Creato da righe_di_vita il 01/04/2007

Titoli di coda

Per entrare sotto la pelle, penetrare emozioni con il linguaggio delle immagini adattando le semplici parole!

 

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Racconti

Post n°600 pubblicato il 19 Settembre 2009 da fionamay10
 



f a d a
(matita fionamay)

Commenti al Post:
mille_giorni54
mille_giorni54 il 22/09/09 alle 15:03 via WEB
Era vissuta a cavallo di due guerre. Una vita sacrificata alla lotta quotidiana per mangiare, per allevare quei figli a cui non sapeva che futuro gli avrebbe dato. Il paese diroccato sulla collina era lo specchio di quei giorni terribili di guerra, quando mettere insieme la fame e la sete era un impresa, ma incredibilmente c’era posto per l’amore. Lui, alto con i capelli corvini e gli occhi scuri come la pece, sotto il naso baffi allegri dentro quel sorriso fresco di gioventù. Com’è vero che i giovani non cambiano, solo il tempo e le situazioni del momento possono alterare i battiti del cuore. Ma un ragazzo e una ragazza di vent’anni hanno dalla loro la spontaneità e la speranza che le cose cambino, hanno la forza di credere che ci possa essere per loro un futuro migliore. Braccia buone, gambe scattanti come caprioli, pochi soldi ma tanti ingredienti che si riconoscono in tutti i giovani di tutte le epoche. E loro non erano diversi. Malgrado la guerra, malgrado quegli uomini armati che decidevano delle loro vite e di quelle dei loro cari. Uomini che, come Giovanni, erano ancora adolescenti ma avevano dalla loro le armi e la potenza di una nazione che voleva solo distruggere. Quasi che la distruzione degli altri potesse dar loro respiro migliore. Ingenui ragazzi con l’elmetto e il fucile che era l’unica cosa che li rendeva forti. Ma Giovanni sapeva già che la forza vera, quella di un uomo non è misurata in calibri e il numero di nemici uccisi, era ben altro e per lui adesso, la forza era poter sposare la bella ragazza che lo aspettava tutte le sere dietro l’aia lontani dagli sguardi della gente e soprattutto, per un ora lontani anni luce da quella terribile realtà a cui venivano sbalzati dopo il suono feroce di un mitra. E sperare che sotto quei colpi non ci fossero i loro cari! E Giovanni partì, un freddo giorno di ottobre, destinazione Torino, che era da difendere che era da salvare dall’attacco nemico. Ottobre…Novembre…Natale…poche lettere e nemmeno gli auguri. Lei stava cambiando, stava diventando donna e la vita stava mettendo alla prova la sua caparbietà. Un telegramma, terribile la raggiunse a Gennaio, mentre raccoglieva la legna per la stufa. Giovanni era caduto da eroe! Ma chi se ne frega pensò! Ma quale eroe un ragazzo di vent’anni che aveva mille sogni da dividere con lei. Ma cosa mi importa che sia caduto da eroe. Giovanni non c’è più e lei era morta con lui. Si sposò tre anni dopo, mia nonna. Otto figli tra cui un Giovanni, il primo figlio e il suo primo grande amore. L’amore che non guarda in faccia la guerra ma insiste a dichiararsi al mondo a credere ce sperare che qualcuno lo accolga nel suo cuore.
 
fast_web65
fast_web65 il 23/09/09 alle 20:37 via WEB
Una mano che raccoglie denaro. Quante volte ho visto questo gesto. Una mano che toglie a me e mia madre il pane per il gioco. Una mano che non ricordo stringere la mia in una passeggiata domenicale. Una mano che schiaffeggia il presente per l’incubo del domani. Ricordi da cancellare come il suo nome, che è il mio e quante volte ho pensato di spezzare quella mano solo dedita alle carte, al biliardo giocandosi lo stipendio in un ora, mentre aspettavo di comperare il libro di scuola, necessario per me, inutile per lui che non vedeva altro che il tavolo verde! Una mano che ho odiato e che adesso mi è indifferente. Adesso che sono un uomo e posso, finalmente posso gridagli in faccia il mio disprezzo!
 
