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Hours


 Alla fine del mese di agosto 2005 l'uragano Katrina distrugge l'ospedale dove si trovano i protagonisti in attesa di diventare genitori, ospedale che deve essere immediatamente evacuato. Il protagonista – Paul Walker, più noto per la serie Fast & Furious -   Nolan, rimasto da solo con la figlia appena nata e costretta a vivere grazie a un respiratore, si trova improvvisamente tagliato fuori dal mondo e cercherà in tutti i modi di salvare se stesso e sua figlia. Un film ben fatto e in cui il protagonista interpreta la figura, umanissima – contrariamente il solito clichet di spacconate tipiche della serie predetta, di un padre disposto a tutto pur di salvare la propria figlia. Quello che più mi ha colpito è stata la scena finale del film, naturalmente finito nel migliore dei modi.     É stato proprio a questo punto che è iniziato il mio personale film, naturalmente reale anche se per pochi minuti, di un ricordo che è sempre presente dentro l’anima mia nella sua infinita dolcezza. La mattina 26 maggio 1989, ricevetti una telefonata dalla consorte che era giunto il momento fatidico: il cucciolo era in arrivo anche se con una decina di giorni di anticipo. Una volata fino a casa e poi all’ospedale più vicino fu un tutt’uno. Il fatto che caratterizzò l’arrivo del cucciolo in casa ebbe un epilogo diverso dal solito: normalmente e nei tre precedenti eventi son stato fuori dalla sala parto e attraverso un oblò assistevo al lieto evento. E no: sembrava ci fosse nell’aria qualcosa di diverso. La consorte mi prese per mano e mi disse: «Vieni dentro anche tu.. C’è un’assistente che non tanto mi piace» .. Obiettai: «Cosa vuoi che faccia, è anziana e conosce il suo mestiere, no?» .. Risposta - scontata: «Vieni anche tu».. Dietro tanta insistenza naturalmente annuii. E allora cuffia in testa, un camice che era almeno due misure inferiore alla mia corporatura - mi parve di essere in un film di Ridolini con quelle maniche che arrivavano a metà avambraccio - e la seguii. Una volta entrato, la parona mi prese la mano e fra un respiro e l’altro, un paio di spinte, diede alla luce l’erede ..  numero quattro. Non so .. più che un vagito, quello di Filippo mi ricordò la voce flebile di un gattino.. ahahaha.. Quando riportai entrambi a casa ai primi di giugno, una mattina successiva presi il cucciolo dalla culla, lo cambiai e dopo lo poggiai sul mio petto: era un po’ agitato, si tranquillizzò.. E mi ritrovai con una sua mano infilata nella mia bocca, proprio come nella scena finale di quel film. Saranno normalissime coincidenze ma certi eventi restano nell’anima, fra i ricordi più inalienabili che non ti lasciano mai più e che ti fanno comprendere che la vita è la più bella avventura che possa esistere, da vivere intensamente, ogni suo attimo.