SCRIVIAMO

Il silenzio. Già il silenzio. Un valore aggiunto che oggi non si conosce quasi più; non vorrei fare il solito pippone sui giovani, ma queste ultimissime generazioni non sentono il bisogno di luoghi silenziosi.

L'altro giorno al seminario di reiki, il relatore ci ha raccontato di quando è stato chiamato da Dio mentre era in chiesa: cinque ore in estasi chiuso là dentro.

E si è fatto prete, per cinque lunghi anni al servizio di una istituzione dalla quale si è poi allontanato.

Saverio ci ha raccontato di quanto il silenzio fosse stato il maggior complice nella ricerca di quel talento, di una risposta a quella vocazione che sentiva dentro e che solo per questioni logistiche lo aveva condotto sulla strada sbagliata, che in realtà non corrispondeva alla sua reale ricerca di ciò che voleva essere nella vita.

Adesso penso ci sia proprio riuscito e lo insegna agli altri.

Il silenzio, potrebbe anche essere assenza di comunicazione. Lo so questo termine è alquanto abusato, ma per quanto se ne dica rimane un elemento dell'uomo dal quale non potersi affrancare; e va pure bene così.

Le parole poi, sono un vivaio di possibili equivoci, mascheramenti, per non dire di cazzate megastratogalattiche, con le parole puoi sostenere tutto ed il suo contrario.

E allora, Maria che cazzo vuoi?

Niente, forse riflettere io stessa, nel silenzio del mio blog (mentre chatto con una mia alunna,  ahahahah: silenzio violato dunque, ma invece bene,  fare come loro almeno aiuta a capire come funzionano e ti ci adatti in qualche modo se vuoi stabilire un minimo di contatto).

Perchè l'uomo ha bisogno di contatto con i propri simili, uomo o donna no?

Il che apre un altro eterno contenzioso sul contatto particolare tra uomo e donna, che comunemente chiamiamo amore, ma per carità forse una vita ancora non è basta per comprendene le ragioni e gli effetti.