Che freddo!

Post n°37 pubblicato il 14 Dicembre 2006 da mfelix68
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In inverno fa freddo, certo che sì.

Ma bisogna anche dire che la Norvegia è mediamente lo stato meno freddo della Scandinavia. Le nevicate abbondano da ottobre fino ad aprile, il vento imperversa lungo le coste spazzando tutto, ma non si registrano fenomeni di congelamento totale come in Svezia o Finlandia; il mare ghiaccia meno che altrove, rarissimo il ricorso a rompighiaccio e rari i problemi per la navigazione.

Nulla a confronto del golfo di Botnia, che gela completamente fino a rendere impossibile la navigazione dai porti più settentrionali e difficoltosa anche quella tra Finlandia e Svezia.

Merito della corrente del golfo, ovviamente! Le isole Lofoten, imperdibile paradiso in terra, sono più popolate in inverno che in estate, perché l’acqua del mare non gela, i pesci si concentrano là e i pescatori… anche.

Foto: copiosa nevicata a Oslo, piazza municipio, febbraio 2006

 
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Norvegia a gennaio

Post n°36 pubblicato il 14 Dicembre 2006 da mfelix68
Foto di mfelix68

Piacevolmente torno a scrivere delle mie esperienze di viaggio in Norvegia, cercando di dare spunti ed informazioni per viaggi invernali.

Premesso che non sono mai stato in Norvegia d’inverno, credo poter riportare l’esperienza di altri e primo tra tutti un carissimo amico norvegese nativo di Narvik, residente a Trondheim, che lavora per le Norges Statsbaner, le ferrovie norvegesi.

In foto: ferrovie norvegesi e freddo, stazione di Finse

 
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Savogno e Dasile nemici giurati

Post n°35 pubblicato il 30 Novembre 2006 da mfelix68
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Tra gli abitanti di Savogno e Dasile non è mai corso buon sangue, i primi invidiavano i secondi per l’esposizione migliore, i secondi invidiavano i primi per il sentiero più agevole…

Ci è stato raccontato un fatto raccapricciante che può dare l’idea dell’acredine che separava le due comunità.

In tempi lontanissimi tra gli abitanti di Dasile scoppiò un’epidemia di peste. Quelli di Savogno, anziché aiutare in qualche modo i vicini, proibirono loro il passaggio lungo il sentiero “comodo” costringendoli alla più ripida discesa a fianco della cascata dell’acqua Fraggia e misero addirittura un uomo di guardia al ponte sul torrentello che divide i due paesi.

Si scoprì però che l’uomo di guardia cedeva spesso alle “pressioni” dei cittadini di Dasile ed in cambio di qualche favore (pare anche di qualche gallina) li lasciasse passare, facendo altresì da palo per evitare che fossero notati.

I “saggi” di Savogno decisero di correre ai ripari e dopo aver inviato il guardiano a Dasile con una scusa, fecero convergere al ponte un’intera squadra di guastatori che, armati di picconi, ne distrussero le volta facendolo crollare ed impedendo così anche al loro concittadino traditore il passaggio.

Quelli di Dasile se la presero particolarmente a male, anche perché non era affatto facile guadare il torrente per aggirare il ponte distrutto.

Una notte decisero di vendicarsi e gettarono un sacco pieno di topi infetti dall’altra parte del ponte e per essere certi di generare scompiglio gettarono oltre l’arco distrutto anche alcuni gatti affamati; i gatti cercarono di mangiarsi i topi, quelli fuggirono disordinatamente rifugiandosi in ogni dove.

Fatto sta che pochi giorni dopo anche a Savogno arrivò la peste, se sia stato per colpa di gatti e topi appestati di Dasile non fu mai chiarito, ma la distruzione del ponte era vendicata e il conto era tragicamente pari.

