollare mai.

Il vostro amico Sarpedonte

 

Grazie al coraggio e alla generosità della redazione di “Prima da noi” alleghiamo l’articolo in questione estratto dal siti: http://www.primadanoi.it/modules/bdnews/article.php?storyid=21518

 

 
 
 

LA MAPPA DEL POTERE

Post n°66 pubblicato il 01 Luglio 2009 da Terra_Nostra

Abbiamo parlato della proprietà della Banca D'Italia ma ora , cliccando sulla logo della mappa, andiamo a vedere chi siano i Padroni dei padroni della Banca D'Italia , i loro maggiordomi e camerieri.

Sbizzarritevi a trovare tutti i collegamenti.

 
 
 

FALSE DICHIARAZIONI di DRAGHI in Abruzzo

Post n°65 pubblicato il 27 Giugno 2009 da Terra_Nostra

Abbiamo letto con disappunto ed esterefazione le dichiarazioni del governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, pubblicate su "Il Centro-qotidiano d'abruzzo" in occasione della sua visita in Abruzzo. (clicca per leggere l'articolo)
Il disappunto si affianca ad un sentimwnto di "offesa" della dignità e della cultura di chi, come noi, è attento alla materia economico-monetaria.
Draghi dichiara che "occorre chiedersi come usciremo da questa condizione di politiche monetarie e fiscali. Non credo che i governi abbiano intenzione di tenersi per sempre le azioni delle banche e di nazionalizzarle".

(clicca per sapere chi è Mario Draghi)

Noi non possiamo accettare tali dichiarazioni in quanto incomplete.
A quali governi si riferisce?
Di certo non al governo italiano. Se tra i governi considera anche quello italiano la sua dichiarazione è falsa e tendenziosa a farci credere ad una realtà economica totalmente distorta. Il riscontro lo abbiamo andando a leggere chi siano gli azionisti della BCE tra i paesi EURO (clicca per leggere l'elenco) e tra i paesi NON EURO (clicca per leggere l'elenco) .
Nell'elenco figura anche la Banca D'Italia ed allora andiamo a vedere chi siano i proprietari della Banca D'Italia (clicca per leggere l'elenco).

Ci chiediamo perchè si voglia  continuare a prendere in giro la popolazione italiana e mondiale facendo credere che siano gli Stati stessi a possedere le Banche Centrali?
Un inganno che si perpetua sin dalla nascita della Banca D'Inghilterra. Un trucco svelato già da Ezra Pound con le sue teorie sull'emissione e la circolazione della moneta. Teorie riprese dal prof. Giacinto Auriti che tra l'altro chiese già dagli anni '60  di rendere pubblico l'elenco degli azionisti della Banca D'Italia. L'elenco che avete visionato sopra è stato pubblicato soltanto nel 2005. Il Prof. Auriti, inoltre, riprendendo le teorie di Pound, chiedeva di chi fosse la proprietà della moneta. Una domanda che oggi non trova ancora una risposta perchè se fosse dichiarata ufficialmente la "proprietà popolare della moneta" crollerebbe tutto questo sistema finanziario basato sul DEBITO PUBBLICO. Non esisterebbero i banchieri ma i tipografi della moneta. I nostri rappresentanti politici hanno delegato alla banca la stampa e l'emissione della moneta ed ora questo loro "diritto di stampare o emettere virtualmente" moneta pare che si sia  trasformato in un diritto alla proprietà della moneta stessa come un usucapione. Ma l'Usucapione in economia non esiste.
Ezra Pound si accorse di questo tradimento dei politici e li considerò "CAMERIERI DEI BANCHIERI". Se andiamo a vedere nele legislature passate dobbiamo dar ragione a Pound. Infatti tutti i Ministri dell'economia e del tesoro italiani sono stati legati al sistema BANCARIO (sia come dipendenti che consulenti) e certamente lo saranno anche i futuri ministri.
La soluzione Draghi la conosce ma non può "svelare il trucco". Siamo noi che dobbiamo smetterla di credere che il sangue della vita dell'uomo sia basato sul denaro. Come citava Toro Seduto " dopo aver ucciso l'ultimo bisonte, inquinato l'ultimo fiume, abbattuto l'ultimo albero, si accorgeranno di non poter mangiare i loro soldi".

Ricordatevi che siete Mortali.

 

 
 
 

LA RIVOLUZIONE CONTRO IL MEDIO EVO

Post n°64 pubblicato il 23 Giugno 2009 da Terra_Nostra

La rivoluzione contro il medio evo

Venerdì 26 giugno 2009, ore 21,00
l’Associazione TERRA NOSTRA organizza
presso il Caffè Vespucci di Pescara (Via Vespucci, angolo Via Bardet)
la presentazione del libro
LA RIVOLUZIONE CONTRO IL MEDIOEVO
(Edizioni Solfanelli)

a cura di Pietro Ferrari, Massimo Micaletti e don Ugo Carandino

L’incontro sarà moderato da Gianluca Monaco, Presidente dell’Associazione TERRA NOSTRA.

Scheda del libro

Cosa vuol dire “medievale”? Cosa vuol dire “rivoluzionario”?
Pietro Ferrari se lo chiede con questo saggio coinvolgente e affilato, e nella sua lucida ed impietosa critica della modernità, assume e conclude che il Medioevo e la Rivoluzione non sono fenomeni storici o culturali più o meno prossimi a noi. Sono piuttosto categorie dello spirito.
Come si può pensare, allora, leggendo il libro di Pietro Ferrari, che la Rivoluzione sia una categoria dell’oggi mentre il Medioevo appartenga al passato? La Rivoluzione contro il Medioevo non è il pamphlet di un nostalgico, è piuttosto il canone argomentato e rigoroso di un intellettuale che propone un modello, non solo una weltanschauung, che possa ridare un senso, essere una sorta di bussola alla condizione smarrita dell’uomo contemporaneo. Nihil novi, direbbe qualcuno: Massimo Fini ha già fatto qualcosa del genere, e per molti versi Marcello Veneziani e Franco Cardini hanno in più scritti accennato riflessioni e spunti analoghi. Però Pietro Ferrari dimostra dov’è l’inganno, svela quello che la rivoluzione ha tatticamente e violentemente coperto, dà voce e memoria a momenti della storia che sono stati cancellati per motivi che ai più appaiono inspiegabili e che sono invece le ragioni stesse del delirio relativista che pervade il nostro tempo.

