Creato da righe_di_vita il 01/04/2007

Titoli di coda

Per entrare sotto la pelle, penetrare emozioni con il linguaggio delle immagini adattando le semplici parole!

Messaggi di Ottobre 2008

Post N° 423

Post n°423 pubblicato il 31 Ottobre 2008 da fionamay10
 

discese.......di Simone

 
 
 

Tenerezza

Post n°422 pubblicato il 30 Ottobre 2008 da Mariluci17
 

Sono in coda alla cassa del piccolo supermercato di quartiere. Qui ci si conosce tutti, le cassiere ormai ci chiamano per nome e regalano sorrisi e disponibilità, come un tempo, quando esistevano ancora i negozietti dove da bambina andavo a comperare il latte e facevo “segnare”.
Passava mia madre a pagare.
Ecco l’ambiente è più o meno quello di allora, l’unica differenza è che non ti fanno credito, non c’è il garzone che ti porta la sporta a casa e gli anziani non possono fermarsi a raccontare la loro storia alle cassiere.
Sto pensando ai bei tempi andati quando dietro di me, in coda, arriva una signora anziana. La guardo e sorrido nel vederla con i jeans e una giacca molto larga stretta sul collo da un foulard.
In mano una scatoletta, aperta. Mi guarda, sembra voglia capire se sono disponibile, tollerante alla sua richiesta di passare avanti:
- Devo solo fare una lamentela, faccio presto.-
Prego le dico sorridendo, intanto la coda si fa lunga dietro di me.
La cassiera la guarda con affetto, si vede bene che la conosce e ha simpatia per quella vecchina in jeans.
- Ha dimenticato qualcosa Maria?-
L’anziana donna posa sul nastro della cassa la scatoletta che teneva in mano, quella che ho notato essere aperta e adesso leggo bene di cosa si tratta: cibo per cani. Kit e kat.
-Sono venuta stamattina.- Spiega la signora Maria alla cassiera.
- Ho fatto la spesa e ho comperato questa scatola di “spezzatino”.-
- Spezzatino??-  La cassiera aggrotta la fronte , controlla la scatola e intanto il gruppo in attesa incuriosito si avvicina per ascoltare meglio.
- Si, spezzatino. L’ho cucinato con le patate lesse e mio marito schifato mi ha chiesto che porcheria avevo comperato, gli ho detto che era la novità dei cibi in scatola, sa, oggi non avevo voglia di cucinare, mi spiace però dirvelo ma questa carne è avariata, puzza, l’ho assaggiata anch’io e a momenti vomito!-
- Oggesù!!- Un esclamazione generale unita al mio “santo cielo!!”. Ha dato a suo marito per pranzo cibo per cani???
Si, lo spezzatino con le patate è cibo per cani!
Maria si volta verso di me, cerca conforto, cerca di capire cosa sta dicendo la cassiera. Le spiego che è una scatola per animali, che si è sbagliata ed è per questo che fa schifo.
La vedo sconcertata, allibita! – Oh madonna!! Ho dato ad Armando carne per cani!!! Credevo fossero quelle cose confezionate, sa quelle che fanno la pubblicità, che sono solo da “aggiustare” magari con le patate!!
La cassiera prende la scatola e rimborsa la signora Maria che preoccupata esce dal supermercato accompagnata dal direttore che persona molto cortese si è offerto di portarla a casa e controllare come sta il marito.
La vedo uscire a testa bassa, quasi si vergognasse dell’errore.
Nessuno ride. Non c’è nulla da ridere. Anzi fa tenerezza la vecchia signora in jeans, sempre sola a fare la spesa. C’è chi lamenta la presenza dei figli. C’è chi se la prende con la pubblicità martellante di cavolate che spiazza la persona anziana.
C’è chi ……ma che importa.
C’è silenzio adesso in coda e alla cassa, solo un bip al passaggio della merce sul tappeto . Non so come mai, ad un tratto è scesa dentro di me la malinconia!

 
 
 

