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SanRemo e dintorni


 
  The angel of the nightLi incontri dove la gente Viaggia e va a telefonare Col dopobarba che sa di pioggia E la ventiquattrore Perduti nel Corriere della Sera Nel va e vieni di una cameriera Ma perché ogni giorno viene sera.A volte un uomo è da solo Perché ha in testa strani tarli Perché ha paura del sesso O per la smania di successo Per scrivere il romanzo che ha di dentro Perché la vita l’ha già messo al muro O perché in mondo falso è un un uomo vero.Dio delle città e dell’immensità Se è vero che ci sei e hai viaggiato più di noi Vediamo se si può imparare questa vita E magari un po’ cambiarla prima che ci cambi lei.Vediamo se si può farci amare come siamo Senza violentarci più con nevrosi e gelosie Perché questa vita stende e chi è steso Dorme o muore oppure fa l’amore.Ci sono uomini soli Per la sete d’avventura Perché han studiato da prete O per vent’anni di galera Per madri che non li hanno mai svezzati Per donne che li han rivoltati e persi O solo perché sono dei diversi.Dio delle città e dell’immensità Se è vero che ci sei e hai viaggiato più di noi Vediamo se si può imparare queste donne E cambiare un po’ per loro e cambiarne un po’ per noi.Ma Dio delle città e dell’immensità Magari tu ci sei e problemi non ne hai Ma quaggiù non siamo in cielo e se un uomo Perde il filo è soltanto un uomo solo.(1990, Festival di SanRemo)... ...Stasera c’è (stata) la prima di SanRemo, come accade in questo periodo tutti gli anni. Non vorrei ricordar male: è stato l’ultimo SanRemo che ho guardato perché per motivi puramente di business, certo non di vera esaltazione di bella musica e belle voci, ho deciso di non guardalo più. Ho ascoltato la musica andare nell’altra stanza, intervallata dalla voce di Amadeus, sono qui nel mio piccolo regno dove vige il casino più incasinato di sempre, dove c’è il mio pc con tutti gli accessori che utilizzo quando ne ho necessità, fra scanner, (due) stampanti, impianto Bose per godere di buon ascolto musicale, tastiera, mouse a laser e le mie inseparabili professionali headphones Senneheiser. Le ho indossate ora, proprio per ascoltare questo brano sì dei Pooh però, per una volta, amo rendere omaggio alla cantante di Memphis che lo ha interpretato insieme ai mitici Pooh: Dee Dee Bridgewater (Denise Eileen Garret). Una bella voce, potente e dolce, chiara, erede di grandi voci femminili del mondo del jazz anni ’70. Le note vanno dolcemente in questo arco sonoro, ben modulate. Tutto inizia a portarmi a spasso nel mio mondo... di ieri, di oggi. Si parla di uomini soli, della loro vita differente nel suo dipanarsi in mezzo a ricordi di ogni genere, le loro fragilità, i motivi per i quali, spesso, molti uomini si ritrovano realmente da soli nella vita. Il ritornello altri non è che un’invocazione rivolta a Dio, affinché gli uomini soli e incompresi possano essere amati per quello che sono. Parlare di uomini soli, poi, bisogna anche intendersi in che senso: soli perché non hanno nessuno vicino per decisioni personali, soli perché vivono in un ambiente dove vige un’austera incomunicabilità e dunque la solitudine si manifesta anche in quel modo. Ancor più fastidiosa, dolorosa.Immersi nella folla e sentirsi soli è qualcosa che logora l’anima più che mai. Ho avuto esperienza di solitudine interiore, soprattutto stando lontano da casa per mesi e mesi, comunicando quando possibile e di tanto in tanto con telefoni satellitari... Guardare la sera il cielo stellato e sentirmi solo ecco, non è stato per nulla piacevole, tutt’altro. Credo che questo brano dei Pooh se non è il più bello, sempre per i gusti personali di ciascuno di noi, lo è certamente fra i più graditi di sempre.La solitudine credo sia il peggior male, insieme all'indifferenza, che possa esistere: una vita agra, monotona, senza un vero spunto di allegria, ricerca inutile di felicità che è quella peculiarità dello stato d’animo che ben sposa la perfezione, in terra ecco, non è vera vita.  (quando finirà sta ... kermesse, non sarà mai troppo tardi)