Creato da Alcestidgl2 il 02/04/2009

CRIS

Il mio incontro con l'arte.

 

S. FRANCESCO D'ASSISI

Post n°501 pubblicato il 04 Ottobre 2012 da Alcestidgl2
 

Giovanni Bellini: Le Stimmate di S. Francesco 1480 - '95

 olio su tavola 120 x 137 cm

New York, Frick Collection

 

S. Francesco è immerso nella Natura rappresentata dettagliatamente , avvolta da una luce

chiara che avvolge e abbraccia ogni cosa. I raggi che causano le stimmate a Francesco non

provengono, come di consueto dal crocifisso - cherubino ma c'è un fiotto di luce, a sinistra

che investe le fronde di un lauro e colpisce l'esilissimo Santo; una luce divina che Francesco

accoglie con una espressione intensa.


Dedicato a mio figlio Francesco

 

 
 
 

THE LAST SUPPER

Post n°500 pubblicato il 03 Ottobre 2012 da Alcestidgl2
 

 

The last supper by David La Chapelle

Gesù circondato da rappers è seduto ad una mensa dove non appare solo vino ma bibite in

lattina  e patatine. Uno spunto per riflettere sulla vacuità della  società attuale alla luce

della immensa figura di Cristo. 

 
 
 

IL MESE DI OTTOBRE

Post n°499 pubblicato il 02 Ottobre 2012 da Alcestidgl2
 

 

Il mese di Ottobre 

dal codice miniato "Tres ricuse heures du Duc de Berry" 1412 - 1416

 

Fratelli Limbourg

Con il mese di ottobre si apre il ciclo invernale ed è il momento in cui si piantano i semi migliori per un buon

raccolto. In armoniosa tranquillità, due contadini , in primo piano, seminano il terreno mentre gazze e corvi

beccano i semi ancora non sigillati dall'operato del contadino a cavallo. In secondo piano, nel terreno già seminato,

è stato piantato uno spaventapasseri per allontanare eventuali disturbatori.Sullo sfondo svetta il  palais du Louvre,

sede della corte di Carlo V agli inizi del '400 .Lo stile cortese dei fratelli Limbourg è  solare e raffinato; ogni

elemento della natura è degno di essere rappresentato ,nella sua essenza, in ogni dettaglio.


 
 
 

GRANDE MADONNA COWPER

Post n°498 pubblicato il 28 Agosto 2012 da Alcestidgl2
 

 

 

 

 

 

 

Raffaello Sanzio  Urbino 6 aprile 1483 - Roma 1520


GRANDE MADONNA COWPER O MADONNA NICCOLINI

1508

olio su tela

80,7 x 57,5 cm

Washington, National Gallery of Art, Andrew Mellon Collection

n° inventario  1937.1.25


Provenienza: 1677, casa Niccolini, Firenze; 1772 comprato da  Joseph Zoffany; 1775 conte George Cowper, Inghilterra; 1928 Andrew W. Mellon Pittsburgh e Washington; 1930, The AW Mellon Educational and Charitable Trust; 1937 donato alla National Gallery of Art,  Washington

Iscrizioni: firmato e datato sulla scollatura: “MDVIII,/ R:V:PIN./” (?)


Il Bambino Gesù, siede sorridente e sopraelevato su un cuscino bianco, sulla coscia della Madre aggrappandosi alla scollatura del corpetto del Suo abito e guarda l’osservatore coinvolgendolo. Maria è rivolta verso sinistra e guarda il Piccolo Gesù con amorevole eleganza e compostezza.

Con la mano sinistra tiene l’abito, con la mano destra poggia sul corpo del Bambino un velo trasparente, elemento spesso usato nella pittura fiorentina del ‘400 e ritrovato ripetutamente nelle tarde opere raffaellesche.  Il cromatismo fresco e leggero vive del contrasto fra i toni rossi, verdi e azzurri dell’abito di Maria, l’incarnato chiaro del Bambino e il bianco del cuscino.

