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Se..


 
  Voglio che sappiauna cosa. Tu sai com'è questo:se guardola luna di cristallo, il ramo rossodel lento autunno alla mia finestra,se toccovicino al fuocol'impalpabile cenereo il rugoso corpo della legna,tutto mi conduce a te,come se ciò che esiste,aromi, luce, metalli,fossero piccole navi che vannoverso le tue isole che m'attendono. Orbene,se a poco a poco cessi di amarmicesserò d'amarti a poco a poco. Se d'improvvisomi dimentichi,non cercarmi,ché già ti avrò dimenticata. Se consideri lungo e pazzoil vento di bandiereche passa per la mia vitae ti decidia lasciarmi alla rivadel cuore in cui affondo le radici,pensache in quel giorno,in quell'ora,leverò in alto le bracciae le mie radici uscirannoa cercare altra terra. Mase ogni giorno,ogni orasenti che a me sei destinatacon dolcezza implacabile.Se ogni giorno salealle tue labbra un fiore a cercarmi,ahi, amor mio, ahi mia,in me tutto quel fuoco si ripete,in me nulla si spegne niente si oblia,il mio amore si nutre del tuo amore, amata,e finché tu vivrai starà tra le tue bracciasenza uscir dalle mie.  (P. Neruda – Da “I versi del Capitano”, 1952) .. Questa raccolta, apparsa inizialmente anonima, questi versi in particolare, peraltro conosciutissimi, rappresentano l’incipit dell’evoluzione poetico-spirituale di Neruda, la sua parte migliore, fra un crescendo di delicatezze e di irruenza, fra dolcezze e passione smisurata.