Creato da righe_di_vita il 01/04/2007

Titoli di coda

Per entrare sotto la pelle, penetrare emozioni con il linguaggio delle immagini adattando le semplici parole!

Messaggi di Febbraio 2008

Post N° 217

Post n°217 pubblicato il 28 Febbraio 2008 da fionamay10
 
Tag: Ritmi

                                                         Ladri..........   di fionamay

 
 
 

Ain't not sunshine

Post n°216 pubblicato il 27 Febbraio 2008 da Mariluci17
 
Tag: Ritmi

 
 
 

Genuina competizione

Post n°215 pubblicato il 26 Febbraio 2008 da Mariluci17
 


Anziani e giovani uniti nel gioco delle bocce.
Ricordo mio padre, appassionato e piuttosto bravo,
si svegliava presto la domenica mattina,
indossava la maglia sociale, la borsa cone le bocce e via...
per tornare spesso vittorioso, a volte sconfitto
ma sempre con la voglia di riprovare.
Erano gli anni settanta, e anche i giovani erano attirati
dalla semplicità di una passione.
                                                      Img. Mariluci

 
 
 

Pensieri in affitto

Post n°214 pubblicato il 25 Febbraio 2008 da righe_di_vita
 
Foto di righe_di_vita

Risolto il problema del Natale passato, adesso sono alle prese con la Pasqua e mia figlia che non mi lesina guai su guai.
Sono tornato ieri sera dopo due settimane lontano da casa, il tempo di un ciao come va , brevissimo dialogo sul mio lavoro e poi:
-Senti papà, io e Samuel avremmo pensato di andare in Inghilterra per pasqua!-
-Bene, mi fa piacere che ogni tanto pensiate!-
- Allora papà sei d'accordo vero?-
-No cara. ho detto che mi fa piacere che ogni tanto date una scrollata ai neuroni non che sono d'accordo, anzi, non lo sono per nulla!-
A parte il fatto che già sua madre le ha detto un no secco. Io non le nego il viaggio per non contraddire sua madre, è che ha ragione.
Ora, Federica ha fatto il viaggio più lungo della sua vita da sola da Savoulx a Torino. Nemmeno un ora e mezza di treno comprese le coincidenze.
Il più lungo l'ha fatto con sua madre due estati fa, quando l'ha portata in ferie in sardegna.
Ora, considerando tutto questo come potrei lasciarla andare da sola con il suo ragazzo in Inghilterra, con tutti i casini che ci sono in giro?
In fondo ha soltanto 18 anni, non è navigata , sgamata per andare in giro da sola. Lei parla l'inglese quasi perfettamente, ma non basta sapere la lingua per sentirsi al sicuro.
-No!- Le ribadisco e lei si chiude nel suo broncio minacciando ritorsioni in quanto diciottenne, quindi libera, secondo la sua teoria, di fare ciò che vuole!
Nessun problema , rispondo, vuoi andare via di casa per il viaggio negato, liberissima, hai ragione sei maggiorenne.
- Ti cerchi casa, paghi l'affitto con i tuoi guadagni, smetti di studiare per lavorare seriamente e pensi a tutto bollette comprese.
Nessun problema per me!
Non amo i ricatti, poi questo tipo di minaccia "Me ne vado a vivere per conto mio" è vecchia come il mondo, e di solito sono pochi a metterla in atto e sopratutto pochi che non tornano al focolare.
La pungo sul vivo, lo so. Ormai la conosco bene.
Vuoi mettere una vita al sicuro finanziariamente. Vuoi mettere laurearsi e avere un futuro migliore in campo lavorativo e smetterla di fare la commessa per pochi euro al mese. Vuoi mettere tornare a casa e trovare il pranzo pronto e gli abiti lavati e stirati.
Bene! Appurato questo pensaci Federica.
O il viaggio contro tutti o aspettare il momento giusto per farlo. Cioè magari fra qualche anno!
Non mi resta che aspettare.
Anche se un mezzo dubbio sul responso ce l'ho!
Alla faccia di Padoa Schioppa, preferisco una figlia" bambocciona "che in giro per il mondo da sola!
                                        Img. Savoulx

 
 
 

Post N° 213

Post n°213 pubblicato il 21 Febbraio 2008 da fionamay10
 

                             
           Racconti.....................   disegno fionamay per la galleria di alex 

 
 
 

Contorni

Post n°212 pubblicato il 19 Febbraio 2008 da Mariluci17
 


Una traccia in mezzo al prato.  Effetto ottico!
                                                                            Img. Mariluci17

 
 
 

