Writer

San Nicola, isole Tremiti


Alcune suggestioni vissute nel mio  viaggio alle isole Tremiti, che ho lasciato ieri mattina.
 Una punta di lancia.L’estremità dell’isola di Caprara si protende come una coda di scorpione nel mare verde, rosa e azzurro delle Tremiti. Dietro, a cento passi, il cimitero libico, rivolto verso La Mecca, una pedana di legno a forma di serratura che occulta una fossa comune, l’estremo rifugio di quattrocentotrenta cittadini libici, deportati a San Nicola e lì morti per un’epidemia di tifo tra il 1911 e il 1912. Una selva di lance e un Cristo di ferro in croce, insieme a una mezzaluna di argento brunito montata su una struttura di metallo, completano un luogo austero e solenne, immerso in una macchia di tamerici, malva, euforbia e ginepro, una vasta distesa di vegetazione verde, viola e gialla che termina in dirupi scoscesi ansiosi di incontrare il mare.Giù in fondo, la fortezza, il chiostro del ‘500, la chiesa, le case dell’antica colonia penale, trasformate in abitazioni dei quaranta residenti e dei turisti affezionati all’isola.San Nicola, luogo di misteri, solitudini e abbandoni, dominato dal volo regale delle diomedee che punteggiano il cielo di segni compatti e paiono guardarti con pietosa tolleranza, come se fossero consapevoli della limitatezza degli umani, incapaci di volare, di distendere le loro ali sul panorama di pietra, erba e acqua marina che compone l’arcipelago.Adesso sono seduto su una panchina di legno solitaria che spunta come un fungo in mezzo alla macchia. Sembra disegnata da un architetto della natura, è protetta dal sole da una tettoia di rami. Davanti a me una balaustra, la cui unica funzione è quella di incorniciare un paesaggio di erba rigogliosa e digradante verso lo strapiombo. Il fruscio del vento e il silenzio.Sono le undici e quaranta del mattino, alzo lo sguardo verso il mare che circonda la distesa e provo una sensazione aspra nel  centro del mio petto, il ritmo e il timbro di un’improvvisa felicità.Writerhttp://www.writer-racconti.org/