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LA LUNA E IL FERRO DA STIRO  

Post n°59 pubblicato il 22 Agosto 2007 da atapallina


E Mara stirava, con gli occhi lontani, le gambe un pò gonfiee un fazzoletto profumato di lavanda che non abbandonava mai attorno al collo. Si trattava di un fazzoletto di seta colorata, sul qualeerano disegnate delle farfalle.
Nora aveva sempre stirato fin da quando era una bambina, e sapeva muovere il ferro come un samurai sa fa sibilare la spada, controllando gli umori, rispettando i confini, ingannando le pieghe.
Pilotava il bapore e percorreva i tessuti con la malizia del navigante, che conosce ogni onda, ogni vento e ogni scoglio da evitare. Viaggiava su diversi colori e spessori, domava qualsiasi increspatura e trattava capi pregiati e fazzoletti rattoppati con la stessa grazia di libellula, con la medesima danza da Pesce Persico e con l'identico sguardo di acciaio bollente e serno. Imperturbabile. Come se ogni volta che ripassa a giacche, pantaloni, coperte e tovaglie, per uno strano incantesimo, riuscisse a stirare anche il suo viso, che era sempre uguale.
Lavorava nella stireria dell'Hotel San Giorgio, con l'entrata che dava sul pianerottolo sopra il piazzale e una finestra affacciata sul vicolo strettissimo che portava al lago.
Da quella finestra, Mara ascoltavail brontoliodella strada, i capricci del lago e lo strisciante susseguirsi dei mesi che cambiavagli odori e i colori delle foglie: era convinta di sentirle nascere, sventolare, staccarsi e atterrare.
Le donne che lavoravano con lei parlavano molto e di tutto, muovendo le loro bocche con lo stile della forbice, che può combiare il ritmo ma non il risultato finale. Sapevano di nascite, di morti, di malanni e di corna altrui;ridevano e si commuovevano per quello che accadeva là fuori, in quel mondo che sembrava cosìdistante e inocntrollabile, oltre la finestra della stireria.
Mara parlava solo se interpellata e, anche in quel caso, le sue risposte avevano la durata di un lancio di ssso nel lago. Aveva il rispetto di tutte, era una veterana ed era sempre stata lì, non sparlava di nessuno, aiutava chiunque con un consiglio o facendo il lavoro al suo posto. Mai nessuna linguaa punta di trapano era riuscita a entrare nel mazzo scuro dei suoi pensieri.
Ma con Elena era stato diverso. Lei aveva il dono di una dolecezza inconsapevole, era capace di cadere in errori grossolani che facevano impazzire gli altri e di cancellare tutto quello che aveva combinato a colpi di sorriso.
Un sorriso che ciascuno avrebbe voluto vedere sul volto di un padre, di una madre, di un marto, o di un figlio - di uan qualsiasi ombra che ti viene a dire "Buona notte". Era sinuosae armonica, consapevole di essere un Lavarello, spesso corteggiata e importunata da chi la voleva nel proprio vassoio.
Mara, invece, non aveva fidanzati e non si era mai sposata. I suoi pochi parenti erano ancora in Sardegna, mandavano lettere con parole tenere e tozze, che facevano semprare il suo paese natale sempre più lontano da lei e dalla stireria. Forse, inconsciamente, aveva stirato anche i suoi affetti e i suoi sentimenti, per non avere pieghe fastidiose in cui inciampare. ù
Si era sempre sentita figlia del sughero e della pietra e della terra secca di dov'era nata, ma ogni volta che Elena diceva una delle sue scemenze o che le chiedeva qualcosa, si ricordava di essere anchefatta di mirto, di sale, di vento e di canzoni che fanno tremare la pancia fino alle lacrime: allora si rendeva conto che il suo cuore non era un ferro da stiro, anche se la forma in fondo era simile.
Spesso Elena perdeva la pazienza e cominciava a maledire tutto e tutti, gridando che certe coseproprio non si possono stirare...Ma Mara le rispondeva sempre con delicatezza, senza mancarlke di rispetto:" Elena, soltanto la Luna non si può stirare, e sarebbe sbagliato farlo, perchè lei va bene così...Tutto il resto, però, si può sistemare..."
Quando restavano sole, Elena le volava intorno come una mosca che vuole arrivare a consumarsi le ali a furia di ronzare..."Mara...ma perchè non hai un uomo?Sei una bella donna!E poi tuo marito avrebbe i vestiti meglio stirati di tutto il lago...AH AH AH!"
E anche Mara rideva, senza smetteredi stirare; lasciava che il ventre le si ribaltasse e non metteva troppe righe nel suo sorriso, quasi fosse una cosa che non poteva permettersi.
Rideva e un pco tremava, perchè sentirsi dire da Elena:"Sei una bella donna", era come se il mare le dicesse;"Sei grande."
