"ARS NULLUM HABET INIMICUM NISI IGNORANTEM"
CORNELIUS de BIE
Un opera d'arte non è un ente intramondano nella rete dei rimandi, ma ente che dischiude un
suo mondo, istituisce un mondo di valori e di significati che provengono dalla materialità fisica
della terra.
M. Heidegger
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Pissarro: "Non abbiate paura della natura: bisogna essere decisi, anche a rischio di restarne delusi".
Camille Pissarro: Inverno a Pontoise 1873
Alfred Sisley: Neve a Louveciennes 1878
Vorrei concludere questa mini carrellata di paesaggi innevati con due quadri di pittori
impressionisti: Camille Pissarro e Alfred Sisley. Pissarro è considerato il fondatore
dell’impressionismo a causa dei tanti consigli che dispensò a giovani talenti. Pur ben accettati
da molti critici, ad esempio da Emile Zola, i suoi paesaggi all’inizio trovarono una fredda
accoglienza nel pubblico; negli anni ‘60 dell’Ottocento, Pissarro divenne una figura di spicco
tra gli impressionisti e fu molto influenzato dal lavoro di altri colleghi (Seurat e Signac) e dagli
studi della luce di Claude Monet. Pittore dalle piccole pennellate, presenti nei suoi paesaggi di
ampi orizzonti e figure umane, negli anni ’70 dell’Ottocento, godette e condivise gli onori
tributati agli impressionisti e l’ammirazione dei post impressionisti. In quegli anni Pissaro
lavorò con Sisley a stretto contatto e adottò una tavolozza più brillante ammorbidendo la
pennellata come avevano fatto già molti impressionisti. Sisley, pittore abituato a dipingere
“en plein air” con Monet, Renoir, Bazille, cercava di catturare gli effetti della luce in uno stile i
cui cromatismi ricordassero uno schizzo, esecuzione accettata all’epoca a fatica. Nel suo
quadro soprastante è ben visibile lo studio degli agenti atmosferici che si traduce in un
cromatismo perfetto del cielo. E’ un artista dai toni delicati, lirici, leggeri e credo che Pissarro
sia rimasto incantato dalla sua tavolozza così armoniosa.
Potrei continuare a proporre molti altri paesaggi innevati di artisti di gran pregio ma
rischierei la noia. Una cosa mi interessa molto: proporre l’arte a livello di espressione
europea, mondiale trovando in essa un linguaggio spirituale, seppur diverso nell’esecuzione e
quindi ancor più interessante, comune agli uomini nel quale gli stessi possano sentirsi
uniti.
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O mio Signore,
Non prendermi per schiavo,
perché ho in me il senso della libertà.
Non cercare di indovinare i miei segreti,
perché ho in me il senso del mistero.
Non costringermi alle carezze,
perché ho in me il senso del pudore.
Non umiliarmi,
perché ho in me i senso della fierezza.
Non abbandonarmi,
perché ho in me il senso della fedeltà.
Sappi amarmi ed io saprò amarti
perché ho in me il senso dell’amicizia.
"Il più piccolo felino è un capolavoro"
(Leonardo Da Vinci)