Pietro Ferrari
Pietro Ferrari è nato a Giulianova (TE) nel 1973. Laureato in Giurisprudenza alla Università di Bologna, è avvocato presso il Foro di Teramo. Ha pubblicato i saggi: "Le schegge invisibili" (Controcorrente, Napoli 2002), "Il grido dell'Europa" (Tabula fati, Chieti 2003), "Auto da fé dell'Occidente" (Segno, Udine 2004) e "La Rivoluzione contro il Medioevo" (Solfanelli, Chieti 2009).

 
 
 

TERREMOTO: LA PREVISIONE NON E' UN'OPINIONE

Post n°63 pubblicato il 18 Giugno 2009 da Terra_Nostra

Il terremoto in Abruzzo era stato previsto, le sue conseguenze no?

Prevedere e provvedere

Nei messaggi diffusi dai media italiani “istituzionali” (nel senso che sono finanziati dallo Stato, ovviamente con i nostri soldi), prevale il convincimento/congettura che i terremoti non sono “prevedibili”. A volte, ma solo a volte, la sintesi estrema di una notizia può essere necessaria per motivazioni come la tempestività e la chiarezza, purtroppo altre volte essa può essere frutto dell’ignoranza e della convenienza, per cui non è facile risalire alla vera causa della sintesi.

Sui media, quindi, prevale il messaggio che definisce i terremoti non prevedibili; ma cos’è una previsione? Cosa la distingue da una predizione o da una visione? Cosa sono le analisi previsionali? Perché si distingue tra scenario e previsione? Cos’è uno scenario progettuale?

Da un comune vocabolario online disponibile gratuitamente su internet e scelto casualmente tra i tanti disponibili (http://it.thefreedictionary.com/), il termine “prevedere” è considerato sinonimo di ipotizzare, presupporre, ritenere possibile per il futuro, indovinare, predire, pronosticare, conoscere in anticipo, contemplare, prendere in considerazione.

I riferimenti precedenti sono utili perché uno di essi ben si presta a semplificare il nostro ragionamento: “ritenere possibile per il futuro”. La possibilità è cosa diversa dalla plausibilità, nella letteratura che tratta gli scenari, il termine plausibile è di grande importanza, perché riduce il campo delle possibilità. Ci si riferisce al fatto che, in genere, il futuro deve essere plausibile con un certo presente e con le tendenze che provengono dal passato ed è innegabile che questo vincolo, escludendo eventi non plausibili, riduce l’insieme delle possibilità.

Ma il termine futuro è polisemico esistendo molti modi di definirlo. Nel caso il futuro si configuri come unico e certo/determinato, esso può essere identificato con una concatenazione di avvenimenti prestabilita (destino), oppure con un insieme di eventualità possibili (avvenire), o anche con un processo storico non ancora accaduto (divenire). Nel caso, invece, si configuri come multiplo e incerto/indeterminato, il futuro può essere studiato con le analisi previsionali, che, si ricorda, esprimono ipotesi in merito a più futuri possibili e, quindi, congetturano; oppure con gli scenari esplorativi, che possono contenere sia previsioni, sia predizioni, sia visioni, provenienti da fonti oggettive o soggettive. Il futuro può essere anche progettato, altrimenti non esisterebbero metodi per la costruzione di scenari progettuali, nel sociale costituiti dalle immagini dello scenario esplorativo (prodotte dalle tendenze del passato) compatibili, o che possono essere rese tali mediante interventi pubblici, con le immagini generate dallo scenario normativo (“desiderata” dei cittadini).

De Finetti affermava che la previsione è cosa diversa dalla predizione, perché diverso è il momento in cui interviene la valutazione soggettiva. Nella predizione il momento soggettivo è a monte, perché “dico prima” quali sono le variabili, le equazioni che le legano e i parametri sono stimati con i dati del passato, così come avviene in un comune modello econometrico. Nella previsione, affermava De Finetti, avviene esattamente il contrario perché il momento soggettivo è a valle, ossia alla confluenza di tutte le informazioni utili per la valutazione, sia provenienti da fonti oggettive che soggettive. La previsione in senso stretto, in cui tutti i metodi usati devono rispettare il principio di simmetria tra spiegazione e previsione, è certamente la più affidabile ed ha almeno due ambiti diversi: la previsione deterministica e quella probabilistica. La previsione «… deve essere in grado di specificare il luogo, il momento, e quanto grande sarà l'evento in modo da dare alla Protezione civile una certezza con la quale può prendere determinate azioni. Quando invece si sa alle previsioni probabilistiche bisogna tenere conto di due possibili errori: il primo la mancanza di previsione di un evento sismico, il secondo i falsi allarmi. Alcune volte la probabilità aumenta senza che in realtà nessun evento sismico avviene.». Secondo Jordan «avere dei modelli che producono un elevato numero di falsi allarmi sono per ora di scarsa utilità per prendere delle decisioni importanti. Scopo della Commissione è fornire uno sguardo oggettivo di quello che è lo stato attuale delle conoscenze nella previsione deterministica e nella previsione probabilistica». Jordan ha anche chiarito che «allo stato attuale in nessuna parte del mondo esistono metodi per prevedere deterministicamente i terremoti». (Articolo dal titolo Sismologi concordi: «il 6 aprile terremoto impressionante», citazione tratta dalle dichiarazioni di Tom Jordan, del Southern California Earthquake Center, 13/05/2009 15.23)

Non abbiamo problemi ad ammettere che in nessuna parte del mondo esistono metodi per prevedere deterministicamente i terremoti, ma abbiamo difficoltà a comprendere perché, in tali casi, non vengano utilizzate previsioni probabilistiche. Una previsione probabilistica, disponendo di dati oggettivi (o anche soggettivi) è sempre possibile formularla, anche se con l’obbligo di corredarla di una valutazione di probabilità che, nel caso dell’Aquila, era indiscutibilmente molto elevata.