 
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La frana di Piuro

Post n°34 pubblicato il 29 Novembre 2006 da mfelix68
Foto di mfelix68

Piuro era una fiorente località lungo la via Rezia, quella che collega Chiavenna con la Svizzera, famosa per la produzione vinicola e per le prelibatezza dei proodtti dell’industria casearia. Dopo l’anno 1000 era talmente importante da offuscare la stessa Chiavenna ed i suoi commercianti erano famosi in tutta la Lombardia e nei Grigioni.

Ma come accade a volte nelle fiabe, anche la storia di Piuro e dei suoi ricchi cittadini cambiò repentinamente, una notte di fine estate del 1618. Dopo giorni e giorni di piogge incessanti la montagna sopra il paese si sgretolò e scivolò a valle ricoprendo tutto di fango, Piuro fu cancellata in pochi istanti, gli abitanti non si resero nemmeno conto di quanto stava succedendo. E fin qui, la storia.

La leggenda racconta però anche un altro episodio singolare che riguarda l’unico superstite alla tragedia. Il garzone dell’osteria del paese, finito di lavorare, anziché ritirarsi era solito fare una capatina al crotto dell’oste suo padrone, che stava dall’altra parte della valle. Non rubava gran che, spillava qualche tazza di vino e mordicchiava qualche forma di formaggio, per riuscire poi a dar la colpa ai topi. Quella notte la brutta abitudine gli salvò la vita, perché su quel lato della valle il fango non arrivò. Tentò di dare l’allarme correndo a Chiavenna, ma nessuno gli diede ascolto e fu incarcerato per ubriachezza. La mattina successiva constatarono che il ragazzo aveva ragione, anche se lui, alla luce del giorno, non ricordava nulla di ciò che era successo anzi, svegliandosi in prigione, credette di essere stato sorpreso a rubare e confessò tutto.

PS: oggi è possibile osservare alla periferia di Piuro nuova un mozzicone di campanile che spunta sbilenco da quello che sembra il greto di un fiume. E' tutto ciò che rimane dello sfortunato paesello.

 
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Savogno e Dasile, racconti

Post n°33 pubblicato il 29 Novembre 2006 da mfelix68
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Savogno e Dasile, per secoli sentinelle di Piuro, invisibili dal fondovalle e raggiungibili solo attraverso sentieri. In occasione di un’escursione compiuta ormai una decina d’anni fa, abbiamo incontrato uno di quei personaggi che solo in montagna vivono, una specie di troll civilizzato (ma non troppo) che viveva lassù sugli alpeggi e attendeva i visitatori per raccontare le storie e gli aneddoti della sua gente.

Savogno e Dasile sono uno davanti all’altro sul versante rivolto a sud della Val Bregaglia, divisi da uno stretto vallone percorso da un ripido torrente. Dominano dall’alto Chiavenna e più da vicino Piuro, altra località teatro di importanti e tristi eventi.

 
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Narvik

Post n°32 pubblicato il 18 Agosto 2006 da mfelix68
 
Foto di mfelix68

Solo un centinaio di anni fa, Narvik non era altro che un minuscolo villaggio di pescatori. La città deve la sua importanza all’arrivo, all'inizio ‘900 della ferrovia proveniente da Kiruna e da Boden; come tante località nate intorno alle infrastrutture di trasporto, ha una fisionomia particolare, è in pratica un terminal ferroviario e portuale con intorno, o nel mezzo, una città. Non c’è posto da cui non si vedano impianti ferroviari o portuali.

Meta di tutti gli interrailers, è la stazione più a nord raggiungibile con la mitica tessera, è snodo viabilistico importante lungo la E6 ed è base di partenza per il vero nord.

L’unica cosa che può assomigliare ad un centro come lo intendiamo noi è un’area situata proprio lungo la E6 poco a sud della stazione in corrispondenza di un crocevia che collega la parte portuale e residenziale ad ovest della città con la collina che sovrasta Narvik ad est. In quel "centro" si possono trovare banche, ristorantini, negozi vari. C'è anche il totem con le distanze di tutte le principali città del mondo, dove non si può evitare di scattare una foto ricordo.

