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The million dollar hotel


Alle tre del mattino, Mirko si svegliò boccheggiando, con il  corpo fradicio di sudore. Si sedette sul bordo del letto a occhi chiusi mentre un sonno appiccicoso cancellava i suoi pensieri. Rimase qualche minuto così, sentendo i capelli, la nuca, la fronte e il petto bagnati. S'alzò infine e si diresse a tentoni verso il bagno. Doveva uscire dalla stanzetta, percorrere un corridoio ed entrare nella quarta porta a destra. "Dove sarà la luce, merda", pensava mentre tastava le porte come un cieco che si ritrovi in un ambiente estraneo.Riuscì a entrare, dopo aver corso il rischio di svegliare i suoi vicini della 112, "tanto chi riesce a dormire in questo forno" e si ritrovò in un luogo angusto e sporco, occupato per metà da una vasca da bagno incrostata, che recava le tracce del passaggio degli altri ospiti. Fece scorrere la tendina semicircolare di plastica sudicia e aprì il rubinetto di sinistra. Uscì un getto esile di acqua tiepida che aveva riposato almeno per un paio di ore nelle tubature. "Cazzo", sbuffò, "sembra piscio". Con un gesto rabbioso, girò il rubinetto fino a trovarselo in mano. Il rigagnolo si era trasfornato in uno spruzzo disuguale che fuoriusciva dalla doccia arrugginita. Da alcuni buchi l'acqua usciva con impeto, da altri venivano fuori gocce o zampilli così deboli da sembrare una beffa. Fu solo dopo una decina di minuti che l'acqua iniziò a sgorgare con forza, fresca. Mirko si girò e ricevette sulla schiena e sulla testa un po' di refrigerio.Rimase a lungo sotto la doccia. Poi, senza asciugarsi, rientrò in camera, si buttò sul letto e dopo dieci minuti aveva ripreso a sudare. Le goccioline che aveva addosso sembravano essersi riscaldate per effetto di un gigantesco soffio di aria calda.S'alzò nuovamente imprecando. "Mai sentito una caldo così. Devono essere almeno 40 gradi. Nel cuore della notte".Iniziò a salire le scale. A ogni rampa doveva detergersi l'acqua che usciva dal suo corpo. Arrivò a una porticina di ferro, fece scorrere il chiavistello e si ritrovò su un terrazzo ingombro di lenzuola secche e rigide come baccalà. Nel buio scorse solo un'alta torre illuminata e alcuni lampioni fiochi che rischiaravano tratti di marciapiede.Le 4 del mattino. Solo 36 gradi. Poteva andare peggio, biascicò Mirko sdraiandosi sul pavimento di pietra, mentre un debolissimo refolo di vento lo fece quasi rabbrividire.Writerhttp://www.writer-racconti.org/