Creato da: gigalv il 21/07/2006
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« ALITALIA ED AZIONISTIALITALIA VALE ........ ? »

ALITALIA ED AZIONISTI

Post n°2 pubblicato il 21 Luglio 2006 da gigalv
 

riporto integralmente il mio ultimo intervento in assemblea Alitalia

del 31.3.2006  ....   A Verbale è stato totalmente stralciato  ed è stato riportato

che ho solo denigrato   ......   A me sembra di aver riportato solo notizie corrette

e vere .....   Che cosa ne pensate?

DA ALLEGARE AL VERBALE D'ASSEMBLEA ORDINARIA DELLA SOCIETA' ALITALIA SPA DEL 31 MARZO 2006 E FACENTE PARTE INTEGRANTE DELLO STESSO AL PUNTO N. 1 DELL'ORDINE DEL GIORNO: BILANCIO DI ESERCIZIO AL 31 DICEMBRE 2005; RELAZIONI DEGLI AMMINISTRATORI, DEL COLLEGIO SINDACALE E DELLA SOCIETA’ DI REVISIONE. DELIBERAZIONI RELATIVE E CONSEGUENTI. BILANCIO CONSOLIDATO AL 31.12.2005.

Io Sottoscritto Alvaro Giglioni, Azionista Alitalia chiedo di allegare a Verbale il documento del quale do lettura e/o di trascriverlo integralmente,

Signor Presidente,

I Documenti messi a disposizione sono incompleti e non consentono la corretta analisi del Bilancio 2005 del Gruppo Alitalia: mancano i dati numerici di Alitalia Servizi e Controllate, dovuti per trasparenza, anche se, attraverso artifizi, è stato imposto il deconsolidamento, comodo per camuffare e nascondere le problematiche reddituali ed occupazionali, passate e presenti.

Denuncio l’occultamento dei Documenti richiesti, che sono la prova dell’irregolarità del Bilancio Alitalia che contiene comunicazioni che traggono ripetutamente in inganno gli Azionisti e gli Analisti. Per questo richiedo un impegno preciso da Lei Presidente, davanti all’assemblea, di mettere a disposizione tali documenti mancanti.

Signor Presidente,

riprendo, ora, il mio intervento dall’ultima Assemblea del Luglio 2005, quando da parte di un azionista sono stato chiamato in causa additato parlare chiaro, di rivolgermi alla Procura e fare i nomi dei Responsabili. Lei lo ha consentito, ma non mi ha permesso di chiarire: ha interrotto la mia replica, staccando il circuito audio, mancando di rispetto anche agli azionisti presenti ed ha messo a Verbale che mi ero protratto oltre il termine consentito. E’ falso e sono false tante informazioni che dobbiamo obbligatoriamente leggere dai quotidiani, dai Verbali e dai Bilanci.

Dove giace il mio Dossier Alitalia consegnato alla Presidenza della Repubblica il 26 Aprile 2004 e dalla Stessa giudicato “problematica segnalata in termini tanto circostanziati” e portata a conoscenza del Governo? E’ lo stesso menzionato da alcuni quotidiani, dopo quindici giorni, quando riportavano che la Procura di Roma stava indagando su denuncia di un Azionista per falso in bilancio e false comunicazioni sociali e che gli Amministratori erano preoccupati in merito?

Tra i tanti misteri che avvolgono  società Alitalia, ce ne sono alcuni che mi riguardano!

Perché si cerca di nascondere od occultare la documentazione esistente e quanto posto in essere da un risparmiatore truffato, che da sei anni insegue chiarimenti e trasparenza, alla ricerca di legalità ed etica sopraffatte dagli affari, partecipando attivamente alle Assemblee di una Società controllata dallo Stato?

Mi sembra di parlare chiaro: il mio non è un atteggiamento di sfida, ma non mi ritengo un codardo; porto un bersaglio sulle spalle disegnato da qualcuno con quanto posto in essere!

Ho interessato ben 70 (settanta) Preposti, Governanti ed Organi di Vigilanza (ad esclusione del Dr Fazio di Banca d’Italia: probabilmente senza aver perso nulla!).

Non c’è mai stato alcun riscontro in merito!