La Grande Madonna Cowper, opera d’impianto grandioso, è forse la più michelangiolesca delle Vergini dipinte da Raffaello e gareggia con le immagini scolpite per gli effetti di risalto plastico. Le due figure viste dal basso, si stagliano contro l’azzurro del cielo distinte  volumetricamente ma nello stesso tempo allacciate con estrema naturalezza dall’intrecciarsi dei gesti e dei moti.

Il dipinto viene citato per la prima volta da Bocchi e Ginelli che lo citano nel 1677 a casa Niccolini in Firenze. Quindi esso si trova nel Palazzo Corsini e nel 1775 entra in possesso del conte Cowper da cui il nome del dipinto. John Zoffany riproduce il quadro nel suo dipinto “La Tribuna degli Uffizi” (1772-1778) nel quale Raffaello tiene il dipinto della Madonna in mano, una probabile allusione all’acquisto da parte del conte Cowper. Nel 1937, il dipinto finì nella collezione Mellon, le cui opere formarono il nucleo del nascente museo di Washington.

Un problema è sempre stato rappresentato dalla firma dell’artista, posta sulla scollatura dell’abito della Vergine che oggi non è più visibile ad occhio nudo. Esami più recenti hanno fatto sorgere il dubbio che la firma sia stata ridipinta nel XIX secolo ma non  è chiaro in quale misura sia presente una firma originale.

Lo stato di conservazione del quadro è ottimo. Nell’ambito della mostra del 1983, il quadro è stato sottoposto a rilievi tecnici: i raggi X hanno dimostrato che Raffaello ha usato poca biacca per l’incarnato rispetto all’esecuzione del cielo e dell’abito di Maria mentre i raggi infrarossi hanno fatto riconoscere alcune modifiche nell’esecuzione pittorica definitiva nella capigliatura di Maria, nel cuscino e nella posizione del Bambino.

In una lettera di raccomandazione di Giovanna Feltria a Pier Soderini, datata 1504 si legge: “..Raffaello, figlio di Giovanni Santi, avendo buono ingegno nel suo esercizio, ha deliberato stare qualche tempo in Fiorenza per imparare”.

Infatti tra la fine del 1504 e il 1508 l’Urbinate trascorre un soggiorno fiorentino  decisamente importante per il suo percorso artistico nel quale è impegnato nell’imitazione dei “moderni”, da modelli quattrocenteschi come Donatello o Luca Della Robbia a Michelangelo e a Leonardo. “Studiò questo eccellentissimo pittore nella città di Firenze le cose vecchie di Masaccio e quelle che vide nei lavori di Lionardo e di Michelagnolo lo feciono attendere maggiormente agli studi e per conseguenza acquistarne miglioramento straordinario all’arte et alla sua maniera”(dalle Vite di G. Vasari). L’imitazione di Raffaello però non è passiva ma dinamica: ingloba nella sua preesistente  formazione artistica, la definizione anatomica dei corpi e dei movimenti  di Michelangelo e l’espressione intensa dei moti dell’animo di Leonardo plasmando via via il suo linguaggio figurativo basato sulla naturalezza e sulla verità.

Sono numerose, negli anni fiorentini immagini isolate delle Vergini con Bambino, che Raffaello presenta con ricchezza di sottili gradazioni affettive e con varie soluzioni dinamiche (Madonna dei Tempi, Madonna del Granduca, Madonna d’Orleans). La Grande Madonna Cowper è datata 1508, anno in cui termina il soggiorno fiorentino di Raffaello, il quale, in questo periodo ha raggiunto grande maturità  artistica. “La struttura delle grandi Madonne fiorentine dalla volumetria espansa debbono essere assimilate a cupole in grado di ruotare lentamente intorno al proprio asse sino a coinvolgere nel loro moto l’universo che le circonda”(Anna Coliva).

