Creato da righe_di_vita il 01/04/2007

Titoli di coda

Per entrare sotto la pelle, penetrare emozioni con il linguaggio delle immagini adattando le semplici parole!

 

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Post N° 171

Post n°171 pubblicato il 28 Dicembre 2007 da fionamay10
 


                   Un sentimento da leggere:
                   agli amanti e ai passeggeri provvisori di questa galleria 
                   l'idea del   racconto
                              (matita di fionamay per lo spazio di Alex)

Commenti al Post:
fast_web65
fast_web65 il 29/12/07 alle 22:06 via WEB
Mi ricorda il volo dentro la paura di qualche mese fa. Viaggiavo inconsapevoli che da lì a pochi minuti sarebbe cambiata la mia vita a causa di un incosciente che non si ferma allo stop. E ho spiccato il volo verso il basso, dove ho incontrato il dolore fisico, il sapore amaro dell'immobilità e quella tremenda paura di non farcela. E seguivo von gli occhi i gesti di chi cercava di trattenermi vigile, sentivo ovattate parole e gesti febbrili sul mio corpo. Ma non ero lì. Ero in una dimensione dove tutto è coperto dalla nebbia e sai che stai precipitando e non hai dove afferrare qualcosa per tirati su. Il suono di una sirena e la corsa verso quella chesperi sia la salvezza, non vuoi sentire il dolore dentro che vorrebbe urlare tutta la disperazione. E poi di nuovo l'ovatta dentro le parole , suoni sensa senso ma che sai potrebbero farti risalire la montagna. Silenzio. Ecco il silenzio ancor più terribile del volo verso il basso. E poi più nulla. Ed è terribile non sapere più nulla di te, cosa sei , cosa fai lì dentro questo immenso prato tutto bianco. E non è neve, lo sai. Una luce blu sopra di te. E' finita, non risalgo più. No, sono di nuovo in cima, sofferente, con fatica ho preso le corde che mi sono state lanciate e posso ancora raccontare della mia fortuna.
 
Mariluci17
Mariluci17 il 29/12/07 alle 22:33 via WEB
E' l'immagine della paura più grande che ho: il vuoto! Fino a qualche anno fa pensavo ad un fatto transitorio, dovuto al cambiamento biologico che arriva in tutte ad una certà età. Invece no! Io che non ho mai avuto paura di salire sulla scala al quinto piano per cambiare le tende sul terrazzo mi ritrovo adesso a non sopportare di guardare giù dal balcone di un secondo piano. E per un periodo ho avuto incubi notturni per questo. Sognavo di cadere da un aereo, di volare in alto ma così in alto da sentire quel senso di angoscia che mi prendeva la gola e ritirava il respiro in fondo ai talloni. Mi svegliavo sudata e impaurita. Sognavo di vedere cadere i miei cari e non potevo fare nulla presa com'ero dal terrore. Ecco, questa immagine sono io con la mia angoscia del vuoto, che sicuramente ha spiegazioni più profonde di quelle che cerco di darmi io. Non lo voglio sapere, tanto non cambierei le cose, non credo molto alle sedute psicologiche per risolvere i problemi. La soluzione ce l'ho: evitare posti troppo in alto. Non mi serve altro!
 
PrincipeDistratto
PrincipeDistratto il 30/12/07 alle 18:48 via WEB
L'incredulità di fronte alle patetiche bugie di mio padre. Ho sempre soltanto ascoltato bugie da lui, promesse gi giorni al mare con me mai mantenute, promesse di un lavoro con lui , mai mantenute. E io ragazzino sprofondavo nella sfiducia e nella delusione e mi chiedevo perchè non avesse mai tempo per me, eppure sono suo figlio anch'io, come gli altri. Ma gli altri portavano il suo nome, io no. Dovevo vivere nascosto, come una vergogna, un peso da cui non ci si può liberare. Mai un natale con lui, un fine anno, una qualsiasi festa. E mi sentivo perso, inutile e sopratutto un grande peso per mio padre. Poi ho conosciuto una donna fantastica e ho un figlio che adoro. Sono passati i dolori per quel padre inesistente se non soltanto al bisogno. E ho imparato che ci sono persone sincere, che sanno amarti come sei e non si chiedono quale sia il tuo cognome. Con orgoglio porto quello di mia madre, e non lo cambierò mai per nessuno al mondo. Tantomeno per lui!
 
