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ENERGIA, Ambiente, Nucleare nel mondo.

Post n°98 pubblicato il 22 Ottobre 2010 da ambientalisticalabr

Sviluppi dell’energia nucleare nel mondo

 

Nonostante la crisi economica internazionale abbia limitato i consumi energetici, specie industriali, dei maggiori paesi industrializzati, il numero di centrali nucleari in costruzione nel mondo è passato da 33 a 61 in meno di due anni, confermando il “rinascimento nucleare” in corso.

 

di Roberto Irsuti

 

La crisi economica internazionale ha rallentato anche il ritmo impetuoso della ripresa del settore nucleare ma ha confermato l’interesse di un numero crescente di paesi, sia industrializzati che in via di sviluppo, per la scelta dell’atomo come componente importante nel soddisfacimento del fabbisogno elettrico.

Già oggi l’energia nucleare rappresenta un terzo dei consumi elettrici europei ed il 14 per cento della produzione mondiale di elettricità. Tutti i paesi interessati stanno rivedendo al rialzo i programmi per la realizzazione di nuove centrali, mentre ben 65 paesi che attualmente non dispongono di centrali nucleari stanno compiendo i primi passi verso la realizzazione di un piano energetico nucleare.

Secondo le previsioni contenute nel recente rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (The International Status and Prospect of Nuclear Power), entro il 2030 si prevede più del doppio dei 438 impianti nucleari oggi in funzione nel mondo. Del resto, negli ultimi 20 anni, a fronte di una crescita del 12% della popolazione mondiale, si è avuto un aumento del 30% del fabbisogno di elettricità.

 

 

I programmi in corso di realizzazione

 

Sono oltre 40 i paesi che nel mondo hanno pianificato o hanno in considerazione lo sviluppo del nucleare; in particolare (secondo i dati della World Nuclear Association) sono stati pianificati 140 reattori per circa totali 150.000 MW (in gran parte previsti in esercizio entro 10-12 anni) ed addizionali 315 reattori per 350.000 MW sono in fase di considerazione.

La Cina prevede in servizio per il 2030 circa 180.000 MW di nucleare, l’India 21.000 MW nel 2020 e 63.000 nel 2030.

Il Giappone,  paese che attualmente genera con il nucleare il 30% del proprio fabbisogno elettrico, vuole ampliare tale percentuale oltre il 2030 realizzando 13 nuovi reattori. La Corea del Sud che ha già in costruzione 8000 MW, ha in programma altri 8000 MW. Negli Stati Uniti, dopo una stasi di oltre 20 anni sono state presentate richieste d’interesse e/o di autorizzazione per 33 nuovi reattori per un totale di circa 45.000 MW. Il governo di Obama ha fornito le prime garanzie di credito per 2 reattori che dovrebbero entrare in servizio nel 2016. Nel frattempo il 55% dei 104 reattori nucleari esistenti ha già ottenuto una proroga della “vita” dai 40 anni previsti a 60 anni; per un altro 35% la proroga è sotto esame o in preparazione.

Dati i bassissimi costi di esercizio, una volta ammortato l’investimento per la costruzione dell’impianto le vecchie centrali nucleari sono in grado di generare elettricità a costi inferiori ad un terzo del prezzo di vendita alla borsa elettrica europea. Per tale ragione il cancelliere tedesco Angela Merkel ha deliberato di prolungare la vita delle centrali nucleari (da 8 a 14 anni in più), che il passato governo rosso-verde nel 2002 aveva limitato in media a 34 anni.

Sempre in Europa, la Russia ha in programma 40.000 MW di nuove centrali da qui al 2030, l’Inghilterra pianifica 4 reattori EPR per 6400 MW (proposti da EdF), 6000 MW proposti dalla joint venture EON-RWE e 3.600 MW proposti da Iberdrola con Gaz de France. La Lituania in collaborazione con Estonia, Lettonia e Polonia sta esaminando la realizzazione di 2 reattori da 1.600 MW e la Romania sta definendo la realizzazione dei Gruppi 3 e 4 (da 700 MW ciascuno) nella centrale di Cernavoda, dove alla realizzazione dei gruppi 1 e 2 ha lavorato Ansaldo Nucleare.

In Bulgaria è in fase di riesame il progetto per 2 reattori da 1.000 MW; la Repubblica Ceca ha iniziato le procedure per 2 nuove centrali, mentre nella Repubblica Slovacca l’ENEL sta lavorando per completare entro il 2013 2 reattori da 400 MW ciascuno.

È interessante notare come siano numerosi i paesi che si apprestano ad entrare per la prima volta nel novero dei paesi produttori di energia elettronucleare. Emblematico è il caso degli Emirati Arabi che, pur con enormi risorse di idrocarburi, hanno recentemente ordinato ai Sud Coreani 4 reattori da 1.400 MW ciascuno. La Turchia ha concluso in questi giorni un accordo con la Russia per 4 gruppi da 1.200 MW ciascuno e sta concludendo un altro accordo con la Corea del Sud.

Ai programmi che mirano a coprire il crescente fabbisogno elettrico mondiale, si affianca anche l’esigenza di rimpiazzare i vecchi impianti elettrici che arriveranno a fine vita nei prossimi 20 anni. Nel soddisfare questa esigenza il nucleare ha il vantaggio di non contribuire alle emissioni in atmosfera di sostanze inquinanti e di anidride carbonica, la cui riduzione, al di là della reale portata degli allarmi sul clima, è comunque parte integrante delle politiche dell’Unione Europea. 

Nonostante i costosi incentivi spesi per promuovere le nuove fonti rinnovabili, esse continueranno a contribuire solo in minima parte alla copertura del fabbisogno elettrico mondiale (attualmente il 2%) ed europeo (4%). Le principali fonti rinnovabili rimarranno nei prossimi due decenni l’idroelettrico (attualmente il 17% a livello mondiale) e la legna (biomasse).

 

Energia ed informazione

Il mercato mondiale del nucleare è stimato in oltre mille miliardi di euro nei prossimi due decenni; un’impresa nella quale le aziende italiane possono avere un ruolo importante, che sarà rafforzato da quanto riusciremo a fare anche in Italia.

Il governo Berlusconi ha inserito il ritorno al nucleare nel suo programma con l’intenzione di iniziare entro il 2013 la costruzione della prima centrale. Sono stati emanati decreti legislativi nel 2009 e quelli relativi ai siti nel febbraio 2010; si è costituita l’Agenzia per la sicurezza nucleare. Di tutto ciò ne abbiamo parlato con il nuovo presidente dell’AIN, Ing. Enzo Gatta e con il sottosegretario allo Sviluppo economico con delega per l’energia, On. Stefano Saglia (vedi alle pagine seguenti).

Se ne discuterà il 12 novembre, a Roma, in occasione della Giornata Annuale di Studio dell’Associazione Italiana Nucleare, che si terrà presso l’Auditorium di Via Veneto.

Per il successo del nuovo piano energetico nazionale sarà essenziale la massima trasparenza e soprattutto una corretta, completa, credibile e capillare informazione per i cittadini sui problemi dell’energia e dell’ambiente (non solo sul nucleare). Per questa fase, che non è ancora iniziata in modo sistematico, la nostra rivista farà la sua parte, a cominciare dalla pubblicazione del volume L’energia nucleare ed il consenso degli italiani, che sarà presentato in occasione della Giornata di Studio e dalla diffusione dei volumi di Franco Battaglia, Ugo Spezia, Franco Casali nelle numerose conferenze che si terranno nelle prossime settimane.

 
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