Attendo risposte da Lei, Presidente Cimoli - che ho salutato fiducioso al suo arrivo sperando in un cambiamento e le ho consegnato della documentazione che richiedeva chiarimenti, non sono mai pervenuti - dal Dr Letta, dal Dr Micheli, dal Dr Tremonti, dal Dr Visco, dal Dr Cardia, dal Dr mengozzi, Bonomi Cereti, Cempella, e tanti altri, da giornalisti come il Dr Dragoni (de Il Sole 24 Ore), Borriello (La Repubblica)e la D.ssa Zoppo (MF) e da Rappresentanti Sindacali di tutte le sigle, compresi coloro che hanno fatto scioperi della fame ed ai quali è stato portato del provvidenziale companatico.

Sono state denunciate le problematiche ed è stato preannunciato un ulteriore delitto dopo quelli Parmalat, Cirio, Bond Argentini, già Alitalia.

L’aumento di Capitale previsto per inizio 2005, è stato rimandato continuamente; mentre le Banche trattavano, per lunghi mesi, i Piccoli Azionisti sono sempre rimasti all’oscuro dei Progetti Industriali e Contingency Plan (dalla dubbia esistenza, ma dal certo costo!), nonostante le innumerevoli richieste.

Non sono mai stati resi noti i termini numerici (risorse ed impieghi) dei Progetti Industriali – quando raramente e parzialmente è stato fatto, gli stessi erano errati nei basilari principi ragionieristici - e conseguentemente la necessità della ricapitalizzazione di ca. 1 miliardo d’euro, dopo le ulteriori risorse provenienti dalla ricapitalizzazione di Fintecna in Az Servizi ed il nuovo incomprensibile Finanziamento 485 milioni di dollari. L’avvenuto slittamento del termine del rimborso obbligazionario al 2010 faceva diminuire, peraltro, gli impieghi del progetto 2005/2008 di 715 milioni di euro, ma non è stato modificato il Fabbisogno Aziendale, che non era stato mai reso noto.

La Società ha effettuato due contraddittorie operazioni sul Capitale: una di Raggruppamento ed una di ricapitalizzazione con diluizione del Capitale, in un breve lasso di tempo, con i relativi costi bancari raddoppiati insieme a quelli resisi necessari per un’ulteriore Assemblea che ha dovuto prorogare il mandato di ricapitalizzazione al Consiglio d’Amministrazione.

Ad inizio Novembre il titolo quotava intorno ai 7 euro, dopo il raggruppamento giustificato da “Penny Stock” riportato nel Prospetto informativo dal Consiglio d’Amministrazione che secondo Analisti era necessario per l’apprezzamento del Titolo. Le cattive notizie della mancata certificazione della Semestrale arrivata in ritardo e dei nuovi scioperi, annullati poi entrambi a distanza di pochi giorni – insieme alla pubblicazione dei termini di ricapitalizzazione ritardati e tenuti nascosti fino all’ultimo giorno, facevano perdere al titolo fino all’80%.

Un risparmiatore che realizzava ad inizio Novembre ca. 7 euro per una azione raggruppata, poteva ricavare solo un euro per azione e cinquanta centesimi per il diritto, complessivamente € 1,50 dopo soli 15 giorni, con una perdita di ca. il 80%  - non del 20/30% come dettato dai quotidiani e/o reuters in maniera non trasparente.

A cosa è servita l’operazione di Penny Stock (raggruppamento) se solo a distanza di un mese è stato nuovamente e fortemente diluito il capitale ed ha fatto perdere al titolo l’80%? E’ servita soltanto a modificarne il valore che avrebbe trovato difficoltà a scendere sotto i 20 centesimi e non avrebbe consentito l’ulteriore speculazione causata in fase di ricapitalizzazione e le attuali ancora in corso!

Il Prestito Obbligazionario è stato al servizio della Privatizzazione: come già denunciato nel Dossier.

E’ stato più volte ventilato il default dei Bond che circa un anno fa perdevano valore fino a raggiungere una quotazione al disotto di 50/100. A luglio sono stati inspiegabilmente prolungati nella scadenza ed incrementati nel rendimento. Con l’aumento di capitale è stato arbitrariamente assegnato un  premio ingiustificato ed illegittimo ai possessori dei Bond – neppure  quantificato da alcuni piccoli possessori nella giusta misura per le mancate corrette informazioni.

