Creato da gianor1 il 07/01/2005
Da qualche parte una farfalla batte le ali e mette in moto un meccanismo irreversibile dalle conseguenze imprevedibili.
 

Messaggi di Novembre 2021

Gratificazione

Post n°1005 pubblicato il 28 Novembre 2021 da gianor1
 

La tata mi ha abbadonato in questa fine di settimana e mi rendo conto che il mobile destinato alle provviste alimentari in sua assenza appare inutile visto che è anche vuoto. Poichè il sabato è il giorno libero dagli impegni scolastici mi reco al supermercato più vicino. Dopo alcuni giri fra i sentieri di bancali e pedane carichi in  grande quantità e scelta di cose materiali, di cibi, di leccornìe, il carrello è completamente ricolmo, certamente anche di cose inutili. Temo il rimprovero della tata quando martedì ritornerà!
Pago e spingo il carrello verso la macchina, quando una ragazza, all' apparenza giovanissima, accanto all' uscita automatica mi ferma tirando il bordo inferiore del cardigan.
“Mi offri qualcosa per la bimba che ha fame”. Mi apostrofa con una immagine di evidente sofferenza mostrandomi qualcosa che sembra un poppatoio macchiato di chissà cosa. Celato da un cencio consunto un batuffolo minuto, paonazzo dal freddo, urlava così forte, tra quelle braccia, che pareva avere incorporato nei piccoli polmoni un diffusore stereofonico.
“Per cortesia qualcosa per questa creatura, muore di fame, senti come piange, tu sei ricco…” Stendendo con grazia la mano e alludendo al carrello strapieno.
 La mia è stata una reazione spontanea e immediata:  apro una confezione di latte prendendone una bottiglia e  l' appoggio tra la bimba e il maglione della mamma lacerato in più parti. E tiro dritto. La ragazza cessa la querula, mentre la piccola continua ad affliggersi.
Tornato al portabagagli, dalla spesa questa volta estraggo fuori da una busta una piccola scodella di carta. Riprendo il pacchetto del latte, lo apro versando una parte nel contenitore ricilabile. Poso il tutto. Faccio pochi passi quando, con la coda dell’occhio, lo vedo scendere ostentando un atteggiamento indifferente ma elegante dal muretto da dove non mi aveva mai perso di vista. Al grosso felino falbo, dai lunghi baffi lucenti, bastano due soli balzi per essere sopra la scodella improvvisata. Mi volto senza fermarmi:
“Certo che ti avevo notato, marpione. Cosa credi”?
Riparto poco dopo. Con un po’ meno di tristezza nel cuore.

Per il breve itinerario musicale di questa settimana  propongo una soluzione leziosa e orecchiabile ma con un andamento sontuosamente arricchito dalla bravura del solista. Il predominio del pianoforte rispetto agli interventi orchestrali mostra la dinamicità della scrittura notistica,  tramite accentuate variazioni di tonalità. La conclusione  appare elegante, intima e sentimentale, ornata da morbidi arabeschi. L' esecuzione permane in una atmosfera sognante  con fantasia amorosa, e si conclude  però, in quieta melodia quasi sottomessa che, lentamente, s'arresta. Buon ascolto


 

 
 
 

Quanti interrogativi!

Post n°1004 pubblicato il 21 Novembre 2021 da gianor1
 

Mi ha sempre incuriosito il fatto che la mia nascita sia avvenuta proprio in questa Isola e i questa Città dove vivo, insieme a due Persone che chiamo mamma e papà. Ho la convinzione  che la vita non sia una casualità e che tutti gli accadimenti posseggano una accezione ben delineata e che ognuno di noi ha una collocazione precisa nelle cose del mondo. Spesso mi sono fatto questa domanda stringente, e mi sono così tanto illuso da poterla allontanare dalla psiche. In effetti, come gli struzzi, mettevo il capo sotto la sabbia  (e come dice la mia collega di filosofia: "Occhio che lo struzzo mette la testa sotto ma fuori in bella vista e ben servito gli rimane il sedere"! (Adoro la saggezza popolare). Oggi quell' esigenza responsiva è molto più impellente. Ho la contezza che la risposta non possa venire dagli altri. perchè le parole non basterebbero a mettermi il cuore in pace. No! Ho sempre messo in subbuglio la mia anima, perchè ogni giorno voglio pormi domande e cercare nuove risposte nella ricerca continua, veleggiando nelle rotte del mondo e trovare sempre nuove meraviglie come dei doni di Dio o in qualsiasi altro modo lo vogliate chiamare, a me piace così anche se non intendo codificarlo in una religione per rispetto verso chi ha un opinione e un credo diverso dal mio.  Da tempo mi domando anche: " E se fosse tutto un sogno"? Beh se è un' illusione tutto si svelerà non cercando di intendere o credere che oramai ho quasi tutto acquisito, e i miei interlocutori liberi di dire la loro. Forse presento un atteggiamento cinico, o forse esagerando nella pratica della libertà ho imparato ad amare quella del prossimo e a far sì, sempre di più, che amare qualcuno non è disgiunto dalla sua libertà, anche di errare, di farsi male fino alle estreme conseguenze. So qual'è il destino dell'altro? Ma se non so nemmeno qual'è il mio. E allora anche ora che scrivo, la domanda si ripresenta e non posso far altro che navigare in questo mare di interrogativi, avendo in cuore una meta ma godendomi ogni onda che accarezza le fiancate della mia vita e le rade che mi accolgono nelle necessità. Vivo nel presente con il passato nel cuore e il futuro sulla punta delle dita.