La voce petulante

Post n°421 pubblicato il 28 Ottobre 2008 da Survivor60
 

La giornata che inizia con il solito rituale di sempre, caffè e fuori dalla finestra
il mondo che ha ricominciato a correre, fanali delle auto che sfiorano la tazzina
e sorvolano con la loro luce gialla la cucina che sembra non essere più tua per un attimo.
Poi la barba e lo specchio che rimanda il viso intorpidito dal sonno e gli occhi cisposi
i pensieri che la fanno da padrone e non riesci ancora a mettere in riga, tarda il comporsi
del quadro giornaliero, e sbuffi.
La costruzione della giornata ha inizio.
Soltanto le idee della sera prima, che si sono addormentate con te, sono rimaste sul cuscino
e non hanno per ora intenzione di seguirti.
Propositi di cambiare qualcosa. Qualsiasi cosa della tua vita per dare una immagine nuova
a te stesso e alla tua fortuna.
Sono fortunato?
Pensandoci bene si, ma non basta mai questa sensazione di completezza, non basta e cerchi sempre
strade nuove per dare colore alle tue sensazioni.
Il maglione nero va benissimo!
E’ il colore che attira tutti gli altri, che li assorbe in un'unica tonalità, così come la mia vita,
fagocitata da un'unica identità che è dietro al mio bancone, da dove spesso distratto osservo
passare altre verità fatta di dolori, amori che vanno e che vengono, dita allegre sul pianoforte
del mondo e melodie malinconiche di depressi e stressati.
Se smetto di pensare forse sparisce quel senso di disagio che ha preso il posto della soddisfazione
che sentivo fino a poco fa.
Se smetto di pensare come faccio a capire cosa sono oggi.
Esco di casa inseguito dalla smania di voci altrui. Voci diverse da quella sconosciuta che sento in testa.  Una voce che non è la mia.
E’ la voce dei pensieri, come quando leggi e gli occhi parlano con quel tono che non è il tuo. Come se avessi una creatura dentro di te che traduce con il suono le tue elucubrazioni.
Che voce petulante stamattina!
Esco di casa, tento di fermare quella fastidiosa voce. Incredibile non mi fa pensare, Me stesso che
confonde me stesso.
Accidenti piove!

- Apri l’ombrello!-  Ancora questa voce che mi comanda.


 
 
 

Post N° 420

Post n°420 pubblicato il 26 Ottobre 2008 da fionamay10
 


passaggi d'acqua.......di fionamay

 
 
 

Distrazioni

Post n°419 pubblicato il 25 Ottobre 2008 da righe_di_vita
 

Il lavoro mi ha tenuto per un po’ di tempo lontano dal blog, per fortuna ho amici che non hanno mai permesso che restasse senza quell’aggiornamento di disegni , foto e racconti che lo fa vivere.
Questo lavoro che è diventato difficoltoso da gestire per le varie problematiche finanziarie del momento, tra una crisi e l’altra sono ancora in piedi e spero di restarci a lungo.
Si, ma impegnando meno ore.
Mia figlia reclama la mia presenza. E’ seccata, rattristata dalle mie continue assenze.
Stupido io che non ho capito che le stavo facendo del male, pensavo che in fondo si sarebbe sentita libera di fare ciò che voleva, cosa che ha sempre bramato.
La sua libertà, fonte di continue discussioni fra di noi.
Io le impedivo di vivere a sua vita, questo era il mio pensiero di padre forse un po’ troppo invadente e troppo attento. Rigido per certi versi.
Cercavo di farle capire che non è facile essere un genitore, che si cerca il meglio per i nostri figli, che io volevo anche recuperare tutto il tempo in cui non mi è stato permesso viverla.
Così in questo periodo non mi preoccupavo di quello che pensava o faceva, solo brevi accenni alla sua vita e poi, stanco, mi ritiravo in camera mia.
Il dialogo con mia figlia è scemato parecchio.
La mia preoccupazione per lei no, ma ero troppo preso a trovare soluzioni sul lavoro invece di guardare cosa stava succedendo a lei.
Rientrando alla sera la trovavo sempre ad aspettarmi con il tavolo apparecchiato e lei seduta sul divano a guardare la televisione.
Non era strano per una ragazza che era libera di uscire anche tutte le sere, volendo?
Oppure mi aspettava con Samuel che cenava con noi e poi tornava a casa sua.
Ma non capivo, non collegavo le cose, davo per scontato che se non usciva era soltanto perché non ne aveva voglia.
Invece no. Il motivo per cui restava a casa era molto più serio importante: io, suo padre che aveva paura di perdere per la seconda volta e non lo sopportava.
Io, suo padre che lei credeva indifferente a ciò che faceva durante il giorno.
Io che non vedevo la sua malinconia e il dispiacere che si portava dentro per la mia assenza.
Che strani questi figli!
Quando credi che stiano bene senza di te, perché finalmente liberi da questa pentola di fagioli che borbotta ad ogni parola che dicono, ad ogni gesto che fanno, ecco che invece soffrono senza la considerazione e l’affetto che anche un brontolone come me sa dare.
Soffrono senza la tua complicità, i tuoi consigli e anche senza i tuoi silenzi stanno male.
Che strani questi genitori, che credono di essere soltanto dei pesi da sopportare per i figli e invece continuano ad essere un porto sicuro, il loro punto di riferimento senza il quale si sentono persi, soli anche se hanno cento amici. Cento vite da vivere.
Ho ricominciato ad abbracciare mia figlia. Ho ricominciato le mie solite raccomandazioni e litanie insopportabili. Ho ricominciato ad imporle il rientro serale e non transigo sull’orario.
L’ho vista sorridere. L’ho sentita ripetermi tranquillo papà, torno presto.
Abbiamo litigato ancora.
Ridurrò le mie ore di lavoro per stare con lei. Ho bisogno della sua allegria. Ha bisogno di me, il più grande amore della mia vita.

