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« Una forma di razzismo al...Un deserto senza amore »

"Il razzismo al contrario" di Chiara Poli

Post n°39 pubblicato il 25 Luglio 2014 da suomifinland1

Il momento è arrivato: bisogna dire le cose come stanno. Senza paura.
Bisogna trattare il delicatissimo tema: "razzismo".
Bisogna smetterla di nascondersi dietro un "politically correct" che di corretto non ha proprio niente.
Perché la fobia del razzismo sta facendo danni. Tanti.
Il razzismo è una brutta cosa.
Prevede che uno o più individui vengano giudicati, a prescindere, sulla base del colore della loro pelle, della loro religione, della loro provenienza, della loro cultura.
Il razzismo è una brutta cosa. Una delle peggiori.
Ma non è trasformandolo in un tabù che lo si combatte.
Anzi.

In parte si tratta di una derivazione politica, in parte di una derivazione culturale.
In entrambi i casi viene esasperato il concetto, per altro corretto, che "razzismo è male". Un concetto sacrosanto che si trasforma nell'arma dei politici e dei politicizzati contro chi si pone delle domande. E quindi, secondo loro, è razzista.
Fatto sta che le cose hanno smesso di avere senso.
Specificare la nazionalità di una persona coinvolta in un incidente o in un crimine è razzismo, non informazione.
Riportare i dati sull'immigrazione è razzismo, non statistica.
Diffondere notizie sul ritorno della tubercolosi a Milano è allarmismo razzista, non vademecum per fare attenzione.
Come siamo arrivati a questo punto?
Come ci siamo trovati a non capire che abbiamo trasformato l'immigrazione in uno status (teoricamente) privilegiato?
Lo sapevate, voi, che gli extracomunitari che hanno lavorato due o tre anni in Italia hanno diritto a un sussidio di disoccupazione pari a 700 euro al mese, dopo che hanno compiuto i 50 anni d'età?
Lo sapevate che io, e molti altri amici che hanno perso il lavoro, pur avendo pagato le tasse per ben più di due o tre anni, non abbiamo diritto ad alcun sussidio di disoccupazione?
Lo sapevate che gli immigrati hanno (giustamente) diritto alle cure gratuite in ospedale, perché essendo "non registrati" non esistono, mentre io una volta sono finita al Pronto Soccorso con un'emorragia e siccome non avevo con me la tessera sanitaria mi hanno rimandata a casa, per poi farmi tornare?
Lo sapevate che in Italia sono ricomparse malattie che non si vedevano da cinquant'anni, e che sono state portate dagli immigrati, ma i giornali (salvo
sporadici casi) non ne parlano perché per i politici è razzismo?
Lo sapevate che il Sindaco di Roma (il mio amico Vivisettore...) è talmente soddisfatto di come vanno le cose in città, beato lui, che può permettersi di prendere del tempo a dire che "nomadi" è un epiteto razzista (?) e va bandito, sostituendolo con "Rom, Sinti e Camminanti"?
Lo sapevate che la Marina Militare italiana, da anni, passa il tempo a traghettare migranti che non possiamo accogliere - perché non ci sono le risorse, o meglio si trovano sottraendole altrove - a nostre spese?
Lo sapevate che se gli immigrati bruciano i centri d'accoglienza (sono stipati!) e arrostiscono i cani (hanno fame!) va tutto bene?
Ovviamente ho usato un tono provocatorio, così come lo è questo post. Ma non lo sto scrivendo per provocare: lo sto scrivendo per rompere l'omertà che lo circonda e che sembra aver contagiato tutti quelli che conosco.
Ma la sostanza non cambia.
Siamo l'unico Paese al mondo che accoglie immigrati indiscriminatamente (e questo è un bene, siamo più bravi degli altri e non ci piove. Beccatevi questo, popoli "culturalmente avanzati" che sparano ai barconi!).