Il brano che Vi sottopongo all' ascolto manifesta una lettura compositiva intrisa di note cangianti e velocissime che rievocano l'ondeggiamneto d'ali di un uccello. Improvvisamente s' incuneano linee melodiche spaccate silenziosamente che spronano dipinti fantastici quasi magici. Come se il pentagramma si focalizzasse su una visione  onirica costruita da mete sconosciute, forse pericolose e irragiungibili. Il finale riporta ad un ritorno alla realtà delicatissima e separata dalla illusione. Buon ascolto.

 

 
 
 

Gentilezze in volo

Post n°1003 pubblicato il 14 Novembre 2021 da gianor1
 

L' intervento di questa ebdomada è dedicato alla coccinella, meraviglioso coleottero. Propongo  a voi lettrici e lettori la successione reiterata di interpretazioni linguistiche della parola.
Per esempio nelle varie lingue dell' Est Europa, le slave in particolare, la coccinella è detta bubamara! Nel linguaggio dei nostri cugini d' oltralpe è definita: coccinelle. Molto affine alla nostra pronuncia per essere solazzevole. Marienkafer in teutonico o crucco, insomma come volete. La consueta lingua molto rigida, temibile ma altrettanto stupenda! Ladybug o ladybird nelle lingue anglofone che fanno finta di essere lingue diverse. Nel portoghese o lo spagnolo, lingue neo latine, invece, la creatività è maggiore e il risultato è decisamente delicato e armonioso: joaninha e mariquita! Contrastante assai con il tedesco. Se rinvenite la traduzione in altri idiomi di coccinella fatemelo sapere! Che poi la coccinella è un insetto come tutti gli altri, però è simpatica, piace e in fondo non c’è un vero perchè, anche se molti ritengono che il suo breve volo dalle dita di una mano porti fortuna. Personalmente ho una coccinella sulla sacca che mi segue sempre e "un’altra" invece che inseguo da anni e non riesco a prendere e non si vuole posare su mio cuore, però continuo a inseguirla. E mi piace ancora. e in fondo non so il perchè!
A proposito di insetti:
amarezza e umiliazione mi hanno sorpreso e circondato nel momento in cui l'ho allontanata in modo villano, purtroppo non potevo più porre rimedio.
Ad annunciare la fine del periodo estivo era lei, un'eterea libellula. Negli anni trascorsi all'inizio dell'autunno veniva dolcemente verso di me per salutarmi prima di recarsi chissà dove, esibendosi in voli leggeri, danze imprevedibili, coreografie arabescate. Riposava sui calici candidi dei gigli accanto alle buddleje ricoperte da farfalle multicolori, lontano dalle piccole  e predatorie rane e attente alle lucertole in agguato tra il rampicante nel muretto. In questa occasione non presa in considerazione dal mio sguardo, probabilmente ero distratto verso altre visioni, si è rivelata frusciando accanto al mio orecchio. Inconsciamente, ahimè, l'ho scacciata maldestramente. Lei si è allontanata palesemente offesa, con un volo diritto, senza  la solita danza elaborata, proprio per rimarcare l'onta subita. Riuscirò mai a farmi perdonare quando tornerà la prossima primavera?

La proposta musicale di questa settimana che di certo ben conoscete, è il terzo
di quattro quadri che compongono la suite orchestrale di questa composizione.  Lo schema musicale appare lievissimo, quasi fiabesco, e diventa un richiamo non consueto, di realtà fonosimbolica e di grande abilità tecnica in genere eseguita individualmente come solista ma trascritta per vari strumenti. In questo caso la trasposizione notistica è elaborata per un' ottima violinista ben accompagnata dall' orchestra. Buon ascolto.

                                               
Appendice dolente

La mia Cagliari è sotto l' acqua e sono a casa perchè il Liceo dove insegno è stato chiuso. Così in questa situazione mi è venuto in mente che chiunque nella sua adolescenza ha compiuto gli studi classici prima o poi si è domandato: ma queste conoscenze a cosa mi sono servite? Personalmente mi sono sentito rispondere che lo studio del latino e del greco corroba ed adatta le facoltà intellettive e che la conoscenza del tempo pregresso evita di commettere gli stessi errori dei nostri antenati.
In particolare l'Iliade, il perenne copione delle immutabili passioni umane, che una volta letta quella sai praticamente già tutto di quel che è accaduto e di quel che accadrà. Punto. E ritornavo a studiare, poco convinto (forse ero più suggestionabile nei panni di un 007 e un giorno avrei brillantemente evitato un attentato nucleare e poi, soffiando il fumo  sulle mie due dita a mò di pistola, avrei accolto gli applausi mormorando: "Sapete com'è, a 16 anni imparai l'aoristo…"). Sono tutte fandonie, penso malinconico affacciandomi alla finestra e vedo la pioggia che affoga la città. Sere e sere a imparare i versi su Cassandra e le sue profezie inascoltate, poi è bastato che si presentasse come Greta e avesse l'accento svedese e non l'ho riconosciuta. Ci sarebbe ancora tempo per fermare il treno impazzito del clima, ma non ho abbastanza aoristi né ariosti per farcela. Leverò il disturbo galleggiando in un mare di rimpianti e di versioni di greco inzuppate.