Poco più a sud, in un’ampia area recentemente recuperata (era uno scalo, ovviamente) è stata realizzata una grande struttura commerciale con annessi servizi vari ed autostazione; la coincidenza tra treni e bus è quindi piuttosto scomoda (un tempo i bus partivano dal piazzale della stazione), ma la struttura è decisamente moderna e funzionale. Questo gigantesco centro commercio/servizi ha spostato il baricentro della vita cittadina ed è facile che mentre le vie sono deserte i corridoi e le piazze coperte della struttura siano strapiene di gente.

L’ostello della gioventù, chiuso sul finire degli anni ’90 il vecchio Nordkalotten, è nella zona ovest della città ed è una bella struttura di casette di legno immerse nel verde presso un grande centro sportivo; è raggiungibile in una ventina di minuti dal centro o dalla stazione.

Da visitare il museo della battaglia, che racconta molto bene lo scontro si svolse all’inizio della seconda guerra mondiale, quando Narvik fu distrutta a cannonate dalla marina tedesca; i Norvegesi, praticamente disarmati, resistettero non poco e riuscirono addirittura ad attirare in un tranello una torpediniera tedesca che finì poi per affondare sulle rive dell’Ofotfjord. Ancora oggi la prua della nave emerge rugginosa dalle tranquille acque del fiordo, a ricordo di quelle tragiche giornate.

Bella anche la vista della città offerta dalla stazione alta della funivia (che parte subito sopra il centro); eccezionale punto di osservazione del sole di mezzanotte e delle aurore boreali. In inverno è anche punto di partenza del complesso sistema di piste da sci che ogni tanto si vedono anche nelle nostre TV.

 
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Il monte Alben

Post n°31 pubblicato il 09 Agosto 2006 da mfelix68
Foto di mfelix68

Il monte Alben è alto quasi 2100 metri e si presenta come una vera e propria montagna dolomitica. Lungo tutto il versante nord, percorso dalla strada Serina-Oltre il Colle-Passo Zambla si sviluppano belle piste di sci di fondo che d'estate sono comode strade per passeggiate. la punta meridionale presenta un'eccezionale falesia su cui sono tracciate innumerevoli vie per la scalata libera, accessibili dal paesino di Cornalba. Le vette, due, una a quota 1900 e l'altra poco distante a quota 2070 si possono raggiungere partendo da diverse località con sentieri più o meno lunghi ed erti.

Il sistema delle piste di fondo/strade per passeggiate ha tre punti di accesso, Ca' di Zocc, appena sopra Serina in località Valpiana, Pian della Palla sopra Oltre il Colle ed il passo Zambla. Per qualche problema, l'inverno scorso non era garantita la continuità per gli sciatori, mentre a piedi si può andare ovumque.

Si tratta di strade con pendenza molto relativa per lo più in mezzo a fitti boschi, distese sotto la bella parete nord dell'Alben ed affacciate sul vallonte di Oltre il Colle con vista sul prospicente monte Arera. Sono adatte anche per anziani o persone in difficoltà e per la varietà dei paesaggi non risultano noiose agli appassionati di trekking.

Le tre località sono servite dai bus SAB della linea Zogno-Passo Zambla che consentono di tornare al punto di partenza anche dopo aver fatto tutto il giro.

Le località sopra citate sono raggiungibili in auto e risultano un po' affollate soprattutto nei fine settimana, ma sono utilmente dotate di punti di ristoro. Al Pian della Palla c'è anche possibilità di fare escursioni a cavallo.