Alessia390
Alessia390 il 30/12/07 alle 19:16 via WEB
Camminava infelice verso casa. Sapeva cosa l'aspettava dopo una giornata di lavoro: un marito depresso che sfogava la sua inutilità su di lei. Ma quella sera no, non sarebbe andata a casa, non subito. Era una fresca giornata pre natalizia e lei voleva essere per un ora una donna normale, che passeggava in centro e guardava sbalordita le vetrine illuminate. Non aveva soldi da spendere, ma non le importava, le piaceva l'aria della sera così festosa e allegra. Attraversò via roma e su verso il centro, la via Po era tutta un luccichio e si ritrovò davanti alla Gran Madre, così maestosa, imponente e anche un pò inquietante con quell'ombra che cadeva dalla statua fino agli scalini. Ripercorse la strada del ritorno passando sul ponte e si affaccio. Vide l'acqua scura del po che brillava delle luci a festa, si sporse e pensò per un momento che bastava poco per porre fine alla sua agonia. Bastava così poco per non tornare a casa. Bastava così poco per volare via. Ma poi pensò che sarebbe stato un sacrificio inutile il suo e si risvegliò. Tornò a casa, il marito in preda al nervosismo per il ritardo si preparava all'ennesimo scontro. Ma lei si sentì forte e nuova, pensò ai giorni di festa, al natale con i suoi genitori, alla sua vita. Prese la valigia dall'armadio e la riempì di poche cose, si voltò fra le sue urla e le sue minacce e se ne andò. Non tornò più a casa e adesso ha uno sguardo sereno malgrado i calli che le deformano le mani. Ma è felice di godere della sua libertà
 
fionamay10
fionamay10 il 30/12/07 alle 21:42 via WEB
Ecco. Eccoli. Sono i muscoli del suo viso che non si rilassano. Il labirinto che non si dipana. Mia madre, ormai straniera a se stessa, che lascia che la notte se la venga a prendere. Con quel suo buio fitto che diviene la sua unica arteria senza sangue. E le stelle lucide a raccontare la sua storia. E i fili ingarbugliati dei suoi capelli che divengono solamente sentieri lontani dai miei piedi. Mia madre, e il mondo che l'ha portata via. E io...a non fidarmi dei miei occhi, a sentirmi come un soldato perso nel dolore della guerra. E quando i muscoli di questa fotografia sono così forti da spezzare il cuore, non devo far altro che cercare di sentire questi ricordi come se non fossero i miei. Posarli, per un momento, e lasciare che la pioggia si decida a scorrere sui miei occhi.
 
righe_di_vita
righe_di_vita il 31/12/07 alle 17:17 via WEB
Come quel giorni che lasciasti casa nostra, con i tuoi pezzi di legno fra le dita e la smorfia che si stava rilassando sulla bocca, come per dirci che adesso si, adesso stavi bene. E voglio pensarti dentro un fascio di luce così intensa da non poterti guardare come facevo da bambino , da ragazzo e poi ancora uomo. Sono pochi secondi che mi hanno cambiato la vita dentro, perchè è difficile pensare di riuscire a fare senza la tua voce burbera e quella barba bianca che tuonava con le tue corde vocali. Forse un giorno sarò come te, forse lascerò tracce del mio passaggio e tremo all'idea di non avere ricordi di te. Di perderli nello spazio di una malattia. E' qui la mia esistenza, dentro i tuoi occhi di cielo che hanno lasciato una nuvola ferma, immobile dentro ogni mio gesto.
 
