Oslo-Bergen in treno

Post n°17 pubblicato il 11 Luglio 2006 da mfelix68
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La versione ferroviaria della “divagazione” Oslo-Bergen è per certi versi più interessante. La ferrovia passa più a sud della strada, e attraversa una zona decisamente eccezionale; l’Hardangervidda coi sui 1200 metri di quota si presenta come un altopiano montagnoso paragonabile alle nostre Alpi oltre i 2000-2500 metri (tipo Piani del Nivolet, nel Gran Paradiso). Non c’è vegetazione, solo muschio, e cespuglietti, una distesa di colline glaciali disseminate di massi e laghetti fangosi con cumuli di neve tutto l’anno; l’Hardangervidda nasjonalpark è uno dei più belli della Norvegia.

La stazione di Finse, la più alta della rete norvegese coi suoi 1222 metri, è situata nel nulla più assoluto, in prossimità del Hardanger Jøkulen, una delle cime più elevate della regione (1800 metri). La stazione è un impianto importante sia per la possibilità di incrociare altri treni che per la presenza di un deposito (ed un museo) degli spartineve, molto usati in inverno; intorno alla stazione, non raggiungibile da strade, qualche casetta, un ostello ed un museo dedicato alla ferrovia ed ai lavori per la sua costruzione. Da Finse è possibile raggiungere Myrdal, stazione di partenza della Flåmbanan, attraverso un sentiero lungo quasi 100 Km realizzato recuperando la strada realizzata per l’approvvigionamento dei materiali da costruzione della ferrovia. Il Rallarvegen, “sentiero dei costruttori della ferrovia”, in inglese navvy road, è una comoda strada campestre (con qualche guado…) percorribile a piedi o in montain bike, ricca di spunti naturalistici e di elementi di “archeologia industriale” legati ai cantieri della ferrovia.

È facile, percorrendo la Oslo-Bergen, fare tappa a Finse semplicemente scendendo da un treno e salendo sul successivo; i treni non sono così frequenti e rimane tutto il tempo per rifocillarsi, visitare il museo, percorrere un tratto di rallarvegen e magari prendersi uno scoscio d’acqua  gelata! Tutto questo a Finse, stazione nel nulla dell’Hardangervidda.

 
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E16 verso Bergen: il Sognefjorden

Post n°16 pubblicato il 11 Luglio 2006 da mfelix68
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Una prima possibilità, partendo da Oslo, è un complesso giro nell’Oppland e nel Sogn og Fjordane, con punto di arrivo a Bergen. Bergen è la seconda città della Norvegia ed una delle più belle della Scandinavia; merita da sola almeno una giornata e quindi tra andata e ritorno, la “divagazione” impegnerà come minimo due giorni. Partendo da Oslo si percorre la E16 in direzione nord, attraverso paesaggi prevalentemente boscosi; a metà strada tra Oslo e Bergen si incontra già il Sognefjorden, il più profondo della Norvegia che arriva a oltre 200 Km dalla costa, fino a Øvre Ardal.

Il Sognefjorden, come quasi tutti i fiordi, è molto ramificato e proprio nelle ramificazioni secondarie si nascondono le località più interessanti. La E16 tocca direttamente il borgo di Flåm, al termine dell’Aurlandsfjorden; Flåm non offre molto, un campeggio, qualche casetta rossa un pontile ed una stazione ferroviaria, ma è una delle mete più gettonate della regione, invasa dai turisti che vi arrivano in auto, in treno con la famosa e sfruttatissima Flåmbanan ed in battello da Bergen; non mancano le navi da crociera, Costa comprese…

Varrebbe la pena, avendo tempo, di fermarsi a Flåm per una notte; l’incantevole campeggio offre casette di legno a prezzo convenzionato youth hotel ed è bellissimo rimanere con pochissimi autoctoni la sera sul pontile o nell’unico bar, quando finalmente i battelli se ne sono andati e anche i treni verdi della Flåmbanan hanno smesso di sbarcare frotte di turisti mordi e fuggi. Approfittando della luce del lunghissimo tramonto si potrà percorrere i sentieri del fiordo, risalendo le scoscese pareti dove cascate di acqua gelida si gettano direttamente in mare e dove cespugli di mirtilli crescono a pochi passi dall’acqua salata.

