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Ritorno, dal mare..


 
 Ho bisogno del mare perché m’insegna: non so se imparo musica o coscienza: non so se è onda sola o essere profondo o sola roca voce o abbacinante supposizione di pesci e di navigli… Così Pablo Neruda in quel tempo e con quei versi si accostò al mare, fonte di vita, di carezze e di improvvise sferzate per l’anima.Ho sentito la necessità - lasciandomi cullare da lievi onde vicino la battigia - di “lavare” arterie del mio corpo inondate da pungente ansia per un futuro offuscato da onde di nuvole grigie, quando forti desideri si intersecano nella mia anima ed annegano in un mare incerto, tenebroso, per poi risorgere in albe sconvolgenti, ancor più puri dentro me. Ridondanze d'amore, istintivo desiderio di infiniti abbracci, come l'alba che rifulge di colori iridei, dolci e rasserenanti: all'improvviso una luce accecante sorge all'orizzonte ed illumina anime pure.Ricerca di tranquillità, voglia di donarsi senza indugi, abbandonarsi ai migliori sentimenti quando Amore governa la nave, la mia nave, gonfiando con fresca aria e .. lievi sussurri le vele.Non c’è tranquillità o putiferio, diatribe, contrasti improvvisi - quasi rabbiosi, fulmini accecanti, temporali violenti, sole cocente in giornate irrespirabili, notti di ghiaccio o soffocanti per il troppo caldo, umori che variano continuamente come il crepitio della legna sul fuoco, mareggiate che erodono l’anima, niente di tutto questo mi allontanerà da quella via. Occhi verdi, espressioni di puro amore, due immensi laghi in cui sprofondare con tutta l'anima. Splendidi occhi verdi abitati dal capriccioispirati da una luna d'oro.