 

 
 
 

Quarant' anni

Post n°1002 pubblicato il 07 Novembre 2021 da gianor1
 

D' accordo da un paio di mesi ho compiuto quarant' anni. Probabilmente è la circostanza giusta per programmare una sosta e fare un' analisi, una verifica sugli anni trascorsi. O forse no? Quasi quasi è meglio stendere un velo pietoso, e mettermi ad ascoltare un po' di musica e distrarmi dall' indagine. Ma non posso mi sentirei in colpa e allora giù a bastonarmi.
Se seguissi il concetto filosofico del taoismo non mi troverei nel sentiero giusto, ma di certo starei percorrendo un sentiero.
Ho la contezza che di fronte alla Natura sono poca cosa nonostante la ricerca della conoscenza sia costante, ma non basta.
Sì, è vero sono soddisfatto nel lavoro, nelle relazioni sociali, ma ora mi viene il dubbio: la fine di quel sentiero che ho imboccato darà una risposta esaustiva alle mie domande esistenziali?
Lotto perchè tutte le decisioni non diventino certezze che poi si dissolvano al primo impedimento.
Lascio che mente e cuore si abbandonino alla realtà a volte armoniosa e altre volte rude, ma costantantemente solerte e coscienzioso per non occludere i suoi spazi a tutte le emozioni.
I luoghi e le mete da raggiungere sono molteplici e devo curare la sicurezza per acquisirle. Forse è l' unico tesoro che m' interessi anche se una leggera malinconia accarezza l' anima dipingendo i sogni e ogni prospettiva dei desideri.
Lungo il tragitto qualcosa dovrò abbandonare con dolore, certamente! Ma continuerò a veleggiare senza precludermi luoghi e spazi concreti o sentimentali. Sarà un modo per convivere con la ricerca morale del bene, che mi diventerà amica.
In fondo 40 è solo un espressione numerica che beffa materialmente il corpo, ma arricchisce l' animo da tutte le impressioni, da tutti i sorrisi, dalle coccole ricevute e date, magari dalle parole non dette che lasciano l'amaro in bocca.
Di certo il regalo più bello che ho ricevuto sono i visi che ho incontrato, la mani che mi hanno accolto con una carezza, ma anche quelle che hanno ferito ma tutte hanno creato quel che sono arricchendomi in tutti questi anni.
Ci sarà, però, una nuova alba come tante che ho intravvisto lungo le rotte che ho seguito e nuove avventure faranno parte del mio bagaglio.

La melodia che imbastisce la cucitura narrativa di questa settimana si dirama in modo semplice con una
coerenza cristallina dalla cadenza travolgente. Brano lucente di grande complicazione interpretativa acceso da un'ininterrotta vivacità pentagrammatica. Esaminando la stesura musicale con maggior attenzione si nota il ricorso ad una tecnica esterna alla tradizione musicale della fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo (i penetranti contraccolpi cacofonici conseguenti dall' effetto alternante dei tasti) o di un archetipo fantasioso del Maestro che sfugge alle regole della tonalità pianistica ma segue con competenza la tecnica e lo spettro sonoro della chitarra iberica. Buon ascolto.

 
 
 

Area personale

 







Sono per la salvaguardia del grafema Ch

 

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L'educazione è una cosa ammirevole,ma è bene ricordare,
di tanto in tanto,che nulla che valga la pena di conoscere
si può insegnare.
Oscar Wilde



PROVERBIO SARDO
Nen bella senza peccu,nen fea senza tractu.
Non c'è una bella senza difetto,nè una brutta senza grazia.


"Il lavoro del maestro è come quello della massaia, bisogna ogni mattina ricominciare da capo: la materia, il concreto sfuggono da tutte le parti, sono un continuo miraggio che dà illusioni di perfezione. Lascio la sera i ragazzi in piena fase di ordine e volontà di sapere - partecipi, infervorati - e li trovo il giorno dopo ricaduti nella freddezza e nell'indifferenza. Per fare studiare i ragazzi volentieri, entusiasmarli, occorre ben altro che adottare un metodo più moderno e intelligente. Si tratta di sfumature, di sfumature rischiose ed emozionanti.Bisogna tener conto in concreto delle contraddizioni, dell'irrazionale e del puro vivente che è in noi. Può educare solo chi sa cosa significa amare".

 

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