Subito dopo Flåm la E16 tocca lo strettissimo Nærøyfjorden, recentemente inserito nei beni patrimonio dell’umanità Unesco; anche qui varrebbe la pena passare un po’ di tempo, tra l’altro ci sono molti meno turisti

 
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Divagazioni

Post n°15 pubblicato il 11 Luglio 2006 da mfelix68
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Le informazioni che riporterò nei prossimi post riguardano alcune “divagazioni” rispetto al classico viaggio sud-nord attraverso la Norvegia. Se la meta del viaggio è appunto il nord, la via più diretta per raggiungerlo sarebbe la E6 o per ferrovia la Dovrebanan e la Norlandsbanan. Ma se si ha un po’ di tempo, val la pena scegliere alternative alla via diretta, esplorando alcune parti di Norvegia.

 
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Viaggio col Nordpilen

Post n°13 pubblicato il 05 Luglio 2006 da mfelix68
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Finalmente arriva il nostro treno, il Nattåg 94 “Nordpilen”, freccia del nord. È un pesante treno notturno con una quindicina di carrozze letto e cuccette e poche vetture con posti a sedere. Il Nordpilen, in estate, è un treno notturno solo di nome, perché di notte ne vede assai poca; parte alle 17 dalla capitale attraversa mezza Svezia viaggiando verso nord attraverso un tramonto che dura 4 o 5 ore. Solo verso Ånge, dopo le 23, incontra un po’ di buio, ma già verso Vännäs, alle 3 del mattino, incontra i primi bagliori dell’alba, un’alba che durerà altre 3, 4 ore. Verso le 8 supera il circolo polare, linea oltre la quale la notte, in estate, non arriva mai. E i viaggiatori sono comprensibilmente stralunati.

All’arrivo del treno, la stazione si anima, ordinatamente, di viaggiatori multicolori, zaini su è giù dalle strette scalette, vestiti leggeri per chi scende, giacconi pesanti per chi parte, idiomi linguistici di mezz’Europa. Anche noi saliamo, il treno si avvia; ritroviamo l’atmosfera che abbiamo lasciato tre giorni prima, quando siamo arrivati ad Abisko provenienti da Stoccolma.

Nella vecchia carrozza a salone dagli eleganti interni in legno e vellutino blu sonnecchia una parte della clientela tipica dei treni notturni; gente con occhi acquosi di sonno che guardano stralunati i personaggi appena saliti che ostentano espressioni di chi ha dormito bene in un letto vero. Poi ci sono quelli che usano il treno solo per brevi tratte, come noi, saliti a Gällivare o a Kiruna e diretti ad Abisko, Bjorkliden, Riksgransen; facce più sveglie, già abituate alle luci di questa parte di Svezia, incantati a guardare il Tornetrask, il Lapporten, con carte geografiche spaginate e libri e guide turistiche per facilitare il riconoscimento delle varie località.

Le stazioni si susseguono, stesse scene e perditempo; siamo su un espresso notturno internazionale a lunghissima percorrenza e ogni 10-20 minuti ci si ferma per far scendere e salire folle da metropolitana ora di punta. Sarà perché sulla linea del ferro ci sono due treni al giorno ed il Nordpilen è il primo del due.

Il cielo rimane plumbeo, i laghi rispecchiano il grigio delle rocce e delle nuvole, la vegetazione è di un verde cupo, umido, gli alberi sono bassissimi e contorti dalle raffiche di vento; pochi cespugli, tanto muschio e tanti, tantissimi funghi.

 
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Alla stazione di Abisko Turist

Post n°12 pubblicato il 04 Luglio 2006 da mfelix68
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C’è tanta gente, dominano i colori rossi e blu delle giacche a vento, scarponi infangati dovunque, zaini giganteschi posati in ogni angolo; il rumore dell’Abiskojokka, la cascata che scorre a fianco dell’ostello viene coperto da un altro rumore sempre più vicino, è un treno di minerale di ferro che scende da Kiruna a Narvik. In pochi minuti il treno attraversa strombazzando la piccola stazioncina, la possente Dm3 coi suoi 14 assi, 12 dei quali accoppiati 4 a 4 da bielle, ci sfila davanti rombando e trascinandosi 50 carri scricchiolanti carichi ciascuno di 50 tonnellate di ferro puro, appena estratto dalle miniere di Svappavaara o Nattavaara. Lo spettacolo emoziona tutti, anche i non appassionati di treni.

