Creato da righe_di_vita il 01/04/2007

Titoli di coda

Per entrare sotto la pelle, penetrare emozioni con il linguaggio delle immagini adattando le semplici parole!

 

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Post N° 250

Post n°250 pubblicato il 05 Aprile 2008 da fionamay10
 

                                                                      Racconti:

Commenti al Post:
fede_ricadgl
fede_ricadgl il 06/04/08 alle 18:02 via WEB
La fata dei racconti che ti porge il foglio su cui scriverò di me. O si sprende già quello che è scritto, e lo custodirà insieme a miliardi di altre storie. Sono molto gelosia di lui, le mie amiche lo adorano come se fosse l'unico uomo al mondo a farle ridere di gusto. Mi parla della vita e delle sue sfumature, lo trovo così brillante, così intelligente da pensare che difenderò per tutta la vita questo amore. E' legato ad una donna e di lei non sono poi così gelosa, anzi mi piace molto, penso che tutto sommato posso adorare anche lei in egual misura. Incredibile che io accetti di dividerlo, ma è l'unico modo che ho per sttargli accanto sempre quando voglio. Mi alzo dal letto quella mattina pensierosa, come un sentore di una giornata brutta. Come impacchettata in quella sensazione mi preparo la colazione e vado a scuola. Sono appena passate le undici ed era l'ora della matematica, quando un bidello bussò alla porta della mia aula. Parlottò con l'insegnante, la quale due secondi dopo mi prese e mi portò fuori dalla scuola. Non capivo ma in fondo perdere l'ora di lezione sulla matematica non mi dispiaceva poi così tanto anzi. Poi ricordo soltanto tanta gente intorno a me, ricordo la presenza di parenti che nemmeno conoscevo. Ricordo le parole del nostro parroco, nella mente ancora adesso a singhiozzo, come quando non funziona bene la sintonia di una stazione radio. Ma quello che è certo non dimenticherò mai che il mio più grande amore non c'era più. Non c'era più il suo sorriso, la sua risata, il suo modo sempre molto garbato di sgridarmi. Gli occhi neri adesso sono chiusi, le mani incrociate in quell'immobilità che mi sembra impossibile da sopportare. Avrà mal di schiena a stare così, diritto, supino. Un dolore pazzesco che solo il tempo ha amplificato. Perchè da ragazzina non capisci cosa significa morire, non vedere più....mai più chi ami. Io da quel giorno non ho più rivisto mio padre. L'unico vero grande amore della mia vita.
 
mille_giorni54
mille_giorni54 il 06/04/08 alle 22:23 via WEB
Cercavo di capire chi fosse il mio nipotino fra tutti quei bambini urlanti nella nursery. Era la prima volta che entravo in un reparto maternità, ed ero piuttosto disarmata di fronte a quelle mamme col pancione e la fila di neonati nelle loro culle, con il polsino coperto da una targhetta che li identificava. dalla mia posizione non leggevo il nome, per cui cercavo di catturare tratti di famiglia in quei visi tutti uguali. E bellissimi. E' stupendo un bambino appena nato. Non tanto per i tratti fisici, se vogliamo essere sinceri, son tutto fuorchè belli. Ma hanno qualcosa di speciale, magico,qualcosa che mi faceva desiderare di prenderli in braccio tutti. Avevo un budino al posto dello stomaco, ero agitata e piuttosto confusa dietro il vetro. "Siete sicuri che sia qui?" Chiedo ai miei genitori, che in quanto nonni per la prima volta erano in trance e incapaci di intendere. Mia madre emozionatissima. Mio padre che cercava di fare il duro, ma aveva le mani di ghiaccio dall'eccitazione per quel suo nipotino. Finalmente è arrivato mio fratello, neo papà con gli occhi che gli brillavano come se gli fosse caduta una stella e aveva preso il posto dell'iride. Felice ci indicò il "nostro piccolino" come mi azzardai a chiamarlo io, e lui prontamente ricordo mi rispose " Ehi, zia Ely, guarda che non è una cooperativa mio figlio"! Mi fece ridere, mentre con il cuore in tumulto guardai per la prima volta il mio "bimbo"!
 