La previsione tendenziale prende in considerazione il passato e, quindi, l’ambito della memoria e dell’esperienza (expertise). La verifica della previsione, inoltre, non è la falsificazione, perché il futuro non può essere vero o falso, specie quando, come nel caso del terremoto in Abruzzo la previsione probabilistica (non deterministica) indicava che: il luogo si discostava di poche decine di chilometri dal quello che è risultato il vero epicentro, il momento ha subito un sfasamento di poche ore e la dimensione prevista dell'evento era deducibile dallo stato geologico dell’area. Anche se “solo” probabilistici, i segnali provenienti dagli indicatori previsionali, andavano presi in considerazione seriamente, mentre si è preferito rifugiarsi nel dogma della “imprevedibilità dei terremoti”. Sfido chiunque a non ammettere che dopo tre e più mesi di segnali inquietanti, anche il cittadino più distratto si sarebbe preoccupato.

Nell’eventualità di un rischio previsto come quello dell’Aquila, chi ipotizza l’evacuazione delle persone da un paese all’altro (ad esempio da Sulmona all’Aquila), o farnetica o è in mala fede. Un’evacuazione di una città di decine di migliaia di residenti può al limite essere progettata in caso di certezza di un avvenimento catastrofico, ossia nel caso di previsione deterministica o di previsione con probabilità uguale a uno). Perché chi rigetta l’ipotesi che i terremoti siano prevedibili, cita un esempio funzionale alla previsione deterministica e non a quella probabilistica?

La magnitudo della scossa delle 3.32 è stata di 5.8 della scala Richter, ma «La cosa abbastanza chiara», afferma un dirigente di ricerca dell'Ingv, «è che dagli accertamenti fatti è che comunque nelle aree dell'Aquila sono state registrate delle accelerazioni fino a 0,5-0,6 G, molto elevate rispetto a quello che ci si potesse aspettare e questo è dovuto alla combinazione sia della sorgente sia dell'amplificazione dovuta alla particolare geologia del sito». La forte accelerazione, come ha spiegato il tecnico «ha causato un incremento dei danni rispetto a quello che ci si sarebbe potuto attendere. Occorre fare un'analisi accurata di quanto l'accelerazione è stata determinante nei danni e quanto invece è stato dovuto alle caratteristiche costruttive dell'edificio». I costruttori lo sapevano? È facile criminalizzarli, ma erano al corrente dello stato geologico del sottosuolo? Gli esperti “istituzionali” certamente si! Quindi sapevano del rischio che si correva anche con una scossa d’intensità non elevatissima. Bisogna anche aggiungere, però, che «La particolarità di questo terremoto», ha evidenziato Paolo Gasparini, professor di geofisica all'Università Federico II di Napoli, «è anche che l'Aquila è vicina alla faglia, quindi ci sono anche degli effetti di campo vicino che è molto difficile tenere in considerazione prima che l'evento accada e tutto ciò crea delle difficoltà».

Alla luce del fatto che tutti i politici e i loro esperti sono concordi nel definire i terremoti non prevedibili e non sta a noi smentirli, appare ovvio a chiunque che la scelta più logica è quella di “provvedere“ per limitarne i danni. Anche se si accetta la non prevedibilità “esatta o certa” dei terremoti, quindi, non si può negare che le loro conseguenze possono esserlo, perché è facile generare “visioni” consequenziali al loro verificarsi mediante simulazioni sviluppate da ipotesi sulla natura (sussultoria/ondulatoria), intensità, durata, profondità, stato del sottosuolo o condizioni geologiche dell’area, stato delle costruzioni, eccetera.

Dallo stesso vocabolario online, il termine “provvedere” è considerato sinonimo di pensare, badare, occuparsi, disporre quanto è necessario, fare ciò che serve, come esempio riporta che “i genitori devono provvedere ai figli” e noi aggiungiamo: “così come lo Stato deve provvedere alla sicurezza dei cittadini”. Tra gli altri chiarimenti e sinonimi, inoltre, troviamo: prendere i provvedimenti per raggiungere un obiettivo, preparare per tempo, dotare, fornire, fare in modo che ci sia.

 

Dominante e dominato. Chi deve provvedere? La provvidenza?

De Juvenel affermava che la recessione è dominante nei confronti degli imprenditori e l’inquinamento lo è nei confronti dei cittadini, ma gli stessi fenomeni possono essere dominati dai Governi. Il terremoto è certamente dominante, ma esiste la possibilità di dominarlo? E se esiste chi ha il Potere di farlo? Come può essere dominato, o come si può limitare il dominio di un terremoto? Riflettendo sui danni? Quali danni? A cose e persone? Allora i fabbricati (le cose) andavano controllati prima in modo ufficiale, così come avviene con la revisione delle auto, almeno per le strutture strategiche (ospedali, prefetture, eccetera).

Mettendo a disposizione dalle persone le strutture della protezione civile, ad esempio tende in cui rifugiarsi dopo la scossa di “avvertimento” o, in genere, in caso di palese pericolo, non attrezzature complete, solo TENDE in cui rifugiarsi e un nucleo di sorveglianza delle stesse (o delegare la responsabilità della sorveglianza ai Comuni). La scossa tellurica fatale è stata preceduta da altre due scosse di minore intensità e, forse, se la popolazione, “dominata” dal terremoto, avesse avuto a disposizione le tende nei siti a rischio (vedi Onna) non avrebbe fatto ritorno a casa dopo la prima scossa (molte dichiarazioni dei terremotati sono in tal senso). Era banale! Forse sarebbero mancate le tende per interventi tempestivi in altri luoghi? Ridicolo! Smontare e rimontare non sono certamente consoni con la tempestività, ma al limite bastava comprarne altre, o dobbiamo pensare che non rientrava nella “arguta” e vetusta pianificazione degli interventi della protezione civile, basati prevalentemente sull’intervento ex-post (in cui i media istituzionali ci collocano in posizione di eccellenza). Quale grande contributo avrebbe potuto offrire una strategia ex-ante, che avesse fatto trovare tende disponibili ai colpiti dal terremoto dopo la prima scossa? Quante vite avrebbe potuto salvare l’opportunità di una TENDA in cui rifugiarsi in caso di pericolo palese? Quante persone ne avrebbero usufruito? Io penso che se avessimo potuto salvare anche una sola vita in più, oggi ci saremmo sentiti meno in colpa. Che serva almeno da lezione per la prossima volta, perché così com’è certo che non si può fermare il “dominante” terremoto, è altrettanto certo che se ne può limitare i danni, non solo costruendo case migliori ma anche includendo la PARTECIPAZIONE degli ESPOSTI al RISCHIO nel processo decisionale del governo della protezione civile. In presenza di un rischio sismico, ci si è concentrati sulla necessità di stabilire la correttezza delle previsioni del terremoto, invece di provvedere all’eventualità di un suo manifestarsi. Per essere banali fino in fondo, tutti guardavano il dito (la previsione) che indicava la luna (il terremoto), se solo uno di essi avesse guardato nella direzione indicata dal dito, ai suoi occhi si sarebbe prospettato lo spettacolo catastrofico a cui abbiamo assistito e non lo avrebbe ignorato.