Mentre i carri sfilano, in stazione notiamo tre ragazzine italiane, abbigliate stile “viaggio di diploma”, apparentemente sperse e a disagio nella solitaria località della lapponia svedese.

 
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Cronaca di una vacanza di quasi 10 anni fa, da Abisko alle isole Lofoten

Post n°11 pubblicato il 04 Luglio 2006 da mfelix68
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12 agosto 1997, undicesimo giorno di viaggio: tappa Abisko Turist - Narvik

Mi sveglio col rumore di tramestio di borsette della spesa, quelle che Roberto usa per impacchettare i vestiti nello zaino e che sfrigolano nel silenzio della nostra cameretta di ostello. Sono da poco passate le 8, dalle tende grigie passa un po’ di luce, ma si intuisce che non c’è il sole.

Tempo brutto oggi, meglio così, sarà più sopportabile la partenza.

Piano piano anche gli altri si rianimano e ci si ritrova a far colazione nella cucina comune intorno alle 9.

C’è poca gente, sono già usciti tutti; qualcuno si attarda con una grossa tazza in mano guardando dalle vetrate dell’ostello l’immenso Tornetrask, grigio come le nuvole. Consumiamo il nostro ultimo litro di latte, Andrea arriva dallo spaccio con 4 profumate kanelbulle; ci spiace lasciare Abisko, ci siamo stati bene, ci siamo affezionati, siamo entrati nella “dimensione parallela” Abisko Turist Station.

La stazione ferroviaria, niente più che una casetta rossa a fianco dell’unico binario di linea, è di fronte all’ostello, al di là della strada; il monitor che riporta i dati dei treni in arrivo e partenza, per comodità, non è in stazione, ma alla reception dell’ostello, come se tutti i viaggiatori fossero destinati o provenienti da lì. Grazie a questo accorgimento possiamo controllare l’orario d’arrivo del nostro treno senza neanche metterci le scarpe; e senza neanche metterci le scarpe apprendiamo che il nostro treno, atteso per mezzogiorno, ha un’ora di ritardo.

Bighelloniamo ancora un po’ tra la nostra stanza e la cucina, poi lasciamo la chiave e usciamo, per respirare un po’ d’aria; fuori fa freddo, ci sono 7 gradi, fortunatamente abbiamo le giacche a vento a portata di mano. Ci rifugiamo al Naturum, punto informazioni del parco nazionale, piccolo, bello, ben organizzato, ottimo per chi di natura non sa nulla e comunque interessante anche per gli appassionati. Ultimo giro allo spaccio per comprare qualcosa per il pranzo e qualche scatoletta per le emergenze e la pasta Barilla, sempre presente, ma a prezzi svedesi.

Poi ultimo rito della pesatura dello zaino con la bilancia a molla di fronte all’ostello e ci dirigiamo verso la stazione.

 
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Fuori argomento: una settimana di vacanza

Post n°10 pubblicato il 04 Luglio 2006 da mfelix68
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Ecco conclusa una prima settimanina di vacanza!

Da oggi sono di nuovo in ufficio dopo 10 giorni in montagna, nella bergamasca, precisamente a Serina.

Per tutti i miei affezionati lettori, un post "fuori argomento" (Bergamo non è la Norvegia!!!) con una foto del monte Arera, il più alto della zona.

Prometto di riprendere al più presto i racconti della mia Norvegia.

 
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Ancora sulla Riksveien 17

Post n°9 pubblicato il 14 Giugno 2006 da mfelix68
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Nei mie viaggi, ho percorso in realtà solo un breve tratto della strada atlantica, la Riksveien17, da Trondheim fino a Namsos e poco oltre. Eravamo ospiti di un amico di Trondheim che ci ha scorrazzato per alcuni giorni attraverso il Trondelag.

Quel giorno è stato uno dei più sfigati, partiti per vedere delle sculture rupestri a Steinkjer, abbiamo perso tempo strada facendo tra chioschi di salsicce e sidro di pera e pontili dove sbarcavano e vendevano gamberetti freschissimi...; ma la giornata era tanto infame, con cielo plumbeo e sferzate di pioggia, che non sembrava il caso di prendersela a male.

