AlexNews

IL "PASSO 0"


Questo blog a quanto pare sembra essere destinato a diventare una collezione di... "ripartenze mai avvenute". E dire che c'è stato un tempo in cui questa pagina veniva aggiornata davvero ogni giorno... qualche volta anche scopiazzata... se non addirittura, in particolare quando si trovavano gli articoli e le pagelle della Stella Alpina, attesa quasi "febbrilmente".Bei tempi, oserei dire. Tempi nei quali, nonostante avessi un lavoro impegnativo e impegni trasversali in un sacco di associazioni e progetti, il tempo di "passare di qua" non mancava mai. Che volete? Sono invecchiato, quello si, ed ad una certa età le ore notturne non sono più produttive come un tempo... Peccato però, perchè soprattutto leggendo il post precedente, l'idea di un "Alex Rebirth" sul modello dei fumetti americani mi piaceva molto. Mi piace ancora molto ad essere onesti. E non nego che ogni volta che "mi ripresento qui" è perché di fermento ce n'è moltissimo.Era il settembre 2019. Poco più di un anno fa. E credo non serva neppure dirlo ma, rispetto ad allora, è davvero cambiato tutto... E di sicuro non solo per me! Il 2020 sarà un anno destinato a restare drammaticamente nella storia, con l'indelebile marchio del COVID-19 a farne da cerbero padrone. Le vite di tutti noi sono cambiate, per alcuni in modo irrimediabile, e dentro di noi, per quanto probabilmente ce ne lamentassimo, le guardiamo con un velo di malinconia, in attesa, e con la speranza, che ci vengano presto restituite. Come si legge sempre più spesso, eravamo felici e non lo sapevamo.La stragrande maggioranza delle persone a cui chiedi come sta ti risponde stoicamente "Bene", ma quasi come fosse una litania aggiunge "Per quanto si possa stare bene in questo periodo", ma non posso che ammettere che in effetti è la risposta più indicata. E logica. Ci dimeniamo cercando di capire quale sia il colore attuale della nostra Regione, cosa ci sia permesso fare, cosa sia giusto fare o non fare, cerchiamo di vivere la nostra vita nel modo più normale possibile. Credo che sia così un po' per tutti.Ovviamente non è mia intenzione andare troppo sull'argomento anche perché direi che non ho proprio nulla da aggiungere di nuovo e nemmeno di sensato, ma è anche vero che non è di fatto possibile "prendere la parola" e non fare cenno al contesto in cui ci muoviamo.Anche perché, visto che in questo blog è di me che si parla, per me le situazioni legate al COVID, hanno davvero finito per condizionare in modo netto gli ultimi 9 mesi seppure, per fortuna, pur avendolo sfiorato in almeno quattro occasioni, sono riuscito ad evitare il contagio diretto (e qui, sarò onesto, per scaramanzia non posso fare a meno che portare le mani verso il basso). Magari nelle prossime occasioni ci sarà occasione di parlarne meglio, ma lavoro per i Servizi Sociali e, anche se lavoro in un ufficio, la situazione si è decisamente ingarbugliata (e chi conosce la mia situazione sa per certo che sto usando un eufemismo). Un mix di tensione, riposi mancati, ritmi elevati che ha finito anche per compromettere il mio fisico (già non proprio eccelso) con conseguenza che sto davvero pagando care.Chi mi conosce bene sa che i miei alti e bassi sono a dir poco frequenti, spesso con conseguenze a dir poco negative. Avevo trovato un bellissimo equlibrio anche grazie alla corsa su strada (e successivamente alle camminate in montagna e alla marcia alpina), grazie alla quale avevo dato uno sfogo naturale alle difficoltà quotidiane entrando a far parte di un mondo che adoravo frequentare e che mi ha aperto le porte a nuove conoscenze che sono state a dir poco fondamentali. Peccato che durante il primo lockdown, sia per le restrizioni che per il lavoro, ho patito un sacco di problemi fisici (in parte dovuti alla mancanza della corsa) e, una volta "tornato in attività" sono peggiorati tanto che, praticamente, è da metà settembre, che sono fermo ai box... E gli ultimi mesi sono stati così ancora più difficili. L'arrivo della seconda ondata della pandemia mi ha ritrascinato in un loop lavorativo da cui faccio fatica a riemergere sia perché avrei bisogno di fermarmi sia perché non ho modo di sfogare in modo sano