La giornata che inizia con il solito rituale di sempre, caffè e fuori dalla finestra
il mondo che ha ricominciato a correre, fanali delle auto che sfiorano la tazzina
e sorvolano con la loro luce gialla la cucina che sembra non essere più tua per un attimo.
Poi la barba e lo specchio che rimanda il viso intorpidito dal sonno e gli occhi cisposi
i pensieri che la fanno da padrone e non riesci ancora a mettere in riga, tarda il comporsi
del quadro giornaliero, e sbuffi.
La costruzione della giornata ha inizio.
Soltanto le idee della sera prima, che si sono addormentate con te, sono rimaste sul cuscino
e non hanno per ora intenzione di seguirti.
Propositi di cambiare qualcosa. Qualsiasi cosa della tua vita per dare una immagine nuova
a te stesso e alla tua fortuna.
Sono fortunato?
Pensandoci bene si, ma non basta mai questa sensazione di completezza, non basta e cerchi sempre
strade nuove per dare colore alle tue sensazioni.
Il maglione nero va benissimo!
E’ il colore che attira tutti gli altri, che li assorbe in un'unica tonalità, così come la mia vita,
fagocitata da un'unica identità che è dietro al mio bancone, da dove spesso distratto osservo
passare altre verità fatta di dolori, amori che vanno e che vengono, dita allegre sul pianoforte
del mondo e melodie malinconiche di depressi e stressati.
Se smetto di pensare forse sparisce quel senso di disagio che ha preso il posto della soddisfazione
che sentivo fino a poco fa.
Se smetto di pensare come faccio a capire cosa sono oggi.
Esco di casa inseguito dalla smania di voci altrui. Voci diverse da quella sconosciuta che sento in testa. Una voce che non è la mia.
E’ la voce dei pensieri, come quando leggi e gli occhi parlano con quel tono che non è il tuo. Come se avessi una creatura dentro di te che traduce con il suono le tue elucubrazioni.
Che voce petulante stamattina!
Esco di casa, tento di fermare quella fastidiosa voce. Incredibile non mi fa pensare, Me stesso che
confonde me stesso.
Accidenti piove!
- Apri l’ombrello!- Ancora questa voce che mi comanda.