PrincipeDistratto
PrincipeDistratto il 08/04/08 alle 17:21 via WEB
Non sono convinto di volerla conoscere. Penso mentre di là gli amici festeggiano il compleanno di questa ragazza, bella spigliata, con lunghi capelli castani e gli occhi verdi indagatori ma nello stesso tempo vivaci, allegri come un buon moscato. Mi stanno incitando ad invitarla a ballare, ti ha notato, mi dice Pietro con un pò di invidia. Faccio il prezioso, ho come un presentimento, mi piace quella ragazza. Ritorno nella sala dove la musica è a palla e un amico fetente mi ha piazzato sul piatto dell'hifi "senza luce", versione italiana dei procol harum che hanno già colpito i cuori della generazione prima della mia. Non muovo un passo verso di lei. Piuttosto faccio tappezzeria tutta la sera. Incrocio il suo sguardo, è davvero molto bella e sembra a suo agio tra i tanti corteggiatori e amiche che l'adorano e un pò la invidiano per quel suo modo di essere aperto, solare senza ombre. Invece di invitare leri, afferro la prima che mi passa davanti e la porto al centro della sala. Ballo con una e non tolgo gli occhi da quella meraviglia di ragazza, che incurante dei miei sguardi parlotta con gli altri. Lo sento che ha una personalità molto forte. Lo sento che se mi avvicino sono perduto. Tentenno fra un ma e un se, intanto la festa continua e io sono ancora al palo! Un pò di disco music e poi ancora un lento, stavolta mi butto, accidenti, qui vien notte e io non so nemmeno dove abita. Mi piazzo in viso un aria vissuta, da latin lover che ne sa una più del diavolo, flemmatico e cretino, come quello della pubblicità del parmigiano, mi avvicino e le chiedo di ballare. Si volta, mi mette una mano sul petto e mi spara nelle orecchie il suo tempo scaduto, è stanca e va a casa. Resto lì in mezzo agli amici come un idiota. ferito nell'orgoglio, ma accidenti cosa speravo. Arrivo io e lei si inchina. Che idiota che sono!! Infila il soprabito ed esce in mezzo ad un coro di ciao a presto. Pietro mi batte sulla spalla il suo palmo aperto che mi fa saltare i polmoni, cavolo lo ammazzo, sono nervoso e deluso. Ma non demordo, inizia la caccia all'indirizzo. Domani mi presenterò sotto casa con un mazzo di fiori. Forse! Ho ventisette anni e sono stato fulminato!!!
 
Mariluci17
Mariluci17 il 08/04/08 alle 17:58 via WEB
Ho sempre amato gli ambienti piccoli, intimi, carichi di quel tepore che mi viene voglia di fermarmi, pensare, riflettere su ciò che ancora ho voglia di conquistare. Forse mi fermo qui, in questo piccolo alberghetto di campagna. la tempesta è in arrivo e io sono sola in questo viaggio di ritorno, dopo aver lasciato mia madre da sua sorella. Dovevo darle retta e partire l'indomani. Ma io, testona come sempre, ho preferito il ritorno, subito. E adesso ci sono gocce enormi di pioggia che scendono, il tergicristallo non riesce a spazzarle velocemente e la mia visuale è sempre più ridotta. Mentre parcheggio davanti all'albergo l'auto è colpita da mille sassi di ghiaccio. Accidenti! Dopo mezz'oretta non era ancora scemata e io ero chiusa in questa piccola stanza, tutta in legno, come nelle baite di montagna, con le tendine alla tirolese, se non fosse perchè sono in provincia di Cuneo potrei improvvisare uno jodler. Mi siedo sul letto, gambe incrociate ed ascolto il picchiettare forte sulla finestra. E' buio, solo un lampione illumina biglie di ghiaccio che si frantumano al suolo rumorosamente. La mia auto sarà uno scolapasta. Ascolto e rifletto. La mia vita chiusa dentro responsabilità più grandi di me. Tanta voglia di non cedere, combattere, malgrado il dolore che è ancora fresco come questa sera di tempesta. Sento il profumo di ragù che si spande nella cameretta. Un profumo uguale a quello della mia infanzia, davanti alla stufa di ghisa dei nonni. Mi stendo e appoggio la testa sul cuscino, chiudo gli occhi e rubo tutto il sapore del ragu' e quello che resta in me della mia giovinezza. Ben poco, ho gli occhi stanchi e la pelle non è più tonica. Le rughe ai lato degli occhi sono impietose, mi sembra di sentirle con le dita. Ma una cosa non mi è stata rubata dal tempo: la voglia di continuare, malgrado i dispiaceri. La voglia di mettermi in gioco, di definire quello che ancora mi resta, per non lasciare nulla in sospeso. Odio le cose lasciate a metà. Lo squillo del cellulare mi riporta di brutto alla realtà. Le solite frasi, le solite raccomandazioni, il solito tutto, come il passaggio di un camion sull'asfalto che spruzza l'acqua contro un marciapiede. Per un attimo ho fermato il mio tempo. Un solo istante lungo quanto la mia strada.
 
