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Post n°99 pubblicato il 25 Marzo 2015 da Allure.Sensuelle
Ore di deliri atmosferici. Vedo i pannelli d'acqua snodarsi come aurore boreali di un soffocante grigiore. Uno scroscio si abbatte sul vetro. Silenzio. ..E ancora: una risacca scomposta dettata dal ritmo irregolare delle raffiche. Il rumore distrae .. e ancora la sua assenza, ovattata e sottile, si alterna alla sferzata ventosa. Mi alzo. Provo a spingere in fuori la finestra, sorpresa che la resistenza del vento superi tutta la mia forza, nonostante mi inarchi caparbia, puntandomi con tutto il corpo contro il pannello. Il vento è teso in una sfida irritante cui imprevedibimente soccombo. Rinuncio. Rimugino. Calcolo con sapienza meteorologica le probabilità che ho di tornare a casa senza inzupparmi fino al midollo. Il vento rende inutile l'uso dell'ombrello. A dispetto dell'ora normalmente animata, non vedo umani appiedati affrettarsi dabbasso. La fermata dell'autobus è desolatamente inospitale. E sembra destinata a rimanerlo a lungo. Ripasso le inclinazioni degli angoli, studiando le traiettorie dell'acqua. A volte il rumore ricorda quello degli incarti accartocciati in fretta. preme.. spariglia. La "nebbia"si squarcia, rivedo la facciata lustra del palazzo di fronte, il cielo è plumbeo, il vento sibila.. apre e chiude quinte di pioggia. il tempo ha ripreso a scorrere, trascinandosi dietro i pensieri. La tempesta è fuori e dentro di me.. percuote i vetri e me senza lasciare cicatrici permanenti. Non si acquieterà in fretta. |
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ho atteso ... poi, quando ormai disperavo sentendo il cigolėo dei chiavistelli, nel timore di rimanere chiusa dentro, č apparso un angelo custode che, con voce salvifica, mi ha sussurrato "posso darti un passaggio in auto, visto che sta diluviando?" :-))