Apparentemente sembra una giornata tranquilla.
Ho terminato i lavori di ristrutturazione del locale e sono pienamente soddisfatto delle mie scelte sull’arredamento e il colore.
Una botta di vita ci vuole. Penso mentre cerco di infilarmi un paio di pantaloni piuttosto larghi, sembro un pagliaccio ed è giorno di inaugurazione del nuovo locale.
In queste settimane sono successe parecchie cose interessanti, piccoli dono natalizi che ho volentieri messo sotto l’albero.
Il primo di tutti è l’indifferenza che ho avuto ieri, quando sei passata davanti al locale e hai sbirciato , naso incollato, alla finestra chiusa. Preso dal geometra e i suoi disegni non ho pensato neppure per un secondo di lasciare tutto per uscire a salutarti.
Mi sono stupito di me stesso. Mi faceva male vederti e adesso ho cose più importanti a cui pensare e per come stavano andando le cose per me è un fantastico regalo: non penso più a te. Vittoria!!
Il secondo è la facilità con cui ho riaperto il dialogo con i miei, la mia famiglia che avevo abbandonato ed evitato per un periodo per non far capire loro la mia sconfitta. Che poi a pensarci adesso mi sento ridicolo, stupido aver pensato a te come un possibile ritorno evitando così le persone che , al contrario, non hanno mai smesso di amarmi.
Che la magia del natale sia qui? Fra la mia allegria e voglia di luci, colori , palle colorate e festoni luccicanti, cosa che avevo smesso che non sentivo dentro.
Sono leggero mentre esco di casa. Ottimista pronto ad affrontare il lavoro per riacquistare i clienti persi per la mia apatia. Lo sconforto lascia il posto definitivamente alla voglia di ricominciare.
Per strada è un bailame di auguri, in cui mi infilo deciso a ricordarmi che sono vivo e assaporo i saluti, sono diversi da ieri, anche i miei sorridenti. Un sorriso vero, lo sento tra il sapore della menta e il freddo di questa mattina.
La prima vera giornata della mia vita dopo mesi di buio.
Svolto l’angolo. Davanti al locale gli amici mi aspettano. Una folla inattesa, sembra l’attesa per un divo.
Tronfio mi avvicino alla porta del mio nuovissimo locale, stringo mani e schiocco baci. Mi sento un divo. Mi godo il successo di un giorno, a pieni polmoni respiro l’aria di festa che i miei concittadini portano al mio cuore.
E domani? Domani cercherò senza affanno quella mano da stringere al petto, se Dio vorrà.
Altrimenti ringrazio lo stesso.