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Approdano in Sicilia i 'disperati' del Pinar, da gennaio 6.215

Post n°64 pubblicato il 20 Aprile 2009 da permaloso1985

Approdano in Sicilia i 'disperati' del Pinar, da gennaio 6.215
Il governatore Lombardo infuriato per l'assistenza negata
.
© APCOM
Palermo, 20 apr. (Apcom) - Che l'Italia non avesse intenzione di 'accogliere' i migranti soccorsi dalla Pinar s'era capito subito.
Ma che, dopo aver deciso di 'cedere' alle resistenze maltesi per motivi umanitari, sottolineando che ciò non doveva costituire un precedente e dopo aver autorizzato l'approdo sul suolo italiano, a Porto Empedocle, rispettando così la nostrana tradizione di accoglienza e soccorso umanitario, si 'liberasse' così velocemente di persone di cui l'intera Europa seguiva le sorti, nessuno, nello staff del presidente della Regione Siciliana, se lo aspettava.
Non era una festa di benvenuto, quella che la Protezione civile regionale e la Presidenza avevano organizzato, ma un modo per dimostrare a quei disperati che le loro sofferenze erano finite, e far conoscere l'ospitalità siciliana. Nottetempo, infatti, era stata mobilitata la protezione civile, che si è mossa per allestire a tempo di record un maxi tendone pieno di comfort con bagni, docce e servizi sanitari di prima accoglienza e pasti. Per consentire a tutti i media di vedere e far vedere ogni momento dell'arrivo dei migranti è stato anche garantito un collegamento via satellite.
Quando il primo gruppetto di 20 persone è sceso dalla motovedetta della Guardia di finanza, è stato subito accolto nella tensostruttura ed è stato assistito di tutto punto. Gli stranieri hanno potuto indossare abiti puliti, utilizzare veri servizi igienici e lavarsi, dopo la loro terribile esperienza al largo delle coste maltesi e la notte trascorsa sul ponte della nave che li portava a Porto Empedocle. Solo a quel punto, dopo le visite mediche e i primi accertamenti di polizia, i migranti sono stati accompagnati nei centri predisposti dal ministero degli Interni.
Sarà stata forse l'eccessiva presenza di giornalisti e cineoperatori che hanno seguito il primo sbarco, o l'affettuosa accoglienza e le premure degli operatori della protezione civile, a far sì che le autorità di pubblica sicurezza abbiano dovuto prendere alcune iniziative per tutelare "l'ordine pubblico".
Fatto sta che quando gli altri 84 migranti sono arrivati a Porto Empedocle sbarcando dalla nave militare Danaide, non sono stati fatti passare dalla struttura di accoglienza, ma sono stati trasferiti subito al Pian del Lago di Caltanissetta, lasciando senza parole gli astanti.
"Le 84 persone, fra le quali 32 donne - ha raccontato il coordinatore dell'ufficio stampa della presidenza, Gregorio Arena - sono state messe subito sull'autobus e portate via. Siamo riusciti solo a dare loro dei succhi di frutta. Ci hanno detto che i migranti erano stati visitati sulla nave militare...".
Quando il governatore Raffaele Lombardo è stato informato dell'accaduto ha affidato a un comunicato stampa il suo forte disappunto per la scelta del ministero dell'Interno. "Chiedo che agli sventurati che riescono a raggiungere le coste siciliane - ha detto - sia garantito un trattamento che rispetti i parametri minimi di umanità e di civiltà". Due donne, in cattive condizioni di salute, subito dopo aver messo piede a terra sono state trasferite all'ospedale di Agrigento. La procura della città dei templi ha disposto, intanto, l'ispezione cadaverica sul corpo di una donna incinta, per giorni posto su una scialuppa di salvataggio della Pinar dopo essere stato recuperato, per accertarne le cause della morte.
I migranti soccorsi dalla Pinar erano partiti a bordo di due 'carrette' dalla Libia. Dalla stessa zona da dove, da anni, sono salpati centinaia di barconi. Avvistati in difficoltà in acque maltesi, erano stati soccorsi giovedì scorso dai generosi marinai della Pinar che mai si sarebbero sognati di trovarsi poi nel bel mezzo di uno 'scontro' internazionale fra Italia e Malta: non già per fornire assistenza ai migranti, ma per 'accollare' alla controparte l'onere di farlo.
Una storia già vista, cinque anni addietro, con la Cap Anamur, la nave che dopo aver soccorso dei migranti restò 21 giorni in balia del mare e degli umori diplomatici contrapposti, prima di poter far toccare terra a un centinaio di persone. Come con la Cap Anamur, anche in questo caso è stata l'Italia a 'cedere' ai doveri umanitari. Dopo questo ennesimo caso 'diplomatico', la preoccupazione della portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, Laura Boldrini, è che si scoraggino "i mercantili e i pescherecci a prestare soccorso, perché se si arriva a essere bloccati per giorni subendo delle penali e vivendo a bordo delle situazioni veramente difficili - spiega -, è chiaro che questo incide sulla volontà e sulla loro disponibilità quando ci si troverà di nuovo di fronte a un'imbarcazione che ha bisogno di soccorso".
Dall'inizio dell'anno, sono arrivati in Sicilia 6.215 immigrati, altri sono morti durante la traversata. L'estate è alle porte e i flussi non potranno che aumentare: a meno che non entri in funzione, realmente, l'accordo con il leader libico Gheddafi.

 
 
 
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