Creato da righe_di_vita il 01/04/2007

Titoli di coda

Per entrare sotto la pelle, penetrare emozioni con il linguaggio delle immagini adattando le semplici parole!

 

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Il chiodo nel cielo

Post n°209 pubblicato il 16 Febbraio 2008 da righe_di_vita
 

C'è un angolo, laggiù, in fondo al paese, che è stato sempre il mio nascondiglio segreto. Una piccola insenatura fra pietre e  una vecchia casa in rovina.
Scappavo giù per la montagna quando da bambino combinavo qualche guaio, mi rintanavo dentro la bicocca abbandonata e stavo lì in attesa che la buriana passasse.
L'avevo ripulita alla meglio, il tetto praticamente non esisteva più. i muri scrostati che puzzavano di muffa, un piccolo quadro del Sacro Cuore era appeso dove , presumo c'era stato il letto.
Il pavimento era di pietra, accanto al muro, vicino alla'ingresso ormai privo di porta, avevo trovato un materasso. Grigio, sporco, così tanto che quando lo toccai con il bastone tre topi uscirono come spinti dalle molle arrugginite.
Uno spavento!  Raccoglievo ogn sorta di insetti e animaletti, ma topi mai. Forse il mio rancore era dovuto a quella volta che cercando in un tubo di ferro, che avevo trovato in giardino, per prendere una serpe, venni pizzicato da un ratto. Ricordo ancora il viso pallido di mia madre e il dolore al dito lancinante, come avessi mille cerini accesi dentro le falangi. Una corsa all'ospedale risolse.
Nel mio rifugio maleodorante avevo portato un "platò", l'avevo svuotato della verdura e capovolto, nella mia casetta, fungeva da tavolino.
Quanti spaventi dentro la mia casa. Aspettavo anche delle ore, più passava il tempo e più mio padre si sarebbe calmato. Spesso lo sentivo urlare il mio nome, mi guardavo bene dal rispondere.
Domenica scorsa sono ridisceso per la valle, volevo rivedere la mia tana.
E' sempre là. Sempre più disastrata, si è fermata la neve sugli strati del muro e del pavimento. Non c'è più il materasso, nemmeno il mio "tavolino". Resiste l'odore di muffa che è sempre più intensa, forte da sconquassare le narici. Entro coprendomi la bocca con il fazzoletto.
Ripenso ai miei "vecchi", agli zii a cui rubavo le galline e poi le liberavo intorno al mio rifugio. Rivedo quel bambino con i capelli diritti come spaghetti prima della cottura.
Lo vedo saltare fra gli alberi, modellare pezzetti di legno con il coltellino trovato per i boschi.
Lo rivedo seduto impaurito in un angolo del rifugio a pensare:
"Quando sarò grande ve la farò pagare a tutti!!-
Sento i profumi della mia montagna ancora intirizziti dal freddo. In lontananza un camino spande il suo fumo nero.
Mi prende quel piccolo tremore, ma so che non è il freddo. E' l'idea di rivedere mio padre scendere per un pezzetto in quel sentiero che porta al mio nascondiglio. Poi cambiava idea e mi lasciava con il solito "tanto ti acciuffo prima o poi"!
Mio padre e mia madre sono l'unico legame con le mie radici. Non ho fratelli e mi spiace adesso, pensandoci mi fa male.
Respiro profondamente e risalgo verso casa.
Con le mani in tasca e la mia vita appesa con un grande chiodo sulle cime imbiancate delle mie montagne. Insieme a tanti altri chiodi, qualcuno ancora fisso, altri che hanno lasciato l'impronta ingiallita della cornice in un angolo d'immenso.


Commenti al Post:
PrincipeDistratto
PrincipeDistratto il 16/02/08 alle 18:44 via WEB
Un gancio in mezzo al cielo. Come recitava una nota canzone. Anch'io avevo il mio angolino. In negozio da mia madre, c'era un soppalco dove lei teneva creme e abbellimenti vari per le sue clienti. Ricordo un lettino con una macchinetta che mi affascinava, spruzzava prima acqua poi usciva vapore e serviva per la pulizia del viso. Una piccola finestra e sotto di essa un divanetto. Ecco il mio rifugio era lì, dove coloravano i miei pensieri, vivevo il sogno del mio domani e leggevo Diabolik. Di sotto sentivo le voci delle donne che spettegolavano di tutto e tutti. Il mio sogno già allora era sposare una "non gossipara"! L'unico realizzato. Il più importante. Bello Alex il tuo passo. ciao
 
 
righe_di_vita
righe_di_vita il 22/02/08 alle 23:06 via WEB
Hai realizzato il sogno più bello principe. Del resto inevitabile quasi il destino: fra creme di bellezza e maschere. ciao grazie ^_^
 