l'accumulo di tensione che, inevitabilmente, si crea in una situazione come questa. Lo ammetto, sono andato in grande difficoltà. Diventando soprattutto apatico. Anche perchè, ad esclusione dei colleghi, non vedo più nessuno. Vedo i miei genitori dalla sommità delle scale (per evitare loro problemi preferisco non entrare in contatto e vivo relegato in due stanze del mio appartamento) e sento sempre più raramente gli amici anche perché, sinceramente, so di non essere al top della forma fisica e psichica e non voglio pesare più di tanto, vista anche la situazione generale... Se poi vogliamo metterci una delusione sentimentale, perché a 45 anni finisci ancora per innamorarti, vivere una settimana bellissima e poi veder tutto svanire nel nulla senza aver neppure capito esattamente il perché... Insomma, anche al netto della situazione mondiale, che di certo non porta all'ottimismo, posso tranquillamente dire che anche la situazione personale sarebbe quantomeno migliorabile...E quindi? Qual è il motivo per cui proprio oggi torno a scrivere qui come a dire che c'è un nuovo motivo di ripartire?In realtà il motivo principale è che in me in realtà la voglia di reagire c'è sempre stata, anche se non sono esattamente bravissimo a tirarla fuori. Ma c'è bisogno di uno stimolo... E io l'ho visto in tv questa mattina. Con le immagini della Maratona di Valencia. Perché io, il peggiore atleta del mondo, il 45enne obeso e che in questo momento fa fatica anche solo a fare le scale, un paio d'anni fa quelle strade le ha percorse per davvero... di corsa... anche se in fondo neppure lui era convinto di potercela fare.Non era una maratona, ma una mezza maratona. Era marzo 2018 e si trattava del Campionato del Mondo di Mezza Maratona... non male per chi quella distanza non l'aveva mai percorsa. Era partita quasi per gioco e sarebbe diventata una delle esperienza più belle della mia vita. Perché anche se poi avrei fatto altre 4 mezze maratone, con tempi anche migliori, quella gara è stata indiscutibilmente la più bella della mia vita, e aver portato in fondo quell'impresa è stata una delle gioie più grandi che io abbia mai provato. Un racconto che merita uno spazio e del tempo che spero di trovare quanto prima.Oggi però rivedere quelle strade mi ha fatto riprovare un po' di quelle emozioni, mi ha riportato a quei momenti in cui la fatica era gioia e sentivo ad ogni passo crescere la mia forza! E mi sono chiesto come ho fatto a dimenticarlo... e soprattutto perché. E la risposta non c'è. Allora pensavo che quello sarebbe stato un punto di partenza. Ma i miei gesti mi stanno portando, e non solo nel campo della corsa, a fare in modo che quello sia stato un punto di arrivo. E non voglio che sia così.Vero, sono infortunato, stanco, ingrassato (ma anche questa è solo ed esclusivamente colpa mia), messo maluccio... ma in fondo non è una novità, giusto? E allora oggi mi sono ricambiato e mi sono rimesso a camminare. Correre è ancora un'utopia. Ma ho fatto 8km di cammino. Nella nebbia, con il freddo pungente e senza un'anima viva in giro. A metà strada la mia gamba chiedeva pietà, ho rallentato ma non ceduto, allungando anche un po' il tragitto, come se avessi voluto dirle che non avevo intenzione di darle retta più di tanto. E quando sono arrivato a casa, decisamente troppo stravolto in rapporto a quanto fatto, mi sono sentito di nuovo soddisfatto. Un passettino piccolo piccolo. Ma che andava fatto. E che, sopratutto, non deve cadere nel vuoto.Non so quando e se scriverò ancora. Non se resterà un progetto morto prima di nascere come quel "numero 0" di cui parlavo l'ultima volta. Ma spero davvero di riuscire su queste righe (ma soprattutto nella "realtà") a parlare di progressi, di passi avanti, fino a riuscire finalmente a tornare a correre. E, di conseguenza, a stare bene.Certo... il sogno è sempre lo stesso! Non lo pronuncio perché adesso sarebbe davvero ridicolo. Ma senza questo "passo 0" sarebbe inutile anche solo sognare. E un passo verso quel sogno potrebbe essere anche tornare sulle strade di Valencia. Quelle stesse che oggi hanno risvegliato in me un po' di orgoglio. Le stesse che per me saranno e resteranno sinonimo di gioia!