 

Cris, nel mio incontro con l'arte

 

 

 

 
 
 

DONNA ALLO SPECCHIO

Post n°497 pubblicato il 22 Agosto 2012 da Alcestidgl2
 
Tag: Tiziano

Tiziano: Donna allo specchio 1512 - 1515

olio su tela

96 x 76 cm

Parigi, Museo del Louvre

Immagine di raffinato incanto sensuale in un gioco di ombre riflesse.

 
 
 

ILLUSIONE PROSPETICA

Post n°496 pubblicato il 08 Luglio 2012 da Alcestidgl2
 

 

 

Coretto di destra sull'arco trionfale dalla cappella degli  Scrovegni a Padova

Giotto 1303 - 1305


   Le pareti della Capella degli Scrovegni, a Padova, sono state affrescate da Giotto in soli

due anni (1303 – 1305) su quattro registri orizzontali: sui muri della navata e sull’arco

trionfale con STORIE DELLA VERGINE al livello più alto, STORIE DI CRISTO nei due due

nastri intermedi, i VIZI e le VIRTU’ NEL BASAMENTO oltre AL GIUDIZIO UNIVERSALE.

Sull’arco trionfale, a livello del registro inferiore con le STORIE DELLA PASSIONE, sono

simmetricamente affrescate due finte architetture, definite cappelle segrete o “coretti”, con

bifore gotiche e volte a crociera da cui pendono due lampadari metallici di forma cilindrica. I

coretti sono privi di figure e quindi soni privi di significato narrativo; servono solamente a

creare uno SPAZIO ILLUSORIO e in essi possiamo ammirare la grande maestria prospettica

di Giotto.    

 

 
 
 

CHE SENSAZIONE IL GIARDINO!

Post n°495 pubblicato il 26 Giugno 2012 da Alcestidgl2
 

 

   

 

Claude Monet: The White - Lily Ponds 1897- 1899

 

 

 

 

A New York, nel Bronx, è stato ricreato il giardino delle ninfee di Claude Monet

Il giardino di Giverny, in Normandia, è stato fedelmente ricostruito all’interno del New

York Botanical Garden in un percorso che vede inoltre la riproduzione della sua casa e di

alcuni dipinti.

 

Sin dalla metà del’700 il giardino “pittoresco” ricreò al suo interno fabbriche

architettoniche che suscitavano nei visitatori sensazioni dal sapore nostalgico ed

esotico al tempo stesso. Mi fa piacere che il giardino trionfi ancor oggi nella sua sacralità e che  la

riproduzione delle opere d’arte di un artista

come Monet, collocate in percorsi didattici , siano in grado di suscitare emozioni

anche se nell’ambito della riproduzione ; d’altra parte le idee, le sensazioni hanno

bisogno di essere concretizzate per essere godute dalla maggior parte delle persone!    

 

 
 
 

DER IRRENDE RITTER

Post n°494 pubblicato il 10 Giugno 2012 da Alcestidgl2
 

 

 

Questo cavaliere roso dalla salsedine, gettato sugli scogli del mare burrascoso della storia,

testimonia un naufragio senza speranza: quello del mondo aristocratico e del medievalismo.

La prima guerra mondiale aveva aperto un vortice storico nel quale era stato inghiottita la

società aristocratica con la sua eleganza, la sua ritualità, i suoi ideali, la sua estetica; un

mondo ormai obsoleto e addirittura grottesco.

 
 
 

QUALE DISATTENZIONE!!!!!!!!