Durante la guerra aveva stirato le camicie bianche, le camicie nere, le divise italiane e quelle tedesche, talvolta quelle inglesi e quelle americane - tutte in modo impeccabile. Fuoridalla stireria i fucili e i cannoni stropicciavano il mondo, e lei... giù a stirare le cose di tutti.
Più il mondo tossiva e arrancava, più lei diventava precisa. Distante da esso. Severa con ogni piega.
Un sabato di primavera era uscita insieme a un soldato coi gradi. Avevano mangiato un gelato al limone vicino all'attracco dei battelli, si erano baciati all'imbrunine guardando il Mmonte San Primo, ed era stato bello sentirsi un'onda in mano alla tramontana...Poi lui dovette partire dentro un acartina geografica. Rispuntò molti anni dopo con una mazzo di fiori, due bambini e una moglie greca, e Mara fu felice di sapere che non era morto e che si era ricordato di lei passando dal lago.
Aveva conosciuto bravi uomini dentro epoche disperatae e tanti imbecilli che non dsi meritavano nessun tempo. Aveva girato il mondo rimandendo nello stesso posto, stirando indumenti venuti da altrove. Aveva cancellato l'odio togliendo le pieghe allo scheletro impazzito di un trancio di storia.
SOLTANTO LA LUNA NON SI PUò STIRARE, TUTTO IL RESTO SI PUò SISTEMARE.
Forse non aveva mai amato nessuno veramente. Ma più di una vollta aveva pregato per Rlena, percheè avesse un marito che la meritasse. Perchè continuasse a sorridere in quel modo. Sempre.
Nel giorno del suo compleanno, mentre giungeva una sera di ottobre, Elena chiese a Mara di non dire nulla a nessuno: sarebbe scesa alla riva a fumare una sigaretta e a incontrare un ragazzo che lavorava sui battelli. Mara non concesse il sorriso alla bocca, ma se lo lasciò rubare dagli occhi.
Elena fumava e guardava il lago:la pelle della notte era pronta da toccare;l'orizzonte, una giacca aperta;la montagna, un gigante senza naso; e il mondo, una nuvola senza peso.
Appoggiò la testa al muro e socchiuse gli occhi, annusò l'autunno che viene a reclamare tutto quello che gli aspetta, pensò a quanto chiedeva a Mara:"Perchè non ti sposi?", e l'altra rispondeva:"Chiedilo ai pesci...!"allora lei ribatteva:"Ma i pesci non parlano!" , e Mara senza scomporsi diceva che non era colpa sua se i pesci non parlavano. Comunque, anche se uno non parla, mica vuol dire che non sa.
Ma improvvisamente la vetrata dei suoi pensieri lucidi si fracassò.I pesci, Mara e l'autunno svanirono di colpo, perchè fu presa di forza alle spalle da una sagoma che puzzava di tabacco, di vino e di follia travestita da uomo, con le mani grosse e ruvide come il muro, piena di pretese fisiche che lei non poteca sostenere e neanche proibire.
Cadde a terra, come travolta da una frana ubriaca; la paura non ebbe il tempo di svegliarsi, la non trovò la via per uscire. Le mani di lui nuotavano dentro il suo vestito a righe che voleva solo piacere e non essere aperto come un fico: non era pronta per questa cascata di dita e di bocca e di fiati veloci che sapevano di eccessi e di furia e di spinte. Odore di lago, di foglie di platano sotto la testa, odore di piovra pazza che avvinchia e strappa ogni cosa segreta, odore di assurdo e di solitudine portataalle stelle, naftalina, sudore, flanella, cemento. Un urlo, due urli, tre urli... Come possono queste mani entrare in luoghi così lontani da loro...?Cosa sanno i pesci che io non so...?Come può un inferno di muscoli essere così vicino alla mia vita, alla mia casa, al mio mistero...?
Un monte sopra il mio ventre. Un mulino di braccia sulla mia pelle. Come mai? Come mai accade realmente e proprio a me, in questo istante? Come mai la paura ti lega come un salame e poi ti appende a quello che non capisci...?E adesso cosa succede...?
Come mai un orco così feroce di colpo si ritrae scivolando via, diventando un blocco di neve che crolla dal tetto? Come mai davanti allo sfondo del cielo vedo un corpo di donna con in mano un ferro da stiro?
Mara che nell'ombra ha sferrato il suo colpo...Mara che mi rialza con una forza che neanche immaginavo, che mi sorregge e ripete cose che mi danno la forza di camminare, che mi fanno finalmente piangere enon guardare l'uomo sdraiato per terra...Mara che sa di lavanda come sempre...Che mi lascia tramare...Che mi lascia svenire...
SOLTANTO LA LUNA NON SI PUò STIRARE....TUTTO IL RESTO,però,SI PUò SISTEMARE.
Mara che mi prega di tornare a sorridere come faccio di solito....
M a ora , come i pesci , anceh se non parlo, non vuol dire che non so....


per tutte quelle persone che parlano troppo e a sproposito, per tutte quelle persone che non mi sopportano, per tutte quelle persone....che leggono e continuano a leggere....


PALLOZZA....mara

 
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