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Come vengono le idee?
Ebbene: non lo so.
Esistono svariati manuali pieni di sensati suggerimenti del tipo “se volete trovare una soluzione, cercate di capire bene qual è il problema e poi dormiteci sopra”. Ci sono numerosi testi teorici che analizzano lo svilupparsi del processo creativo, ma ricostruendolo a posteriori. E sono state compiute molte ricerche sperimentali su gruppi di individui (c'è chi ha lavorato con gli scimpanzè e chi con i poeti) posti di fronte a un problema qualsiasi: raggiungere un casco di banane collocato troppo in alto, o scrivere una poesia traendo ispirazione da un paesaggio montano.
Già negli anni venti si è teorizzato che il processo creativo si sviluppa attraverso quattro fasi: preparazione (raccolta dei dati, e prima ancora delle necessarie conoscenze tecniche o scientifiche), incubazione (significa prendere confidenza con i dati, non necessariamente pensandoci sopra di continuo), illuminazione (l'improvviso apparire di una soluzione, spesso completamente diversa da tutte quelle considerate in precedenza) e verifica (la formalizzazione definitiva).
Il momento dell'illuminazione ha un nome: insight . E non è un nome appartenente alla terminologia pubblicitaria, ma a quella psicologica e psicanalitica. Rubo la definizione a Hilgard:
L'insight è un'esperienza – quasi sempre piacevole, a volte esaltante – comune a tutti: capita ogni volta che si stabilisce un collegamento che non c'era prima. Capita a chi risolve un indovinello e a chi capisce come funziona un apriscatole complicato, a chi trova una nuova formula matematica e a chi scrive un verso. Probabilmente l'invenzione dell'insalata di spinaci crudi con le arance e la pancetta fritta (piatto delizioso: provare per credere) è frutto di un insight…
Se l'esperienza dell'insight è magica, non mi risulta però che esistano ricette magiche per procurarla. L'insight è una capacità innata, soggetta al processo di maturazione (un ragazzo può risolvere problemi impossibili per un bambino). E' probabile che venga danneggiata da un contesto pedante, convenzionale e conformista o da un atteggiamento rinunciatario, e che venga favorita dall'attitudine a considerare i problemi con elasticità, da un ambiente stimolante, da un atteggiamento attento ma rilassato e fiducioso.
Alcuni ricercatori hanno studiato i rapporti esistenti tra nevrosi e produzione artistica: i pareri in proposito sono controversi, e per quanto mi riguarda vorrei incoraggiarvi a coltivare i vostri tratti nevrotici promettendovi che si trasformeranno in altrettanti motivi di creatività. Anche perché per scrivere un buon testo pubblicitario non è necessario essere Goethe, Proust o Flaubert, e nemmeno pagare i pedaggi psicologici che si possono tributare solo alla Creatività Artistica, quella con le maiuscole.
di Annamaria Testa
Fonte: http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=622
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Inviato da: minsterr999
il 25/03/2009 alle 07:52
Inviato da: lottergs
il 25/03/2009 alle 05:58
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il 25/03/2009 alle 04:55
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il 25/03/2009 alle 03:28
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il 25/03/2009 alle 02:24