Post n°493 pubblicato il 05 Giugno 2012 da Alcestidgl2
 

 

        

 

  Raccoglifilo  manuale 

utilizzabile anche ai nostri giorni


 

 

 

 

 

 

Stampa fine '700

 

 

La rivisitazione della “Cenerentola” di Gioacchino Rossini, vista da Andrea Andermann per la

regia di Carlo Verdone in onda su Rai 1 il 3 e il 4 giugno, è stata molto gradevole ed

interessante poiché ha messo in scena la versione della famosa fiaba basata sulle fonti

letterarie del “Cendrillon” e dell’”Agatina.” Genere animato alternato a reali ambientazioni

d’epoca nelle magnifiche residenze sabaude, veri patrimoni artistici , validi artisti del bel

canto, una magnifica orchestra,  hanno confezionato un nobilitante prodotto televisivo per

la rete ammiraglia della RAI (ultimamente degradata), fruibile  in Mondovisione. Mi chiedo

allora come sia possibile che in una scena del terzo atto di quest’opera, ambientata in

cucina, regno della dolce Cenerentola,  sia possibile vedere un arcolaio o  anche solo

 un raccoglifilo di legno d’acero al

posto di uno d’epoca (in questo caso seconda metà '700), facilmente reperibile? Sono

disattenzioni molto gravi per

ricostruzioni di ambientazioni  artistiche!!!!!!!!  

 

 
 
 

ASCENSIONE DI CRISTO

Post n°492 pubblicato il 20 Maggio 2012 da Alcestidgl2
 

Melozzo da Forlì 1438 -1494

Cristo Trionfante 1481 - 1483

affresco su tela

Roma, Palazzo del Quirinale

Cristo reso mirabilmente  dall'artista in prospettiva, dal basso, per rendere all'occhio del fruitore il

movimento ascensionale in atto, sale alla destra del Padre contorniato da angeli in un cielo color

lapislazzulo.

 
 
 

MARIA MADDALENA

Post n°491 pubblicato il 19 Maggio 2012 da Alcestidgl2
 

 Giovanni Girolamo Savoldo, Brescia 1480 - 1548: Maria Maddalena

1535 - 1540

olio su tela

89,1x82,4

National Gallery of London

 

Chi è questa misteriosa fanciulla che ci osserva? Guardando il simbolo iconografico  che si

trova alla sua destra, ovvero un unguentario, capiamo che si tratta di Maria Maddalena.

Infatti la Maddalena, con l'unguento prezioso e profumato, avrebbe unto il corpo di Cristo

nella mattina del sabato dopo la  Sua morte.

Il Savoldo artista bergamasco,nel suo percorso artistico, recepisce stimoli culturali diversi:

quelli dettati dalla cultura leonardesca, uno dei quali  il naturalismo e quelli della cultura

artistica

veneta, luce e colore. Questi stimoli sono assemblati nella resa del personaggio di Maria

Maddalena: il chiaroscuro leonardesco e la luce di seta cangiante del manto che la avvolge e

che lascia intravedere lo scorcio rosso del suo abito. Qui la  Maddalena è nella sua

dimensione mondana ma è già avviata verso la sua conversione. Il Savoldo, artista fedele

alla sua matrice lombarda e quindi naturalistica, fu attivo a Venezia che omaggia nel dipinto

con un piccolo sfondo lagunare.

 
 
 

18 MAGGIO: GIORNATA INTERNAZIONALE DEI MUSEI

Post n°490 pubblicato il 18 Maggio 2012 da Alcestidgl2
 

18 Maggio 2012

GIORNATA INTERNAZIONALE DEI MUSEI

 

MAB Per il rilancio del sistema culturale

mercoledì 09 maggio 2012

MAB 
MUSEI ARCHIVI BIBLIOTECHE
PROFESSIONISTI DEL PATRIMONIO CULTURALE

 

Per il rilancio del sistema culturale italiano

 


 La crisi economica e la conseguente riduzione dei finanziamenti stanno mettendo a dura

prova l'esistenza di molte istituzioni culturali, con gravi conseguenze sull’occupazione, sulle

condizioni di lavoro, sul futuro di molti giovani specificamente preparati, ma senza alcuna

possibilità di riconoscimento professionale. Riteniamo tuttavia che il maggior pericolo, oggi,

sia rappresentato dalla crisi di consenso che colpisce la cultura e l'istruzione, considerate

non elementi essenziali e irrinunciabili di una coscienza civica fondata sui valori

dell'approfondimento, dello studio, della dialettica, ma orpelli, spese non indispensabili a cui

poter rinunciare in tempi di ristrettezze.