Loris_700
Loris_700 il 23/09/09 alle 21:44 via WEB
Bel disegno. ciao £ori$$
 
Mariluci17
Mariluci17 il 24/09/09 alle 13:14 via WEB
Un gesto del tratto che mi fa pensare ad una vecchia amica, perduta tempo fa a causa di un maledetto vizio: le macchinette del poker! Sapete quelle che adesso sono diventate fuorilegge, monitorate dall’erario al punto che per fortuna ci sono limiti di giocata molto bassi. Almeno così ho letto su qualche giornale di tempo fa, io non sono molto avvezza al gioco e quindi non capisco nemmeno cosa sia quella frenesia che prende e porta a giocare a tutto e scommettere su tutto! Comunque tornando a Laura, la mia ex amica che mi ha lasciato comunque un grande dispiacere, una donna corretta, onesta , madre di famiglia irreprensibile finchè non piazzarono nel club che frequentavamo proprio tre di queste macchinette infernali. All’inizio era uno scherzo, ammetto di aver speso cinquemila lire una sera per giocare, ma non mi soddisfaceva e poi, a dire la verità del poker capisco molto poco. Laura invece dopo una settimana e una maledetta vincita di 500 mila lire fu presa dalla mania del gioco, convinta ogni sera che avrebbe raddoppiato la sua vincita e non solo si limitava a giocare al club ma passava nei vari bar della zona, sconvolgendo sempre più il suo equilibrio. Insomma, Laura si ammalò di gioco! Io dal canto mio cercavo di dissuaderla ma molto spesso i miei discorsi finivano in discussioni feroci che lei troncava con un chiaro “fatti gli affari tuoi Mari”!! Mi spiaceva, la vedevo cambiare ogni giorno, imbruttire anche fisicamente presa dal gioco e dal nascondersi dal marito e dai figli. Debiti da pagare e non solo, per risalire la china cominciò con altri giochi, compreso il lotto e tutti i suoi derivati. Una discesa veloce verso la crisi e la depressione. I soldi mancavano in banca e il marito un giorno se ne accorse. Un uomo che le voleva così bene da cercare di aiutarla ancora e nonostante tutto. Ma non bastò, Laura non smise di giocare fino a perdere anche la dignità! Perse le amicizie, compresa la mia e non tanto perché mi allontanai io, ma è difficile per chi ha questa malattia convivere con consigli e critiche. Diventò bugiarda fino al midollo, non si giustificava più con umiltà, ma prese ad essere spocchiosa, prepotente fino a perdersi del tutto. Ci sono tanti modi per uccidere la dignità di una persona, per scelta o meno, non è importante, si muore dentro anche per una macchinetta colorata del poker!
 
fionamay10
fionamay10 il 27/09/09 alle 22:04 via WEB
Il Mauri(zio) va alla Guerra Santa. Va, con la pistola, il cinturone e la sua faccia da maschio alfa. Va, con uno di quegli aerei militari dai quali si scende con gli occhi bassi a correre negli spazi spalancati in mezzo al mucchio di divise mimetiche color fango. Nel mucchio. Dove la sensazione, allo scoperto, è che chiunque possa spararti addosso con un niente. Anche un cecchino di dodici anni. Nel mucchio. Sotto quei cannelli al neon della mensa e la luce livida di ogni giorno che dio manda in mezzo alle macerie. Nel mucchio. Con la sua maglietta con scritto: salvo una vita al giorno...solitamente la mia.
Va, a cercare l'anima perduta di suo figlio, a regalare l'ipode che suo figlio non ha mai ascoltato, a strappare ai demoni tutti i bambini che può. Cinquemila euro al mese per scavare in un buco del mondo e ritrovare una piccola anima.
In quel cielo bianco di nubi che trasmettono in TV. Bianco e irreale. Di Kabul.
 
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