 

Come affermava de Juvenel, uno dei padri del metodo di previsione tecnologico, il re aveva l’obbligo dell’ascolto[1] e su ciò il popolo aveva il diritto di vigilare, oggi abbiamo un’entità astratta come la sovranità popolare alla quale si delega il Potere. È il Parlamento a decidere, luogo in cui si riuniscono e si scontrano le volontà di coloro che hanno vinto la competizione per la conquista del Potere. E’ possibile, ma soprattutto logico, aspettarsi una decisione costruttiva per l'utilità sociale dallo scontro di volontà in disaccordo? Rousseau avrebbe voluto poche leggi, frutto della volontà generale dell'intera comunità e non della maggioranza, MENTRE LE leggi ATTUALI sono anti-sociali, poiché si fondano su una “concezione falsa della società”, in base alla quale la legge costituirebbe espressione della volontà generale, della Nazione, MENTRE è SOLO espressione della volontà DELLA MAGGIORANZA parlamentare, CHE DATA L’ATTUALE AFFLUENZA ALLE URNE, NON RAPPRESENTA NEANCHE IL 30% DELLA POPOLAZIONE.

Scrive de Jouvenel: «La proclamazione della sovranità del popolo non ha avuto altro effetto se non quello di sostituire ad un re vivente una regina fittizia, la volontà generale, per sua natura sempre minorenne e sempre incapace di governare se stessa». E’ importante aggiungere che de Jouvenel raccomanda di non trascurare l’inquietante contrasto fra il formidabile accrescimento che si è verificato nei mezzi a disposizione del Potere e l’allentamento del controllo che sull’uso di essi viene fatto. Qualunque sistema, infatti, finisce con il fornire al Potere stesso l’opportunità di espandersi nella società molto più ampie di quanto non abbia mai potuto disporre. L'idea sottesa è che il Potere costituisce un pericolo sociale da tenere costantemente sotto controllo. Secondo de Jouvenel, le popolazioni sono state ingannate, dalla promessa di leggi di maggiore utilità sociale, che avrebbero dovuto garantire un futuro migliore. De Jouvenel fa notare che beni di elevato valore non sono mai deputati alla soddisfazione di bisogni primari e che le cose molto preziose sono desiderate da pochi e solo quando i bisogni primari sono stati soddisfatti. Laddove invece i bisogni primari degli uomini sono la preoccupazione predominante, come nel caso dei colpiti terremoto, si assisterà allo spettacolo del pactum subjectionis, ovvero alla consegna allo Stato dei propri diritti individuali, barattati con i diritti sociali. Ed è così che il potere dello Stato diventa un grande ombrello protettivo e gli uomini acconsentono al proliferare dei suoi rami, ignari del pericolo che incombe.

Bisogna avanzare su tutti i fronti della ricostruzione, anche per le proprietà del Vaticano e di seconde case, come richiesto da un noto opinionista di origini abruzzesi, ma ora è necessario dare la precedenza alle abitazioni e ai servizi per le famiglie, poi si penserà ai luoghi di culto religioso e alle seconde case.

saluti dal vostro SARPETONDE

 

 
 
 

Lo SCEC può salvare la tua famiglia

Post n°62 pubblicato il 15 Giugno 2009 da Terra_Nostra
 

Sabato 13 giugno si è svolta a Pozzuoli (NA) la conferenza nazionale di
ARCIPELAGO SCEC al quale ha partecipato anche la nostra Associazione.
Oltre ad aver illustrato il punto della situazione, il direttivo di Arcipelago SCEC ha illustrato gli strumenti informatici per la gestione degli scambi tra le attività associate.

Il giudizio che possiamo esprimere è ASSOLUTAMENTE positivo e siamo tornati con la consapevolezza che il progetto avrà una vastissima diffusione su tutto il territorio nazionale entro la fine dell'anno.
Dagli ultimi accadimenti in campo finanziario mondiale vi sarete resi conto che questa crisi è molto più profonda di quello che ci vogliono far credere tant'è che la FIAT è riuscita ad acquisire la CHRISLER senza esborso di alcun dollaro/euro ma puntando su un BARATTO di tipo tecnologico e di competenze professionali. Se lo ha potuto fare la FIAT che è indebitata fino all'osso con le banche non comprendiamo quali siano gli ostacoli per poterlo fare noi nel nostro piccolo.
Alla FIAT è bastato il 30% di Baratto di tecnologia per poter divenire amministratrice di una delle più grandi aziende automobilistiche del mondo, a noi serve il 20% (in media) di solidarietà di tutte le attività produttive locali. AIUTIAMOCI CHE DIO CI AIUTA.

Vi lasciamo in compagnia dell'intervista del presidente di Terra Nostra ad ALTER NEWS.

 

 
 
 

DIFFIDATI PER AVER DETTO LA VERITA'

Post n°61 pubblicato il 02 Giugno 2009 da Terra_Nostra

 PESCARA. Sale la tensione sul “caso” della premonizione azzeccata del vincitore della selezione per avviso pubblico del Comune per un consulente in materia di inquinamento acustico ed elettromagnetico.

