Creato da demone_1973 il 30/07/2007
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« "Martina" III

AL DIAVOLO DEI GIRONDINI

Post n°20 pubblicato il 31 Luglio 2007 da demone_1973
 
Foto di demone_1973

Splendido e avvincente romanzo scritto da un carissmo amico che affronta un particolare argomento (il feticismo), che l'ipocrisia, l'ignoranza e il bigottismo dei più, finisce con il relegare se non addirittura con l'oscurare. Invece l'autore ha saputo in maniera magistrale trasmettere le emozioni provate dai feticisti e nel contempo immedesimare il lettore nella suggestione dei luoghi descritti, divenendo quest’ultimi parte integrante del racconto, che è un susseguirsi di emozioni, magiche atmosfere e piacevolissime sensazioni cosi’ fascinose da incuriosire anche coloro i quali di questo mondo ben poco conoscono.

Ne pubblico qui un piccolo estratto.... tanto x render pubblici gli argomenti trattati.......

".........Dapprima mi gettò un'occhiata noncurante, poi allungò le gambe sotto la scrivania, molto lentamente. Aveva abbandonato la lettura e mi fissava. Intravidi per un attimo i piedi scoperti e lo smalto delle unghie, dello stesso colore dei capelli. Fui sopraffatto da un'ondata di calore alle guance. La rossa accavallò di nuovo le gambe e io le rivolsi una specie d'inchino. Mi allontanai senza riuscire a biascicare una parola, incalzato dal suo sorriso (n'ero sicuro adesso, era perfido) e dalla marea che mi montava dentro, inspiegabile. Ho letto da qualche parte di momenti topici nell'esistenza umana, spesso talmente brevi che finiamo per ignorarli totalmente. Dovevo essere incorso in uno di quei momenti proprio lì, davanti alla porta socchiusa. Il primo, almeno, di una vita diversa..........."

"...........Natasha indicò il pavimento di legno con un gesto perentorio. Sapevo di non poter rifiutare, ne andava della mia parola. Ma dentro di me saliva la collera e la vergogna per quella situazione: fino a quel momento era stato un gioco tra me e Natasha, almeno così pensavo. Adesso, invece.  Eccolo lì, il suo sguardo non deve mai sollevarsi più in alto dei miei piedi... La nuova amica sghignazzava.  Non sono di larghe vedute, questi nobiladri.
Se la spassavano, come più non potevano, e non c’erano alternative: dovevo ubbidire. D’altra parte la rossa aveva visto giusto, anch’io avevo invitato una volta Henry e Jérome a guardare Natasha nuda dalla finestra del box. E si erano divertiti da morire. Aveva dei seni bellissimi, Natasha, sembravano davvero pere e mi piacevano. Presi posto sul pavimento, la fronte toccava il legno.  Vuoi vedere come si fa? Natasha cominciò a sciogliere i lacci dei suoi scarponcini e aggiunse:
– Aspetta, aspetta... Mi vengono un paio di buone idee. Andiamo in cucina.
Uscirono dalla stanza, le sentivo parlare a bassa voce, ridere
.........."

 

 
 
 
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