Dal sito dell'ICOM comitato nazionale italiano

 
 
 

TINTORETTO: VENERE, VULCANO E MARTE

Post n°489 pubblicato il 14 Maggio 2012 da Alcestidgl2
 

Jacopo Robusti detto Tintoretto: Venere, Vulcano e Marte 1550 - 1555

Olio su tela

134 x 198 cm

Monaco Pinacoteca inv. 9257

Nell’ambito della pittura profana, Tintoretto narra storie di dei, in questo caso di Venere,

Vulcano e Marte con ironia, divertimento, quasi come in una messinscena da commedia

dell’arte. Vulcano, avvisato da Apollo, dio del sole, rappresentato dalla brocca sita sul bordo

della finestra, attraverso la quale filtra la sua  luce, che la moglie lo sta tradendo, si precipita

in casa e corre nella sua camera da letto,  resa dal pittore come la stanza di una cortigiana

del’500.  Mentre Vulcano esamina le parti intime della moglie, un cagnolino sta per

sbugiardare l’amante di Venere, Marte, che per sfuggire all’ira dell’anziano Vulcano si è

infilato sotto un tavolo dal quale fuoriesce la testa. Un piccolo Cupido che finge di dormire,

assiste sornione al divertente episodio. Attraverso lo specchio poggiato sul tavolo, possiamo

osservare la schiena di Vulcano e il profilo corporeo della seducente Venere: anche la

pittura, parimenti alla scultura, può rendere la tridimensionalità.

Cris, nel mio incontro con l'arte

 

 

 
 
 

CASTELLO DI NEUSCHWANSTEIN

Post n°488 pubblicato il 13 Maggio 2012 da Alcestidgl2
 

Castello di Neuschwanstein

A Neuschwanstein, fatto costruire da Ludovico II di Baviera nella seconda metà

del''800, permane il concetto di castello

metastorico, svuotato di ogni elemento artistico- storico-letterario per essere

manifestazione dell'inconscio, dell'eccesso estremo, dell'eclettismo universale. 

 

 
 
 

L'AMORE INFINITO DI OGNI MADRE

Post n°487 pubblicato il 12 Maggio 2012 da Alcestidgl2
 

 

 

 

 

Michelangelo Buonarroti:  Pietà

Scultura marmorea

1497 - 1499

174x195x69 cm

Città del Vaticano, Basilica di S. Pietro

Roma

L'amore di una Madre per un Figlio è incommensurabile. 

 
 
 

BUON 1 MAGGIO

Post n°486 pubblicato il 01 Maggio 2012 da Alcestidgl2
 

Juan De Arellano

Santocraz, Madrid 1614 - Madrid 1676

Vaso di fiori in cristallo   1668 

olio su tela

cm 83 x 62    p7921

Arellano, miglior specialista spagnolo del XVII secolo in composizioni di fiori.

Da questa opera emerge la sua grande capacità di ravvivare con straordinario realismo la

natura morta. I fiori ordinati apparentemente alla rinfusa, sono perfettamente identificabili

e differenziati da sembrare appena colti.

Cris (nel mio incontro con l'arte)

 
 
 

BUON COMPLEANNO EUGENE!

Post n°485 pubblicato il 26 Aprile 2012 da Alcestidgl2
 

Eugene Delacroix 26 aprile 1798 - 13 agosto 1863

 

La Libertà che guida il popolo 1831

Olio su tela

cm 260x325

Parigi, Louvre

 

Celebrazione della rivolta parigina del luglio 1830. Nel 1825, Delacroix rese il suo approccio

alla pittura più libero. In questo dipinto del 1831, uno dei suoi capolavori, si intrecciano

elementi figurativi e strutturali classici che si incontrano con un crudo realismo moderno e

con la tipica esuberanza romantica.