Al parco rupestre arrivammo tardi e siccome cenavamo a orari norvegesi, 18 in punto, lo abbiamo visto di corsa, sotto il diluvio... Il nostro amico ripeteva spesso In Norvegia ci sono quattro stagioni ogni giorno, ma quel giorno, eccezionalmente, l'estate e la primavera non si fecero vedere!

Ho trovato un bellissimo sito, http://www.rv17.no/ con un sacco di foto della zona e info turistiche dettagliatissime. Mi pare un po' partigiano, promuove molto bene le località della rv17, forse promettendo più di quello che i minuscoli paesetti offrono...

 
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Le strade verso nord, la E6 e altre

Post n°8 pubblicato il 07 Giugno 2006 da mfelix68
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Le strade principali in Norvegia sono chiamate Europavei e portano il suffisso E davanti al numero; le altre strade, tipo le nostre statali, si chiamano Riksvei, strade del regno.

La E6

La strada che corre da nord a sud attraverso tutta la Norvegia è la E6, che ha caratteristiche autostradali fino a Lillehammer, poi si presenta come un’ottima superstrada (con limiti di velocità di 80-90 Km/h) fino a Fauske e diventa poi una strada con standard nostrani, sempre più tortuosa e accidentata man mano che si avvicina al suo capolinea, Kirkenes, al confine con la Russia. è una delle strade “mitiche”, che, al pari della 66 americana, merita di essere percorsa solo per quello che rappresenta; è comunque la via più veloce per raggiungere il nord e tocca le più importanti località oltre Oslo. Lungo i migliaia di Km che separano Oslo da Kirkenes (per Nordkapp bisogna deviare qualche centinaio di Km prima della città di confine) attraversa zone di incantevole bellezza e tocca diversi parchi nazionali, tra i quali il Rondane Nasjonalpark e il Dovrefjell Nasjonalpark tra Oslo e Trondheim, il Saltfjellet Nasjonalpark e il Børgefjell Nasjonalpark prima di Narvik. Parchi a parte, la strada è un’eccezionale finestra sulla Norvegia più selvaggia e offre una completa collezione di tutti i paesaggi norvegesi, le foreste di abeti, i fiordi a strapiombo sul mare, le desertiche distese del Finnmark.

La E16

Se si ha tempo, si può allungare il giro evitando la E6 nel tratto Oslo-Trondheim e dedicando più giornate ad una delle più belle zone delle Norvegia centrale, la zona dei fiordi più famosi e più belli. Da Oslo si può prendere la E16 per Bergen, seconda città della Norvegia che da sola meriterebbe almeno un giorno di visita. Dopo decine di km di foresta, la E16 si affianca al Sognefjord, il più profondo ed uno dei più belli della Norvegia, toccando incantevoli località quali il paesino di Flåm e la valle di Nærøy, inserita nel patrimonio dell’umanità Unesco.

Da Bergen si può proseguire verso nord lungo la E39, attraversando la parte più spettacolare dei fiordi, raggiungendo il famoso Geirangerfjord, altra meraviglia della natura. In questo tratto la strada è piuttosto accidentata e sono frequenti gli attraversamenti di tratti di mare con traghetto (con immaginabili effetti sui tempi di percorrenza e sui costi); da Bergen si arriva a Ålesund, città eccezionale sotto diversi punti di vista e quindi si raggiunge Trondheim attraversando Molde e Christiansund, completando il giro delle “3 regine dei fiordi”. Anche per questa tratta, strada tortuosa e traghetti, ma ancora irripetibili vedute sui fiordi.

Trondheim come Oslo è un passaggio obbligato, qualsiasi direzione si prenda; anche questa città, una delle più antiche della Scandinavia (la cattedrale è dell’anno 1000!) merita almeno un giorno intero di visita.

Riksvei 17

Anche a nord del capoluogo del Trøndelag è possibile una digressione costiera, straordinaria alternativa alla E6; la Riksvei 17, detta anche strada atlantica, da Steinkjer (visitare le sculture rupestri) a Bodø corre, si fa per dire, vicino al mare in un vertiginoso susseguirsi di ponti, traghetti e tante, tante curve! Ma il panorama è emozionante, da togliere il fiato; qui i fiordi sono molto meno marcati, si tratta più che altro di una costa bassa e frastagliatissima affiancata da una miriade di isole. Rare le città (bellissima Rørvik), frequentissime le casette rosse e i villaggi di pescatori. L’insieme è molto selvaggio ed a tratti addirittura poco ospitale per… l’uomo, eccezionale invece per le moltitudini di uccelli marini.

