Creato da righe_di_vita il 01/04/2007

Titoli di coda

Per entrare sotto la pelle, penetrare emozioni con il linguaggio delle immagini adattando le semplici parole!

 

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Peppone e Don Camillo

Post n°97 pubblicato il 08 Agosto 2007 da righe_di_vita
 

C'è frenesia, vociar di donne festanti e uomini che portano lunghi binari in ferro sulle spalle per costruire il grande telone che impegnerà gran parte della piazza nel piccolo paese di montagna.
I villeggianti osservano curiosi l'andirivieni di camion che trasportano le cucine da campo e i tavoli, quelli che si allungano, così si accontenta tanta gente e la pro loco chiuderà in attivo anche quest'anno.
Il parrocco scruta il movimento di autorità comunali e il sindaco stesso che segue con attenzione i preparativi per la grande festa del paese.
Si dividono la cittadinanza e i ferianti le due istituzioni importanti nel paese. Il comune a giunta "rossa" si infervora per accalappiarsi la parte festosa, quella del divertimento a sfondo più che altro politico. E li aspetterà sotto il grande tendone la sera, fra costine di maiale e palchetto dove si ballerà il "liscio".
Il parrocco ricorda a tutti dietro il banco di beneficienza, che ci sarà la funzione con tanto di messa cantata e processione.
Mi diverto ogni anno, in mezzo alla bolgia dei preparativi, a vederli in competizione come nei libri di Guareschi, diventano don Camillo e Peppone.
E' un giorno di sfide, di numeri.
La gente passa indenne e non sa che sono nel mirino dei due contendenti. Parlano in anticipo di presenza da una parte e dall'altra.
Si dividono il piccolo paese quasi come se gli abitanti fossero guerrieri al loro soldo, pronti a massacrarsi uno con l'altro per una fetta di gloria da portare al santo protettore o a Marx.
Le strategia finiscono al tramonto del sabato che precede i festeggiamenti.
Come ogni anno la chiesa sarà affollata di gente, qualsiasi sia la fede politica saranno lì, a pregare e in prima fila il sindaco con la giunta a mani giunte. Forse che loro non abbiano bisogno di pentirsi e chiedere grazia a Dio?
E ci sarà anche Il "Berlinguer" chiamato così perchè, come si evince ,era un grande estimatore dell'uomo politico degli anni di piombo.
Tutti uniti almeno per un paio d'ore fra omelia ed eucarestia.
E poi ancora insieme sotto il grande tendone, tavoli apparecchiati con piatti di carta e bottiglioni di vino.
In fila alla cassa per prenotare agnolotti e braciole, salsicce e bunèt.
E li vedo i due generali d'armata, uno di fianco all'altro che si scambiano cortesia.
-Prima la chiesa!- Dice il sindaco scostandosi a sinistra.
-Non sia mai, prima lo stato- Replica il parrocco sfiorando il colletto come per scacciare il diavolo tentatore.
Dopo i convenevoli eccoli seduti allo stesso tavolo e se la memoria non mi inganna stasera saranno all'apertura delle danze fra mazurche e valzer con il bicchiere di vino alzato soddisfatti per la riuscita della festa.
Nel mio piccolo paese sconosciuto ai più, non conta il colore della bandiera politica.
Forse che il miracolo del patrono stia proprio qui?
Meglio non mi legga Peppone! Oggi è in vantaggio la chiesa per 1 miracolo a 0.

Commenti al Post:
Mariluci17
Mariluci17 il 08/08/07 alle 18:27 via WEB
Mi riportano all'infanzia i tuoi racconti di paese. Però è vero, anche nel mio c'era la gioiosa lotta fra sindaco e parroco per stimolare i paesani. Poi, come nel tuo racconto, mangiava pane e acciughe seduti allo stesso tavolo. Il parroco si lanciava anche nelle danze. heheeh ciao mari
 
Alessia390
Alessia390 il 08/08/07 alle 18:35 via WEB
Non amavo molto la festa del paese perchè mia madre si fissava con i piatti tipici e a me toccava stare mezza giornata in cucina con lei! ^__^ buona serata
 
fast_web65
fast_web65 il 08/08/07 alle 18:41 via WEB
Non ricordo bene i preparativi ecc...ecc..! Però non dimentico che si partiva un gruppo di amici a corteggiare le ragazze del paese vicino , e finiva sempre con botte da orbi!! hehehe ciao
 
PrincipeDistratto
PrincipeDistratto il 08/08/07 alle 22:12 via WEB
Simpatico come sempre il tuo racconto. Peccato che non ho vissuto esperienze di feste paesane. Ho perso un pezzo di folklore che si sta dimenticando! ciao
 
mille_giorni54
mille_giorni54 il 08/08/07 alle 22:58 via WEB
Si stanno perdendo le feste patronali. Un'altra identità di paese che se ne va. Ricordo bene il ballo al "palchetto" come lo chiamano da noi, tutti vestiti con gli abiti della festa che odorano di naftalina. Le scarpe lucide e la cravatta. Mio nonno la indossava due volte l'anno. Al patrono e a Natale. hehehe ciao
 
pianetadgl4
pianetadgl4 il 08/08/07 alle 23:09 via WEB
Scherzoso gioco delle parti. Bella l'idea di un Camillo e un Peppone dei giorni nostri. Del resto è un pò così dappertutto. Peccato si sia perso il gusto di stare insieme, anche fra un litigio e l'altro. Uniti nel divertimento, nella festa per tutti! ciao Rob
 
cow_boy_2006
cow_boy_2006 il 11/08/07 alle 23:38 via WEB
Ero poco più di un ragazzo. Avevamo un bar fuori Torino e allora erano molto sentite le sagre di paese. Era sentita anche la competizione fra bande di paesi limitrofi a causa delle ragazze. Ricordo una sera, litigarono secco vicino al nostro bar, mio padre uscì e c'erano i componenti di una banda rivale alla locale che se le davano di santa ragione per un paio di pivelle slavate. Tutto fra un tango e una mazurka. Bellissime feste paesane!! ehehehe ciao
 
codice_postale
codice_postale il 13/08/07 alle 13:50 via WEB
Dalle mie parti sono ancora vive le tradizioni del Patrono. Sopratutto nei piccoli paesi di campagna! Sono anni che frequento saghe e mercatini di paesi, mi piace passeggiare tra vecchi piatti e tavoloni enormi di gente attaccate al bicchiere! heheh ciao Lorenzo
 
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