I sentieri per salire all'Alben partono dal passo Zambla, da Oltre il Colle, da Serina e da Cornalba; a parte la prima le altre convergono sopra Cornalba in località malghe dell'Alben e fino a quel punto sono piuttosto facili (un paio d'ore da Oltre il Colle, un'ora e mezza da Serina, altrettanto da Cornalba). Dopo le malghe un bivio consente di raggiungere da un lato cima croce 1900 e dall'altro cima croce 2070 con tratti più ripidi ed impegnativi ma complessivamente brevi (meno di un'ora di cammino). Dalla cima dell'Alben si spazia su un vasto panorama e nei giorni più limpidi si arriva a vedere la pianura bergamasca.

La foto presa dal Pian della Mussa ritrae la parete nord dell'Alben

 
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Il monte Arera

Post n°30 pubblicato il 08 Agosto 2006 da mfelix68
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Come si diceva, uno dei monti che domina Serina è l'Arera. Veramente bello, affaccia su Serina e su Oltre il Colle (passo Zambla) un imponente profilo piramidale; sul versante ovest-nord/ovest è caratterizzato da ampio vallone tutto oltre quota 2000.

Una bella escursione si può programmare partendo dal villaggio Arera (deviazione dalla Provinciale Serina-Passo Zambla dopo Oltre il Colle), salendo a Capanna 2000 su ampia e assolata strada campestre (un'ora e mezza, massimo due). Un tempo una seggiovia consentiva di arrivare al rifugio in pochi minuti ma l'impianto è disattivo da anni.

Da Capanna 2000 parte il cosiddetto "sentiero dei fiori", un bellissimo anello tutto a quota 2000, con qualche dislivello, studiato per avvicinare anche i neofiti alla flora d'alta montagna. Potrete comprare al rifugio un bellissimo libretto che vi guiderà tra essenze e paesaggi e che potrà essere utile come erbario alpino anche in altre località.

Il sentiero dei fiori, non impegnativo, percorre il vallone nord-ovest, attraversa ghiaioni e costeggia laghetti; a metà giro si incontrano alcune malghe utilizzate d'estate per il pascolo d'alpeggio dove si può fare rifornimento d'acqua. Complessivamente per far tutto il giro ci vuol qualche ora (tre o quattro) e molto dipende da quanto tempo si dedica all'osservazione della vegetazione e delle fioriture. Tra l'altro, in alcuni punti si possono ammirare cespi di stelle alpine, rare nella zona.

L'escursione in giornata, da Oltre il Colle a Capanna 2000 più sentiero, è impegnativa perchè lunga, ma è veramente bella. Si può pernottare a Capanna 2000 per prendersela più comoda.

 
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Serina e dintorni

Post n°29 pubblicato il 07 Agosto 2006 da mfelix68
Foto di mfelix68

Serina è un'amena cittadina del versante sud delle Orobie bergamasche, comodamente raggiungibile da Milano (un'ora e mezza senza traffico, anche il doppio il venerdì sera...) e dotata di tutti i comfort che un centro di medie dimensioni può offrire (alberghi, ristoranti, animazione estiva, farmacie, presidio medico). E' l'ideale per le vacanze in famiglia e data la sua non elevata quota sul livello del mare (circa 900 metri), ottima per gli anziani. Offre poche possibilità per passeggiate, ma il centro storico è vitale e ricco di vestigia di un importante passato legato alla Repubblica di Venezia.

I più importanti monti che la circondano sono l'Arera, la più alta cima della zona, l'Alben che incombe sulla cittadina e il monte Zucco. Le prime due sono montagne "vere", superano i 2000 metri (l'Alben di poco...) e hanno belle pareti dolomitiche che dominano e impreziosiscono le belle vallate sottostanti.

 
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Di ritorno

Post n°28 pubblicato il 07 Agosto 2006 da mfelix68
Foto di mfelix68

Eccomi rientrato dalle ferie.

Ho passato tre settimane nella casa dei nonni, a Spezia, e sono letteralmente volate.

Sono di nuovo in ufficio e cercherò di aggiornare i miei racconti di viaggio.

Intanto ecco una foto rubata da CAMPIGLIA.NET con vista su Spezia...

 
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