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L'incontro (gioco letterario)


Il blog Tuttiscrittori ha lanciato un gioco letterario  che mi è parso interessante e a cui ho aderito. Questo è il regolamento:Si partecipa inviando un breve racconto di circa 2000 battute sul tema “L’incontro”. Il testo dovrà contenere le seguenti parole ed espressioni:addomesticare, gioia intensa, viso, te, sedersi a tavola, passerella (nel senso di passaggio), bussola, discussione, radici, tatto.I racconti dovranno essere inviati come commento, sul blog di "tuttiscrittori", entro il 15 marzo 2008. La giuria, composta dalla redazione di www.tuttiscrittori.it, assegnerà al vincitore un buono acquisto libri del valore di 50 euro.Questo è l'elenco dei racconti finora pervenuti
L'incontroNon si può addomesticare una gioia intensa, pensava Juan, è come voler portare al guinzaglio una tigre. Una tigre.Roxana ne possedeva le movenze, lo scatto, l'intensità. Aveva un viso androgino, da adolescente corrucciata e uno sguardo capace di esigere la verità a chi la guardava. Era sottile, slanciata, parlava poco, ma le parole che diceva andavano dritte al bersaglio come frecce lanciate da una mano esperta.L'aveva incontrata nella mensa, mentre si apprestava a sedersi a tavola insieme ad altri due colleghi della facoltà. Roxana si era seduta al suo fianco, aveva disposto il vassoio davanti a sé e gli aveva chiesto all'improvviso "cosa pensi?". "Non penso mai quando mangio", aveva risposto Juan. Roxana l'aveva guardato un momento con curiosità e aveva replicato "non sono qui per fare una discussione con te, sono alla ricerca dei pensieri delle persone". Si erano rivisti un paio di giorni dopo, uscendo dalla facoltà e si erano messi a parlare di cose di cui Juan aveva smarrito il ricordo, mentre attraversavano la passerella sul torrente del parco e s'inoltravano per un sentiero costeggiato da alberi antichi, dalle radici affioranti.  Distesi sull'erba, si erano abbracciati come vecchi amici che si ritrovano dopo una lunga separazione. La pelle di Roxana era morbida al tatto, la sua bocca arrendevole. L'avevano fatto lì, protetti da una macchia della vegetazione, due viaggiatori contenti di aver smarrito direzione e senso, di aver perso la bussola che indicava il nord dei propri sentimenti. L'orgasmo li colse insieme e il piacere dell'uno prolungava quello dell'altra, mentre le mani si muovevano come falene impazzite e i corpi cercavano di prolungare quel contatto dolce e animale. Si erano separati all'imbrunire.  Juan le aveva chiesto "vuoi sapere cosa penso?". "Lo so", rispose Roxana salutandolo con un cenno della mano "le parole a volte servono a poco".Writer