mille_giorni54
mille_giorni54 il 31/12/07 alle 17:35 via WEB
Mai come in questi giorni sei stato nella mia mente. Eppure è passato del tempo, non siamo riusciti a costruire nulla insieme che soltanto castelli che un destino infelice ha fatto crollare in una calda giornata di agosto. E risento ancora la pelle umida, la camicetta che si attaccava alla pelle per la paura. E poi quel frafrore di sirena e tu, addormentato sopra un lenzuolo bianco. Ferisce e non si rimargina più quel ciao che non ti ho mai potuto dire. Mi umilia la sensazione di impotenza nel pensare se io non ti avessi mai spinto a quel viaggio. Ho ancora quello sguardo di terrore, paura di perdere ciò che sembrava ormai alla mia portata. Ma non ho più paura del dolore, non sarà mai più così intenso e forte come quel maledetto giorno di sole.
 
pianetadgl4
pianetadgl4 il 31/12/07 alle 22:24 via WEB
Il locale vecchio, con i muri scrostati e le sedie di legno con i chiodi arruginiti che , ogni tanto, stufi si schiodavano facendo ruzzolare i malcapitati a gambe all'aria. Però era l'unico locale aperto fino a tarda notte, e per me e i miei colleghi era diventato un rifugio per scaldarci nelle fredde sere d'inverno, quando costretti dal turno ci toccava passare la notte in macchina. Una sera, ero in servizio con una collega alle prime armi. Una ragazza molto decisa a parole, come tutti i pivellini, ma nei fatti doveva ancora "farsi" come dicono gli esperti del lavoro. Ci fermammo per il solito caffè doppio in questo scalcinato locale, dove ormai ci conoscevano tutti. E gran parte dei clienti di Luigi non erano proprio delle paste d'uomini. Entrando lei si accorse subito di quella donna enorme, grossa in una maniera esagerata, strabuzzando gli occhi la fissava: era seduta su due sedie, una per gluteo, era incredibilmente grossa. Ci avvicinammo al banco del bar , non feci tempo ad ordinare che sentii un tonfo pazzesco, come se fosse caduto il soffitto con tutte le travi, e un urlo! La donna enorme era caduta. La mia collega scatto subito per cercare di aiutarla, ma non riusciva a sollevare nemmeno una gamba della malcapitata, che tra l'altro, cadendo sul morbido, non si era fatta nulla e se la rideva come una pazza. Restava il problema di come rimetterla in piedi. C'erano parecchi uomini, fra tutti con enorme sforzo provammo a tirarla su. Nulla, malgrado il conteggio alla rovescia e i vari "..issa" non c'era verso di metterla verticale. Alla fine provammo con le corde, che si spezzarono e alla fine non ci restò che chiamare i vigili del fuoco. La mia giovane collega era allibita. Cercava di consolare la donna cannone, la quale sembrava più rassicurare lei che essere rassicurata. Dopo tre ore di sforzi riuscirono a rimetterla in piedi. Venne accompagnata all'ospedale, dove non riscontrarono nulla e dimessa due ore dopo. Ecco, questo disegno mi ricorda molto il viso sconvolto, meravigliato della mia collega. Come prima uscita era stata un vero spettacolo!!
 
anagoor.ma
anagoor.ma il 31/12/07 alle 23:36 via WEB
Notte di riflessione, notte fredda rischiarata dai lampi dei botti, che per quanto vietati è uno sfogo per una festa, quella dell'ultimo giorno dell'anno che ha una ragione, come se fare rumore servisse a coprire gli inganni e le falsità di domani. Ma è giusto così, esorcizzare l'anno che verrà con una macumba di spari e baci per ricordarci di essere ancora in pista. E sono volati i miei anni, insieme all'allegria dei giorni di sole, alla malinconia dell'inverno che bussa e porta con se scontentezza e delusioni. Talvolta. La notte più lunga che stempera nell'ultima ora lacrime e sciorina , impone il divertimento. Apro la finestra alla notte di meraviglia, e sono certo che in qualche angolo dell'universo c'è chi guarderà verso la terra e sorriderà per come noi cerchiamo sempre un motivo per scappare dall'inevitabile. E' tutta una corsa e una rincorsa e poi l'anno vecchio se ne va stanco con i capelli bianchi a riposare, chissà dove, forse nella valle dei ricordi, dove troverà voci che racconteranno ancora e sempre i 365 giorni conosciuti. Questi occhi a matita, meravigliati o impauriti, dipende dallo stao d'animo di chi guarda. Per me meravigliati di come l'essere umano sia così forte da continuare in un mondo che non ha più molto da dire e da dare. Ma se cerco bene dentro di me, se ognuno di noi cercasse la parte migliore di noi, forse si che la fine del 2008 potrebbe diventare un anno da rimpiangere per l'overdose di buon senso.
 
