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Sonetto 90


  Pensai di morire, sentii dappresso il freddo,e di quanto io vissi solo te lasciavo:la tua bocca era il mio giorno e la mia notte terrestrie la tua pelle la repubblica fondata dai miei baci.In quell’istante ebbero termine i libri, l’amicizia, i tesori accumulati senza tregua, la casa trasparente che tu e io costruimmo: tutto cessò d’esistere, tranne i tuoi occhi. Perché l’amore, mentre la vita c’incalza, è semplicemente un’onda alta sulle onde, però ahi quando la morte viene a bussare alla porta solo c’è il tuo sguardo per tanto vuoto, solo la tua chiarità per non continuare a esistere, solo il tuo amore per chiudere l’ombra.(Pablo Neruda da cento sonetti d’amore 1959) «Quando il sole si scolora, il viso s'illanguidisce, quel che ci circonda pian piano sfuma, qualsiasi cosa prima si opacizza per diventare poi ialina, trasparente. Indistinguibile.. Tutto tranne i.. tuoi occhi, quelle due piccole deliziose e perfide fiammelle, scure come l'universo stellato, che certe sere mi accompagnano, accarezzandomi, nel mondo dei sogni..» .. .. Nel lontano (ma non troppo) 11 novembre 2011, riportai questo sonetto di Neruda con quella parte di commento virgolettata. Altro spirito allora aleggiò in me. Oggi, specie la parte in corsivo, si allontana da me ancor più e più miglia perché il tempo, come noto, fa sempre il suo sporco lavoro. Giusto ieri sera, prima di andare a riposare, ho riletto quei versi e si è riaperto quello squarcio temporale che tanto mi fece traballare. Oggi no. Ho sorriso perché, in fin dei conti, la serenità dentro non mi ha mai lasciato.Stamani, per qualche ora, ho ascoltato a varie riprese rombi d’aereo a reazione, però il tempo non mi ha permesso di vedere bene che tipo d’aerei fossero passati: probabilmente bassi, molto veloci, sicuramente caccia militari. In questa zona del Fvg ce ne sono molti fra caccia italiani e americani.. Ricordo nel periodo della prima guerra del golfo, che di mattina poco dopo le sette, mentre mi stavo recando in auto a Udine, in lontananza su un lungo rettilineo, vidi uno di questi caccia volare verso me parecchio basso: questione di pochi secondi, credo non più di quattro o cinque, gli feci segno con gli abbaglianti e lui rispose al mio saluto muovendo le ali (lo vidi nello specchietto retrovisore).. Ripensando.. Con quella velocità certe immagini sono passate davanti ai miei occhi e sono sparite, si sono eclissate nei meati della mia memoria, quasi dissolte in mezzo a nuvole biancastre. Però l’odore della pelle, il sapore di certi baci, il respiro corto, ansimante .. tutto è ancora in me, a tratti amplificato. Quelle visioni, sensazioni di profondità interiore/esteriore indefinibile non spariranno mai: questa certezza non mi abbandonerà mai più.