Qualche giorno fa, con l’uscita ufficiale della graduatoria con il nome del vincitore, abbiamo pubblicato un video datato 1° aprile nel quale Gianluca Monaco dell’associazione Terra Nostra preannunciava chi sarebbe stato il fortunato.

Un toto nome più che azzeccato registrato quando non si sapevano ancora i nomi dei partecipanti. Ma il nome del vincitore, da come si evince dal filmato, era già scritto.
Dopo qualche giorno il dirigente del Comune Tommaso Vespasiano ha assicurato che era tutto in regola e che non c’erano problemi.

Vespasiano ha anche annunciato che in quanto la figura del consulente «risulta essere indispensabile per lo svolgimento delle attività che la Regione demanda ai Comuni» è stato già bandito un concorso a tempo indeterminato per esperto in materia ambientale e tra i requisiti richiesti vi è quello di tecnico competente.

Ma l’associazione Terra Nostra, dopo aver spulciato tra le carte non ne ha trovato traccia. Quindi se il bando esiste sul serio o è stato nascosto per bene o Monaco è più bravo a prevedere che a cercare.
Se il concorso pubblico a tempo indeterminato non è stato bandito allora è stata detta una bugia.

«Il bando non esiste», assicura Monaco, «e le affermazioni di Vespasiano non trovano riscontro.Fino a quando vogliono continuare a prenderci in giro?»

Vespasiano aveva anche detto che la selezione contestata a tempo determinato era una necessità impellente proprio per far fronte alle emergenze. Ma da anni lo stesso Comune non riesce a bandire un concorso che risolva definitivamente il problema.
Intanto se Vespasiano simula tranquillità il consulente prescelto, Andrea Oliva, ha perso già le staffe e ha inviato una diffida alla stampa che si è occupata della faccenda (Pdn, Messaggero, Rete8, Tv6, Tvq ed Antenna10) e all’associazione Terra Nostra a continuare ad occuparsi del caso.

«Non mettiamo assolutamente in dubbio la competenza e le modalità di valutazione del dottor Oliva», spiega Monaco, «ma contestiamo la modalità del bando ed i requisiti richiesti che ci hanno permesso di individuare con facilità il vincitore».

Se il vincitore «rileggesse gli articoli di stampa e visionasse i servizi televisivi», chiude l’associazione, «comprenderebbe che la nostra osservazione non è rivolta alla sua professionalità ma alla sua auspicabile assunzione a tempo indeterminato previa selezione con bando di concorso pubblico nazionale».

tratto da
www.primadanoi.it  il 30/05/09

la video-preannunciazione pubblicata su youtube il 01/04/09

 
 
 

Corsi, ricorsi e Concorsi su misura

Post n°60 pubblicato il 26 Maggio 2009 da Terra_Nostra

Come da noi annunciato nel post "SUL PIEDE DI GUERRA" (clicca per leggere), l'amministrazione pescarese ha promulgato il vincitore del concorso per consulente in materia di inquinamento elettromagnetico ed acustico.

L'inquinamento acustico è una materia sensibile per la tutela della salute del cittadino.
Per regolamentare le emissioni lo stato ha identificato delle zone urbane stabilendo i volumi massimi espressi in decibel.
La competenza del rilascio di autorizzazioni è dei comuni ,previo parere dell'ARTA.
tutte le attività devono certificare che durante il loro svolgimento di esercizio i macchinari e qualsiasi fonte di rumore rientri nei parametri stabiliti. Per certificarsi occorre presentare relazione di impatto acustico con rilievi fonometrici al Servizio Ecologia e Tutela Ambientale del Comune, dove un tecnico competente la esamina e la invia all'ARTA per richiederne il parere. In mancanza del tecnico comunale la valutazione viene fatta direttamente dall'ARTA.
Pescara già dal 2004 si è dotata di un consulente con contratto a progetto a tempo determinato. Puntualmente a scadenza di contratto le pratiche in corso subiscono dei rallentamenti . Ogni anno il comune incarica nuovamente lo stesso tecnico in quanto ha la NECESSITA' di espletare le pratiche arretrate.
Questa precarietà rallenta ed in alcuni casi blocca il rilascio di autorizzazioni di impatto acustico. Dato che la materia è alquanto sensibile non capiamo perchè non si assuma un tecnico con contratto a tempo indeterminato per dare continuità all'espletamento delle richieste.
nel 2008 il Comune di Pescara ha assunto per l'enensima volta il Dott. OLIVA con contratto a progetto. Il contratto è scaduto ad ottobre 2008 e moltissime pratiche sono rimaste insolute.
su sollecitazione di alcuni operatori economici che avevano le loro pratiche in sospeso, il comune, orfano del tecnico competente, ha inviato d'ufficio i fascicoli all'ARTA. Questo ha comportato una discriminazione  nei confronti di chi pensava che le proprie richieste stessero seguendo un corretto iter burocratico. L'interessamento diretto degli operatori facenti richiesta ha permesso loro di poter continuare l'attività. E' il caso di alcuni pubblici esercizi, teatri e stabilimenti balneari che nel 2008 hanno ottenuto l'autorizzazione scavalcando di fatto l'ordine  cronologico delle date di  protocollo.
Oggi il comune si appresta a riaffidare l'incarico allo stesso consulente in quanto i requisiti richiesti nel bando di assunzione corrispondono alle caratteristiche del Dott. OLIVA.
Inoltre, il tipo di assunzione è nuovamente con contratto a tempo determinato e la nomina sarà fatta insindacabilmente dal dirigente interessato. Ci chiediamo se sia effettivamente necessaria questa figura di consulente visto che nel periodo post scadenza contratto le pratiche sono state espletate direttamente d'ufficio in mancanza del tecnico e comunque è l'ARTA a dover dare il suo parere, sempre e comunque.
Ed ora visionate la testimonianza registrata il 01-04-2009 in cui si dichiarava già il vincitore del concorso.