 
 
 

LA PRIMAVERA, CRIPTICO DIPINTO DI SANDRO BOTTICELLI

Post n°484 pubblicato il 01 Aprile 2012 da Alcestidgl2
 

Sandro Botticelli (Firenze 1445-1510)

La Primavera 1478

tempera su tavola

cm 203 x 314

Firenze, Galleria degli Uffizi

 

Il famoso dipinto, fu eseguito da Sandro Botticelli nel 1482 su incarico di Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici per la Villa di Castello non lontana da Firenze, appartenente alla famiglia.

I PERSONAGGI: MERCURIO, da sinistra, riconoscibile dai calzari alati,  sembra intento a scacciare delle piccole nubi.

TRE GRAZIE: CASTITA’ di spalle, BELLEZZA e PIACERE.

CUPIDO, dio bendato, sta per scoccare il suo dardo contro CASTITA’.

VENERE: la dea pagana dell’amore e della bellezza ; al centro del dipinto quasi a dividerlo in due.

FLORA: la dea dei fiori, sinonimo di Primavera. Nei suoi tratti molti riconoscono la nobildonna bellissima Simonetta Vespucci, musa ispiratrice di Botticelli e amante di Giuliano de’ Medici. In latino però, Flora era detta Florentia cioè Firenze.

CLORIS: la ninfa che la mitologia vuole sposa di Zefiro al quale non può sfuggire; dalla sua bocca escono fiori, primo passo della sua trasformazione in Flora, dopo l’unione con Zefiro.

ZEFIRO: vento che soffia da ponente e annuncia la Primavera.

Questo dipinto ci rapisce per la sua bellezza ma si presta a molte interpretazioni:

INTERPRETAZIONE1 : Botticelli potrebbe aver avuto l’incarico di celebrare delle nozze, quelle di Lorenzo il Popolano, cugino di Lorenzo il magnifico, con Semiramide Appiano o forse per le nozze di suo fratello Giovanni con Caterina Sforza, figlia del duca di Milano e madre di un bambino che sarebbe diventato una delle glorie di casa Medici.

INTERPRETAZIONE 2: Botticelli potrebbe essersi ispirato ai FASTI di OVIDIO, classico della letteratura latina. Nel libro V dei Fasti, si racconta come Zefiro avesse insidiato e posseduto con violenza Cloris, la quale venne trasformata in Flora, madre dei Fiori. In conformità a questa testimonianza, e sulla base di quanto tramandato da Vasari , la figura centrale della Primavera di Botticelli sarebbe da interpretare come Venere. Il gruppo delle tre figure femminili dono da leggere come le tre Grazie e Botticelli avrebbe aggiunto la figura di  Mercurio e Cupido. Il richiamo ai “Fasti” di Ovidio spiega questo quadro come allegoria della Primavera: infatti, la sequenza dei personaggi significherebbe il RINNOVARSI DELLA NATURA che ogni anno ha il suo agente invisibile nello SPIRITUS MUNDI, impersonato dal vento Zefiro.

INTERPRETAZIONE 3:  Botticelli avrebbe raffigurato il GIARDINO dell’EDEN, in cima alla MONTAGNA del PURGATORIO dove Dante incontra Beatrice, prima di accedere al Paradiso. Un momento di avvenuta PURIFICAZIONE che prelude all’ascesa verso Dio, tema compatibile con le nuove idee neoplatoniche.