Ne hanno tratto vantaggio, oltre allo Stato che ha dovuto però svendere i diritti azionari, gli Accaparratori e/o Istituti Bancari che hanno sottoscritto l’inoptato nel 2002, che si sono ritrovati un Titolo con Rendimento del 7,5% quasi alla pari ed hanno potuto sottoscrivere azioni pagandole solo 80 centesimi: guadagnando nell’immediato dal 10 al 50%  a fronte di un indebito diritto assegnato.

Dopo 3 anni dall’emissione del Bond (2002) solo il 26.11.2005 – dopo la conclusione della negoziazione dei diritti - è stata pubblicato il primo articolo positivo sullo stesso su “Borsa & Finanza” (“Alitalia che bel paracadute quel Bond convertibile 2010”). Il Bond Mengozzi è stato veramente un affare, ma non per i Piccoli Azionisti costretti magari a cederlo a 50/100 sulle cattive notizie che quotidianamente arrivavano nei tre anni passati!  

Lo Stato ha realizzato solo 13,3 milioni d’euro, cedendo diritti a 50 centesimi.  Ma quali Diritti ha ceduto: quelli azionari rivenienti da azioni pagate con diritto riservato nel 2002?

Sono stati truffati:

Ø      i Contribuenti che hanno visto realizzare nel 2005 solo 13,3 milioni di euro per la svendita di una quota societaria del 13% con annesso il premio di maggioranza, dopo aver spesato oltre 370 milioni di euro nel 2002 per l’incremento di una quota del solo 9%.

Nel 2002 un denunciato aumento riservato del Tesoro aveva consentito il pagamento delle azioni a € 0,96, le stesse successivamente in rapporto di 1/1 avevano concesso la sottoscrizione di una nuova azione a € 0,37. Costo complessivo € 1,33 per n. 2 azioni (media € 0,665 su ca. n. 780 milioni di azioni). Dopo il raggruppamento di 30/1 il prezzo di carico di dette azioni era di ca. € 20 (su ca. n. 26 milioni di azioni). Con la cessione nel 2005 a € 0,50 dei circa 26 milioni di diritti il prezzo di carico attuale è di ca. € 19,50 a fronte di una quotazione di ca. € 1. Un vero affare di Stato!  Tali alchimie finanziarie hanno consentito anche la perdita della maggioranza societaria quasi dimezzatasi, dal 1998 ad oggi, dall’85% al 49% .

Sono stati truffati anche:

                                                                                                        

Ø      i Piccoli risparmiatori che a fronte di notizie errate e mancata trasparenza, hanno svenduto i propri diritti a meno di un euro, e si sono ritrovati un titolo quotato ca. € 1, quando soli 10 giorni prima potevano ricavarne ca. 7.

Tale speculazione è stata consentita anche dalla svendita dei diritti (€ 0,50) del Tesoro alle Banche che si sono ritrovate i titoli complessivamente pagati € 0,87 e li hanno subito ceduti ai Terzi destinatari finali, lucrando un guadagno immediato dal 10 al 40%.

I Road Show annunciati sulle piazze Europee ed Internazionali – se veramente effettuati - non hanno portato novità e benefici alla quotazione del titolo, come sempre accade in casi simili (vedi Geox Art Il Sole 24Ore del 19.11.2005 – “Il road show negli Usa porta il titolo ai massimi”).

Il titolo Alitalia, invece,  ha subito solo perdite, ed ha toccato i minimi storici!

Dr Cimoli, ma dove ha svolto i Road show annunciati? Ma di quali Investitori Istituzionali americani ed europei parla? Sa benissimo che l’operazione è esclusivamente “nostrana”!

Un Risparmiatore che ha investito in azioni Alitalia nel 1998 ha perso quasi totalmente il capitale investito e quello delle ricapitalizzazioni del 1998 e del 2002.

Compresi quei Dipendenti che hanno ricevuto nel 1998 azioni gratuite pari 150/300 milioni di vecchie lire, che sono stati invogliati dalle Banche ad indebitarsi costituendo in pegno i titoli incedibili per tre anni, e che attualmente dopo la diluizione di due Ricapitalizzazioni ed un Raggruppamento mantengono azioni per un complessivo di circa mille euro, dopo aver incassato le briciole per la svendita dei diritti.

Sono ora indebitati, pressati dalle stesse Banche, ed arrabbiati dopo aver fatto da traghettatori d’azioni ad un destinatario finale ancora rimasto nell’ombra!

