Creato da ambientalisticalabr il 22/12/2007
Movimento sociale Ambientalistico

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

maxsalerno1ILDOLCEPOSTINOtizianacasalemariacopp75massimostillanikanaoriercolealfanohopelove10fronteverdeambientalisticalabrfernandez1983kremuzioeden58acsemprepazzapaco.730
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« Pd, sindaco di Bologna D...ENERGIA, Ambiente, Nucle... »

La nuova peste uccide ed è spesso invisibile....

Post n°97 pubblicato il 17 Marzo 2010 da ambientalisticalabr

Bimbo di 8 mesi ucciso a Genova Raptus della follia per uso cocaina:

 

 GENOVA  - Un raptus della follia dovuto all' uso di cocaina: e' questo secondo gli investigatori il movente dell'omicidio del piccolo Alessandro, il bimbo di otto mesi arrivato esanime per un grave trauma cranico, ieri mattina al pronto soccorso dell'istituto Gaslini di Genova.

Per la morte del piccolo sono stati arrestati nella notte, con l'accusa di omicidio volontario la madre di Alessandro, Caterina Mathas, di 26 anni ed il suo compagno Giovanni Antonio Rasero, di 29. Secondo quanto emerso, sul corpo del piccolo sono state riscontrate fratture plurime sulla parte posteriore del cranio, bruciature da sigaretta in un padiglione auricolare, e lividi sul collo, provocati probabilmente da pizzicotti.

Dai riscontri effettuati dalla squadra mobile risulta che Alessandro era rimasto con la madre ed il suo compagno dalla sera prima, fino all'arrivo al pronto soccorso. Non e' ancora chiaro chi dei due abbia compiuto materialmente il gesto, ma si ritiene certo il coinvolgimento di entrambi. E' possibile che la donna, che nel corso dell'interrogatorio si e' professata innocente, abbia rimosso l'accaduto, questo potrebbe essere dovuto sia all'uso della droga, sia alla gravita' del fatto.

LA MADRE IN CELLA: 'CHI MI HA PORTATO VIA IL MIO CUCCIOLO?' - "Chi mi ha portato via il mio cucciolo? Non ci posso credere che il mio cucciolo non ci sia più. Non posso credere che sia stato quel ...": piange disperata Catarina Mathas nella sua cella di isolamento nel carcere di Genova-Pontedecimo dove non ha potuto portare nemmeno un ciucciotto, un oggetto appartenuto al suo piccolo Alessandro a cui aggrapparsi in questo momento così buio della sua vita.

Col passare delle ore si fa più forte in lei la consapevolezza di quanto avvenuto in quel lussuoso monolocale di Nervi martedì notte, della morte del suo bimbo, del fatto di essere accusata in concorso col suo accompagnatore di una notte, Giovanni Rasero, dell'omicidio del suo "cucciolo". Stamani il legale della giovane, l'avvocato Igor Dante, è andato a trovarla. La descrive come una madre disperata per la perdita del proprio bambino, di una donna che respinge quasi indignata le accuse che le vengono mosse, di una ragazza niente affatto preoccupata dall'organizzare una strategia difensiva. Le parole di Catarina vengono spesso interrotte da singhiozzi e lacrime, che si alternano con momenti di lucidità in cui si sforza di ricordare.

Continua a dare la sua versione, così come l'ha ripetuta per tre volte ieri sera davanti al pm Marco Airoldi, senza cadere in contraddizione, come spiega il legale. Un racconto che può essere sintetizzato in questo modo: alle 23.30 circa sono arrivati nell'alloggio di Nervi, lei e Rasero si sono fatti di cocaina, e dopo una mezzora circa è uscita lasciando il bimbo. E' stata fuori per un'oretta e al suo ritorno ha controllato che il piccolo, che riposava sul divano, stesse bene e poi si è messa a dormire. E' stato Rasero, alle 10.30 di ieri mattina, secondo il suo racconto, a svegliarla dicendole che Alessandro non si muoveva più, poi di corsa al pronto soccorso dell'istituto Gaslini.

 

Sono stati arrestati nella notte dalla squadra mobile con l'accusa di omicidio volontario del piccolo Alessandro, di otto mesi, la madre del bambino, Caterina Mathas, di 26 anni, ed il suo compagno, Giovanni Rasero, di 29, entrambi genovesi. La coppia, che è stata interrogata per diverse ore in questura. I due sono stati rinchiusi nelle carceri di Marassi e di Pontedecimo. Il bambino era stato trasportato nella tarda mattinata di ieri dalla coppia al pronto soccorso dell'ospedale pediatrico Gaslini con un grave trauma cranico. Era già morto, ma i sanitari avevano tentato una disperata manovra di rianimazione che non aveva dato esito positivo. Constatato che la ferita non era compatibile con una caduta, i medici avevano avvertito la polizia. Caterina Mathas, che risiede con i genitori nel quartiere di San Fruttuoso, aveva trascorso la notte nel monolocale preso in fitto un paio di mesi fa da Rasero in un lussuoso residence di Nervi. Ha sostenuto davanti al capo della squadra mobile Gaetano Bonaccorso, al dirigente della sezione omicidi Alessandra Bucci ed sostituto procuratore Marco Airoldi di aver trovato al risveglio il bimbo esanime nel suo lettino.

COMPAGNO ACCUSA MADRE DEL PICCOLO - Ha mosso delle accuse nei confronti della compagna, Giovanni Antonio Rasero, l'agente marittimo di 29 anni arrestato nella notte a Genova con Caterina Mathas con l'accusa di omicidio volontario per la morte del piccolo Alessandro di otto mesi. Secondo quanto scrivono alcuni quotidiani locali stamani e confermato in ambienti investigativi, nel corso dell' interrogatorio Rasero ha detto di aver visto Caterina mentre "sbatteva" il piccolo e di averla anche invitata a smettere. La donna invece ha professato la propria innocenza, come spiega il suo legale, l'avvocato Igor Dante. Caterina Mathas avrebbe più volte riferito al magistrato e alla polizia di essere stata svegliata dal compagno in quanto il bambino non si muoveva più. Nel corso dell'interrogatorio inoltre, sia Mathas che Rasero hanno ammesso di aver fatto uso di cocaina quella notte. Elemento che sarebbe comunque risultato dall'esame tossicologico disposto dal pm Marco Airoldi, titolare dell'inchiesta. Dalla ricognizione esterna condotta sul corpo del piccolo sono emersi anche segni di sevizie, come bruciature di sigaretta recenti, e lividi.

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963