GRADUATORIA CONCORSO

Riportiamo l'articolo pubblicato su www.primadanoi.it

PESCARA. Metti il solito concorso chiacchierato, quello che mille voci ci girano intorno a malignare. Quello che è tutto regolare ma chissà come mai c’è sempre qualcuno che indovina il vincitore.
Anche questa volta si tratta di un concorso pubblico “sartoriale” o semplice casualità?
Il primo aprile scorso avevamo raccolto la segnalazione di Gianluca Monaco, presidente dell’associazione Terra Nostra: «abbiamo il nome del “nuovo” consulente per l’inquinamento acustico ed elettromagnetico al Comune di Pescara: è Andrea Oliva».
Ora è uscita la graduatoria e il nome corrisponde.
Magia delle magie, ma come avrà fatto quel furbacchione di Monaco? Avrà registrato mille messaggi con tutti i nomi possibili per poi giocarsi quello giusto?
Macchè, niente trucco.
Secondo Monaco, i requisiti richiesti per la partecipazione al bando erano cuciti su misura su Andrea Oliva che aveva ricoperto quell’incarico già nel 2004 e nel 2007.
«Gli hanno fatto il concorso, prima o poi torna», questa è stata la frase che ha insospettito Monaco. Era stato un impiegato comunale a farsela sfuggire mentre Monaco cercava una sua pratica rimasta inevasa.
Così il presidente dell’associazione è andato a cercare il bando su internet ed ha fatto il suo “toto” consulente.
Nel bando, che scadeva il 24 marzo scorso, oltre ai normali requisiti (laurea, maggiore età, cittadinanza italiana o europea, godimento diritti civili, assenza di condanne penali o procedimenti in corso) ce n’erano due che sembravano circoscrivere il campo ad una persona sola: «iscrizione all’albo dei Tecnici Competenti ai sensi dell’art. 2 della legge 447/95; aver svolto, presso Enti pubblici e/o privati almeno due anni, anche non consecutivi, di attività di consulenza in materia di inquinamento acustico ed elettromagnetico».
Il cerchio si restringerebbe ulteriormente se consideriamo che non vi è obbligo di pubblicare questi bandi sui giornali (per darne massima diffusione anche fuori città o regione) ma vengono pubblicati solo sul sito del Comune e all’albo pretorio a Palazzo di Città, come d’altronde prescrive il regolamento interno che disciplina questo tipo di incarichi di consulenza.
Si legge nel bando che la decisione del vincitore sarebbe avvenuta «a giudizio insindacabile del dirigente interessato», seppur «sulla base di selezione comparativa, effettuata da apposita commissione, composta dal dirigente competente per materia e da due dipendenti addetti al settore».
In questo caso le figure di “dirigente interessato” e di “presidente della commissione valutatrice” (che ha firmato la graduatoria finale) corrispondono al nome di Tommaso Vespasiano.

 
 
 

OperAZIONE rifiuti - Atto II

Post n°58 pubblicato il 17 Maggio 2009 da Terra_Nostra
 

Nuova azione di sensibilizzazione, come da scopi di statuto dell’associazione Terra Nostra, sull’aumento della TARSU. Un aumento, deliberato il 15 dicembre 2008 dalla Giunta comunale, che prevede una maggiorazione del 30% della tassa oltre le addizionali provinciali ed ex-ECA. L’azione è stata volutamente eseguita davanti il calice rotto di Toyo Ito in quanto quel monumento rappresenta, ad oggi, il più grande rifiuto plastico che la città abbia davanti agli occhi. L’azione, svolta alla luce del sole ed in una piazza gremita, prevedeva la copertura del monumento abbandonato con un enorme sacco per immondizie. I vigili urbani sono intervenuti per bloccare l’azione in quanto pensavano che dovessimo esporre un enorme manifesto. In quel caso si sarebbe trattato di manifestazione non autorizzata ma noi abbiamo spiegato che non era un manifesto bensì un enorme sacco di immondizia per coprire il più grande rifiuto plastico della città. Un’azione che secondo i Vigili non si sarebbe potuta effettuare in quanto sul suolo pubblico. Alla nostra domanda di chi fosse l’opera e chi pagava l’occupazione di suolo pubblico ci è stato risposto di procedere con civiltà. E così è stato fatto. Civilmente il monumento è stato avvolto da un enorme busta nera per rifiuti ed i manifestanti indossavano un sacco per immondizia con la scritta “mi rifiuto” Non critichiamo assolutamente l’apposizione di opere d’arte in città né tanto meno la concezione ed il gusto che sono assolutamente soggettivi. Critichiamo, bensì, l’opera di convincimento dell’amministrazione nei confronti di “benefattori” di tali opere in un momento economico, definito dallo stesso D’Alfonso nel giorno stesso dell’inaugurazione del calice, difficile e tagliente per le amministrazioni locali. Noi aggiungiamo che tale periodo storico-economico è definito dagli economisti il peggiore dopo gli anni trenta sia per le aziende che per le famiglie. Una amministrazione che si definisce attenta a queste problematiche avrebbe potuto convincere i benefattori a finanziare opere utili per il miglioramento della qualità di vita, come ad esempio strumenti per effettuare una seria raccolta differenziata dei rifiuti ed il loro compostaggio. Chi amministra le economie locali e si definisce attento a tali problematiche economiche non può prevedere nei bilanci aumenti di costi che vanno oltre la percentuale programmata di inflazione. Il cittadino sta già sopportando ritenute IRPEF addizionali per la cattiva gestione dell’amministrazione pubblica e un aumento di tassassione, per servizi qualitativamente non migliorativi, non sono assolutamente giustificati. Inoltre porgiamo all’attenzione dei cittadini che tra le addizionali TARSU una percentuale è destinata ad un ente , E.C.A. (ente comunale assistenza), che non esiste più da circa trenta anni. Al fine di porre l’attenzione su quali e come  sono le gestioni dei rifiuti a Pescara e sulle possibili alternative di gestione di essi, che si tradurrebbero in risparmio economico, invitiamo i cittadini e le attività alla conferenza tematica che si terrà giovedì 21 maggio alle 16 presso la sala commissioni del Comune di Pescara.

