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Francesco Hayez


 «Hayez, dopo qualche schizzo, senza moltiplicare gli studi, le prove, pinge alla prima i suoi quadri, indi gli invia a chi li allogò, senza tenerne o disegni, o ricordanze: è il genio che crea, né mai si volta addietro»(Defendente Sacchi, giornalista, scrittore e filosofo italiano - Studio di Hayez, 1830)…Dati biografici. Nacque a Venezia nel 1791 da una famiglia povera che, ben presto, lo affidò allo zio Giovanni Binasco, amatore e mercante d'arte. In questo ambiente Hayez si accostò alla pittura, divenendo allievo dei pittori Francesco Maggiotto eTeodoro Matteini. Successivamente si trasferì nella Capitale, affidato da Leopoldo Cicognara (presidente dell'Accademia veneziana) ad Antonio Canova. Grazie alla protezione dell'influente scultore, Hayez da quel momento iniziò “la sua avventura” nel mondo della pittura: si fece conoscere nell'ambiente artistico romano, accostandosi, in particolare, a quello classicista e purista come dimostrano le sue prime opere importanti: Rinaldo e Armida (1812-1813),  Ulisse alla corte di Alcinoo (1814-1816). Il 1817 fu l'anno del suo ritorno a Venezia (con “escursioni” a Padova e Milano) dove venne ben accolto dai maggiori rappresentanti della cultura locale, ereditandone la cultura pittorica neoclassica. A Milano videro luce dipinti come i Vespri siciliani (1821}, Pietro l'Eremita predica la crociata (1829) e i Profughi di Parga (1831) -  dedicati a temi storici che allusero, in realtà, a fatti e aspirazioni del Risorgimento in una dimensione sentimentale e passionale. Dipinti cui ne seguirono molti altri. Dipinti che, va sottolineato, alcuni suscitarono scalpore e scandalo per l'esplicita sensualità in essi ben manifesta. Nel 1859 Hayez presentò il "Bacio" all'esposizione, allestita a Brera, il suo quadro forse più famoso, mentre la seconda versione sarà inviata all'esposizione di Parigi del 1867. Il suo ultimo capolavoro, Un vaso di fiori sulla finestra di un harem, fu eseguito un anno prima della morte, avvenuta a Milano il 21 dicembre 1882. 
Il bacio (1859)Questa versione del celebre dipinto di Hayez, che a prima vista si differenzia dall'altra solo per il particolare della veste bianca abbandonata sulla scala, in realtà rivelò un dettaglio con un sottinteso politico. Il risvolto del mantello del giovane non fu più marrone, ma di un bel verde, colore che insieme al bianco del panno sulla scala, al rosso della calza e all'azzurro della veste della donna crea un preciso richiamo alle bandiere dei due stati, Francia e Italia, dalla cui alleanza era nata la nuova nazione italiana. Il Bacio, lo si intuisce facilmente, rappresentò un gesto romantico e sensuale, ma fu anche simbolo di concordia politica, alleanza, pace e unità. … Sono particolarmente affezionato a questo dipinto di Hayez per un semplice motivo: è stato il mio incipit (come avatar) il 21.Luglio.2006, quando iniziai la mia avventura nel mondo dei blog. I primi passi incerti in questo mondo del tutto nuovo per me... Mi sono lasciato, allo stesso tempo, cullare con gioia nell’anima da questa "novità", per lo più da versi dell' “amato” Neruda, questi in particolare  - la chiusa de LA POESIA ... Ed io, minimo essere, ebbro del grande vuoto costellato, a somiglianza, a immagine del mistero, mi sentii parte pura dell’abisso, ruotai con le stelle, il mio cuore si sparpagliò nel vento....Da allora intense balze nel mio cuore non hanno più smesso di allietarmi l'esistenza - in modo estremamente incisivo in questi ultimi anni - fra alti e bassi che, nel mondo dei sentimenti, costituiscono una  sinusoide "normale, naturale", rendendola comunque piacevole, intimamente intrigante. Irripetibile.