Creato da gianor1 il 07/01/2005
Da qualche parte una farfalla batte le ali e mette in moto un meccanismo irreversibile dalle conseguenze imprevedibili.
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L' idioma peculiare di una nazione, asseriscono gli storici, è il più importante segno distintivo di un popolo. La sua narrazione rammenta le battaglie civili e militari, il sudore e le lacrime, la musica e la poesia, la politica e il letame. Sì, anche il letame, e non soltanto, come i fanatici dell'antipolitica intendono. È questa l'idea fissa che sta alla base del loro modo di governare ora che in Italia detengono le stanze del potere approfittando di una crisi identititaria della nazione, e parlo di tutta la classe politica che siede maldestramente nel nostro Parlamento. La lingua preserva gelosamente il passato, favorisce senso e orgoglio al presente. In essa riconosco le glorie e le miserie degli antenati, i successi e le sconfitte. La lingua unisce, è il collante che fa delle genti un popolo. Per questo oggi una classe dirigente che mira al “divide et impera” la sta meticciando ben coadiuvata da un codazzo di leccapiedi cosidetti intellettuali progressisti, presidenzialisti nella stampa e nelle varie televisioni. Più la lingua sarà equivoca più sarà facile, sostiene il filosofo Onfray in "Teoria della dittatura”, abolire la libertà. Obiettivo al quale si perviene praticando una lingua ibrida, piegata alla velocità dell'oralità e non alla meditazione dello scritto, ricorrendo a codici con doppia valenza, distruggendo lemmi, introducendone altri di lingue straniere e incomprensibili ai più. L'operazione, mi auguro che a nessuno sfugga, è in corso. Ma la democrazia non corre rischi: il dittatore e i suoi caudatari in erba sono soltanto dei domatori di grilli. |
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AFORISMA
L'educazione è una cosa ammirevole,ma è bene ricordare,
di tanto in tanto,che nulla che valga la pena di conoscere
si può insegnare.
Oscar Wilde
PROVERBIO SARDO
Nen bella senza peccu,nen fea senza tractu.
Non c'è una bella senza difetto,nè una brutta senza grazia.
"Il lavoro del maestro è come quello della massaia, bisogna ogni mattina ricominciare da capo: la materia, il concreto sfuggono da tutte le parti, sono un continuo miraggio che dà illusioni di perfezione. Lascio la sera i ragazzi in piena fase di ordine e volontà di sapere - partecipi, infervorati - e li trovo il giorno dopo ricaduti nella freddezza e nell'indifferenza. Per fare studiare i ragazzi volentieri, entusiasmarli, occorre ben altro che adottare un metodo più moderno e intelligente. Si tratta di sfumature, di sfumature rischiose ed emozionanti.Bisogna tener conto in concreto delle contraddizioni, dell'irrazionale e del puro vivente che è in noi. Può educare solo chi sa cosa significa amare".
le lingue, in sé, non sono né belle né brutte, quali che siano i criteri assunti per descriverle: sono, e basta. Sul piano storico, però, il collegamento fra il nostro l’italiano e la bellezza è alla base di un’opinione comune che ricorre da molto tempo fra le persone colte di tutto il mondo. Ecco quello che la classe dirigente contemporanea italiana sta cercando di distruggere per ascarsa preparazione culturale. Speriamo che qualcuno arrivi con l'asso piglia tutto. Buona briscola, quindi! Ciao. Gian
se scorri un giornale o segui un dibattito qualsiasi, il deturpamento della nostra bellissima lingua è evidente, l’invasione di vocaboli inglesi inarrestabile. Addirittura un’abitudine: sciocca, insensata, pretenziosa. Più o meno come farsi un tatuaggio, esibire un orecchino al naso, ostentare jeans pieni di buchi e di strappi. È la moda, purtroppo! Bonora. Gian
si profila così una lingua frammentata che realizza imprecisioni, ambiguità, deformazioni concettuali, e che gioca al ribasso non solo quando si tratta di messaggi privati (di cui ci si potrebbe anche accontentare), ma anche in non pochi altri ambiti: la sua adozione a lingua passe-partout dello scambio verbale ne è ormai l’effetto. Consegue che la dimensione dell’esperienza del pensiero pensato e del dire personale è totalmente evasa da un sapere sempre a disposizione, che di fatto genera anoressie mentali, rigetto della ricerca del sapere nel nome di una sua acquisizione senza sforzo, di una bulimia inerziale. Buondì. Gian