 
 
 

SACCHI DI IMMONDIZIA SUI GRADINI DEL COMUNE DI PESCARA

Post n°57 pubblicato il 07 Maggio 2009 da Terra_Nostra
 
Tag: rifiuti

Giovedì 07 Maggio 2009

   
  
 
  
 
  
 

di LUCIANO TROIANO

Clamoroso gesto di protesta contro la stangata comunale sui rifiuti.
Un gruppo di iscritti dell'associazione “Terra nostra”, operatori commerciali
e semplici cittadini ha lasciato sui gradini d'ingresso di Palazzo di Città decine
di sacchi d'immondizia, su ognuno di loro un volantino con la frase
 "un rifiuto al vostro tributo".
Un gioco di parole per sottolineare la contrarietà all'aumento del 30 per cento
della tassa comunale sui rifiuti che, in questi giorni, viene recapitata dalla Soget.
Un vero e proprio blitz scattato alle prime luci dell'alba che ha lasciato tutti
a bocca aperta.
«La crisi colpisce famiglie e commercio ma l'amministrazione comunale aumenta
la tassa sui rifiuti di un terzo - dice Gianluca Monaco, presidente di Terra nostra -
Noi vogliamo protestare contro questo balzello che non trova giustificazione
nemmeno nella qualità del servizio visto che è pure peggiorato».
E ieri mattina i primi ad essere sorpresi dai quei sacchi neri lasciati lungo la
scalinata principale sono stati proprio i dipendenti che dopo un primo momento di sbigottimento sono andati a timbrare il cartellino.
«E' chiaramente una provocazione con la quale vogliamo far riflettere
chi ci amministra - prosegue Monaco - Ci aspettiamo un segnale da parte
del vicesindaco Camillo D'Angelo come, ad esempio, il ritiro della delibera che
ha stabilito l'aumento del 30 per cento e l'annullamento con la conseguente
rimodulazione del costo del servizio sulla base del 2008 delle bollette".
Proposta irricevibile per il comune che, quei soldi, li ha già iscritti in bilancio e
conta di coprire oltre l'82 per cento delle spesa, superiore ai 18 milioni e mezzo
di euro.
«I negozi chiudono e le famiglie hanno difficoltà ad andare avanti -
aggiunge il presidente dell'associazione Terra nostra - e ci troviamo di fronte
ad una situazione paradossale: i rifiuti che diminuiscono e la tariffa sulla raccolta e smaltimento dei rifiuti che aumenta del 30 per cento».
Dal canto suo il vicesindaco Camillo D'Angelo è categorico «Nessun dialogo
con chi non ha rispetto per le istituzioni e si lascia andare a gesti incivili.
Noi dobbiamo garantire quotidianamente la pulizia della città, se è sporca
è colpa di quei cittadini maleducati. Quando saranno identificati gli autori del gesto saranno denunciati». Una minaccia che però, non sembra intimorire
l'associazione ed il suo presidente.
«D'Angelo mi conosce e sa dove si trova la sede dell'associazione,
lo aspetto»
 - rilancia Monaco- "nessun dialogo con chi non risponde alle istanze dei cittadini"

 

 
 
 

Azione "UN RIFIUTO PER IL VOSTRO TRIBUTO"

Post n°56 pubblicato il 06 Maggio 2009 da Terra_Nostra
 

si sono fatti sentire i primi effetti della delibera di giunta comunale pescarese n. 1320 del 15-12-2008
Il Messaggero Abruzzo - cronaca di Pescara- martedì 05 maggio 2009

Puntuale come ogni anno, è arrivata ai destinatari. E' la cartella di pagamento per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti svolto da ATTIVA S.P.A., società detenuta dal comune, che quest'anno, porta una spiacevole sorpresa: un aumento del 30 %.
E, di conseguenza, aumento proporzionale delle aliquote che pesano per un 15%, 10% al comune e 5% alla provincia come ecotassa. Se ne sono accorti i pescaresi che in questi giorni stanno ricevendo gli avvisi di pagamento della SOGET. Una vera e propria mazzata che arrivo giusto nel periodo della dichiarazione dei redditi. Nello specifico ad essere più colpiti dall'aumento sono ristoranti, bar, pizzerie. Si è passati da una tassa di 7,05€ al Mq a 9,17 € al Mq. Colpiti dall'aumento anche i privati che pagavano 1,28 € ed ora 1,66 € al Mq. La delibera di Giunta con la quale è stato disposto l'aumento porta la data del 15 dicembre 2008, l'ultimo giorno in cui è stato in carica il sindaco D'ALFONSO. La Giunta ha stimato per il 2009 un costo di 18.628.000 euro. nel 2007 il costo è stato di 17.116.000 euro. Il problema è che all'aumento della tassa aumenta automaticamente anche la doppia addizionale che si calcola sull'importo. così ad esempio, un bar di 100 mq pagherà 917 euro di tassa ed altri 138 di addizionale. Un appartamento di 100 mq pagherà 166 euro ed altri 25 di addizionale per un totale di 191 euro.
L'addizionale è un balzello che viene descritto sotto la voce "ex-ECA" ovvero Ente Comunale Assistenza: enti che si occupavano di orfani e poveri, soppressi da una trentina d'anni ma utili alle amministrazioni per incassare quel 10 % dell'addizionale.L'altro 5% è incamerato dalla Provincia in il comune non raggiunge la percentuale di differenziata fissata dalla legge.
....
La rabbia degli utenti è incontenibile: "E' UNA STANGATA , VOGLIAMO RIBELLARCI COME RESIDENTI E COMMERCIANTI"
__________________________________________________________________
DETTO E FATTO

In un periodo di recessione globale, reputata dagli economisti mondiali la peggiore dopo gli anni '30, con un PIL negativo al - 4,5 % , con una riduzione drastica dei consumi delle famiglie e del loro potere d'acquisto, il comune di pescara chiede una maggiorazione sull'obolo dei rifiuti del 30%. Questo vuol dire che per non perdere il potere d'acquisto le attività aumenteranno di conseguenza i prezzi.. e le famiglie? cosa aumenteranno? visto che i loro salari e pensioni sono fermi a 10 anni fa.
TERRA NOSTRA e cittadini semplici hanno scaricato sacchi di immondizia davanti il comune in segno di protesta e "sensibilizzazione".
Un gesto FORTE di chi NON VUOL PAGARE PIU' I DEBITI DELLA CATTIVA AMMINISTRAZIONE. UN "BASTA" AD INDEBITAMENTI CON STRUMENTI FINANZIARI "FANTASIOSI" ED STRUTTURATI come gli SWAP.

