FeDeLe / InFeDeLe : cerchi concentrici e vasi comunicanti. n.1

Post n°1 pubblicato il 23 Febbraio 2013 da ageska

Siamo fermi ancora sul tradizionale argomento di sempre: LUI.

12 dicembre 2012. E qui si parla ancora di LUI.

Oggi nella mia anima batte forte oggi una dicotomia di parole dopo aver letto l'ultimo articolo di Ageska.

Mi suona le seguenti parole in sequenza:

fedele/infedele= amore/sesso=marito/amante=  Ma io Ti Amo !!

Così la mia mente non accetta questo sillogismo perché è IL-LOGICO.

Così la sequenza si inverte creando attriti e contraddizioni che non riesco a risolvere!

Io ancora oggi non capisco il confine fra ciò che è abominevole e ciò che è moralmente lecito per la mia coscienza: per il MIO Tribunale emotivo.

 

Nei miei ricordi immediati impressi con vorticoso slancio, io provo un lungo brivido dentro e fuori di me, che mi fa sentire VIVA.

Io avverto amore x LUI, quello senza tempo: eternamente confermabile fino alla fine del tempo.

 

Ma può un AMORE edificare sulle fondamenta di un altro AMORE ( rectius: bene coniugale) ?

 

Difatti, questa SITUAZIONE afferisce ad una dimensione “sporca”, di cui io non ne avvedo tutto il malsano sapore sociale. Anzi, assaporo la sensazioni di piacere che accarezza i miei momenti, intrisi di peccaminosa PUREZZA: si tratta di un abbraccio caldo e rassicurante; di un senso di benessere che coinvolge i miei torpori, di uno slancio estremo verso di LUI, in cui non esiste altro uomo se non LUI !

 

Non mi sovviene proprio invece di riflettere sull’odore di acre umidiccio che emana una relazione “extra”.

( che forte espressione)

Ma allora com’è possibile sanare questo contrasto in me?

 

Adesso devo scendere giù, dentro me, e capire cosa è accaduto nella mia vita, partendo da LONTANO, dal senso lessicale dei termini.

Prima ancora di poter indugiare ancora su questa mia “prima” dimensione di Infedele INNAMORATA, io ho un nodo emotivo che parte infatti da lontano.

 

Mi spiego.

Avverto una grossa spaccatura fra un lontano IERI ed OGGI, nel mio sguardo a ritroso.

Tendo sempre ad EVIDENZIARE che sino a quest’incontro post-matrimoniale IO NON HO MAI TRADITO!

 

In altre parole, pongo come stendardo della mia persona, quasi a voler chiarire la mia genetica ILLIBATEZZA EMOTIVA, questa circostanza: ripetendo  “prima di allora NON HO MAI TRADITO”.

 

Lo ripeto in continuazione. Dunque, pongo nel percorso mio evolutivo un ponte inconscio fra una dimensione di FEDELE ad una di INFEDELE che si è suggellata in quell’incontro.

 

Si, perché non possono certamente definirsi tradimenti atti rivoluzionari di vendetta coniugale!

Io oggi invece annaspo nell’infedeltà più estrema.

 

Ma è veramente così?

No !!

 

Fedeltà / infedeltà: in questa contrapposizione spesso si vuol racchiudere un’intera forma di vita, il modus vivendi di una persona, bipartendo x vuote classificazioni il genere umano in due grande sfere, come buoni/cattivi, santi/diavoli, onesti/disonesti.

 

Invece, la mia breve, ma intensa vita mi ha fatto capire, a mie spese, con sofferenze e affanni, che è deleterio e abominevole voler ricondurre ogni cosa ad una categoria universale immutabile.

La vita è un percorso evolutivo, nell’ambito del quale si cambia infinite volte, sebbene identico rimane il sostrato emotivo di un individuo, cioè il carattere sensoriale: in altre parole, non si può divenire “emotivi” se si nasce “apatici”, oppure “misantropi” se si è nato “espansivo” o “sociale”.

Credo che le emozioni endogene siano fisse; mentre ciò che muta è il modo di rapportarci alla vita, alle cose, agli eventi, alle situazioni: cambia l’atteggiamento, ma l’essenza di noi stessi è sempre la stessa.

 

Indubbiamente, ho voluto marcare una spaccatura fra ieri ed oggi, e più meccanicamente  ho adoperato la bipartizione x categorie che aborro, come evidenziato in premessa.

La mia non è una contraddizione di me stessa, ma la chiara dimostrazione che, sebbene si parli tanto, si elabori, si teorizzi, in fondo nell’intimo NOI siamo spinti a concettualizzare e ad adoperare categorie antitetiche di contrapposizione.

 

Infatti, io ho marcato di non aver mai tradito, forse proprio x evidenziare uno status di “fedeltà” quasi per rappresentare la mia appartenenza, di allora, alla categorie delle “illibate” nello spirito.

Oggi invece io TRADISCO continuamente vivendo un’antitetica dimensione fra ciò che

FACCIO, DICO, VOGLIO, POSSO.

Forse allora in questo slancio di sincerità si realizza un atto di confessione, una dichiarazione di coscienza che si appalesa macchiata, pesante, che vuole liberarsi?