SimonaG70
SimonaG70 il 02/01/08 alle 22:46 via WEB
Sto precipitando nel baratro della disperazione. E' così piccolo e indifeso ma già deve conoscere la sofferenza che questa vita , appena cominciata , gli sta infliggendo, quasi come una prova di resistenza, di forza. Se non ce la farai, piccolo, sei fuori gioco per sempre. E io aspetto. Aspetto e prego che l'angelo con i capelli grigi e il camice bianco venga a sollevarmi da terra e sorrida nella buona notizia. Vorrei stringere un patto con il diavolo, per lui, per quel corpicino lo farei anche subito: io all'inferno in cambio della sua vita! E so che firmerei con il sangue, subito se avessi la possibilità. E passo a Lui, cercando di convincerlo che la sua vita è più importante della mia, se deve sacrificare uno di noi sono qui. Mille pensieri e una mano stretta alla mia, che sento forte che scarica la sua energia nella mia affinchè possa aprire il cuore alla speranza. E poi ecco gli occhi esperti e saggi dntro il candore di un camice e la sua voce, che so non dimenticherò mai, poche parole e un sorriso magnifico, splendente come un alba in riva al mare. Mi accascio dalla felicità, è come se avessi corso per chilometri senza prendere fiato e adesso, quella ventata di ossigeno mi fa scoppiare i polmoni dalla gioia.
 
dark_voyager
dark_voyager il 02/01/08 alle 22:56 via WEB
E' incredibile quanto di noi venga fuori dai racconti stimolati dai disegni di fiona... Io qui non vedo occhi meravigliati, ma impauriti, decisamente spaventati. E' lo sguardo che incrociavo nello specchio tanti anni fa, quando mi sembrava di non riuscire a venire fuori da una situazione che mi aveva fatta piombare quasi all'improvviso in un pozzo senza vie di fuga. Quando ho dovuto far fronte ad una situazione di forte disagio psicologico di una persona a me vicina e che inevitabilmente si è ripercosso anche su di me, spaventandomi profondamente, con una forte sensazione di impotenza, il non sapere come e cosa fare, mi sentivo senza aiuto concreto abbandonata allo svolgersi degli eventi, sembrava che non dovesse finire più. La solitudine fisica e dell'anima, il far finta di niente per evitare di dover spiegare "agli altri" per non mettere a nudo la mia fragilità, il mio dolore.Tanto tempo è passato, la situazione oggi è sotto controllo, ma ogni tanto la paura ritorna, sotto forma di ricordi.
 
