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L’ultima poesia..


.. di Hermann Hesse, scritta l’8 agosto del 1962, il giorno prima della sua morte. Scricchiolio di un ramo spezzatoRamo spezzato e scheggiato, che ormai pende anno dopo annoe asciutto scricchiola al vento il suo canto, senza più fogliame né scorza, spelato, scialbo, di lunga vitadi lunga morte stanco.Secco risuona e tenace il suo canto, caparbio risuona e in segreto angosciosoancora per tutta un'estate, per tutto un inverno ancora...Sono estremamente intensi questi versi che, a mio modo di vedere, sembrano racchiudere una segreta speranza di vita, un estremo tentativo di voler allontanare l’attimo fatale: invece altro non sono l’ultimo flebile pensiero di Hesse prima di cedere, a breve, alla cruda realtà. Una realtà ineluttabile Par di sentire quel ramo scricchiolare (forse sono solo io che lo sento? Non mi faccio un bell'augurio.. Sarà un'impressione, tuttavia "lì" arriveremo tutti..), le sue ultime fibre collassarsi, segno che il distacco dal mondo terreno s’avvicina sempre più rapidamente. Godere della vita, di quello scampolo più o meno sostanzioso che rimane dando il meglio di se stessi a prescindere dal “finale”, è dovere e piacere allo stesso tempo. A che serve arrovellarsi le meningi, discutere animatamente per poi rimanere sulle proprie posizioni? Tanto per non sapere cosa fare di diverso? La vita ci regala occasioni per farci sentire bene, appagati: meglio non lasciarsele sfuggire perché non è detto che si ripresenti un'altra opportunità. Un po’ come perdere, consci, il bus del più bel sentimento che esista credendo di poter rimandare a proprio piacimento. Potrebbe costar caro, molto caro. Quindi ben valgono le parole, qui a fianco, di un grande come Charlie Chaplin..