 

Forse è così, perché magari in fondo emerge un malessere nell’anima, per un qualcosa che non ci appartiene più e che vorremmo riacquistare.

 

Ho posto DA SEMPRE alla base della mia esistenza il rispetto x gli altri, l’amore, l’altruismo: non come assioma, ma come sentimento VERO e condiviso da mio punto più profondo.

 

Attribuisco ai legami il senso ETERNO, anche all’amicizia.

Partendo da questo bisogno inconscio e latente  di “riappropriazione di uno status” riconosco la vera essenza di me e allora voglio provare ad adoperarlo per capire le ragioni che mi hanno spinto a scavalcare il selciato  di confine,  quella linea che demarca il fedele dall’infedele, superata la quale è impossibile annullare il salto nel ricordo, come lettera scarlatta sulla memoria.

 

Approfitto di questa apoteosi riflessiva per indagare sulla motivazione di questo salto che lascia una ferita mai più sanata, che duole come il ricordo di un incidente mutilante: MI SONO INNAMORATA MA DA INFEDELE !

Ci Rifletto un attimo.

 
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Infedele/fedele: n. 2

Post n°2 pubblicato il 23 Febbraio 2013 da ageska

Respiriamo un attimo.

Ageska mi dice che per sciogliere il nodo dovrei narrrare a me stessa l'ORIGINE prima del mio primo incontro con il genere maschile.

 

Servirà?

 

Intanto, comunco al mondo che ANCHE OGGI 19 GENNAIO 2013 : "IO LO AMO".

 

 

Ma andiamo indietro nel tempo.

La mia mente corre veloce al 1990: come atto generativo in cui si è determinata la mia essenza di donna, fedele.

Nella mia anima sento che lo start x ricostruire inizia lì.

Allora è da lì che partirò per capire.

 

Il primo amore poi lasciato; come la lunga lista che ne è seguita, ognuna x ragioni diverse, da me lasciato: preciso che “lasciato” o “fattosi lasciare” cambia poco, tranne che in un aspetto.

Infatti “Lasciare deliberatamente” qualcuno al quale si è donato il nostro tempo totale è infatti – senza dubbio-  un atto di infedeltà, il più cruento ed egoista fra tutte le azioni deliberate di “vilipendio umano”.

L’immagine di quell’uomo accasciato a terra, col volto rigato di lacrime, mente Claudio Baglioni cantava dallo spalto centrale alla ribalta del suo concerto...

“ la mia sigaretta brilla rossa………insieme a luci di perifeeeria…dimmi cosa c’è che ci hanno fatto…dimmi cosa c’è che io non hooo….perchè tutto è finito come cenere in un piatto…e quei ragazzi che eravamo noi….non ci sono più…ùù ..ùù”   

Ed io che andavo via… ancor oggi mi fa sentire peggio di un verme e mi schifo al punto da volermi auto-schiaffeggiare: quell’uomo mi dava TUTTO se stesso.

  

Perciò ond’evitare di indagare sul nulla, ragionando per congetture, prendiamo le premesse da un dato incontrovertibile: ciò che è accaduto e perché, rielaborando sensazioni, motori del tutto.

Sensazioni.

 

La sensazione che io avverto di lui è di un peso. Hai presente un pugno sullo stomaco o un nocciolo in gola ? Esattamente identico.

Lui mi dava ogni cosa, ma mi ossessionava delle sue manie.

Nel corso degli anni poi ho capito che OGNI UOMO, tutti, hanno una mania.

 

La sua mania ossessiva era l’estetica ed il fisico, la bellezza e l’opulenza.

Inizialmente era carino avere un ragazzo che ha cura della tua persona, che ti suggerisce come mangiare, come truccarti, cosa indossare.

Ma dopo un po’ ero trasformata in una sua Barbie.

 

Sceglieva il giorno prima, persino cosa avrei dovuto indossare x recarmi ad una festa/incontro/ scuola lo smalto sulle unghie, il colore dei collant, la crema per il viso per l’atmosfera secca, il balsamo più adatto per la pettinatura che avrei fatto.

E’esattamente quello cui sono stata  esposta dall’età di 16 anni-fino a 21.

 

Sceglieva altresì il mio profumo ed abbinava il deodorante, criticando se la fraganza non era abbinata con il bagnoschiuma.

Aveva la mania per i miei capelli, che voleva sempre sciolti e ricci. Se trovava una doppia punta, mi sgridava perché non ne avevo cura.

Ma il problema è che avevo solo 16 anni!

 

Domanda: perché consentivi tutto ciò?

Risposta: per amore? Per sfida?

                                               

Forse era plagio. Lui mi esaltava a dismisura.

A 16 anni ancora non compiuti ero molto più femminile di oggi e sfoggiavo capelli lunghissimi con mille boccoli curatissimi. Sembravo una bomboniera viziatissima.

Ma dopo un po’ quella sua costruzione fantastica su di me, cominciava a molestare la mia anima: non accettavo quell’immagine di me.

 

Lui arrivò a proibirmi: mozzarella, nutella, fritture, carne di maiale, prosciutto…

Dio mio, avevo dimenticato quei momenti angoscianti.