Al tavolo delle secolari trattative siedono solo e soltanto rappresentanti dello Stato e dei sindacati: ovvero due sole categorie d’azionisti.

Ed i Piccoli Azionisti? Ed il Mercato? Hanno solo pagato, gli errori e/o i calcoli degli altri due, perdendo quasi tutto il valore del loro investito in azioni Alitalia!

Qualcuno invece, in questi anni, è riuscito a trarre profitto dalle ceneri dell’Alitalia:

Ø                  Lei ingegner Cimoli, con i suoi quasi 250 mila euro mensili, quale rendita al servizio della scandalosa ricapitalizzazione effettuata;

Ø                  il comandante Angioletti (già Consigliere Alitalia e Presidente Anpac) attualmente amministratore delegato della scippata Eurofly Spa, che con il collocamento in borsa ha moltiplicato per 10 volte il valore delle proprie stoch options pari a ca, 5 milioni di euro;

Ø                  alcuni sindacalisti con lo scandalo delle loro buste paga;

Ø                  la Deloitte & Touche, con i suoi compensi di consulenza e revisione, non solo in Alitalia, ma anche in Eurofly, Alitalia Servizi e Controllate, Parmalat ed altre società;

Ø                  alcuni Immobiliaristi, che hanno costruito un esteso e redditizio quartiere su un terreno edificabile regalato ed hanno acquistato in campagna “saldi” altri immobili di proprietà Alitalia;

Ø                  alcuni Giornali faziosi che anche durante l’Aumento di capitale non hanno denunciato le scandalose azioni a danno dei Piccoli Azionisti inermi ed hanno alimentato le cattive notizie provenienti da fonti sindacali, scioperi, alleanze con Francesi ed Olandesi – rientrate subito dopo la trattazione dei Diritti. Casualmente nei soli giorni di Ricapitalizzazione sono apparse pagine intere di Pubblicità Alitalia (solo il 21 novembre su La Repubblica Affari e Finanza; 6 pagine intere). I relativi costi sostenuti sono la contropartita di quanto “erratamente” pubblicato, o non denunciato, dagli stessi quotidiani a danno dei Risparmiatori?

Ø                  Tanti Istituti finanziari e Consulenti con le loro commissioni ed altri interessi, non solo per il contratto miliardario di copertura carburante di Deutsche Bank. Banca Profilo, ad esempio, ha ricevuto la partecipazione Eurofly a prezzi stracciati ed ha svenduto un immobile ad Eurofly che lo ha adibito a propria sede ai Navigli: 7.600 mq a meno di 800 euro al mq. Un affare per i soci Eurofly, Banche e Piloti, ed un grosso danno per gli Azionisti Alitalia!

I nuovi Target Price, ora migliorativi, della discussa Deutsche Bank Italia, capofila del Consorzio, non compensano le perdite esorbitanti subite dai Risparmiatori! Come consentire tutto ciò, compreso lo scandaloso Target Price di 40 centesimi della Citigroup in fase di Aumento Capitale, che chiunque “addetto ai lavori” sa quanto fosse errato o in mala fede, poi moltiplicato per 4 dalla Deutsche Bank a distanza di due soli mesi (€ 1,60) nonostante il peggioramento dei Risultati 2005 e 2006 programmati ed il ritorno di conflittualità sindacali.

Analizzando i movimenti delle azioni e dei diritti nei 10 giorni dell’aumento di capitale si comprende benissimo quello che è successo. Altro che vendite allo scoperto!

Il tutto è stato giustificato, come in altri casi, in nome dell’Italianità, che remunera in maniera particolare gli addetti ai lavori che lucrano, e fanno lucrare, somme significative attraverso sostanziosi Compensi e Consulenze?

Abbiamo assistito ad un copione di quanto già verificatosi nel precedente aumento di Capitale del 2002. Già denunciato in Assemblea, cancellato per ben due volte a Verbale, e nei documenti del Dossier, dove sono stati dimostrati ampiamente il falso in Bilancio e le false comunicazioni sociali!

Anche questo anno approverete il Bilancio, senza il consenso dei Piccoli Azionisti truffati: ma tutto ciò non rende onore né all’Alitalia, né all’Italia dei quartierini!

Un Azionista.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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lottersh
lottersh il 25/03/09 alle 06:29 via WEB
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