Accettazione

Post n°211 pubblicato il 18 Febbraio 2008 da Mariluci17
 

Non riesco a staccare la spina dal pensiero fisso di cosa stava accadendo dodici anni fa. A volte stento a credere che sia passato tutto questo tempo, perchè quei giorni sono ancora vividi dentro.
Le giornate fredde di febbraio, cercare il posto macchina intorno all'ospedale, con frenesia, non potevo perdere un attimo, perchè lo sentivo il disastro dentro. Percettibile nelle notti a casa, sempre con l'orecchio al telefono e gli occhi spalancati nel buio.
Negli occhi dei medici la rassegnazione, più nessuna parola poteva confortare nelle speranza. Quel miracolo che ho aspettato fino alla fine. Ma inevitabilmente non è arrivato.
La paura di non trovare la forza di reagire, la paura di trovarmi di fronte ad una "cosa" di cui sentivo parlare, ma non avevo ancora vissuto.
E quel giorno prima, la notte che sarebbe toccata a me, seduta sulla sedia accanto al rantolo che mi martellava le tempie.
Invece mi prese la stanchezza, come quando esci da una forte tensione, eppure c'ero ancora dentro, e la richiesta di aiuto. Mio fratello che accorre e mi lascia a casa, nel mio letto, mentre lui assiste impotente alla predestinata fine.
Ho pensato mille volte che è stato fortunato, so che è terribile da dire, ma lui c'era. Io no.
Penso a tutto questo, mentre scorre il film di quei giorni.
Rimbalzano le emozioni e la commozione. E' una ferita che non va più via, incancellabile, profonda che mi preme sull'anima e mi fa male.  Quel male che è disfatta, perdita, confusione, dolore, rassegnazione effimera.
E sopratutto mancanza delle sue parole, del modi allegro di prendere la vita.
Piegherò questo dolore, non per eliminarlo, no! Per accettarlo.

 
 
 

Al supermercato

Post n°210 pubblicato il 16 Febbraio 2008 da Mariluci17
 
Foto di righe_di_vita


Uomini che fanno la spesa.                Img. di Mariluci17

 
 
 

Il chiodo nel cielo

Post n°209 pubblicato il 16 Febbraio 2008 da righe_di_vita
 
Foto di righe_di_vita

C'è un angolo, laggiù, in fondo al paese, che è stato sempre il mio nascondiglio segreto. Una piccola insenatura fra pietre e  una vecchia casa in rovina.
Scappavo giù per la montagna quando da bambino combinavo qualche guaio, mi rintanavo dentro la bicocca abbandonata e stavo lì in attesa che la buriana passasse.
L'avevo ripulita alla meglio, il tetto praticamente non esisteva più. i muri scrostati che puzzavano di muffa, un piccolo quadro del Sacro Cuore era appeso dove , presumo c'era stato il letto.
Il pavimento era di pietra, accanto al muro, vicino alla'ingresso ormai privo di porta, avevo trovato un materasso. Grigio, sporco, così tanto che quando lo toccai con il bastone tre topi uscirono come spinti dalle molle arrugginite.
Uno spavento!  Raccoglievo ogn sorta di insetti e animaletti, ma topi mai. Forse il mio rancore era dovuto a quella volta che cercando in un tubo di ferro, che avevo trovato in giardino, per prendere una serpe, venni pizzicato da un ratto. Ricordo ancora il viso pallido di mia madre e il dolore al dito lancinante, come avessi mille cerini accesi dentro le falangi. Una corsa all'ospedale risolse.
Nel mio rifugio maleodorante avevo portato un "platò", l'avevo svuotato della verdura e capovolto, nella mia casetta, fungeva da tavolino.
Quanti spaventi dentro la mia casa. Aspettavo anche delle ore, più passava il tempo e più mio padre si sarebbe calmato. Spesso lo sentivo urlare il mio nome, mi guardavo bene dal rispondere.
Domenica scorsa sono ridisceso per la valle, volevo rivedere la mia tana.
E' sempre là. Sempre più disastrata, si è fermata la neve sugli strati del muro e del pavimento. Non c'è più il materasso, nemmeno il mio "tavolino". Resiste l'odore di muffa che è sempre più intensa, forte da sconquassare le narici. Entro coprendomi la bocca con il fazzoletto.
Ripenso ai miei "vecchi", agli zii a cui rubavo le galline e poi le liberavo intorno al mio rifugio. Rivedo quel bambino con i capelli diritti come spaghetti prima della cottura.
Lo vedo saltare fra gli alberi, modellare pezzetti di legno con il coltellino trovato per i boschi.
Lo rivedo seduto impaurito in un angolo del rifugio a pensare:
"Quando sarò grande ve la farò pagare a tutti!!-
Sento i profumi della mia montagna ancora intirizziti dal freddo. In lontananza un camino spande il suo fumo nero.
Mi prende quel piccolo tremore, ma so che non è il freddo. E' l'idea di rivedere mio padre scendere per un pezzetto in quel sentiero che porta al mio nascondiglio. Poi cambiava idea e mi lasciava con il solito "tanto ti acciuffo prima o poi"!
Mio padre e mia madre sono l'unico legame con le mie radici. Non ho fratelli e mi spiace adesso, pensandoci mi fa male.
Respiro profondamente e risalgo verso casa.
Con le mani in tasca e la mia vita appesa con un grande chiodo sulle cime imbiancate delle mie montagne. Insieme a tanti altri chiodi, qualcuno ancora fisso, altri che hanno lasciato l'impronta ingiallita della cornice in un angolo d'immenso.


 
 
 

Miti e ritmi

Post n°208 pubblicato il 14 Febbraio 2008 da righe_di_vita
 
Tag: Ritmi

 
 
 

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