Mariluci17
Mariluci17 il 16/02/08 alle 21:50 via WEB
Il nascondiglio, l'amichetto invisibile. Ci siamo passati più o meno tutti. Il mio era un diario su cui scrivevo le mie giornate e i miei sogni. Il mio rifugio in casa. Mi piace l'idea di essere appesa al chiodo del mondo. Bello Alex ciao
 
 
righe_di_vita
righe_di_vita il 22/02/08 alle 23:06 via WEB
Non avevo un amichetto invisibile! Una mancanza e? ciao grazie ^_^
 
fast_web65
fast_web65 il 17/02/08 alle 13:39 via WEB
Non ho avuto un infanzia felice, non tanto perchè mi mancava affetto, mia madre mi riempiva di considerazione. Il mio neo è sempre stato mio padre, il gioco d'azzardo e i soldi che mancavano sempre. Io mi rifugiavo, nelle sere di crisi, quando lui prendeva lo stipendio e prima di arrivare a casa passava dalla sala biliardi e sperperava tutti i soldi, scappavo in solaio, per non vederlo arrivare con quella faccia disperata messa su ad hoc per mia madre. Per giustificare la sua totale mancanza di responsabilità verso di noi. E volavo con la fantasia, volevo diventare grande in fretta. Subito, per portare via mia madre da quell'inferno di bugie e nulla dentro il piatto! Stupendo essere appeso al cielo! ciao Alex
 
 
righe_di_vita
righe_di_vita il 22/02/08 alle 23:07 via WEB
Il tuo rifugio per diventare grande. E tu eri già grande. ciao grazie
 
DolceSegreto63
DolceSegreto63 il 17/02/08 alle 14:05 via WEB
Dolce quel bambino solitario! :-)) ciao
 
pianetadgl4
pianetadgl4 il 17/02/08 alle 14:37 via WEB
Alzo gli occhi al cielo e lo vedo il mio chiodo, vedo me ragazzino che cerca rifugio nella cantina del nonno! Scappavo lì dentro quando sapevo di aver trovato rogne con una marachella. Avevo otto anni, quando dopo aver infarinato mio cugino sprecando così la farina che mia nonna aveva comperato per preparare le tagliatelle, mi nascosi nella cantina. C'era il vino "nuovo" frizzantino e fresco. C'era una bottiglia che mio padre aveva aperto per assaggiarlo. La scolai e mi ritrovarono dopo ore ubriaco fradicio, le labbra nere e semiincosciente. Ma come disse mia madre, "semi deficiente"!! hehehe ciao Rob
 
 
righe_di_vita
righe_di_vita il 22/02/08 alle 23:08 via WEB
Divertente il tuo racconto. Da quasi astemio ti capisco, però la prima ciucca io l'ho presa a 18 anni!! Precoce eh fast! ^__^ ciao
 
SimonaG70
SimonaG70 il 17/02/08 alle 18:28 via WEB
Quell'angolo in cui sono appesa al mio chiodo, che è stato ddei miei genitori, dei nonni. Una catena di vite vissute che hanno lasciato altre vite a continuare per proteggere il podere. Bello Alex. ciao simona
 
 
righe_di_vita
righe_di_vita il 22/02/08 alle 23:09 via WEB
Si una catena decisamente indissolubile! Grazie simona ^__^
 
fionamay10
fionamay10 il 17/02/08 alle 21:40 via WEB
Quell'appiglio lassù mi fa pensare a un solaio di tanti anni fa con l'abbaino aperto sul cielo. Tanto che non c'era modo alcuno di guardare giù, ma solo in alto. Per vedere il corso delle stagioni cambiare attraverso il flusso di ali dei migratori. E mi fa pensare alle tende di carta colorata che ritagliavo piuttosto maluccio per colorare la luce bianca del sole lungo i vetri dell'abbaino. E mi fa pensare ai piccoli da richiamo per la caccia da imboccare tutti i giorni. Un appiglio che credevo di aver dimenticato nella polvere di questi anni. Bel chiodo distribuito a tutti quanti, Alex.
 
 
righe_di_vita
righe_di_vita il 22/02/08 alle 23:10 via WEB
Sono felice di contribuire anch'io alla ricerca dei ricordi. Grazie Fiona ^__^
 
dark_voyager
dark_voyager il 17/02/08 alle 21:46 via WEB
I flashback di quando si ritorna nei luoghi dell'infanzia, quelli che hanno scandito e segnato quella che dovrebbe essere la parte più spensierata della vita. Si provano strane sensazioni, come dici tu condite da brividi. Mi viene in mente il mio rifugio, per la verità non ero più tanto piccola: era il tetto del palazzo dove abitavo a Milano. Salivo all'ottavo piano con l'ascensore e poi con una scaletta a pioli di ferro ancora più a su, proprio in cima: il tetto era piatto, e c'erano le sponde, insomma una specie di terrazzo tutto a mia disposizione. Mi piaceva stare lì, chiudere gli occhi e ascoltare. A volte c'era un po' di vento e mi stringevo nel cappotto. Potevo vedere tutta la città come in una cartolina a 360 gradi. Oppure mi appoggiavo al parapetto e guardavo giù, le strade piene di movimento, macchine che sembravano dei modellini e le persone della grandezza di un insetto. Grazie per lo spunto che ci hai dato, Alex.
 
