assurdismo

Il nostro agire è puro nel momento in cui non lede e, non facendolo, si riconquista la dignità del sorriso sincero. La guerra è necessaria, ciò che non è indispensabile è la violenza. Combattiamo da tempo ad alta voce o nel rifugio di pensieri che scardinano il sonno e incrinano certezze. Non fatevi confondere dalle apparenti sicurezze. Non sono più gli anni di giochi sinceri, tutti bluffano e diversi gradi di infelicità si sommano a togliere il fiato. Siano le polveri di una centrale per il vezzo di qualche condizionatore in più (quanto era bello sudare in riva al fiume nei pomeriggi di baci e nuotate), o il furto di acqua, siano le invasioni armate dei sedici cilindri, fatto sta che non respiriamo più e molti con noi. Sembrerebbe un’ennesima prova della fortuna degli intrallazzoni, un popolo di sognatori che soffoca in silenzio. Avete mai pensato come debba essere un comizio senza opposizione né consenso? Riavvolgete le VHS con i documentari dei vecchi sermoni politici di regime e togliete ogni altra parola, ogni gesto, ogni movimento alla folla. Date in pasto ai politici la solitudine della colpa, la stessa che scacciano la sera ritardando il sonno, così come l’età, la morte. Non consola minimamente sapere che un giorno finiranno come tutto, perché qualche giorno dopo potrebbe finire anche tutto ciò che abbiamo faticato a costruire. Abbiamo perso il sorriso, la voglia di procreare, la fiducia, la spavalda gioia dei vent’anni. Allora perdiamo anche il respiro e facciamo una netta opposizione per due, tre minuti. Un silenzio globale e impermeabile in sequenza, a turno, tratteniamo il respiro immobili, come siamo agli occhi di chi amministra senza amore. Moriamo per dimostrare che non c’è vita senza condivisione e non c’è ritorno per ogni istante che soffochiamo. Non c’è protesta più veloce e meno invadente. A gruppetti, la testa sarà leggera e cadremo al suolo in leggero anticipo sul resto, come fanno gli alberi delle foreste come i pesci, come tutto ciò che non ha la vergogna di lamentarsi né la paura di scomparire. Chi resta starà molto peggio, perché senza di noi sono inutili.