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Dentro l'amore


 
 Al segno che ti dà la stanza sciogli sulla parete l'ombra dei capelli, le braccia alzate, la flessuosa voglia d'avermi, e già dal ridere mi volti nella raffica buia, mi cancelli per affiorare dal lamento vano. Smarrita, nel cercarmi con la mano, nel distinguermi il volto, grata, piena d'aperto e poi ripresa dalla lena della dolcezza, calma a poco a poco come in un lungo brivido. Dal gioco degli occhi che balbettano mi ridi sul petto a colpi di piccoli gridi. (Alfonso Gatto)  .. .. «La sua poesia è fuga dalla sera ombrosa della vita, è slancio verso il cielo, fuga dalla terra, visione dell'alba piena di luce e colori nuovi. Vuole recuperare il mondo perduto e distrutto dalla guerra, trasferire e conferire dignità alla nera sorte dell'uomo, dare linguaggio di riscatto all'uomo assetato di pace e solidarietà. La notte è il suo silenzio, è amore che conduce al mare della tranquillità. La sua poesia è esaltazione della difficile vita umana, educa al bello ed al sublime.» Riporto, con malcelata commozione, questo inciso scritto dalla mia compianta amica Anna, esternato in altro mio post di qualche anno fa, afferente il poeta salernitano Alfonso Gatto. Si adatta, molto anche, a quest'altri versi del poeta, versi che hanno un alone di sensualità che sconfina nell’amore che rende osmotici due corpi che, in quei momenti, altro non desiderano. Immersi come sono nell’immenso, irrinunciabile desiderio di amarsi..