fede_ricadgl
fede_ricadgl il 03/01/08 alle 15:17 via WEB
" Un nodulo al seno sinistro, signora, da verificare, non posso dirle altro!" E cado sprofondo nel buio, ho paura? No. Terrore, consapevolezza che potrebbe essere maligno e mi dispero. Nemmeno la separazione, con tutto il dolore, i detriti lasciati dietro di se mi aveva sconvolto così tanto. Senza dubbio perchè si tratta della Mia salute e si diventa egoisti in questi casi, non ci credevo ma è così. Non pensavo a nulla che a me, a questo maledetto nodo che mi contorceva l'anima e scendeva fin allo stomaco facendomi agitare come un budino al cioccolato. Avevo fretta di sapere. No, rimando l'inevitabile. Indecisa e confusa, sola scendevo nel labirinto dei perchè! Perchè proprio a me? Stupida, mi dicevo, non sai ancora cos'è veramente e lo vedi come un mostro venuto a prenderti per portarti nella valle dell'oscurità. Ma che ne sai, potrebbe essere un falso allarme. Creatura pessimista, aspetta prima di piangere. Abbi Fede! Ho passato giorni in cui dormire era un optional, mangiare era solo disgusto e non avevo più parole da dire a nessuno. Ho messo a dura prova la mia più cara amica, ma non ha ceduto di un passo, lì ferma ad ascoltare i miei silenzi, a rimbrottare a iniettarmi speranza. Adesso che è tutto finito, sto bene era soltanto una simpatica, adesso , cisti, ho "visto" realmente le persone che hanno un senso. "Quando hai bisogno ci sono, ricordalo, tu chiama e io corro"! Che infingardo essere abominevole l'essere maschile di fronte al pericolo per la loro tranquillità. Troppo comodo esserci quando va tutto bene, io ho sempre compreso tutto, ma qui non transigo. Gli ho telefonato, un pomeriggio, malinconica e disperata, gli ho chiesto soltanto mezz'ora per stringere la sua mano. E' comparso , davanti alla porta una settimana dopo, adducendo scuse banali e alquanto stupide. Gli ho sorriso e sbattuto la porta in faccia. Adesso, so cosa devo fare d me, ma sopratutto so che dopo anni di promesse e bugie, so che non lo voglio più vedere nemmeno in cartolina. Buon anno a te stupido uomo senza sangue.
 
cow_boy_2006
cow_boy_2006 il 04/01/08 alle 14:27 via WEB
Mio cugino era fermo al cancello di casa sua. Non sapeva nulla, aveva dodici anni e si trova, all'improvviso, quel drappo nero e viola davanti al cancello. Mi sorride dicendomi, ma chi è morto qui? Ho soltanto otto anni, ma capisco che non sa, non conosceva la verità, ma comìè possibile che sua madre non sia qui a sostenerlo nel momento più brutto. Lei lo sa l'adorazione che ha da sempre per suo padre. Perchè gli ha nascosto la terribile verità. Si volta verso il drappo e legge. Sbarra gli occhi e gli esce un urlo strozzato: " Ma..ma...Fil..è il mio papà!!!" Non so che dire, ho le lacrime che mi scendono a fiume, e non so se per mio zio o per mio cugino. Nel dubbio corro verso mia madre, la chiamo preoccupato: "Mamma, Pietro non sa nulla!" Anche lei sgrana gli occhi. E' vero che Pietro è stato dalla nonna negli ultimi giorni di malattia di suo padre, ma non sapere proprio nulla è tremendo. Mia madre si arrabbia moltissimo con mia zia, non comprende perchè non abbia parlato di questo con suo figlio. Mia madre è distrutta, è il secondo fratello che gli muore frale braccia e non riesce a sopportare il dolore. Ma il piccolo Pietro, ignaro della perdita del papà la fa stare ancora peggio. Mio cugino viene portato via a forza, caricato sulla macchina da sua madre. Fredda , distante e senza la minima emozione lo mette al corrente del decorso della malattia, tutto in pochi minuti. La vita di mio cugino disrutta due volte in pochi minuti. Sono sconvolto dal basso dei miei otto anni non capisco la cattiveria degli adulti, non comprendo la morte, sono confuso, sento per la priam volta la vera sofferenza. Mi servirà in futuro, ma non lo so ancora. Dopo le esequie si allontanano tutti dalla vedova, cercano di consolare Pietro che barcolla, piange e non vuole tornare a casa. Sono passati tantissimi anni da quel giorno. Pietro è diventato un uomo di affari con una sua famiglia e un figlio. Mia zia è finita giovane in un istituto per la cura dell'alzheimer. Un giorno mi sono permesso di dire a Pietro che mi sembrava un pò troppo giovane per essere rinchiusa. Lui con occhi di ghiaccio mi rispose: " Esiste una punizione divina Fil, adesso ci credo alle parole del nonno..Il Signore paga tardi , ma paga largo!!". Non ho commentato!!
 
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