 
righe_di_vita
righe_di_vita il 22/02/08 alle 23:11 via WEB
Grazie a te che raccogli l'invito. Un racconto bellissimo il tuo! Grazie ^__^
 
standalone56
standalone56 il 17/02/08 alle 22:28 via WEB
E' incredibile come le radici tornino alla mente; col passare degli anni i luoghi e le persone care sono vivi nella nostra mente. Talvolta credo che vorrei tornare a correre nel cortile della mia infanzia dove gli angoli in cui nascodersi erano diversi.Il più magico, fra tutti, era il cinema, una di quelle sale coi sedili di legno, aperte solo nel fine settimana e, mi pare, il giovedì sera. Bastava non farsi accorgere dalla proprietaria (vicina di casa) e si potevano trascorrere splendidi momenti in un'atmosfera silenziosa e in un buio quasi assoluto. L'immaginazione galoppava davanti allo schermo bianco. Ciao Carla
 
 
righe_di_vita
righe_di_vita il 22/02/08 alle 23:12 via WEB
Al mio paese c'era un teatrino, piccolo, ogni tanto stendevano sulla parete un grande lenzuolo e un mago proiettava il film. Ci spintonavano noi bambini per i primi posti! ciao Grazie anche a te ^__^
 
cow_boy_2006
cow_boy_2006 il 17/02/08 alle 23:01 via WEB
E ritornare indietro nel tempo. Poche auto, tante biciclette, fra cui quella che fregavo a mio nonno per andare nella vigna. Il ricordo della discesa dal paese che portava anche in riva allo Stura. Il fiume che attraversava il paese. Ecco, io arrivavo fino in riva e cominciavo a tirare sassi piatti sul letto del fiume, facendo sobbalzare la pietra 3/4 volte. Ero un piccolo campione. D'estate mi tuffavo cercando di evitari i vortici pericolosi e improvvisi. Da solo. Mi piaceva stare seduto lì per ore, in compagnia dell'acqua, del sole, del vento che soffiava sul viso. Poi tornavo a casa, a piedi. La salita era troppo faticosa in bici! ciao
 
 
righe_di_vita
righe_di_vita il 22/02/08 alle 23:13 via WEB
Un cow_boy solitario già da bambino! Del resto i guardiani delle mucche maturano nella solitudine e si rinforzano, no? ^__^ grazie
 
mille_giorni54
mille_giorni54 il 18/02/08 alle 09:58 via WEB
Quanti ricordi, speranze in quella stanzetta che in teoria era lo sgabuzzino per le scope, ma abbastanza grande per metterci un tavolino e una sedia. La luce che rimbalzava sulle parole che scrivevo. Parole di futuro, sogni e presente. Il mio rifugio erano quei pezzi di quaderno, avanzi di scuola che riempivo con i desideri e la malinconia di non saper affrontare la vita. Eromolto timida, insicura e spesso preda di attacchi di insoddisfazione. Allora il mio unico sfogo era raccontarmi. ciao Alex
 
 
righe_di_vita
righe_di_vita il 22/02/08 alle 23:14 via WEB
E lo sai fare molto bene. Raccontarti! ciao ^__^
 
fede_ricadgl
fede_ricadgl il 18/02/08 alle 17:56 via WEB
Il sostegno dei ricordi, situazioni vissute di cui si dimentica un passo, un dettaglio. Eccomi a rimembrare le giornate afose d'estate, in "colonia" in montagna. Con il mio numerino cucito in ogni abito. Mi sentivo un numero in mezzo a tanti bambini. Un asociale mi definiva la "signorina". Ma io sentivo come un laccio al cuore che mi soffocava, la mancanza di mia madre. E allora me ne andavo da sola per i boschi, e camminavo così tanto che un giorno mi persi. Però è stato anche il giorno più bello! Dopo aver mobilitato le forze dell'ordine, arrivarono anche i miei genitori che capirono la mia nostalgia per casa e mi portarono via da quella "prigione"! ciao Fede :-)
 
 
righe_di_vita
righe_di_vita il 22/02/08 alle 23:15 via WEB
Imparo adesso il profumo della prigionia in colonia. Splendidi genitori! ciao grazie ^__^
 
anagoor.ma
anagoor.ma il 19/02/08 alle 15:11 via WEB
Fantastica l'immagine dei chiodi su cui siamo appesi! Il mio è la tra le verdi colline dell'Astigiano. Nei vigneti disegnati da un architetto romantico. Sinuosi verso la valle. C'è un punto del mio paese che è così alto da non riconoscere i filari se nn per quella splendida geometria che formano danzando tra cubi e trapezi. Ecco io mi fermavo li, e aspettavo il tramonto. Un tramonto che si rifletteva rosso sui vigneti, e portava con se il profumo del moscato. Così dolce da ubriacarmi l'anima. O(^__^)O ciao Marco
 
 
righe_di_vita
righe_di_vita il 22/02/08 alle 23:16 via WEB
Conosco molto bene le zone dell'astigiano, e il quadro da te "disegnato" è perfetto! Grazie Marco ^__^
 
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