All’altezza di Mo i Rana, che però è nell’entroterra, lungo la E6, si passa il circolo polare artico, segnato su tutte le strade da pietre o ometti sempre di pietra, talvolta con un mappamondo sopra; oltre questa linea dai primi di giugno a metà luglio il sole non tramonta mai!

A nord di Fauske esiste in pratica solo la E6, con tratti particolarmente spettacolari e caratteristiche peculiari: il primo tratto fu scavato da prigionieri russi nella seconda guerra e doveva diventare la nuova ferrovia Fauske-Narvik-Kirkenes, mai completata.

Lofoten e Vesterålen

Un’interessante ed eccezionale alternativa al tratto Fauske-Narvik della E6 può essere una digressione alle isole Lofoten e Vesterålen, veri paradisi terrestri che meriterebbero un’intera vacanza da sole. Si tratta di un complesso arcipelago di erte montagne strapiombanti nel mare, con versanti coperti di neve anche d’estate, disseminate di minuscoli villaggi di pescatori con casette rosse e gialle. Famose per la pesca del merluzzo che viene praticata in inverno e primavera, quando i pesci si concentrano nelle acque intorno alle isole che per un miracolo della corrente del golfo sono un po’ meno ghiacciate che altrove; paradiso degli ornitologi, battutissime dai turisti, conservano comunque dimensioni assolutamente umane. L’unico problema è che sono troppo affascinanti, chi vi sbarca non ne ripartirebbe mai!

Raggiungibili in 4 ore di traghetto da Bodø, sono collegate a Narvik da un sistema di ponti, gallerie sottomarine e traghetti; percorribili in lungo e in largo su strade fino a pochi anni fa non asfaltate che collegano tutte le località ed i minuscoli villaggi dove si alloggià nelle rorbu, casette rosse dei pescatori abbastanza spartane ed affittate a prezzi onesti. I villaggi sono minuscoli, raro trovare più di un negozio e un bar.

Narvik e Tromsø

Narvik è una città senza particolari attrazioni, fatta eccezione per il terminal d’imbarco del minerale di ferro estratto dalla miniere svedesi di Kiruna e Gällivare e per la stazione ferroviaria capolinea della “linea del ferro” Kiruna-Narvik; punto di approdo di tutti gli interrailers che vogliono scrivere sulla tessera il nome della stazione più a nord d’Europa, è importante nodo per bus e traghetti.

La E6 prosegue, ora unica strada verso il nord in territorio norvegese fino a Tromsø, ultima città vera e propria e famosa per le architetture moderne (ponti, chiese) e per essere… l’ultima città “vera e propria” sulla E6.

E poi il nulla!

Dopo Tromsø non si incontra praticamente nulla fino ad Alta. Il paesaggio in questa regione è particolarmente brullo, pur essendo a pochi metri sopra il livello del mare sembra di essere sulle Alpi oltre i 2000; vegetazione scarsa, dominano betulle nane contorte dal vento, ovunque pietre coperte di muschio e funghi dappertutto. Sui versanti in ombra, frequenti i residui di neve anche d’estate.

Da Alta si possono raggiungere Hammerfest e quindi Nordkapp o Kirkenes sul confine russo; verso sud invece, all’interno del Finnmark dove si sovrappongono diversi confini nazionali, si arriva a Kautokeino (e da lì Karesuando sul confine finlandese-svedese) o Karasjok, al confine con la Finlandia, città dei Sami e sede del Samediggi, il parlamento dei Sami. Da visitare il museo dell'artigianato, dell'argenteria e le coltellerie.

 
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Una visita a Oslo

Post n°7 pubblicato il 05 Giugno 2006 da mfelix68
Foto di mfelix68

Oslo non è, a mio avviso, la più affascinante tra le capitali del nord, ma è per tanti versi un interessante specchio della Norvegia e dello spirito norvegese.

