Acriam solomondi tutto un po' |
GRAZIE AGNESE BELLISSIMOTVB**
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IL MIO GATTONE *__*
GRAZIE AGNESE
GRAZIE AGNESE
Un Sorriso^_****** e
abbraccio per augurarti
una dolce notte tua amica
Agnese Smacketeeeeeee
Franco tvbeneeeeeeeee
GRAZIE AGNESE **
Eccomi in volo fino a te per portarti mille raggi di Sole con
un sorriso speciale dal cuore.... augurandoti un buon
pomeriggio festivo e una splendida nuova settimana..
un abbraccio tua amica Agnese...
Smacketeeeeeeeeeeeeeeeeeee^_****
***
WHITNEY HOUSTON***
L'AMORE MIO SEI TU
Può invadere i pensieri
andare dritto al cuore<3
lasciarti senza parole
l'amore ha mille Stelle
l'amore un Solo Fiore
come Te <3<3<3
l'amore mio sei Tu
l'amore mio Sei<3<3<3
SEI SEMPRE IN ME
Vorrei Venire da..... Te ..... Lassù. perchè
Colui lassù ha voluto cosi.......
Amore mio mi manchi da morire......
io ti penso sempre non posso farne a meno
è più forte di me... non c'è un istante in cui
non senta la tua mancanza Questo Amore
Va Oltre il mare è molto più grande e immenso
più del mare stesso forse dovevamo non tanto
Amarci chissà forse eravamo ancora insieme chissà...
IL MIO CUORE E' IL TUO NOME!!!!
MI MANCHI AMORE MIO<3<3<3
SEI E SARAI PER SEMPRE NEL MIO <3
<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3<3
Elena<3<3<3
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Post n°4885 pubblicato il 14 Giugno 2016 da franco.cerimele
Gli Occhi dell’Anima – Anonimo Due uomini, entrambi gravemente malati, condividevano la stessa stanza d’ospedale. Uno dei due doveva sedersi sul letto un’ora al giorno durante il pomeriggio per espellere delle secrezioni polmonari. Il suo letto si trovava accanto all’unica finestra nella stanza. L’altro uomo, invece, era costretto a trascorrere tutto il suo tempo supino. I due, col passare del tempo, si ritrovavano a parlare per ore. Parlavano delle loro mogli, delle loro famiglie, delle loro case, del loro lavoro, della loro esperienza al servizio militare e dei luoghi dov’erano stati in vacanza. Ogni pomeriggio, quando l’uomo nel letto vicino alla finestra si poteva sedere, passava il tempo a descrivere al suo compagno di stanza tutto ciò che vedeva fuori dalla finestra. L’uomo nell’altro letto cominciò a vivere nient’altro che per questi periodi di un’ora durante i quali il suo mondo si apriva ed arricchiva di tutte le attività e di tutti i colori del mondo esterno. Dalla finestra, la vista dava su di un parco con un bel lago. Le anatre ed i cigni giocavano nell’acqua, mentre i bambini facevano navigare i loro modellini di battelli. I giovani innamorati camminavano a braccetto in mezzo a fiori multicolori e si poteva vedere in lontananza un bel panorama del profilo della città. Mentre l’uomo alla finestra descriveva tutti questi dettagli, l’altro chiudeva gli occhi e immaginava la scena pittoresca. Un caldo pomeriggio, l’uomo alla finestra descrisse una parata che passava lì davanti. Nonostante l’altro uomo non potesse udire l’orchestra, riuscì a vederla con gli occhi della propria immaginazione, talmente il suo compagno la descrisse nei minimi dettagli. I giorni e le settimane passavano. Una mattina, l’infermiera, entrata nella loro stanza per portare l’acqua per il bagno, trovò il corpo senza vita dell’uomo vicino alla finestra, serenamente morto nel sonno. Rattristata, chiamò gli addetti della camera mortuaria affinché venissero a ritirare il corpo. Non appena sentì che il momento fosse più appropriato, l’altro uomo chiese se poteva essere spostato in prossimità della finestra. L’infermiera, felice di potergli accordare questo piccolo favore, si assicurò del suo comfort e lo lasciò solo. Lentamente l’uomo si sollevò un poco, appoggiandosi su di un sostegno, per gettare un primo colpo d’occhio all’esterno. Si allungò per girarsi lentamente verso la finestra vicina al letto… e tutto ciò che vide fu un muro bianco. L’uomo allora domandò all’infermiera cosa avesse spinto il suo defunto compagno di stanza a descrivergli cose così meravigliose al di là della finestra. L’infermiera gli rispose che quell’ uomo era cieco, e che non poteva nemmeno vedere il muro. E aggiunse: “Forse voleva solamente incoraggiarvi”. Epilogo: L’oggi è un dono, ed è per questo che è chiamato presente. (dal web – traduzione dall’inglese di G. Carro © 2005)
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