Nel 1481, veniva pubblicata una edizione della Commedia pubblicata dal Landino e con le illustrazioni di Baccio Bandini elaborate dal Botticelli. I disegni sono andati perduti ma è possibile individuare una traccia di passione di Beatrice per Dante all’interno della Primavera: la prima figura da destra è da individuare come Lucifero che insidia Eva; la figura coperta di fiori potrebbe essere individuata come Matelda, misteriosa figura femminile che Dante incontra negli ultimi canti del Purgatorio. La figura centrale del quadro diventerebbe Beatrice destinata ad accompagnare Dante a “salire le stelle”. Le tre figure femminili possono essere lette come le tre  Virtù e la figura maschile potrebbe essere Dante che si è purificato nel fiume Ennoè, ora pronto a percorrere l’ultima parte del suo percorso spirituale.

INTERPRETAZIONE 4: una ALLEGORIA POLITICA. Celebrazioni delle vittorie diplomatiche di Lorenzo il Magnifico. All’interno della “Primavera” sono raffigurati 500 tipi di piante diverse ; da una parte c’è un richiamo alla FIORENTINITA’ attraverso il giglio creato da Cloris oppure gli agrumi rotondeggianti che richiamano l’emblema di casa Medici. Protagonista tra le piante è l’ALLORO che richiama il nome di Lorenzo.

INTERPRETAZIONE 5 NEOPLATONISTICA: il neoplatonismo è il protagonista esplicito di una serie di interpretazioni che vedono nella Primavera di Botticelli il richiamo ad un matrimonio, un CONGIUNGIMENTO TRA DUE CONCETTI, MERCURIO, simbolo dell’INTELLETTO e FILOLOGIA simbolo di AMORE per la CONOSCENZA. Si spiegherebbero così alcune simmetrie presenti nel dipinto (leggendo la scena da sinistra verso destra: le braccia di alcuni personaggi sollevate ed abbassate, potrebbero indicare i principi dell’umanesimo che una volta scesi sulla terra sono in grado di compiere una rigenerazione TOTALE della NATURA, la Primavera appunto). Le figure CENTRALI sono femminili perché di PRIMARIA IMPORTANZA nella RIGENERAZIONE sia FISICA sia SPIRITUALE come lascia intravedere lo stato di gravidanza di tutte le figure femminili.

I personaggi non hanno i piedi saldi nel terreno, rivestito da un prato dal sapore evidente di gotico internazionale, perché figure IDEALI e non REALI, Secondo il Neoplatonismo si potrebbe anche vedere:

INTERPRETAZIONE 6 : IL CONCEPIMENTO SENZA UNIONE SESSUALE: un tema centrale per la figura di Maria nel CRISTIANESIMO che trovava un precedente in OVIDIO: GIUNONE, invidiosa di GIOVE riuscito a partorire dal suo capo la figlia Minerva senza ausilio femminile, chiede a FLORA di rimanere incinta senza bisogno dell’elemento maschile.Flora la accontenta e Giunone toccando un fiore particolare, resta incinta pur rimanendo casta (Ovidio scrive:”dummodo casta").La figura centrale sarebbe così GIUNONE, SPOSA di GIOVE e dea della fecondità in procinto di dare alla luce suo figlio Marte.Poiché per i neoplatonici era molto importante legare i miti pagani al Cristianesimo, il personaggio principale potrebbe essere l’ALLEGORIA di MARIA, madre di Gesù, proprio negli anni in cui Sisto IV rilanciava il culto Mariano.

Possiamo fare molteplici interpretazioni di questo dipinto, ovviamente supportate da fonti, ma possiamo anche semplicemente godere della leggiadria di esso, passeggiando per le sale del Palazzo degli Uffizi a Firenze dove è tutt’ora collocato.

 

CRIS, nel mio incontro con l'arte.