L'azione "UN RIFIUTO PER IL VOSTRO TRIBUTO" dovrebbe far capire ai politici a che livello di esasperazione siamo arrivati.

 
 
 

I PRIMI EFFETTI DEL DEBITO PESCARESE

Post n°55 pubblicato il 02 Maggio 2009 da Terra_Nostra
 

 

 L'effetto SWAP inizia a farsi sentire. Il Comune sta attuando la politica di risanamento finanziario con l'emissione di cartelle esattoriali. Aumento medio previsto: + 30%.
Gli aumenti riguarderanno tasse comunali per:
- RIFIUTI
- PASSI CARRABILI
- OCCUPAZIONE SUOLO PUBBLICO
- INSEGNE
- AFFISSIONI
se a questi aumenti aggiungiamo che i Vigili Urbani sono da diversi mesi in campo armati di carta e calamaio, agguerriti ed obbedienti, intransigenti con gli automobilisti anche per qualche centimetro fuori degli spazi di parcheggio, otteniamo un prelievo finanziario mai visto finora.

In un periodo storico che gli economisti reputano peggiore degli anni '30, con una crescita del PIL negativa (- 4,2%) e quindi meno produttività e meno reddito, le nostre amministrazioni chiedono un ulteriore versamento di sangue e di sacrificio contribuentdo a ridurre la nostra capacità di risparmio e di spesa.

Intanto , come nell'antico Impero Romano si attendevano i Giochi per placare il popolo rivoltoso e sopirlo, a Pescara si attendono gli sconosciuti Giochi del Mediterraneo che ,secondo i nostri bravi amministratori finanziari, dovrebbero portare tanta ricchezza e tanto turismo. Peccato che i Giochi durino solo 15 giorni e che gli alberghi per i turisti sono pieni di Terremotati.

In attesa di cotanta visibilità mediatica ( nessuna rete, al di là della RAI, ha acquistato i diritti televisivi) e di tanta manna dal cielo, NOI STIAMO PREPARANDO UNA PIOGGIA DI RIFIUTI DA RIVERSARE SULLE DISCARICHE FIGURE DEI NOSTRI AMMINISTRATORI.
RIPRENDIAMOCI LA DIGNITA'.
MEMENTO MORI.

 

 
 
 

Le Monete Locali su "IL CORRIERE DELLA SERA"

Post n°54 pubblicato il 26 Aprile 2009 da Terra_Nostra
 

 

 

Si inizia a parlare a livello nazionale di monete complementari "salva tasche".
Finalmente qualcuno se ne accorge ma la chiosa dell'articolo fa capire che chi l'ha scritto è colluso con il potere economico che oggi ha dimostrato la sua massima espressione di "speculazione".
Come può un giornalista difendere il "sistema" dichiarando che " SE SI DIFFONDERA' AL DI LA' DELLE REALTA' LOCALI E SE ASSUMERA' UN COLORE IDEOLOGICO RISCHIERA' DI ALIMENTARE UN'OSTILITA' AL COMMERCIO E FORME DI PROTEZIONISMO CHE AVRANNO UN IMPATTO NEGATIVO SUI SISTEMI ECONOMICI GIA' ALLECORDE" ?

Ostili al Commercio? Sì, quello globalizzato
Protezionismo? NO, TUTELA DELLE ECONOMIE LOCALI
SISTEMI ECONOMICI ALLE CORDE? QUALI? Quelli dell'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL COMMERCIO?

MASSIMO GAGGI, SEI UN VENDUTO E SERVO DEL TUO PADRONE , NON DI TE STESSO. USA LA TUA TESTA QUANDO SCRIVI.

 
 
 

GENIUS SECULI o GENI DELLA TRUFFA?

Post n°53 pubblicato il 24 Aprile 2009 da Terra_Nostra
 

VIDEO INFORMATIVO sulla più Grande Truffa della Storia Umana.
Una truffa talmente ovvia che non ci accorgiamo di esserne immersi.

 
 
 

GLI ABRUZZESI NON MERITANO TUTTO QUESTO

Post n°52 pubblicato il 22 Aprile 2009 da Terra_Nostra
 

L'Abruzzo "FORTE E GENTILE" deve il suo motto al carattere temprato ed umile del suo popolo, o per meglio dire..DOVEVA.
Oggi di quel popolo non resta memoria se non in qualche antico borgo o qualche comunità non contaminata dalla corruzione estrogena. in Abruzzo, appunto.
Due regioni , Ultra et Citra, di contadini, allevatori, artigiani, emigranti, poeti e scultori. Gentes sacrificata a cercar fortuna all'estero, instancabili lavoratori e grandi risparmiatori. NON RESTA PIU' NULLA.
Gli Abruzzesi, eh già.

"Hanno venduto le terre per far posto al metallo, per camicie pulite al posto di mani callose. Hanno inseguito un progresso rivelato dannoso, il loro animo oramai è corroso.
Hanno confuso l'essenza con l'apparenza, hanno perso memoria del sudore dei padri e dei fasci di spighe che li hanno sfamati. In nome e per cono del vile denaro hanno tradito la fede del fratello ignaro.
Hanno sfamato predoni di sangue, hanno votato persone infamanti.
Hanno imparato a rubare di giorno, rinnegando la madre, il padre ed il nonno.
I loro figli, drogati a morte, non avranno futuro, nè arte nè parte.
Torneranno alle terre da coltivare ma moriranno di fame perchè non sanno scavare.
Madre Natura  li vede e provvede.
Gli scava la fossa e poi li ricopre.
Un'altra botta e poi tutto finisce, quei mattoni innalzati li porti alla morte.
Torna all'ovile abruzzese del cazzo, magna i rostelli e lascia il palazzo.
D'annunzio e Flaiano, Caffè e Silone, staranno pensando che sei proprio un COGLIONE."

 
 
 
 

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