 
 
 

Post N° 418

Post n°418 pubblicato il 22 Ottobre 2008 da fionamay10
 

....e se ci sono occhi che non mollano...... matita fionamay

 
 
 

Post N° 417

Post n°417 pubblicato il 21 Ottobre 2008 da Mariluci17
 


                                                          In nero il gioco leggero
 Img. di Mariluci17

 
 
 

Lungodora

Post n°416 pubblicato il 19 Ottobre 2008 da righe_di_vita

Non mentono i numeri: inutilmente
risollevi alla fronte la freschezza
dell'ombra, il respiro che ancora spezza
la strada - ferro e fili; trasparente,
un lume di foglie scopre l'oriente
di tralicci messaggeri, carezzano
amiche pietre celesti un'altezza
di celle liberate: è veramente
risorto chi con parola abbuiata
amputava il giuramento lontano,
nere labbra dietro quella parete
che scricchiola nell'osso del pantano
dei suoi giorni o un miserevole Lete
d'ansia a coprire la forma legata?

Roberto Rossi Precerruti

 
 
 

Kelly

Post n°415 pubblicato il 18 Ottobre 2008 da righe_di_vita
 


Adottato da mia figlia e mascotte dei titoli di coda.

                               IMG. RigheDiVita

 
 
 

La grande notizia

Post n°414 pubblicato il 16 Ottobre 2008 da Survivor60
 

Una novità sconvolge la vita del paese.  
Ovunque un sussurare e vociferare senza una precisa certezza su quello che è la notizia che dilaga tra le colline e il fiume, fino ad arrivare oltre i boschi tra le piante di abete e i masi.
- Il Bepi lavora adesso?-
Una domanda che rindonda tra i negozianti e il bar dove la vendita del caffè è salita vertiginosamente da quando la gente del posto si rifugia dal Sergio per avere conferme. visto che il Bepi è uno dei migliori clienti e da qualche giorno non si vede stravaccato sulle sedie con l'immancabile ombreta sul tavolino.
Il Bepi che da solo è in grado di generare scompiglio fra la gente e con le sue gesta eroiche innalzare le sorti del prodotto interno lordo!
- Il Bepi lavora si o no?-
Va detto che l'ultima occupazione del Bepi risale ormai all'inizio del governo Prodi, dopo di che, licenziato per scarso rendimento, fu uno di quelli che diede a Brunetta l'idea per una legge che discriminasse i fannulloni.
Sono sicuro che il Bepi sarà prima o poi chiamato ad esempio suo malgrado.
Stando alle notize frammentarie che si susseguono di bocca in bocca mi viene da pensare che ci ha fregati tutti.
Il Bepi lavora!!!
Dalla finestra della mia cucina vedo la piazza, dove si riuniscono i cittadini quando succede qualcosa di eclatante degno di nota.
Li sento fare congetture sul tipo di lavoro adatto al Bepi.
C'è chi lo vuole magazzimiere nel nuovo supermercato in città.
C'è chi pensa addirittura sia emigrato in germania, tanto ne ha parlato in tutti questi anni.
C'è chi lo vedrebbe bene a capo di un'azienda agricola.
-Robusto lo è , caparbio anche ha le doti per essere un capo!-
La voce dell'impiegata dell ufficio postale è stridula e arriva schricchiolando fino alle mie orecchie.
Il Bepi fa notizia. Una volta tanto non per delle assurdità di cui ci aveva abituati ma per qualcosa di serio. Il mondo del lavoro lo aspetta a braccia aperte e pugni chiusi per accoglierlo nelle sue spire.
Oggi il Bepi è osannato per la sua forza di volontà nel ricominciare a 43 anni suonati, per la testardaggine che ha investito per questa strada che è dura e faticosa per un giovane. Figurati per lui!
Nel giro di pochi minuti il Bepi passa da uomo finito e criticato ad esempio da seguire per l'intelligenza e la forza d'animo.
Lui che fino a ieri era il disgraziato, nulla facente e cretino del paese.
-Soltanto capace a correr dietro alle donne!!-
Chiudo la finestra. Dovrei essere orgoglioso di avere un amico come lui. Il riscatto da una vita fatta di niente.
Abbasso le veneziane e mi volto.
Sdraiato sul divano a due posti con le gambe a penzoloni giù dal bracciolo russa come una locomotiva il mito del paese.
E' qui da due giorni.
Da quando si è presentato a casa mia, ubriaco fradicio dopo una festa di compleanno in discoteca.
Non si ricorda dove ha parcheggiato l'auto a Vicenza.
Il festeggiato l'ha accompagnato a casa, mia naturalmente , era l'unico indirizzo che il Bepi ricordava.
E adesso dopo il mal di testa, i conati di vomito una notte insonne e aspirine sparse per casa, dorme.
Dorme a pochi passi da quel gran parlare dei suoi concittadini che lo stanno portando in palmo di mano.
Lo sveglio con uno strattone.
- Ehi coso! Quando hai intenzione di avvisare tuo zio parroco, che ti sta benedicendo ovunque tu sia, che sei tornato dai massacranti turni lavorativi???-
Bofonchia un vai al diavolo si aggiusta la coperta e riprende il sonno.
Quello dei giusti per un linciaggio!!

 
 
 

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