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Coerenza


 « Un atto coerente isolato è la più grande incoerenza.» Così don Lorenzo Milani ebbe ragione a fare una simile affermazione se trattasi di un atto isolato. Egli ebbe una forza fuori dal comune, una fede profonda, un senso di giustizia radicato, nonché la capacità di pensare con la propria testa. Fu così che si distinse nella sua vita di sacerdote, lottando anche contro porporati che tentarono di scomunicarlo, invano.Perché questa mia riflessione? Non aspiro a diventare santo, sia chiaro, cerco di barcamenarmi come posso fra le mille difficoltà che la vita molto spesso, senza dar preavviso, riserva in itinere.Pur credente e praticante, non sono come Don Milani, proprio no!Ho fatto altre scelte e non me ne pento per niente.Però se c’è una cosa che ho sempre perseguito con impegno è proprio la coerenza che deve valere per ogni atto nel corso della vita. Nel mio lavoro pregresso per mantenere fede alla coerenza, ho avuto buone gatte da pelare, della serie solo contro tutti. No, non non mi sono mai arreso, tutt’altro: è una questione di dignità anche, di non doversi per forza adattare quando quell’adattamento corrisponde non ad un gesto equilibrato, bensì a un atto di protervia, di sopraffazione, vale a dire accettare a testa bassa, passivamente quello che viene non richiesto ma imposto.È ovvio che non tutto quello che viene imposto, a mio modo di vedere, è accettabile. Non mi riferisco alla forma, quanto alla sostanza.Mi sono altresì chiesto quanto è importante, nel mondo dei sentimenti, quella parola, la coerenza. In questo caso siamo in un ambito in cui, per certi versi, diventa scivoloso, incerto, un ambito in cui far passi falsi non è per nulla complicato – tutt’altro - con conseguenze inimmaginabili.  Il principio afferente la coerenza riguarda i nostri sforzi in quanto, esseri umani, è necessario rimanere coerenti con noi stessi. Detto in parole ancor più semplici, è importante mantenere armonia tra ciò che diciamo e che poi facciamo.Questo è uno dei più grandi bisogni dell’essere umano; in particolare ciò che l’esperienza ci ha insegnato e ciò che la contingenza richiede.Ebbene, è pur vero che non sempre è facile riuscire in questo gioco di equilibri spesso precari e che tale conflitto finisce spesso per creare vero disagio, quando non conseguenze più dolorose. Sta di fatto che bisogna sempre provare, a mente serena, cercare la soluzione più corretta, positiva o meno dolorosa.Potremmo definire, in solido, il rapporto che sussiste fra l’esperienza e la coscienza. Questa convergenza rappresenta il risultato di ogni cosa vissuta e di quanto appreso da essa per poter agire in coerenza con la personale scala di valori, i sentimenti e i desideri. Da questo mi sono convinto, come sostenne Carl Rogers, noto psicologo e umanista, uno dei primi ad approfondire il principio di coerenza, che «La bella vita è un processo, non uno stato dell’essere. È una direzione non una destinazione».Sempre grato a chiunque vorrà esprimere un pensiero in questo tema.