Ma siamo anche l'unico Paese al mondo in cui lo spettro del razzismo viene usato come arma - politica, legale, culturale.
Il buonsenso direbbe: venite, vi accogliamo volentieri, faremo ciò che possiamo per aiutarvi. E quando le risorse sono finite (avete notato l'incremento del numero di italiani, perlopiù padri di famiglia disoccupati, che sono finiti a vivere in auto e chiedono l'elemosina per strada? Io sì, l'ho notato), ci si ferma un attimo a riflettere.
Se non ho modo (soldi, spazio, risorse) per accoglierti, alla fine ti accolgo male. E tu giustamente ti esasperi e mi bruci i centri d'accoglienza. Così posso accogliere ancora meno persone.
E' il classico circolo vizioso.
E ancora: se un ladro ti entra in casa e tu lo prendi a bastonate, a prescindere dalla sua nazionalità e dall'avere o meno un permesso di soggiorno, questo ti fa causa. E tu paghi.
Non trovate che la LOGICA e il BUONSENSO, di fronte a fatti come questi, latitino a favore di uno sbilanciamento della giustizia?
E' mai possibile che io conosca un sacco di gente che è razzista al contrario? Quando commentano i fatti di cronaca, le news, le affermazioni degli altri sono monotematici: se uno è straniero, è migliore di me; merita il mio aiuto; è per forza una brava persona. Quanto volte avrei voluto chiedere a questa gente quanti immigrati ha accolto in casa sua, visto che vanno integrati, aiutati, invitati.
Ma non lo faccio, altrimenti entriamo nel tunnel del razzismo, che è - ripeto, in caso il concetto vi fosse sfuggito - una brutta cosa. Una cosa SBAGLIATA.
O almeno, lo era.
Perché l'Italia di oggi ha così paura del mondo che la guarda (e vuole sentirsi moralmente superiore a quel mondo, visto che non può farlo da altri punti di vista) che ha creato il razzismo al contrario, cercando di cancellare quello sbagliato.
Non è così che si combattono i pregiudizi.
Io non sono cresciuta in un ambiente razzista, all'epoca mi hanno insegnato a rispettare tutti e tutte le culture. Però mi girano le ovaie, e vorticosamente, se mi danno della razzista perché non credo che l'accoglienza indiscriminata sia una cosa giusta: finisce per diventare comunque razzista. Trasformando gli italiani nei discriminati.
L'emergenza carceri ci costa dignità (e multe salate dalla Comunità Europea). Oltre il 30% dei carcerati sono stranieri. Se scontassero la pena nel loro Paese, l'emergenza carceri sarebbe risolta.
Sono razzista oppure ho pensato a una cosa sensata?
Stando al comune sentire, sono razzista.
Perché l'Italia di oggi ama lo straniero. Brama lo straniero. Vuole lo straniero.
Dimenticando che sono tutti i benvenuti, se possiamo aiutarli, ma che essere straniero non equivale a essere una brava persona.
Non per forza.
Immigrano anche gli spacciatori, i ladri, gli stupratori e gli assassini. Mica solo le brave persone.
Usufruiscono gratuitamente dei servizi pubblici che noi paghiamo (anche quando non abbiamo i soldi per farlo).
Alimentano il mercato del lavoro nero (mentre prendono sussidi di vario genere).
Lo dico solo perché sono razzista?
No, signori miei.
Lo dico perché credo nel buonsenso. Sostengo Save the Children e Emergency. Aiuto come posso.
E credo nelle pari opportunità quando c'è la volontà di integrarsi, di entrare in un sistema che piace e offre una seconda chance.
Ma non credo in quelli che emigrano per colonizzare, sfruttare, isolarsi nella propria cultura.
E succede anche questo. Sotto i miei occhi. Sotto i nostri occhi, tutti i giorni.
Ma non diciamolo, mi raccomando.
Altrimenti diventiamo razzisti...

Questo articolo è stato scritto da Chiara Poli: http://chiarapoli.blogspot.it/2014/04/razzisti-al-contrario.html

 
 
 
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