Alessia390
Alessia390 il 09/04/08 alle 17:50 via WEB
Mi sento protetta dal monitor, e in diritto di prendere in giro chi lavora seriamente alla realizzazione dl blog. Incontro persone capaci ma non mi sfiora l'idea che potrei essere tacciata un giorno di ipocrisia. E' soltanto un gioco alla conquista, un modo per emergere che però si rivela sbagliato. Il mio approccio lo sento, sta prendendo una piega del tutto sbagliata. Ma è colpa mia. Prendo alla leggera le emozioni, le sensazioni di gente che sa cosa vuole. Mi sento forse un attimo inferiore e attacco nel peggiore dei modi. Metto in discussione e perdo una vera amicizia. Mi comporto da feminuccia stupida e irresponsabile e invado la vita privata di un uomo che ha il solo difetto di essere gentile, ma che non mi ha mai illuso. Anzi. La cattiveria tocca l'apice durante una festa, reale non immaginata. E dopo essere stata relegata a nulla c'è in me la voglia di un esame di coscienza. Ne ho bisogno per capirmi meglio, per risalire la china con questi volti che non sono più sconosciuti. E capisco di potercela fare, con impegno e costanza. Ma sopratutto perchè la voglai di stare con loro è grande. Per la loro semplicità che li fa grandi. Per la corretezza che mi hanno dimostrato. Per la forza che mi hanno insegnato nel prendermi le responsabilità di un gioco crudele. Alla fine solo per me.
 
fionamay10
fionamay10 il 09/04/08 alle 21:19 via WEB
La mappa del sogno. Nelle cui tracce mi sento intrappolata, come al centro della terra, inseguita da pericoli incerti. Frammentata. Moribonda. E questa è la cosa peggiore della mappa: la sensazione del tempo che avanza a dismisura senza che tu possa arrivare mai. Senza che tu possa finire quello che sei venuta a fare. Senza che tu possa sentire sul serio quel senso di felicità che ha il vizio di sfuggire. La mappa del sogno. Piena di cerchi anneriti e consumati, come i pezzi del tuo passato, impossibili da controllare e da possedere. Che diventano i tuoi stessi fantasmi, capaci di ucciderti con le loro premonizioni. La mappa del sogno, come un cecchino appollaiato sul tetto della casa di fronte. Pronto a cancellarti dalla tua stessa mente
 
dark_voyager
dark_voyager il 12/04/08 alle 23:57 via WEB
La consegna di un plico, come un contratto, dove sono già scritte le strade che la vita prenderà, e le deviazioni, le cadute, i bivi che si presenteranno nel corso di questo cammino. Tutto già scritto, e sottoscritto. Ma l'inchiostro renderà leggibile la trama solo nel momento in cui diventerà realtà.
 
righe_di_vita
righe_di_vita il 14/04/08 alle 18:45 via WEB
Vorrei mi fosse regalato un plico con la formula magica per fare ragionare chi non ha piu' ragione. Si disperdono cuori a more in questa danza che è diventata la vita. Si procede sempre con passo sicuro, armato di incertezze, una finta, una svolta per dare più corpo alle tue aspettative. E osservo sotto casa, ragazzi che si scambiano effusioni, convinti e sinceri, raccolgo le notizie di domani, che non sarà più così, purtroppo. Vorrei conoscere la formula perchè tutti gli uomini non diventino soltanto dei numeri, da dividere, moltiplicare, sottrarre a piacere del potente carnefice che tira le fila sulle nostre teste. E noi ignari gli tracciamo il percorso per arrivare a noi. Per poi pentirci. Questa donna così austera, porge un foglio arrotolato, che può diventare essenza e purezza. Che è la mia vita dentro igli schemi dettati soltanto da me. E così che non vivo più.
 
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