È una città molto vivace ed è vissuta in modo estensivo dagli abitanti, che con qualsiasi clima affollano le vie del centro ed i nuovi quartieri “di tendenza” costruiti dove c’era il porto mercantile. Si affaccia su un’ampia baia ed è molto ricca di spazi verdi, alcuni talmente ampi da consentire piacevoli estraniazioni dalla città.

Per i turisti offre molto, ma non moltissimo se paragonata con le altre capitali nordiche; per visitare le cose più importanti servirebbero almeno due giorni, uno da dedicare alla zona centrale e l’altro per i musei. Ecco una mini-guida, sulla traccia delle mie esperienze.

 

La zona centrale

La zona centrale offre molti spunti interessanti, dagli assi commerciali sempre affollati ai nuovi e vecchi quartieri sul porto. Il municipio si affaccia proprio sul mare ed è fiancheggiato da un lato Akershus, la fortezza del 1299 che porta l’antico nome della città e dall’altro da Aker Brygge, vecchia zona mercantile recuperata con architetture avveniristiche, diventata nuovo centro di aggregazione della città.

Alle spalle del municipio si estendono i viali centrali della città (Prinsnes gate), con la stazione ferroviaria ad un’estremità (ideale per informazioni e servizi ai turisti) e il Parlamento (Stortinget) all’altra. Questa parte della città merita a mio avviso almeno un pomeriggio, meglio una giornata intera se si vuol visitare anche il castello; la zona di Aker Brygge è veramente eccezionale anche per i non interessati all’architettura, è un altro modo di intendere la città e la vita in città. Piena di ristoranti e locali di tendenza è sempre affollatissima, anche se angoli di pace tra un canale ed una fontana restituiscono dimensioni umane al complesso.

 

Musei a Bydgøy

Dalla piazza del municipio partono traghetti per diverse isole, dato che Oslo è costruita in parte su un arcipelago. Bydgøy è una penisola di fronte ad Aker Brygge raggiungibile in 15 minuti di battello dal municipio e raccoglie alcuni interessantissimi musei.

Il museo delle navi vichinghe espone alcune imbarcazioni perfettamente conservate che erano state sotterrate presso Gokstad e utilizzate come navi sepolcrali per una famiglia reale. Il museo ricostruisce attraverso una bella collezione di oggetti, tra i quali dei carri, la storia dell’antica civiltà nordica. È sempre molto affollato, ma vale la pena vistarlo; il book shop vende dei simpatici libretti anche in italiano che fanno capire molto più di quello che le didascalie spiegano.

Sempre a Bydgøy c’è l’eccezionale museo delle esplorazioni polari che contiene niente meno che il mitico Fram, la strabiliante nave progettata da Fridtjof Nansen con la quale lo stesso Nansen e Otto Sverdrup tentarono di raggiungere il polo nord; il Fram fu utilizzato anni dopo anche da Roald Amundsen per raggiungere il polo sud. Completamente visitabile, il Fram è un vero gioiello per gli appassionati della materia; l’intero museo è veramente ben fatto ed interessantissimo.

Sempre nelle vicinanze si trova il simpatico Kon Tiki Museum, dedicato all’intraprendente Thor Hejerdal, l’esploratore norvegese che attraversò gli oceani su zattere fatte di papiro legato per dimostrare che gli egiziani avevano colonizzato America e Asia prima degli europei.

Tutti i musei di Bydgøy sono visitabili pagando un unico biglietto o con l’Oslo Pass che comprende anche il traghetto.

 

Edvard Munch e Gustav Vigeland

Un altro “obbligo” di Oslo è il museo di Edvard Munch. L’edificio da solo merita la visita, poi la collezione di opere del famoso pessimista norvegese è vastissima e i vari quadri vengono alternati nel corso degli anni così che è difficile tornando a più riprese vedere sempre le stesse opere; al di là dei soggetti più famosi, la vastissima collezione offre spunti veramente indimenticabili. Purtroppo il museo non è in centro ed è necessario spostarsi col metrò per raggiungerlo.

Anche il Vigeland park è distante dal centro, anche se con una bella scarpinata ci si può arrivare. È una bellissima e vastissima area verde arredata con oltre 200 statue dello scultore Gustav Vigeland, alcune molto famose, tutte piuttosto belle.

 
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