 

 

 

 
 
 

ROMANTICISMO NELLA PITTURA SPAGNOLA

Post n°483 pubblicato il 25 Marzo 2012 da Alcestidgl2
 

Federico De Madrazo y Kuntz (Roma 1815 - Madrid 1894

Amalia de Llano y Dotres, contessa di Vilches 1853

Olio su tela

cm 126 x 89

 

Madrazo si distinse nel genere ritrattistico. La contessa ritrattata oltre ad essere contessa

era anche scrittrice ed amica di famiglia del pittore. L’artista ne esalta il giovane e sensuale 

fascino assente negli altri suoi ritratti viceversa molto più sobri. Il gusto francese che si

ispira in questo dipinto  a modelli di Ingres qui coniugati ai canoni della tecnica pittorica di

Velazquez, si manifesta nella composizione elegante e nella grazia del portamento. La luce

avvolge la figura facendo risplendere la trama delle vesti, lo scintillio dei gioielli e le

sfumature della carnagione. La stesura di tratti finissimi, applicati con pennellate precise e

nette, è la prova del superbo virtuosismo tecnico dell’artista.

 

 

 
 
 

TINTORETTO

Post n°482 pubblicato il 04 Marzo 2012 da Alcestidgl2
 

Autoritratto giovanile

Albert and Victoria Museum

(Opera in apertura del percorso della mostra)


 

Si è aperta da pochi giorni la mostra su Jacopo Robusti (Venezia 1519 – Venezia 1594) detto

“Tintoretto” alle Scuderie del Quirinale.  La mostra presenta una raccolta di 40 dipinti  di

grande qualità e  devo dire che a volte, in una mostra, un numero più modesto di opere , meno

dispersivo , aiuta nella comprensione del percorso dell’artista. La mostra si concentra su tre

temi principali: quello religioso, la ritrattistica e quello mitologico.

Nel 1660 Marco Boschini scrive due quartine in onore delle opere di Tintoretto:

 

“Che gran stupor, che cose tremende

che  pensieroni pregni e che fierezze!

Tuto bulega e salta come frezze;

No’ fu visto in virtù cose più orende.

 

Qua se ferma el mercurio, e le montagne

Se fa svolar, per arte e per virtù.

Negromanzia de tal valor mai fu,

Che suga i fiumi e alaga le campagne”.


Quando sono andata alla mostra sono  stata coinvolta e nello stesso tempo spiazzata dalla sua

energia e dinamicità che fuoriesce dalle sue opere delle quali è sommo regista. Nelle sue opere

si ritrovano modelli michelangioleschi e come non pensare ai dipinti di Giulio Romano a

palazzo Te che sicuramente Jacopo aveva visto negli anni ’80 a Mantova ?  Tintoretto

sconvolge il piano orizzontale della tradizionale  iconografia dell’Ultima Cena; colloca  il tavolo

in diagonale in una grandiosità spaziale ed usa pennellate larghe, nervose, quasi da

precursore dell’action painting. Studia attentamente le tonalità della luce e, nel periodo

giovanile disegna ossessivamente figure in diverse pose , disegna molto come un artista

fiorentino. Dedicherò tre post a Tintoretto ma in primis ho voluto esprimere le mie sensazioni

al primo incontro con la sua produzione. DINAMISMO, ENERGIA, SPETTACOLARITA’,

STUDIO DELLA LUCE, PENNELLATE LARGHE E NERVOSE, USO DELLA BIACCA NELLA RESA

DEI CHIAROSCURI, STRAVOLGIMENTO PROSPETTICO sono alcune peculiarità del Robusti ma

posso garantire che dinnanzi alle sue opere, si incontra una personalità prorompente ed

energica che ho avvertito chiaramente.

A presto!

 

 
 
 

 

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O mio Signore,

Non prendermi per schiavo,
perché ho in me il senso della libertà. 

Non cercare di indovinare i miei segreti,
perché ho in me il senso del mistero.

Non costringermi alle carezze,
perché ho in me il senso del pudore.

Non umiliarmi,
perché ho in me i senso della fierezza.

Non abbandonarmi,
perché ho in me il senso della fedeltà.

Sappi amarmi ed io saprò amarti
perché ho in me il senso dell’amicizia.

 

 

 "Il più piccolo felino è un capolavoro"

  (Leonardo Da Vinci) 

 

 

 

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