Creato da righe_di_vita il 01/04/2007

Titoli di coda

Per entrare sotto la pelle, penetrare emozioni con il linguaggio delle immagini adattando le semplici parole!

Messaggi del 13/09/2007

Arrivederci

Post n°116 pubblicato il 13 Settembre 2007 da righe_di_vita
 
Foto di righe_di_vita

Il cimitero ci rattrista soltanto perchè è il solo luogo al mondo dove non ritroviamo i nostri morti.
Dappertutto, altrove ce li portiamo in noi. Basta chiudere gli occhi per sentire il respiro sul nostro collo, per sentire sulla spalla una mano fedele.
La casa , il giardino ce li ricordano. La poltrona di mio padre conserva ancora la sua impronta, nel punto in cui appoggiava i gomiti la stoffa è lisa.
Intorno a noi, il nostro mondo familiare moltiplica le immagini di coloroche, dentro di noi, continuano a vivere.
Nell'orribile smarrimento che si prova allo spettacolo della morte rimaniamo là, in piedi, vivi e miserabili, vicino a quella tomba alla quale, se non si sa pregare, nessun gesto è possibile.
Ecco: tengono il cappello in mano, dispongono i fiori, raddrizzano una corona, pensano che è necessario far ridipengere la cancellata. e l'espressione più bassa assume qui un senso tragico; davvero non sanno come atteggiare il viso.
No, non è intorno alla pietra tombale che i nostri morti si stringono quando li chiamiamo!
Il nonno morto durante la nostra infanzia di cui ricordiamo appena un gesto, una parola; il padre mancato nel pieno della giovinezza di cui non serbiamo alcun ricordo: li riconosciamo comunque, nessuna incertezza sulla loro identità, siamo sicuri siano loro perchè sono dentro, indelebili dentro di noi.
Davanti alle tombe, siamo mai stati testimoni della venuta silenziosa e dolce di coloro che ci hanno preceduto nel segno della pace?
No, e per ritrovarli dobbiamo compiere un pellegrinaggio. Dopo esserci inginocchiati su questi resti, ricordiamo la nostra fede, il nostro Dio qualsiasi sia.
In fondo è proprio qui che dobbiamo avere coraggio di andare avanti, di guardarci dentro e scoprire la speranza quella che non ti fa dire addio.
Ma la convinzione , la necessità di portare in ogni fibra della pelle la sua voce. Nel cuore dolorante il suo nome. Si, quella speranza che fa sorridere amaramente davanti alla tomba, e mentre il suo corpo viene calato nella terra e ormai non hai più via d'uscita, non tornerà più. Lo lascerai lì da solo in mezzo al campo, vicino ad altre pietre. Lo rivedi con l'ultimo tuo sguardo sul viso sereno, macchiato di ombre e di immagini che si porterà via. Non ti chiederà in prestito una foto o un giornale.
Ha già preso tutto e senza chiedere permesso. E' il suo giorno! Il grande giorno dove è protagonista assoluto dopo una vita vissuta silenziosamente, senza chiasso, senza sgomitate.
Resti da solo con tutti i pensieri che sono , forse per la prima volta, esclusivamente per lui.
No, non riesco a dire addio.  Riesco solo nel semplice saluto:
Arrivederci papà! 

 
 
 

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