Basta poco k c'e vo

Chi Trovi in Palestra?

I maschi si posso classificare in tre macro-categorie. Il figo-che-non-deve-chiedere-mai: muscoli in bella mostra grazie a t-shirt aderenti che coprono a malapena i pettorali, lancia poche ma eloquenti occhiate alle donne. Poi c’è il tipo è il maschio-in-calore-alle-prime-armi. Fa palestra da pochi mesi e con scarsi risultati. I pettorali altrui lo fanno sfigurare e allora gioca il tutto per tutto: ti fissa attraverso l’occhiale appannato accennando sorrisi che sotto sforzo si trasformano in ghigni tipo stitichezza, mostra il pacco (quando c'è da mostrare qualcosa), attacca bottone con le scuse più banali ("serve aiuto?", la più gettonata). Terzo tipo, il cesso ambulante. Ha poche speranze, raramente rinuncia alle t-shirt lunghe-lunghe, ai pantaloncini oltre le ginocchia (visto che il più delle volte ha le gambe storte). E ancora:

Quello con Ipod, palmare e blue tooth. Non è un caso che sia ricoperto di strumenti elettronici: è anche lui un congegno, un’unità produttiva venuta a fare manutenzione - di solito incentrata sul tappeto da running, cioè la corsa sul posto (...molto simbolico, no?)

Quello anzianotto. Soffre quando gli altri gli danno del lei... quei pochi che gli parlano: come i 50enni in discoteca, nessuno vuole essere visto con loro. In genere indossano canottiere lana-fuori cotone-sulla-pelle e mutandoni immondi.

Quello tatuato. Ha alcuni centimetri di pelle libera, della quale si vergogna. Non è molto forzuto, ma fa tutto digrignando i denti, anche la doccia.

E le ragazze? Brutte o belle che siano hanno alcune caratteristiche in comune. Tanto per cominciare il profumo. Le ragazze vengono profumate anche in palestra. Sudano e profumano: un mistero che neanche Piero Angela è riuscito a chiarire. Tra di loro sono tutte sorrisini e abbracci, anche se poi godono sbirciando la cellulite altrui e le tette modello menomale-che-la-pancia-me-le-tiene-su della vicina di armadietto. Infine ci sono quelle che si trattengono di più negli spogliatoi. Entrano con una tuta e ne escono con abiti da sera, tacco 12, make up perfetto guardandosi fieramente intorno per cercare consensi. Nello spogliatoio sembrano poter contare su un acconciatore: i loro capelli sono perfettamente pettinati, alcune sembrano anche aver cambiato colore. E ancora:

Quella con sei maschi attorno. Tra questi, due trainer che ignorano le altre racchiette, inviperite. Riproduce il sempre affascinante fenomeno naturale dell’ape regina. Mentre solleva manubri da 2 kg, la sua canottierina si tende. E anche altre cose nei dintorni.

Quella griffata. Il suo non è un allenamento, ma un defilé. E’ costretta a venire in palestra perché davanti alle vetrine di Dimensione Danza non resiste mai e deve pur mettere tutta quella roba. Poi, per non rovinarla si limita a qualche corsetta.

Quella che mena. Fa i corsi più truci, e raccoglie molte fantasie sessuali dei maschi, che la chiamano "la panterona" e sognano di esserne furiosamente centrifugati. E’ lesbica.

Quella che la prossima tappa per trovare un uomo è Lourdes. E’ un po’ un disastrino, ma ha avuto una buona idea: il microclima della palestra fa sى che spiri un incessante ponentino carico di ormoni: se si mette in favore di vento, puٍ raccogliere un naufrago.

Quella che di viso non è un granché ma... Fosse per lei, vivrebbe in palestra, dove con quel body la guardano tutti: purtroppo, là fuori, la gente guarda anche in faccia.