Ma la sera, quando passeggiavamo, io ne ero affascinata: era il mio punto di riferimento, era stato così bravo a creare un legame fondato sul bisogno.

Non camminavo mai da sola, e quando capitava, mi sentivo monca.

 

Ero appagata nei miei bisogni adolescenziali, ma ero vuota negli affetti concreti.

 

Dentro di me si era dipanato un vortice di logorio quotidiano, ove io ero strumento di me stessa, oggetto da custodire come un bene materiale prezioso.

 

 

Ecco risposto: allora la rottura, la violazione del patto avviene x una mancanza?

Tradiamo – fisicamente o moralmente- quando avvertiamo il bisogno di un quid essenziale?

 

Beh, per me ha valore essenziale l’affetto nell’anima.

Quindi, rompo i legami se privi di connivenza affettiva.

 

Infatti, piuttosto che TRADIRE, io immediatamente lasciavo.

Con lui è iniziata la lunga serie di relazioni che ho gettato a mare.

Quindi, NON TRADIVO perché avevo possibilità di RECIDERE, sublimando, come dicevo, il tradimento al patto d’amore.

 

Dunque, il tradimento nasce dal bisogno di un qualcosa che MANCA?

Ma a me NON MANCA PROPRIO NIENTE.

A me ORA  manca solo LUI !!! Quanto lo AMO !

:)

 
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infedele/fedele: n. 3 - atto ultimo

Post n°3 pubblicato il 23 Febbraio 2013 da ageska

Magari per altri si tradisce quando manca:il sesso, la simpatia, i brivido.

 

Io tradisco (cioè rompo un legame) x assenza di EMPATIA SPIRITUALE, di VINCOLO NELL’ANIMA,  x mancanza di SENSO DI APPARTENENZA EMOTIVA.

 

Difatti anche quando ho provato a TRADIRE persino Lui - senza un degno risultato - fallito anche solo sul tentativo o poco più - è stato sempre perchè mi "mancava" qualcosa "dentro": in tal caso la sua LEALTA'.

 

Chiarisco: un discorso a parte invece se "devo" invece rapportarmi a mio marito. In tal caso, infatti, non tradisco; perchè io penso SOLO a LUI, sempre a LUI. Il rapporto coniugale è un'altra cosa.

Ecco che entro in crisi.

Che indegna! Ma con chi? Lui o con mio marito???

Che tragedia....

Ecco la mia irrisolta questione emotiva di sempre!

Mi arrendo qui.

 

Comunque io non posso tradirlo, perchè ho capito che sarebbe inutile:

lo amo troppo !

 

Tornando ai concetti generali, quindi, ho leso SEMPRE x cercare altro, quel qualcosa che manca “dentro” che reputavo essenziale….

E’ forse quell’essenziale simbolo, ciò che chiamiamo amore? E ci affanniamo alla sua ricerca costante?

E’ presto per rispondere. Piano, piano, lentamente arriveremo a trovare la risposta. Ora calma. Ci vuole serenità e apertura mentale.

 

Quindi, IO non nasco fedele e sono diventata INFEDELE?

No.Io sono ciò che sono!

 

Non si appartiene ad una categoria. La categoria non esiste.

 

Quindi io prima della mia relazione “extra” non ho MAI tradito – NON perché fossi FEDELE – ma solo perché avevo la possibilità di BRUCIARE un rapporto, facendolo saltare immediatamente, passando ad altro, liberandomi di quel “qualcuno”: e ciò con un matrimonio non è possibile, senza non creare tragedie emotive.

 

Io quindi sono ciò che ero. E se mi fossi sposata a 16 anni, prima o poi, avrei tradito quel marito, nelle medesime condizioni in cui mi sono poi trovata da coniugata, poco tempo fa.

 

Che brutta verità!!

 

Io che parlo solo di amore e mi erigo a sacerdotessa dell’amore senza tempo, proprio IO di fronte all’amore da “costruire” sono sempre scappata lasciando!

 

Ed ora cosa accade?

 

Nel momento in cui non ho potuto fuggire, perché sposata, mi sono rifugiata in una relazione adulterina, in una relazione infedele, nel tradimento prolungato: perchè mi sono INNAMORATA!!

 

Io che “sopporto, rinuncio, costruisco” soltanto per questo (INFEDELE) AMORE di Lui ?

 

Dio abbi pietà di me.

 

Ma allora sono o non sono attualmente INFEDELE?

Il quesito non ha più stimolo per me.

E' superato da un tema più interessante:

 

IO LO AMO. MI SONO INNAMORATA. IO SONO INNAMORATA.

 

Oggi era proprio bellissimo.

Ma la vicenda è talmente personale che non ci penso proprio a pubblicare il minimo dettaglio.

 

Anche oggi 14 febbraio 2013 io sentenzio senza riserve:

 

TI AMO !

 

Passo e chiudo.

 

Nuovo tema:

" ma lo tradisco se..passo stasera San Valentino con mio marito?!"

 

Vorrei piangere fino a morire ora.

Perdonami Amore.

 

 

 
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